Nei millenni le divinità avevano constatato che quando nel mondo una delle due fazioni tra bene e male prendeva il sopravvento, il mondo si avviava verso il declino, e per questo motivo alcune divinità si misero d’accordo per eleggere al compito di “Giudice” un mortale che si fosse distinto per bravura nel combattere, nelle decisioni prese e che avesse dimostrato di essere assolutamente neutrale ed imparziale.
Finito il torneo Axell fu contattato da queste divinità che gli proposero il ruolo di Giudice, il ruolo dello psionico sarebbe stato quello di assicurarsi che nel mondo regnasse l’equilibrio, le divinità concessero all’individuo da loro scelto piena libertà e l’unica limitazione sarebbe stata dettata dall’equilibrio.
Axell decise di accettare l’incarico e fu portato dal suo nuovo maestro. Quell’uomo era colui che fino a quel momento aveva svolto il compito di Giudice, ma che a causa della sua veneranda età aveva perso parte delle sue capacità fisiche che lo rendevano idoneo per quel compito, quindi divenne il maestro di Axell e il suo ruolo lo impegnava all’addestramento del ragazzo.
Gli anni passavano, le capacità crescevano sempre di più e Axell comprendeva meglio il suo ruolo, capì che per mantenere l’equilibrio non bisognava per forza uccidere, ma si poteva intervenire facendo redimere una creatura che aveva preso la strada del male o al contrario corrompere una creatura pura, o addirittura si poteva intervenire facendo accadere eventi intorno ad individui per condurli dove lui voleva. Trascorsi tre anni lo psionico terminò l’addestramento ereditando il ruolo di Giudice; da quel momento in poi Axell lavorò per le divinità, egli non ne traeva alcun vantaggio, se non il rispetto delle divinità, il timore dei mortali ed il libero arbitrio per quanto riguardava il compito che doveva svolgere.
Dopo qualche ann, si ritrovò di fronte alla minaccia di una casata di Eberron che rischiava di influenzare il mondo negativamente. Questa casata aveva appena visto nascere i prossimi due eredi, ma essendoci un complotto tra i sottoposti del patriarca della casata questi due gemelli non sarebbero mai arrivati ai due anni di vita.
Axell decise che almeno uno dei gemelli dovesse vivere e in un secondo momento riportare la casata sulla giusta via in quanto un massacro avrebbe portato solo più squilibrio. Deciso lo psionico nel giorno in cui si scatenò il colpo di stato, si recò nella stanza dei neonati dove trovò la madre che urlò per lo spavento, egli le disse che un grave pericolo incombeva sulla famiglia della donna e che suo marito era appena morto per cercare di proteggere lei e i suoi bambini. La donna si agitò ancora di più e Axell sentì gli aggressori avvicinarsi e dovette pensare in fretta, prese la madre i due bambini e si teletrasportò a una distanza notevole dalla casata, poi diede il tempo di riprendersi alla donna e quando fu abbastanza tranquilla iniziò a spiegare:
“Donna io sono colui che decide del destino dei mortali, tu e i tuoi figli siete stati graziati, ma ora te la dovrai cavare da sola e cosa ancor più grave, mi dovrai affidare un figlio in quanto devo essere sicuro che almeno uno sopravviva per riprendersi ciò che gli spetta”.
Quando finì di parlare, la donna si mise a piangere mentre lo psionico si indirizzò verso i bambini e guardandoli con occhi indagatori cercò di capire quale dei due fosse più incline a diventare il suo discepolo, dopo una attenta analisi si girò verso la madre e disse:
“Lui, come si chiama lui?”.
La donna piangendo rispose:
“Victor, ma ti prego non portarmelo via”.
Axell rispose alla donna dicendo:
“Donna non posso rischiare che entrambe i bambini muoiano, portandone uno con me sarò sicuro che sopravvivrà, non temere lo farò diventare il mio discepolo e a tempo debito gli rivelerò le sue origini e lo ricondurrò da te, tu ora pensa solo a scappare insieme all’altro bambino e a sopravvivere fino a quel momento”.
Poi prese il bambino, gettò una borsa di monete d’oro ai piedi della madre spiegandogli che gli potevano servire per scappare e scomparve.
