Lo Janbar si riscosse dalle sue preghiere quando chiare vibrazioni nella trama gli rivelarono l'arrivo di altri due partecipanti. La bocca tentò di abbozzare un ghigno senza riuscirvi. Si alzò da terra con le giunture delle ginocchia che gli dolevano per le lunghe ore di meditazione, e afferrò il suo inseparabile bastone, dirigendosi verso l'uscita della stanza.
La drow che l'aveva accompagnato sin qui, intenta a giocare con avidità con un copioso gruppo di pietre preziose, sollevò lo sguardo sul Benedetto, in una muta richiesta di ordini.

Vieni con me Saakashvilij, andiamo ad osservare e ad omaggiare i nuovi arrivati con il nostro.. benvenuto.
sussurrò lo Janbar, accompagnando la richiesta con un lento gesto della mano nascosta sotto le fluide vesti.

La donna sbuffò impercettibilmente, forse un pò seccata per dover abbandonare il suo prezioso passatempo, ma non osò contraddirlo, e comunque non le dispiaceva passare del tempo in Sua compagnia.
Inoltre, era incuriosita dalla novità dei nuovi concorrenti, e desiderava incontrarli.
Così rimise le pietre in una borsa che si cinse alla cintura, e insieme allo Janbar uscì dalla stanza e si recò nell'atrio d'ingresso del palazzo, dove giunsero finalmente in vista dei nuovi arrivati.

Non fecero nulla, si limitarono ad osservarli attendendo una loro reazione.

“quando la compagna dello Janbar cercò di attraversare il portale che divideva la stanza dal grande atrio una forza intangibile la respinse all’indietro, lei non poteva abbandonare la stanza”

... Nel frattempo 2 nuovi concorrenti erano giunti nei domini di Tharmekhul, per qualche motivo però il nano non era venuto ad accoglierli ...

Nightcrawler rispose alla creatura alata; disse senza enfasi: <Can che abaia non morde>.

Si sentiva sicuro di se stesso. Il peso di ciò che era celato sotto il suo mantello lo tranquillizzava. A volte aveva usato espedienti diversi, ma di gran lunga preferiva usare quella cosa per compiere il suo lavoro.

Teneva d'occhio il tipo con la falce, perché, anche se prima non lo aveva preso alla sprovvista, certamente si era avvicinato in maniera un pò troppo rapida.
Resosi conto che non vi era alcun comitato di accoglienza, per quanto preferisse gli spazi aperti, si risolse ad entrare anche lui.

All'interno notò subito l'individuo con il bastone in mano, ovvero lo Janbar.
- Questo qua è certamente un concorrente- , pensò.
Quel volto così carico di rancore, di odio e allo stesso tempo di bramosia e avidità, gli indicavano che costui doveva avere importanti motivi per partecipare all'incontro.
< Io vengo chiamato Nightcrawler. Dimmi come dovrei rivolgermi a te, straniero>.

Aeron si destò dal lungo periodo di preghiera e concentrazione in cui si era immerso subito dopo lo scontro con il chierico.
<< Troppo intenso è il male che qui aleggia. Un pover'uomo qui perderebbe il senno>> e dicendo questo si alzò e si diresse all'ingresso del tempio, dove gli altri concorrenti si erano raggruppati.
Nel mentre del suo cammino sentì le parole dello jambar.
<< Un nome vero è inutile, un peso, solo se si vive nella paura di essere trovati, un sentimento sconosciuto a chi vive illuminato dalla via splendente della luce. Una costante per chi è sprofondato nelle tenebre.
Io sono Aeron, seguace di Ilmater. Ti porgo i miei saluti ed i miei rispetti come avversario, Nightcrawler.>>si era presentato nella sala a passo lento, senza timore di essere percepito, ancora macchiato della sottile striscia di sangue che sgorgava dalle sue ferite ogni volta che entrava in un intenzo stato di meditazione << Se hai bisogno di un occhio amico, chiamami pure>>.

Nightcrawler aveva perfezionato l'arte della sopravvivenza in maniera formidabile, avendo speso vent'anni, praticamente la sua intera esistenza, in un limbo silenzioso e sterminato. Nel mondo in cui si era trovato abbandonato da piccolissimo, non esisteva posto per i deboli o gli ottusi: dietro ogni roccia si poteva celare un pericolo...Le rocce stesse potevano non essere quello che sembravano.
La carenza di contatti, per così dire, umani, lo avevano reso sotto molti aspetti simile ad un animale selvatico. Consapevole della propria inadeguatezza in certi discorsi, il suo istinto gli sugeriva di non sbilanciarsi e non dare punti di riferimento agli avversari.
Ma il suo lato umano, che lo aveva spinto a partecipare al torneo, prevalse per un momento, e ardì a parlare.

