mar giu 23, 2009 09:59
mer giu 24, 2009 23:35
In un’antica epoca di grandi sconvolgimenti, prima delle grandi città Netheresi e della loro tragica fine, esisteva un gruppo di avventurieri.
Un gruppo dotato di grandi poteri, ma non dissimile da molti altri gruppi, non dissimile da voi, con negli occhi il fuoco dell’avventura, e ai propri piedi il lungo tappeto di un destino grandioso. Grandioso, e infame.
Quattro avventurieri:
Panamon il Rosso, bandito di grande fama e abilità, la cui maestria e astuzia era cantata e temuta in tutti i reami.
Gil-Dûr il Sole Oscuro, arcanista e guerriero, la cui triste storia di eroismo e nefandezza è andata perduta tra le sabbie del tempo.
Muzedon la Pantera del Caos, magica e selvaggia creatura dalla velocità leggendaria.
Mastermind il Lord Vampiro, che si dice essere stato il primo dei Figli a ricevere il Dono.
E infine Gothmaag, sacerdote di un dio da molto tempo dimenticato.
Essi, nel loro peregrinare, giunsero un giorno alle sale di un antico Mistico che abitava un angolo remoto del Profondo Etereo, il quale li accolse nella sua dimora con queste parole, gettando l’infausto seme della discordia.
Perché, creature, vi affannate in vane cerche? Perché vi lasciate sedurre dalle illusioni di fama e ricchezza, di conoscenza e potere? Perché invero potenti voi siete, ma ai vostri polsi portate ancora le pesanti catene della Menzogna, e sui vostri occhi le bende dell’Inganno.
Apriteli, e osservate quanto immenso e maestoso è il Multiverso, con quale perfezione vive nei millenni, nell’eternità, e quali Princìpi reggono e perpetrano il Grande Disegno.
I Princìpi sono la chiave, prima e ultima, il mattone fondamentale dell’esistenza imperitura, e del potere infinito.
Cessate perciò di inginocchiarvi ai vostri falsi dèi, che arroganti pretendono di incarnare i pilastri del Mondo, e di voi fanno i loro giocattoli, succhiando dai vostri corpi prigionieri preghiere scritte con il sangue e la Morte, a cui vi condannano per cibarsi delle vostre anime.
Falsi e usurpatori! Bene e Male, Legge e Caos, sono le idee che regnano, le idee che generano e uccidono, le idee sono più grandi degli dèi!
In voi vedo il futuro, creature.
Parole tremende, parole blasfeme.
Lo scandalo sul volto degli avventurieri era secondo solo all’ira sdegnata che faceva tremare Gothmaag, il cui ardore devoto non poteva tollerare quell’appello, quella provocazione.
Mise a tacere il mistico in un modo orribile, poi massacrò tutti i suoi inermi servitori, uno ad uno, senza pietà né discrimine d’età, sesso o razza. Dopo il bagno di sangue, scatenò la sua furia sulle pietre del palazzo, e lo ridusse ad un cumulo di macerie.
E quando nulla era più rimasto da distruggere, la compagnia se ne andò… portando con sé il dubbio.
Il Dubbio è un tarlo subdolo, si annida nei cuori e nelle menti e scava inesorabile.
I cuori e le menti della compagnia furono scavati, e più di tutti soffriva Gothmaag, che al tarlo opponeva con tutto il suo spirito la ferrea forza della fede.
Eppure alcuni pensieri tornavano continuamente a tormentarlo.
Primo, il Mistico sapeva. Sapeva come si sarebbe concluso quell’incontro, lo sapeva fin dall’inizio, lo sapeva da molto tempo. Non a caso li aveva indicati come il Futuro, poiché egli incarnava il Passato, e quello che era là avvenuto non era soltanto uno scempio di sangue e morte: era il passaggio di una consegna.
Secondo, il Mistico era inequivocabilmente potente, potentissimo, solo un cieco non avrebbe visto l’immensa aura che sprigionava la sua figura. Eppure non si era minimamente difeso. Né aveva tentato di difendere i suoi seguaci, né la sua dimora. Ma soprattutto, il Mistico aveva poteri che sarebbero potuti dirsi “divini”, sebbene certamente non fosse un dio e il termine fosse del tutto inadeguato nella sua definizione.
Terzo, in quel lungo discorso c’era qualcosa di più. Le parole suonavano folli, il delirio di un essere vissuto troppo a lungo nell’isolamento lattiginoso e vacuo del Profondo Etereo, eppure avevano avuto un impatto sul gruppo che andava ben al di là dell’innegabile eloquenza di cui era intriso.
Ciascuno dei membri metabolizzava a modo suo quelle parole, e se la Pantera del Caos si aggirava più irrequieta che mai, in perenne stato di veglia, e il Lord Vampiro meditava con fredda calma dalla privilegiata posizione della non morte, Gothmaag pregava.
Pregava con più fervore e più a lungo di quanto non avesse mai fatto, ascoltava le parole del suo dio, ne leggeva gli inequivocabili segni, ne percepiva l’indubbia presenza dentro di sé, e si aggrappava ai suoi dogmi con tanta più ostinazione quanto più il tarlo scavava.
Ma tutto questo non bastava, e arrivò il giorno in cui decisero di agire. Il loro peregrinare per il Multiverso divenne una lunga marcia verso l’eresia, frugando ogni angolo di ogni piano, alla ricerca di segni, indizi, prove che affermassero o negassero le parole del Mistico.
La Storia è molto confusa su quanto accadde negli anni seguenti.
Alcune fonti narrano di come la cerca diede infine i suoi frutti, e gli avventurieri trovarono creature in grado di appellarsi ai Princìpi e da essi trarre il potere della vita e della morte, della guarigione e della maledizione.
Altre raccontano di come la cerca si trasformò in fanatismo, di come il tarlo contaminò e distrusse le menti di Gothmaag, di Panamon, di Gil-Dûr, di Muzedon e Mastermind, ridotti a creature plagiate dall’insana influenza del Mistico.
Quel che è certo, è che poi fu guerra.
La nuova dottrina si trasformò in una Crociata contro quella che veniva definita la Dittatura degli Dèi, e furono lunghi secoli di sangue, morte e carestia.
Infine, gli dèi stessi agirono.
Chi dice per salvare l’equilibrio del Multiverso, chi sussurra che lo fecero per preservare il proprio dominio.
Gothmaag e il suo gruppo vennero esiliati nel Reame Remoto: privata della spinta dei Cinque Prescelti, coloro che avevano udito le Parole, la dottrina perse seguaci, perse la guerra, e cadde nell’oblio.
Degli avventurieri, non se ne seppe più nulla.
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