Gli anni passarono e Axell si prese cura del bambino, ma non gli disse delle sue origini, gli raccontò di averlo preso in affidamento da sua madre perché ella non poteva prendersi cura di lui; quando all’età di 12 anni Victor manifestò i suoi poteri Axell incominciò a fargli da maestro adempiendo comunque ai propri doveri da Giudice. Axell aveva visto bene, il ragazzo possedeva i suoi stessi poteri ma con l’ aggiunta dell’ eredità della sua casata, eredità che si manifestò successivamente all’età di 15 anni quando sull’avambraccio sinistro si venne a creare un tatuaggio molto particolare che lo rendeva degno di diventare il patriarca della casata ormai in rovina. Anche se occupato nel ruolo di Giudice e di maestro, lo psionico non perdette mai di vista la madre di Victor che nel frattempo trovò un posto dove vivere in anonimato con Gwoz che nel frattempo, rimasto con la madre, trascorse i suoi anni d’infanzia in modo spensierato in quel villaggio dove la genitrice trovò rifugio. In giovane età giocava con gli altri bambini, aiutava nel villaggio a svariati lavori ricevendo doni o comunque retribuzioni senza che lui le richiedesse. Vicino al villaggio si trovava una torre dove un grande mago dimorava e addestrava i propri allievi; nessuno sapeva quanti anni potesse avere il maestro anche se all’apparenza sembrava dimostrarne una cinquantina: perfino gli anziani del villaggio ricordano il suo volto di cinquantenne quando loro stessi erano piccoli. Tutti infatti credevano fosse talmente potente che si vociferava avesse usato un incantesimo che gli allungasse la vita… ma ciò è quello che credevano. All’età di 6 anni Gwoz cominciò a manifestare il suo potere arcano incosciamente e senza controllo, anche se questo non causava danni agli altri. Consapevole di ciò, la madre decise di mandarlo alla torre dove poteva studiare e imparare a controllare questo potenziale, indi si incamminò col figlio a parlare col maestro della torre… il mago Zenith. Giunti, la madre cominciò a parlare in privato delle varie manifestazioni avvenute in casa e ascoltando, il maestro decise di prenderlo tra le sue schiere di allievi che comunque non superavano la decina. Gwoz frequentava la torre quotidianamente, tranne in estate inquanto le lezioni terminavano e dava una mano nei campi o ovunque ci fosse bisogno nel villaggio. Col passare del tempo, Gwoz si distinse nella pratica arcana e diventava ogni giorno sempre più forte, anche perché nel tempo libero durante le pause estive, si esercitava molto. Zenith ovviamente era un mago potente, ma le potenzialità di un uomo non gravano sull’allineamento: infatti era pratico nel suo lavoro e nel’uso della magia, ma in alcuni lavori privati era alquanto maligno e perfido. All’età di 16 anni Gwoz era già un ragazzino pratico per la sua età e spesso svolgeva diverse mansioni assieme a Zenith finchè un giorno, giunse in laboratorio dove il maestro lo attendeva e sentì vociare dentro e la porta era rimasta socchiusa; odendo le prime parole della discussione, si affiancò alla porta per veder bene e ascoltare di nascosto: vide un uomo legato e imbavagliato al tavolo sgombro e un altro in ginocchio innanzi Zenith, entrambi tremavano dalla paura.
Zenith: “E così non l’hai ancora ucciso. Diamine non vi si può affidare un incarico così semplice e fallire!!! Cos’è stato questa volta a mettervi i bastoni tra le ruote?”
Uomo: “M-m-maestro… era accompagnato da guardie del corpo ben addestrate… non abbiamo potuto fare nulla… Capisco che siate arrabbiato, ma vi prometto che la prossima volta non falliremo…”
Zenith: “Comprendo, comprendo. E sono sicuro che la prossima volta non fallirete… vi ho già incaricato 2 volte e ancora niente… mi spiace ma non ci sarà una terza volta perché me ne occuperò di persona… dopo avervi punito.”
Uomo: “Cosa?! No maestro, v prego… vi scongiuro… nooooooo!!!!!!”
Terminato di parlare Zenith allungò una mano verso l’umano inginocchiato e farfugliò alcune parole sottovoce, nel frattempo il corpo dello sfortunato si paralizzò mentre sangue sgorgava da molti capillari del suo corpo uccidendolo pian piano in grida di dolore e sofferenza mentre veniva dissanguato. Gwoz inorridì a quella vista, ma non poteva farsi vedere altrimenti sarebbe morto anch’egli. Zenith uccise il sicario e si avvicinò all’uomo sul tavolo allungando una mano e poggiandola sul petto nudo del prigioniero.