< Mi hai chiamato figlio dell'Ombra, Jambar. Come fai a sapere certe cose sul mio conto? E inoltre chi sei tu per insegnare la verità? Per quanto ne sò io, le ombre nascondono la verità.>
Aveva risposto a tono allo Jambar, che aveva usato un linguaggio carico di minacce, e queste Nightcrawler sapeva distinguerle, verbali o gestuali che fossero.


Aeron invece lo aveva maggiormente disorientato e messo a disagio. Come poteva parlargli di amicizia in una situazione come questa? A logica si doveva trattare di un inganno. Forse anche il santone era un lupo sotto false sembianze? In tal caso era abilissimo a dissimulare le proprie intenzioni, perché gli pareva proprio una brava persona.
< Salve a te Aeron>.
Non riuscì a comunicare di più.

Nonostante il crescente fastidio per la creatura di luce chiamata Aeron, fastidio che minacciava di sfociare in uno dei suoi soliti scoppi d'ira, lo Janbar continuò la sua conversazione con nightcrawler, rispondendo alle sue domande come si fa con le creature che ancora non sono state toccate dalla conoscenza derivante dalle tenebre.
Si avvicinò a lui e fissandolo riprese a parlare con voce stridente

Ti ho chiamato figlio dell’Ombra perché è dalle tenebre che tutti giungiamo. I nostri corpi, il nostro mondo, e tutti gli altri mondi, non sono altro che una presenza temporanea, effimera, destinata a spegnersi: ciò che esiste da sempre è il Buio.
Molti si affannano a riempirlo, persino gli dèi, costruendo nuovi luoghi, nuove entità, e ci si persuade che così facendo si dia senso all’esistenza. Poi però, quando giunge il tempo, le certezze crollano, ciò che è stato cessa di esistere, e l’Ombra torna a manifestarsi, e palesa la sua verità: essa c’è da sempre, c’è sempre, e sarà per sempre. Se scosti il velo delle vanità, dell’effimero, allora tutto questo ti sarà ovvio.

Scoccò un’occhiata malevola ad Aeron, e tornò a concentrarsi su Nightcrawler

Tu mi dici che le ombre nascondono la verità, e c’è chi inutilmente suggerisce che rifiuta il nome solo colui che cerca di nascondersi…
Queste sono parole prive di fondamento! Coloro che ancora non hanno abbracciato il Buio speculano su come le tenebre celino loro la realtà, mentre non si rendono conto che il limite è dentro loro stessi! La notte nasconde solo a chi è ancora schiavo della luce, mentre coloro che accettano e la abbracciano, ecco si accorgeranno di poter finalmente vedere, e comprendere.
Hai mai guardato la notte? Essa forse ti ferisce? O piuttosto ti avvolge come una madre premurosa, nascondendoti ai pericoli.
Hai mai guardato il sole? Esso ti acceca, e ti fa bruciare gli occhi, e se eccedi nel guardarlo, ecco che la tua vista ne viene danneggiata.

Riprese fiato, ansimando…

Pensaci, Nightcrawler. Quando camminavi per altri mondi, ti sei mai soffermato a guardarti? A guardare ciò che è intorno a te? Il sasso colpito dai raggi del sole proietta dietro di sé un fascio di tenebre, che si fanno beffe dell’astro luminoso e rivelano che il sasso è figlio dell’Ombra.
Tu stesso, colpito dalla più abbagliante delle luci, se avrai la forza di voltarle le spalle e guarderai dietro di te, ti accorgerai che l’Ombra si rivela, che l’Ombra è dentro di te, e puoi vederla! Basta volerlo.
Quanto a me…

Lasciò passare qualche secondo

Io sono colui che per Suo mandato ha il dovere di diffondere la verità. Colui che mostra il buio sentiero, insegnando a non temerlo. Colui che libera dalla schiavitù della luce, e mostra la strada verso il ricongiungimento con la nostra Madre. Una strada difficile, spesso dolorosa…
Ma come ti dicevo, il dolore è sovente il migliore dei maestri, ed è stolto chi spera di conquistare una grande verità senza grandi sacrifici.
Io sono lo Janbar, il Benedetto dall’Ombra, colui che da sempre sa, e non ha mai avuto bisogno di apprendere.

