L'uomo si alzò in piedi dal pavimento macchiato di sangue con un gemito.
- Sono troppo vecchio per questa vita.... Beh, io vado, piccina. Da i miei saluti a tuo padre quando lo vedi, e digli che la prossima volta è meglio se non mi sfida. Ha ancora una figlia, se non mi ricordo male..... eheheheheheheheh.....
Nessuna risposta venne dall'intera stanza.
Sander stava per uscire dalla finestra quando una visione del Dio gli si pose davanti agli occhi, mandandolo in estasi con una voce potente ed imperiosa:
- Sander Humbert Ignatious Vincentine! Inchinati davanti alla mia maestà!
- O mio Dio, non sono che una misera macchia, di fronte alla tua onnipotenza e onniscienza!
Il Dio rimase un attimo in silenzio, poi riprese con un tono di voce decisamente più divertito:
- Va bene, basta con le stupidaggini. Come stai, SHIV?
- Sono troppo vecchio per questa vita, ecco come sto. Come vanno le cose sul tuo piano, o mio signore?
- Insomma, tutto più o meno come al solito... No, c'è una novità: Tharmekul ha indetto un torneo di combattimenti per non so quale motivo... Però il premio è interessante...
- Bene, nomina un campione e mandacelo. IO ho intenzione di farmi una sauna di una settimana.
- A dir la verità l'ho già contattato, e gli ho già comunicato il nome del mio Campione.
- Ottimo. Ora devi solo comunicarlo al povero pirla e... lui... io....
Se fosse possibile, la voce del Dio si sarebbe potuta definire "sorridente".
- Glie lo sto comunicando proprio adesso....
- No. No! NO!!!! Non è possibile!!!! Perchè sempre io?????
- Chi si è occupato della gemma dell'idolo senza nome?
- Io! Ma ho un impegno!
- Chi ha pensato a togliere di mezzo la gilda degli Evocatori?
- Io! E devo ancora pensare a ripulire tutto il casino che ne è uscito.
- Chi ha eliminato l'assassino Maledict, che si era perso?
- Io! Sempre io. Ma oramai....
- Sì?
- Sono troppo vecchio per questa vita!!!
La voce pareva fare le fusa come un gatto.
- Non oserei mai proporre un Campione che non fosse consapevole e VOLONTARIO... Vorrà dire che contatterò Tharmekul e ritirerò la sua partecipazione... Ti devo anche prenotare un posto nell'ospizio di Khalm?
SHIV rimase immobile, solo un piccolo muscolo che vibrava sulla mascella denotava la presenza di vita.
- MA VAI A...... E VA BENE!! Però dopo di questa voglio almeno sei mesi di ferie! E due delle tue servitrici a mia COMPLETA disposizione! E le scelgo io: le ultime erano una più brutta dell'altra!
- Molto bene! Ora, mio servo, vai a.... il luogo dell'arena, ovviamente. Dove credevi che ti mandassi?
- Lasciamo perdere, che offendere un Dio dicono che non sia la condotta migliore.
- Non sapresti quale sia la condotta migliore neanche se ti apparisse davanti e ti mordesse sul naso. Comunque, recati domani sera al mio tempio, e ti teleporterò direttamente sul luogo del torneo.
- Domani sera? Perchè non ora? Che stai combinando?
- Oh, niente. Voglio solo vedere come te la caverai contro tutte le guardie del satrapo che stanno accorrendo nelle stanze della figlia, allarmati dalle grida che si sono sentite arrivare....
- Che grida? Ho fatto in modo che dalla sua bocca non uscisse neanche un gemito....
- Dalla SUA bocca, no. Dalla TUA bocca, mentre hai parlato con me....
SHIV uscì dall'estasi proprio mentre dall'altra parte della porta si sentivano urla e rumore di armi. Assolutamente fuori da ogni grazia si precipitò alla finestra e iniziò a calarsi, la sua mente che già faceva e scartava piani per uscire da quella trappola, il torneo momentaneamente messo in un angolo.
Nella stanza della principessa, la porta si spalancò, numerose guardie entrarono e si fermarono inorridite a guardare la principessa giacere per terra, un sorriso estatico in volto, una macchia di sangue che le macchiava la veste all'altezza delle gambe, un po' di quel sangue che una mano ignota aveva gettato su un dipinto inestimabile, l'alleanza con il sultano rovinata....
E intanto, una voce sussurrava sottilmente:
- Vai, mio Campione. Rendi la vita uno scherzo e sfida i seriosi sul loro terreno. Sfila il trofeo dalle mani di coloro che riducono l'esistenza ad una serie di uccisioni. Deludi coloro che credono di sapere tutto. Ridi in faccia alla Morte e falle uno sberleffo mentre LUI allunga una mano verso di te. Vai e rendi fiero di te il Dio Ridente.