Zenith: “Quanto a te, non farai la stessa fine del tuo compagno, ma mi sarai utile allungandomi la vita!!!”
A quel punto la mano di Zenith s’illuminò di una luce verde chiaro e il petto dell’uomo cominciò a dolere e bruciare, finche si illuminò anch’esso di verde e scomparve alla vista, mentre un’aura invadeva Zenith per pochi istanti: ecco svelato il come di una lunga vita. A quel punto Gwoz si allontanò e focalizzò quel ricordo perché voleva migliorarsi sempre di più e superare il suo maestro. Aveva comunque ibero accesso ai vari Tomi del maestro tranne alcuni, considerati Proibiti. Quando possibile però, e senza l’osservanza di Zenith, Gwoz li visionava e imparava ciò che vi era dentro senza far sapere nulla al maestro. Il tempo passava e ormai Gwoz aveva 20 anni e fu chiamato dal maestro per svolgere un incarico. Gwoz entrò nel laboratorio e notò che Zenith era strano.
Zenith: “Gwoz, mio allievo prediletto, ti ho convocato per salutarti. Sei stato il migliore tra i miei studenti, ed è per questo che devo ucciderti. Muori!!!”
Zenith lanciò un’incantesimo verso Gwoz, che però lo dissolse tempestivamente e lanciando subito un incantesimo contro l’avversario: l’incantesimo che focalizzò nel ricordo
Zenith: “No… non è possibile… come puoi tu battermi???... e soprattutto come conosci questo incantesimo…”
Gwoz: “Come dicevi tu stesso Zenith, sono il tuo migliore allievo, e ho anche visto cosa hai fatto a quei tuoi sottoposti 4 anni fa. Da quel momento ho studiato anche i Tomi proibiti per non seguire la loro stessa fine e la tua magia ti si rivolta contro… povero sciocco. Muori Zenith e addio.”
Con queste ultime parole Gwoz sconfisse Zenith diventando così il nuovo reggente e maestro della torre. Ma sapendo di avere un gemello, decise di partire in viaggio alla sua ricerca tornando ogni mese tramite un teletrasporto per controllare la situazione nella torre lasciata ai Suoi sottoposti e a vedere la salute della madre.
Al 22° compleanno di Victor, Axell rivelò al ragazzo le sue vere origini parlandogli della madre e del gemello, il discepolo ascoltò attento e al termine restò molto scosso e incominciò a farsi parecchie domande a cui il maestro rispose senza esitazioni. All’inizio Victor fu in collera con il suo maestro e scappò indirizzato al luogo dove viveva la sua famiglia. Arrivato nel villaggio fu scambiato da più persone per un certo Gwoz che capì dover essere quel fratello gemello perduto in passato; dopo una piccola ricerca Victor scoprì dove abitava la madre e vi si recò.
Arrivato Victor ebbe un momento di ripensamento, ma poi si decise e bussò alla porta, pochi passi si sentirono dietro la porta prima che una donna aprì. Ella appena vide il ragazzo lo abbracciò stretto in quanto capì subito di avere di fronte il suo primo figlio. Dopo un momento di commozione la madre chiese al figlio di entrare, lui entrò e passarono ore a parlare di ciò che era accaduto negli anni in cui erano stati separati, dalla discussione usci fuori che Gwoz crescendo aveva imparato ad usare la magia, e che da quel momento in poi egli viaggiò per ritrovare il fratello perduto e incrementare le sue capacità magiche, ma la cosa che più rese felice Victor fu la notizia che Gwoz stava per tornare a casa.
Victor rimase in quella casa e dopo cinque giorni giunse il gemello: quando vide Gwoz gli sembro strano, era come vedersi allo specchio anche se il fratello possedeva qualche cicatrice in più e non aveva il tatuaggio. Dopo un attimo di commozione i due fratelli vollero mettersi alla prova con un piccolo scontro, che fu interrotto ancor prima dell’ inizio da Axell che apparso tra i due disse:
“Non abbiamo tempo per queste prove di forza: è giunto il momento che riprendiate ciò che vi spetta. Entriamo in casa, vi devo parlare!”.