Aeron ascoltò attentamente il discorso dello Janbar, e per un attimo ne ebbe ammirazione. Nonostante le loro strade fossero così diverse , opposte come fuoco ed acqua, luce ed ombra, in tutto e per tutto, per un'sitante, breve ma pur esistente, ne ebbe rispetto.
La convinzione con cui esponeva il suo credo anche con il suo stesso modo di esistere, era tale che rispecchiava in pieno quella del monaco, ed il solo pensiero che loro due, in fondo, fossero simili lo fece rabbrividire. Ma la sua missione aveva la priorità ad ogni riflessione e non poteva permettersi che la menzogna fosse diffusa, per quanto credibile essa si presentasse.
<< E' vero, Janbar, l'ombra giunge sempre...ma ricorda che dopo di essa torna sempre anche il creato e con esso la Luce ed è così da tempo immemore, da quando neanche il ricordo esisteva ancora.Dagli inizi dello scontro ,quando vi era solo Luce ed ombra, esse si sono sempre alternate, ma la verità non è mai stata dell'oscurità.
La notte ti abbraccia e ti nasconde, ma avvolge tutto nel suo abbraccio, impedendoti di capire. Essa è falsa e ti illude avvolgendoti sereno nella sua morsa, ma ti stritola e ti corrompe offrendoti la via più facile per ogni desiderio. La notte nasconde la luce perchè la teme più di ogni altra cosa ed il dolore della tua via, Janbar, è il dolore dell'errore e dell'egoismo di chi , come te vaga nella notte alla ricerca di un'esitenza blasfema e di un potere di cui non ha diritto.
Ma la Luce... essa è il desiderio più intenso del creato stesso e nella buia notte si presenta come luna e stelle, i fari di coloro persi ma redenti.
Il sole brucia, è vero, ma solo perchè non vuole mentire a chi lo cerca. Esso ti chiarisce subito che la sua via sarà dolorosa, ardua e perigliosa. Nulla resta facile per chi percorre la via della Luce, ma essa ti mostra anche i doni che la sua via offre agli eletti.
Dimmi Janbar, cosa vedi quando ti immergi nel tuo regno oscuro? hai mai sentito la vera pace? la gioia pura e genuina ha mai sfiorato il tuo cuore? Il dolore che tu tanto decanti è mai stato altro che lo scopo?
Io nel mio ho visto campi fioriti, profumi lieti e cuori leggeri ,liberi da ogni fatica , liberi da ogni rimorso.
L'ombra proiettata da ogni corpo non è altro che la testimonianza dell'infinita perseveranza della Luce ad accogliere l'ombra stessa nella speranza di una sua redenzione, come il pellegrino che persosi nella notte, potrà ancora vedere il giorno.
Il sacrificio di cui tu parli non è vero sacrificio. Non è difficile richiamare blasfemi poteri con sangue ed anime non tuoi. Il corpo che tu stesso hai sacrificato ti è stato restituito con gli interessi di una vita terrena quasi eterna. Cos'hai sacrificato, infine?
Il sacrificio vero è esente da mire egoistiche , è il gesto del buon padre che da un tozzo di pane in più ai figli a discapito di se stesso.
E' il martire che si lascia frustare pur di non dar dolore ai suoi cari.
E' il soldato che muore in battaglia per difendere il suo paese.
Janbar, "benedetto dell'ombra" nonostante io sia da molti reputato un saggio onniscente, ancora cerco la sapienza in quanto so di non sapere. Ma tu ti presenti come onniscente ," colui che sa senza bisogno di apprendere". Ma sai che il sapere è nella conferma,e la tua ti è stata data da te stesso. Tu sai di sapere...e purtroppo è tutto ciò che sai>>.