OFFROLE

Scusate, mi è venuta un po' lunga. Quando inizio a scrivere, non mi fermo più....

/OFFROLE

Era un bel giorno per il coniglio, aveva iniziato mangiando e fecondando una coniglia, ora saltellava in cerca di altro cibo sotto il cocente disco, riparato, dall'erba alta, dal freddo vento autunnale. Un passo, due, tre, contava il coniglio; meno tre, meno due, meno uno scalava un uomo. Il mammifero vide il suo prossimo pasto, l'uomo sapeva sarebbe stato l'ultimo.
Il piccolo, minuscolo coniglietto si preparò a compiere il balzo del suo perpetrare la vita, il Futuro innanzi a se. L'uomo che era in alto vide e seppe della creatura, sapeva, ha sempre saputo.
Il predatore non fece in tempo a balzare sulla preda, era da ore che aspettava il suo pasto ed era arrivato il momento, era LI, lo sapeva, quel coniglio sarebbe stato suo così come l'anziano sa quando giunge la sua ora e questo lo eccitava, gli donava il potere di sentirsi l'assoluto fautore del Destino. Il coniglio alzò le orecchie e balzò via, beffando quell'assurdo Araldo che altro non era che un lupo debole poichè malato, vedeva nella sua preda, quella volta come tutti i giorni, il suo Futuro, al quale mai era sfuggito. Quella volta il Futuro gli voltò le spalle e seppe che il suo errore presente era stato banale: una zampa.

L'uomo quel giorno, come tutti da molti anni a quella parte, ripensò a tutte le zampe di lupo che aveva spostato in tutti quegli anni, senza muovere... una zampa , quanti Inevitabili aveva bellamente scartato e a quanti Dei avesse finora dato ascolto e si chiese se avrebbe mai raggiunto il suo scopo.

Osservò il suo corpo fasciato, eretto e curiosamente virile; era stato un bell'uomo. Forte come tutti i boscaioli. Jerome sorrise, osservando ancora una volta una nuova alba, puntando il dito al cielo e gridando con voce atona "Sarò? Tuo?", pensando con astio "ho davvero tutta l'Eternità?".

Prese le sue cose, era pronto o quasi, a breve dei rifugiati della guerra a Sud passeranno dili e noteranno una bella casetta abitabile nella foresta, con un pozzo, ma pulita, l'uomo avrà una spada e la donna un bambino, egli lotterà per la sua famiglia e la sua discendenza se si fosse reso necessario ma abiteranno LI perchè è il Destino ad averli condotti in quel posto. Era quello che avrebbe pensato l'uomo e il Tessitore non fece alcunchè, per dissuaderlo, in futuro, da quel suo pensiero così lontano dalla verità.

Al passo di una fulgida alba, Jerome, il Tessitore del Fato, si chiese ancora una volta, quando riuscirà a sottrarsi al gioco della sua esistenza... perchè l'ho sempre saputo in fondo, era Destino... e questo lo fece nuovamente sorridere.

L'enorme anello di metallo di un altrettanto enorme portone... picchiò tre volte.

Sempre più irritato dalla rumorosa folla che si stava radunando nel palazzo, variopinta ed eterogenea come la peggior carovana di saltimbanco che si sia mai vista, lo Janbar abbandonò quella inutile conversazione, ancor più convinto che il miglior metodo per affinare la comprensione altrui fosse l'esperienza diretta delle tenebre e del dolore, piuttosto che parole che, a discapito del profondo significato che avevano in dote, si dimostravano spesso inefficaci di fronte all'ottusità di chi non riesce, o non vuol capire.

