Nirvana Meccanico.
Un'isola sospesa nel vuoto. Ecco come potremmo descrivere l'incastro di enormi ingranaggi che compongono questa arena.
Cinque enormi ruote dentate, ognuna di 12 metri di diametro, si muovono lentissime ma inesorabili.
Ciascuna, inclinata di 60° rispetto alla verticale, forma con le due adiacenti un angolo di 72°.

Ogni ruota, da entrambe i suoi lati, ha gravità direzionale soggettiva.
Spostarsi da un ingranaggio all'altro, e tra le due facce dello stesso ingranaggio, è difficoltoso per chi non è nativo del piano.

Dati tecnici: gravità direzionale soggettiva rispetto al lato dell'ingranaggio su cui ci si trova. NON SI VOLA. Il passaggio da un ingranaggio all'altro, o da un lato all'altro dello stesso ingranaggio, implica una prova di equilibrio a causa del cambio di gravità.

Distanza iniziale: 21m, a due ingranaggi di distanza.

Iniziativa vinta da: SHIV

- Tunque, per eZZere prechiZi, io Zarei..... Tharmekul!!!! E kon queZta Zono Tue!! Ma tu le reCole Tella Puona eTukazione non le hai mai Zentite? PRIMA aFFiZi, POI teleporti! Allora, doFe Ziamo ZtaFolta? Tall'aZpetto direi MechanuZ, Tall'aZpetto dell'aFFerZario direi quel PiTone di latta di Tank... Fetiamo kom'è Ztavolta l'amPiente.....
Dicendo così intanto SHIV si era spostato verso Tank e verso il bordo, tirando fuori con noncuranza il suo arco. Lasciò partire all'improvviso una freccia puntando a dove si sarebbe dovuto trovare il cuore di Tank; dopodichè fece un gesto davanti alla fibbia della cintura, e continuò a muoversi verso il bordo dell'ingranaggio, sul bordo dell'ingranaggio, SOTTO il bordo dell'ingranaggio... Stava camminando a testa in giù sul lato opposto dell'ingranaggio!!
- AcchiTenti, riZkio ke mi vaTa il ZanCue alla teZta coZì.... ah no, quello Fa Cià a Tank.... eheheheheheheheheheheh.....
Dopodichè, non visto da Tank, fece un passo nell'ombra... e sparì, come se non fosse mai esistito.
<<Beh, almeno stavolta non ho iniziato con una coscia di pollo... Chissà se è un buon segno... Devo ricordarmi di chiederlo al Tessitore quando torniamo nel tempio di Tharmekul...>>

L'azione di Shiv s'innescò repentina tanto quanto il suo pensiero.
Con una rapida corsa e un agile balzo si portò sull'ingranaggio successivo, avvicinandosi a Tank che, come una colonna, rimaneva immobile a breve distanza.
Una freccia fu incoccata e partì saettante verso il poderoso colosso, piantandosi in una placca metallica. Alcune scariche elementali si dispersero nel corpo di Tank, che non reagì minimamente alla ferita.

Ma la freccia non aveva ancora terminato il suo volo che Shiv era già balzato oltre il bordo della piattaforma, scomparendo alla vista di Tank e alla luminosità emanata dalla superficie superiore dei dischi dentati.

TURNO A TANK

Nel corso del suo addestramento, Tank non aveva mai sentito parlare di questo strano mondo, basato solo su stupidi ingranaggi, ma questo non impediva di certo a Tank di compiere il suo dovere, o almeno provarci, dopotutto l'addestramento serviva per affrontare il nemico in ogni situazione fino alla morte... Dopo aver ricevuto il leggero colpo dall'agile e furtivo avversario, Tank sentì una rabbia interiore scatenarsi, subito placata dal suo autocontrollo. In un secondo cercò di pensare a come affrontare al meglio l'avversario e questo mondo bizzarro e in men che non si dica si toccò i suoi occhiali, toccò i sandali e si mosse agilmente in avanti, ruotando su questo enorme ingranaggio in cerca del suo avversario, sapendo che se lo avrebbe visto ci sarebbe stato ben poco da fare per lui...