Una sommessa e sinistra risata giunse alle orecchie dei presenti "Luce... eh eh eh... Ombra... ah ah ah... Sapere... oh oh oh... Siete uno spasso sapete! Ma dai guardatevi..." il nuovo venuto si mise una mano sulla bocca per trattenere una risata più forte delle altre "...parete usciti da una storia per bambini. Il sant'uomo che predica il bene" l'uomo si mise in posa con le mani giunte e lo sguardo alto al cielo "e il demone uscito dagli oscuri abissi dell'Ade" altra frase, altra posa sbeffeggiante, stavolta a emulare una specie di bestia, mettendo le mani ai lati del volto "...tutti intenti a disputarsi la prima anima che sembra non aver scelto una delle due grandi fazioni." Inarcò violentemente la schiena indietrò scoppiando a ridere, senza più trattenersi in alcun modo. "Ma dove ho lasciato le buone maniere?" Chiese asciugandosi una lacrima "Prima di ridere con voi di voi devo presentarmi... Ormai il danno è fatto, diamogli il colpo di grazia... Io sono Sarin d'Rosh e porto uno dei tanti nomi della morte. Una morte brutta, sporca e per niente a buon mercato... Almeno così mi dice. Ma chissà a quando si riferisce... Sono un... un... messaggero no, mai e poi mai potrei esserlo... Trovato! Pedina! Si! Pedina è quel che sono, per un'altra forza che non appartiene ad alcun mondo, che striscia caotica nell'infinito spazio fra i mondi ed i piani; sarò lieto di presentarvela sul campo, portandovene un assaggio, chissà che non vi piaccia!" Il ciarliero umano era vestito come un qualsiasi avventuriero: delle vesti da viaggio, uno zaino, un mantello e un berretto di cuoio in testa "Ora adeguandoci allo spirito commerciale und propagandistico di questa tavola, lascia che ti faccia anche io un'offerta Ià?..." disse accostandosi a Nightcrawler "Quel che ti offro è: niente! So che è una merce comune, ma come la incarto io non la incarta nessuno. Interessa? E non costa nemeno molto, molto meno dell'anima che chiedono i loro.. ah ah ah dei uh uh uh..." Allungò una mano per prendere una mela dal tavolo e ne staccò un grosso pezzo a morsi "Aoora, he ne penfi?" deglutì prima di continuare all'indirizzo di Khilag "E a te laggiù! Te con quelle belle ali nere! A te offro un vasetto di lucido per penne e una fornitura di inchiostro per un anno. E ci metto anche una falce vecchia e usata... Ci stai?"

Sarin d'Rosh, che uomo strano! Aeron si era sentito preso in contropiede da quell' intervento. Il nuovo arrivato era , a suo parere, un pò strafottente, ma in fin dei conti non sembrava una cattiva persone. Il problema era proprio che "non sembrava".
Quell'uomo era totalmente anonimo. Nessun vestito ,arma o comportamento particolare faceva intuire in cosa, esattamente, egli fosse addestrato. Solo quel suo strano discorso sulla morte, lo rendeva leggermente inquietante,ma chiunque altro lo avesse visto fuori dal contesto in cui si trovava avrebbe pensato ad una specie di mercante itinerante.
L'unica cosa certa era che egli non era schierato. "una foglia al vento" secondo i canoni rigidi del monastero in cui Aeron viveva.
Forse, ed era una speranza del monaco, un'anima in meno da salvare.
Chi era ,in realtà , Sarin d'Rosh?

la figura incappucciata resto dove si trovava e proferì con la sua voce inumana: "in cambio della tua proposta ti offro una morte rapida e indolore, ci stai?" la domanda era palesemente retorica e quindi si limitò a rimanere immobile come era stato fino ad allora

Strane parole di benvenuto quelle che si pronunciarono all’entrata del palazzo; l’ombra, la luce, il cacciatore, la morte… e… e …. Sarin d’Rosh…. così si conobbero. Un forte rumore interrose la loro conversazione, un intossicante odore di azoto proveniva dalla stanza oltre l’ingresso e del fumo spesso cominciava a passare da sotto la porta!

editone:



Nel frattempo Zakk figlio di Demogorgon riposava nella stanza assegnatagli. Non dormiva, pregava e contemplava. Attendeva l’arrivo del suo nemico. Si alzò dal maestoso letto d’ebano nel quale giaceva ed accese degli incensi. Si preparò una tazza di te e continuò a meditare. Capì quel che Tharmekhul gli aveva fatto, il modo con cui lo aveva dominato ed usato come “provino” per il primo concorrente arrivato per il torneo lo disgustava. Tutta l’ira e tutti piani di rivincita però svanirono dinanzi alle poche parole che la divinità gli proferì dopo lo scontro, le ricordava ancora; d'altronde come non farlo se la sua mente le rievocava di continuo? “ Mi hai servito bene Zakk, quando Victor giungerà lo porterò da te”.. Pronto il suo te portò la tazza alle labbra quando un improvviso orrore lo fermo … “Tharmekhul è in pericolo!!” Urlò ed uscì di corsa dalla stanza, lasciando una tazza in frantumi a terra. Era addestrato per la divinazione, ma non per ricevere certe notizie.