I due incuriositi lo seguirono dentro casa, lì lui incominciò:
“Allora, pensatela come volete sulle mie azioni, ma ho dovuto agire così, e mi aspettavo che almeno tu Victor avresti capito che c’è qualcosa che va al di là del giusto e sbagliato. Comunque non divaghiamo, come ormai sapete entrambi fate parte della casata dei trasportatori che al momento è sul orlo del baratro, non posso dire di non sapere che sarebbe successo, ma ora è il momento giusto per agire e riportare le cose come devono essere. Voi due avete il compito di presentarvi alla casata e riprendervi il titolo che vi spetta, Victor possiede il tatuaggio che testimonia la vostra legittimità. Detto questo ora andate, io vi osserverò da lontano e agirò solo se lo riterrò necessario”.
I due ragazzi erano felici di quelle parole, finalmente era giunto il momento per la vendetta, si prepararono e quando furono pronti partirono. Giunti al cancello della casata i due non furono riconosciuti dai guardiani, e grazie a questo fu più facile penetrare all’ interno e arrivare alla sala dove abitualmente stava il capofamiglia colui che prendeva tutte le decisioni importanti. Arrivati in quella sala vi trovarono il proprio zio nonché autore della rivolta avvenuta venti anni prima, che appena li vide chiese:
“Chi siete? Questa zona non è aperta a chi non fa parte della casata”.
A queste parole Victor rispose:
“Sciocco! Non ci riconosci? Noi siamo i degni eredi di questa casata e questo conferma le mie parole”
E mentre parlava si scoprì l’ avambraccio sinistro per fare vedere il marchio di Siberys e poi aggiunse:
“Ora fatti da parte e dacci quello che ci spetta!”
Lo zio sbigottito dal fatto di trovarsi di fronte i due nipoti che credeva morti era anche preoccupato per la possibilità di perdere il potere sulla casata e per questo estrasse la spada e si avventò su di loro.
Come è ovvio l’ attacco non sortì alcun effetto su i due che negli anni di allenamento divennero esperti nei combattimenti, così ad agire questa volta fu Gwoz che rese lo zio inoffensivo castando un incantesimo, poco dopo sentita le urla lanciate dal capofamiglia mentre caricava entrarono le guardie della casata che si trovarono davanti ad una scena inquietante, in quanto l’ incantatore arcano per punire lo zio stava procedendo a fargli uscire tutto il sangue del corpo.
Davanti a quella scena le guardie impietrite dalla paura riuscirono solo a formulare due domande:
“Ma voi chi siete? Che state facendo?”
E sempre Gwoz rispose:
“Non temete stiamo solo punendo l’ usurpatore della nostra casata, se ci giurerete fedeltà a voi non vi sarà fatto nulla”
A queste parole due tra le guardie che erano i fedeli dello zio si lanciarono alla carica contro i fratelli, carica che risultò vana perché fu intercettata da Victor il quale manifestando un potente raggio li uccise sul colpo.
Dopo questa manifestazione di forza nessun altro provò a intervenire, tuttavia i due fratelli non erano assassini a sangue freddo e decisero di non uccidere lo zio ma di lasciarlo in condizioni pietose con la raccomandazione di non tornare se teneva alla sua vita, poi lo fecero svenire e lo teletrasportarono fuori dalla città, si girarono verso le guardie e Gwoz esclamò:
“Siamo Gwoz e Victor figli di Aldir e siamo ritornati per cacciare l’ usurpatore e riprenderci la casata, ora dite a tutti del nostro ritorno perché da ora riprendiamo noi il controllo della casata e chi si ribellerà sarà punito”.
E cosi da quel giorno la madre e i due gemelli vissero alla casata amministrandola e riportandola agli antichi splendori; la vita trascorse normalmente fino a quando la madre di Victor e Gwoz morì, infatti in seguito alla morte della madre i due presero una decisione molto importante, rimanere a capo della casata per sempre!
Gli anni passarono e in un giorno come tutti gli altri i due fratelli ricevettero la visita di una persona che non vedevano più da un mucchio di tempo, Axell si presentò a loro per comunicargli che era stato indotto un torneo da una dea e che per il bene di tutti essi avrebbero dovuto parteciparci, quindi prese Victor di lato e gli diede una spilla dicendogli:
“Questa è una spilla donatami da una divinità, prendila! Ma ricorda che verrò a richiedertela quando il torneo finirà. Ora andate!”.
Ragazzi scusate per il ritardo, ovviamente questo è il background sia mio che di Kinesis