Se Shiv si aggirava abilmente nel mondo meccanico, questa volta Tank aveva dato prova di non essere da meno.
Aiutato dal suo equipaggiamento, si lanciò alla ricerca dell'avversario, tuffandosi senza paura verso il lato sottostante dell'enorme ruota dentata su cui si ritrovava. D'altra parte, la paura era una cosa del tutto sconosciuta al possente combattente.
Il cambio di gravità direzionale non lo importunò minimamente, nè lo fece l'oscurità che trovò su questo lato dell'ingranaggio, che da questa parte pareva assorbire la luce invece che emetterla come accadeva dove si trovava prima.

Tuttavia, se tutto ciò non era un problema, lo era trovare Shiv, che pareva svanito nel nulla.

TURNO A SHIV

SHIV stava per tirare una freccia alle spalle di Tank, quando si fermò per un attimo.
<<Con calma, Sander. Agisci CON CALMA. Pensa di essere ancora nella tana degli Assassini Scarlatti: agisci senza fretta. La vittoria arride a chi pianifica di più, non a chi riesce solo a fare lo scimmione.>>
Il pensiero attraversò la mente di SHIV in un istante, e la abbandonò lasciando come residuo una determinazione prima assente. Il prediletto di Olidammara - così SHIV amava soprannominarsi nei momenti di crisi, in quanto il Dio Ridente era famoso per la sua volubilità - si allontanò da Tank in silenzio, senza farsi sentire. Sempre in silenzio tirò fuori una freccia e la puntò verso Tank, e solo il rumore della corda dell'arco fece girare il guerriero, giusto in tempo per vedere la freccia che volava verso di lui. SHIV nel frattempo si stava già allontanando, passando sull'altro ingranaggio come se la gravità differente per lui non fosse di nessun impiccio.
Alla fine del movimento, guardò per un attimo Tank in viso, e poi gli disse solo:
- Chao chao, lattina. Chi FeTiamo.
E sparì nell'ombra, certo che il saluto avesse fatto infuriare il guerriero come, e forse più, della freccia.

L'unica cosa di cui Tank si accorse fu l'impatto della freccia, rimasta anche questa conficcata nelle placche metalliche che lo rivestivano.
Non aveva sentito minimamente Shiv muoversi alle sue spalle, e quando si voltò furioso per guardarlo, percepì soltanto le parole di scherno dell'avversario, mentre la sua immagine, distante circa 15m, svaniva incomprensibilmente per l'ennesima volta tra le ombre, proprio sotto i suoi occhi.


TURNO A TANK

"Piccolo impertinente, non capisci che i tuoi danni mi fanno il solletico?" Tank sapeva che se l'avversario portava attacchi di questa portata, lo scontro sarebbe durato a lungo, quindi decise di cercare di dare una svolta al combattimento. Ricordò cosa fare contro i nemici furtivi: "Ricorda Tank, deve per forza uscire allo scoperto, altrimenti lo vedresti" le parole dei suoi addestratori risuonavano puntuali nella sua mente... dopo aver soppresso il suo istinto omicida si mosse fino a un punto favorevole e disse al suo furtivo avversario: OK VIENI QUA ORA

Al possente guerriero bastarono pochi metri all'indietro e un piccolo balzo per ritrovarsi illuminato dalla superficie lucente dell'ingranaggio, lasciandosi così alle spalle il lato ombroso che pareva favorire lo sfuggente SHIV.
Se questo sarebbe stato sufficiente, era tutto da vedersi.

Shiv camminava su quel sottile filo di invisibilità che era insieme la sua forza e la sua debolezza.
Se Tank fosse riuscito a spezzarlo, per il Prediletto di Olidammara sarebbe stata ardua.
Ma Shiv era abituato alle situazioni al limite, e finora non aveva commesso errori.