Allora i 5 videro un vecchio uscire da una delle porte a destra del grande salone e correre verso il portone della sala da pranzo, solo Aeron lo riconobbe … Il prette non riusciva ad aprire il portone e si ritrasse non appena toccò la maniglia. Quelli dall’udito più acuto sentirono la sua preoccupazione nel dire “brucia da quanto è fredda”

Dopo aver sconfitto facilmente l'ultimo sfidante al titolo di Signore delle 10 città, titolo che ogni anno metteva in palio in occasione del torneo in onore del suo maestro Alu Kane, Heonidas Phemt sedeva sul suo trono, pensieroso:



In quel mentre, lo avvisarono dell' arrivo dell'ambasciatore della cittadella nanica che sorgeva sui monti delimitanti la Valle del Vento Gelido.

"Benvenuto, mastro Korthen." Salutò, quando vide il nano entrare, con la barba che toccava il pavimento.
"Saluti a te, Heonidas dalle catene impetuose. " Iniziò il nano.
" Ti porto gli omaggi del mio re Khelgar, ci sono giunte voci che dicono che ancora una volta ti sei riconfermato Signore delle 10 città."
"Senza alcuna difficoltà, purtroppo."
"Sembri in cerca di sfide, Heonidas. Credo di avere buone notizie per te." Replicò Korthen.
"Spiegati meglio."
"Devi sapere che il nostro divino patrono Tharmekhul è stato incaricato da Moradin in persona di indire un torneo tra i più potenti individui di tutta Faerun."
Un ghigno bramoso attraversò il volto di Heonidas.
"Sarà uno scontro epico. Siamo stati incaricati di portarti l'invito di Tharmekul."
Heonidas si alzò. "Avete completato l'armatura che vi avevo richiesto?"
"Naturalmente.E' come la desideravate, ora è nel mio carro, controllata dalla mia scorta." Rispose il nano.
"Bene. Lasciatela alle mie guardie. Chiedete il vostro compenso al mio contabile. Potete dire al vostro patrono che l'invito è accettato."
E così dicendo si avviò verso le sue stanze.

Nightcrawler si ritirò in un angolo. La sua carnagione era più grigia che rosea, e i suoi tratti si confondevano nelle ombre.

Ora stava ripensando alle profonde impronte quadrate in cui si era imbattuto qualche ora prima alcuni kilometri di distanza dalla struttura ove i contendenti si trovavano ora. Le aveva seguite per un pò visto che andavano nella sua stessa direzione. Ad un certo punto si allontanavano dal sentiero principale che portava al palazzo di Tharmekul e ripiegavano verso una gola rocciosa.
Sempre più incuriosito il cacciatore aveva deciso di andare fino in fondo.
Ben presto arrivò all'entrata di una grotta.
Sentiva distintamente uno stridio metallico provenire dall'interno. Era buio pesto ma Nightcrawler ci vedeva benissimo... Lo stesso però doveva valere per la creatura che stava dentro.
Superati un paio di cunicoli, mantenendo il massimo della furtività di cui era capace arrivò a pochi metri di distanza da quello che si presentava come un grosso costrutto.
Per fortuna il bestione non dava segni di essersi accorto del suo arrivo, e continuava ad affilare un gigantesco falchion.

Dopo quell'incontro Nightcrawler si era diretto speditamente al luogo del torneo.
Se si doveva proprio scontrare era bene farlo a tempo debito.

Ora sono qui, pronto a intraprendere il mio grande viaggio verso la gloria. E’ una sensazione strana da “liberato”, ma forse è stata la scelta più saggia… l’addestramento è servito e si rivelerà il mio punto di forza in questo torneo da “libero”. Loro mi hanno detto che saprò cavarmela bene, e ne sono convinto, ma devo tutto a Loro. Loro mi hanno detto che tutto ciò che ho mi è stato dato da altri. Il sangue che ho versato è la migliore prova, ma l’ho fatto per il Loro bene, perché era giusto così. Ma alla fine tutti quanti facciamo la stessa fine, siamo costretti a scappare, a cercare soddisfazione altrove, e così ho fatto, e ora sono “libero”, anzi “liberato”…. E ho voglia di vederli cadere tutti… perché io so che posso farli cadere, uno per uno velocemente, senza sofferenza…. Per colmare l’eredità lasciatami. Perché così riuscivo a ottenere la Loro clemenza, la Loro riconoscenza, la Loro cura…. E così otterrò la Mia riconoscenza. Ma ora non voglio pensare, voglio vedere….. vedere tanto, voglio affrontare la Libertà offertami, e inizierò da questo torneo…..