Si ritirò in un angolo, e come l'oscurità magica avvolse quella porzione di stanza, prese ad osservare in silenzio, mentre la rabbia e l'odio crescevano in lui.

...Squarcerò le vostre carni, e dalle viscere sanguinanti caverò l'ombra che vi ostinate a negare essere dentro di voi.

Intanto la folla continuava a radunarsi e a disperdersi, variando i gruppi di minuto in minuto. Qui e là alcuni se ne stavano in disparte, altri si radunavano in gruppi, si sentivno parole mormorate sottovoce a fianco di risate stentoree, sintomo di paura... o di pazzia.
Ad un certo punto, all'entrata, dove una rampa di scale portava giù verso il basso, una mano si alzò, apparentemente dalla terra stessa. Piombò a terra poco dopo, seguita da un braccio, e poi più lentamente da un corpo. Questo si rotolò a terra, davanti alle scale, e lì rimase, ansimante.
Poco per volta parte della folla si girò e rimase ad osservare sempre più in silenzio quell'umano che, senza fiato, mormorava ripetutamente una sola frase:
- Le... sca...le... Ma qua...nte... sono?
Poco dopo, ripresosi, SHIV si alzò lentamente maledicendo Olidammara, Tharmekul, un fantomatico satrapo, l'esistenza dei tornei in generale e di questo in particolare, e ripetendo in continuazione:
- Sono troppo vecchio per questa vita.....

Un palazzone di queste dimensioni e nemmeno il più pessimo portiere... bha...

Esternatosi dai suoi problemi filosofici, il Tessitore s'appresta ad entrare senza diretto invito da parte del padrone di casa, passeggiando solo per i corridoi, osservando la struttura del palazzo e dei suoi attuali abitanti; attendendo l'inevitabile richiamo del dio-basso T... qualcosa...

Aeron vide l'anziano uomo salire ansimante le scale della reggia del dio-nano., mentre malediceva la sua vecchiaia. Il monaco, quindi si guardò intorno e non vedendo nessuno che si avviasse ad aiutare l'anziano, vi si avvicinò chiedendo se avesse bisogno d'aiuto.
Nel momento stesso in cui fu a pochi passi dal nuovo venuto, il prediletto di Ilmater capì che quel signore non era altro che uno dei partecipanti al torneo. I segni del combattente erano più che evidenti in lui.
Nonostante questa costatazione Aeron non si tirò indietro.
<< Ha bisogno di una mano?>>

OFFROLE

Akron, guarda che il mio pg ha 29 anni!! E' solo un po' piagnina, tutto qui.

/OFFROLE


SHIV fece un cenno al monaco, dicendo:
- Quello di cui ho bisogno sono sei mesi di ferie, non una mano! E di un dio il cui senso dell'umorismo non lo convinca a teleportarmi alla BASE delle scale, invece che alla CIMA!! E infine che voi ritiraste tutti la vostra partecipazione, così che potrei vincere subito il torneo e ricevere queste dannate FERIE!!!
Poi, riprendendo fiato:
- Ma mi sa che l'unica cosa che riceverò saranno un sacco di mazzate, giusto? Sono troppo vecchio per questa vita......

offrole
per come si lamentava pensavo fosse più vecchio
/offrole

Heonidas Phemt discese dalla parete di roccia con un ultimo balzo, esclamando:

"Ah! Da quanto non facevo un po' di free climbing! Ci voleva proprio."

Vi era un comodo sentiero che aggirava la montagna, ma da ormai tanto tempo Heonidas non praticava più il suo vecchio hobby. Si trovò dunque davanti all'immane cancello di pietra che conduceva al luogo del torneo. Agganciò le sue catene chiodate alle enormi maniglie e con la forza portentosa delle sue braccia aprì l'immenso ingresso. Si apprestò quindi a salire i 5000 scalini che conducevano all'atrio. Lo fece, naturalmente, di corsa, rischiando di travolgere uno strano individuo che arrancava sugli scalini...