TURNO A SHIV

SHIV osservò dal suo nascondiglio Tank allontanarsi verso il lato illuminato e sorrise.
<<Mmhh.... pare che il guerriero abbia seguito il corso "Basi per sfuggire ad uno che si nasconde". Ma credo che abbia saltato qualche lezione nel corso avanzato....>>
Così pensando si avvicinò al bordo per seguire il suo percorso, e lo vide pronto ad agire subito dietro l'altro lato.
<<In compenso pare che non abbia dormito, durante le lezioni di "Combattimento sporco". Peccato che io ero insegnante, in quel corso....>>
Nel frattempo un'idea si stava intrufolando nella sua mente, e chiedeva con forza di essere ascoltata.
SHIV la ascoltò, la soppesò, e non la trovò priva di mancanze, ma comunque decise di provarci. D'altronde neanche a lui piaceva l'idea di passarci giorni interi in quest'arena, e se quest'idea riusciva a mantenere le sue promesse.....
Con gesti rapidi si risistemò in un'altra maniera "l'arredamento", cioè gli oggetti magici che aveva indosso. Ora, tutto stava al colosso di latta: bisognava vedere se si muoveva o se rimaneva lì.
<<Tai, lattina, tokka a te. FeTiamo Ze fai una moZZa intelliCente o una ZtupiTaCCine>> fu la frase che i suoi polmoni espirarono, ma che le sue labbra trattennero all'interno della bocca.

I secondi trascorrevano lenti come il moto impercettibile dei giganteschi ingranaggi. L'innaturale immobilità di quegli istanti ben si accompagnava alla natura eterna e immutabile degli spazi immensi in cui le isole meccaniche erano sospese.

Se Tank avesse posseduto una sudorazione, certamente avrebbe avvertito fredde gocce colargli lungo la fronte e il collo: il distillato della tensione del combattimento che amava tanto.

Invece, nulla. Non un suono, non un movimento, neppure il più impercettibile cambiamento intorno a sè.


TURNO A TANK

"Cosa mai starà bramando questo essere di carne" Tank, sorpreso dal mancato attacco del suo avversario decise di attendere altri secondi per aspettare l'attacco avversario. "HAI FINITO LE TUE ARMI????" il suo urlo rieccheggiò in quell'assurdo e inutile mondo.

L'urlo rimbalzò più volte sui piani meccanici, raggiungendo ogni angolo dell'insolito isolotto.
Tank poteva essere certo che Shiv lo aveva udito. Un pò meno certo sulle possibili reazioni del mannaro.

TURNO A SHIV

SHIV sentì l'urlo fortissimo di Tank distintamente... più distintamente di quanto avrebbe gradito, dato che gli era vicinissimo.
<<Accidenti, ma che ha da urlare? Pensa che non lo senta? Crede che me ne sia andato? Adesso gli mando un biglietto da visita....>>
Pensando questo, si allontanò dal suo punto di osservazione situato ai piedi di Tank di una decina di metri, dopodichè tirò fuori una freccia dalla faretra, la incoccò, si sporse dal bordo, e gli tirò. Non contento, diede un comando mentale e per un secondo si mosse a velocità incredibile, tirando fuori un'altra freccia e mandando anche questa a piantarsi su Tank. Dopodichè fece un passo indietro, nascondendosi alla vista, e lasciando andare un'altra freccia, stavolta verbale:
- Mio karo Tank, ho più frecche io Ti quante Pattute tu aPPia Zu Ti me..... piuttoZto, non creTi ke ZarePPe il kaZo Ti meTitare Zu un tuo poZZiPile ritiro Ta queZto Zcontro?
Dopodichè attese la risposta di Tank, certo che non si sarebbe fatta attendere.

Se Tank si aspettava di veder sbucare Shiv proprio sotto il suo naso, beh si sbagliava di grosso.
L'astuto arciere comparve invece qualche metro più in là, sulla sua destra, balzando agile sulla piattaforma luminosa mentre con movimenti fluidi incoccava prima una, poi una seconda freccia, che volarono dritte dritte verso il suo fianco, piantandosi in profondità.

Aggiunte a quelle precedenti, Tank cominciava ora ad assomigliare ad un enorme cactus metallico.

Shiv non si fermò certo a lungo a contemplare l'esito del suo attacco: non aveva ancora finito di poggiare i piedi su questo lato dell'ingranaggio e rilasciare la corda del suo arco, che si precipitò nuovamente oltre il bordo, rifugiandosi nell'oscurità.

TURNO A TANK