SHIV si incamminò verso la folla a fianco del monaco.
- Sono sicuro che le buone maniere le avevo messe proprio qui, nel taschino... Non capisco dove mi siano finite... Comunque io sono Sander Humbert Ignatious Vincentine. Per amici, nemici, e altro: SHIV. Per le donne che mi amano: tesoro, amore, ciccio. Per le donne che mi odiano.... no, tu NON vuoi saperlo. E tu come ti chiami?
Ascoltando la risposta con fare semi-assente, gli chiese poco dopo:
- Ti spiacerebbe indicarmi i tizi pericolosi? Così so da chi aspettarmi un sacco di botte e da chi no....
Poi, giratosi a dare un'occhiata alla folla:
- Mi sa che è meglio se mi indichi quelli NON pericolosi, se no qui facciamo notte....

Alla domanda di Shiv sul suo nome il monaco rispose semplicemente <<Aeron>> e quando sentì il commento dell'uomo sugli altri concorrenti, gli sfiorò sul viso una risata.
<< Diciamo solo che sembra sia io il meno pericoloso....!>>

Nel frattempo SHIV continuava a guardare la folla, cercando di riconoscere qualcuno. Ad un certo punto si mise ad indicare Heonidas Phemt.
- Ah, guarda lì, Aeron. Lì c'è certamente un essere MOLTO pericoloso.
E poi, a voce più bassa, con un sorriso:
- Almeno, è molto pericoloso a salire le scale. Mi ha quasi travolto. Non oso pensare come sia alla guida di un carro.....

Un caos di affluenze ormai presse logo nel palazzo. La dove un tempo si respirava silenzio e si udivano gli echi della fucina ora si sentivano voci di tutti gli spessori. Ai 5 si aggiunsero HIVE ed Heonidas Phemt, ed altri 4 erano in arrivo. Nessuno se ne curò di quel vecchio che cercava di aprire la porta del salone però, almeno fino a che non ci riuscì. Qualche gesto e poche parole ed il vecchietto raddoppio la sua taglia, ora la porta non era più una sfida per lui; si avvolse una mano nel suo mantello per poter prendere la maniglia e spalancò l’ingresso al salone. Una bufera di neve avvolse subito l’atrio, coloro che non erano affini alle base temperature ne subirono il freddo.

Non tutti riuscirono a vedere oltre la spessa cappa di neve, ma tutti videro che Zakk figlio di Demogorgon si fiondò dentro la stanza come un fulmine ed un lampo di luce bianchissmia ne uscì. Poco dopo Zakk uscì della stanza da pranzo mentre la polvere di neve cominciava a depositarsi a terra, con la mano destra trascinava fuori il corpo mezzo congelato di Tharmekhul. Il chierico lo lasciò riverso a terra con poca gentilezza, estrasse la sua spada, mirò al cuore, e trafisse il nano che in un bagliore di fumo sparì …

“Ora questa spada vale qualcosina in più”, esclamò con un sorriso sulle labbra …

Heonidas Phemt vide SHIV avvicinarsi e si scusò:

Perdona la mia irruenza, ma ti trovavi dalla parte del mio occhio cieco. Il mio nome è Heonidas.

Era avvolto in un mantello rosso, l'occhio destro coperto da una benda, il volto solcato da innumerevoli cicatrici. Allungò una mano verso la bisaccia, lasciando intravedere un'armatura scintillante, e ne tirò fuori una fiaschetta dalla quale bevve alcuni sorsi. Poi disse, avvicinando il liquore a SHIV:

Dalle mie parti questioni di questo genere si risolvono con una bevuta o con una rissa. Tu che tipo sei?

In quel momento una corrente d'aria gelida lo investì. Cercò con lo sguardo l'origine della folata e vide che dalla grande porta in fondo all'atrio arrivava un vecchio, trascinando un nano. Quando la spada penetrò il cuore di Tharmekul, un pensiero attraversò la mente del guerriero. Si guardò intorno, notando che quello che era appena sparito in una nuvola di fumo era l'unico nano presente.

Spero che quello fosse un concorrente...