Arena: La Palude.

Improvvisamente vi ritrovate immersi fino al ginocchio in un'acqua putrida e nerastra, che non permette di vedere bene cosa o chi vi si stia nascondendo sotto. Supponete che da qualche parte vi sia una parete, ma non riuscite a vederla. Immaginate che da qualche parte vi siano degli spettatori, ma non riuscite a percepirli. Tutto quanto risulta ai vostri sensi è questa palude che si estende a vista d'occhio, qualche pallido arbusto che spunta dall'acqua, un pallido sole che illumina la scena con l'aria di chi se ne andrebbe volentieri, se potesse, e il vostro avversario, a breve distanza da voi.

Ah, e c'è anche quel qualcosa che vi è appena passato sul piede, e che non siete del tutto sicuri di voler sapere cosa sia.....


Caratteristiche particolari: l'acqua e il fango sottostante formano terreno difficile (non si può caricare, ci si muove a metà movimento, e tutto il resto)
Distanza: 24 metri
Iniziativa vinta da: Tùnìr

Improvvisamente Tùnìr e Fash furono strappati di forza dalla propria camera per ritrovarsi in un ambiente decisamente meno ospitale... In mezzo a una fetida palude. A Tùnìr l'acqua stagnante arrivava fino alle ginocchia, mentre il minuscolo celestiale svolazzava all'altezza delle spalle del suo maestro.
Fash sembrava intimorito dall'avversario ma bastò uno sguardo rassicurante e poche parole dell'elfo esiliato a tranquillizzarlo.
Fash, ti ho detto... Non temere... L'importante è agire per primi per avere la vittoria in pugno!
Ma perché dobbiamo combattere contro questa gente Tùnìr?
Come perché? E' lo scopo del torneo! E poi non hai sentito? In caso succedesse qualcosa ci penseranno loro a farci tornare in vita, o in caso a far tornare in vita i nostri avversari...
Quindi l'incantatore, con in mano una verga e dietro le spalle un martellone dall'aria minacciosa girò la propria attenzione verso l'avversario, localizzato a qualche metro di distanza...
Mi dispiace amico, sei troppo lento, ma sei fortunato: la chiuderemo in fretta! Come diceva il mio maestro "La libertà non è una cosa che si possa dare; la libertà uno se la prende, e ciascuno è libero quanto vuole esserlo". Fash, Andiamo!

Tùnir e Fash. Xandros e Krav, il suo pipistrello, ebbero il tempo per guardarsi negli occhi per la prima volta in assoluto... e l'unica in questo scontro.
Intorno a loro la nebbia negava la vista in lontananza, donando però uno sfondo grigiastro sul quale si stagliavano lugubri i marci tronchi degli alberi. Il fango era entrato nei loro stivali e l'acqua fetida arrivava fin quasi alle ginocchia.

Un luogo indegno dei suoi ospiti, ma tutto sommato ciò era irrilevante.

Fu l'elfo a riscuotersi per primo e alle sue parole seguirono arcane parole di potere, il suo famiglio e compagno era pronto a scattare al suo fianco.
Xandros udì alcune delle parole pronunciate da Tùnir, intuì in parte, ma non era preparato a ciò che stava per accadere.

Tùnir terminò il suo incantesimo e una frazione di secondo dopo, a pochi metri da Xandros due... Titani con le fattezze dei suoi avversari, brandivano con foga due armi gigantesche,un falchion e un martello immenso.

Un'ondata di opprimente magia rischiò di schiacciare il Folle...



... ma resse, solo il tempo necessario affinchè una tempesta di colpi sferrati con violenza e potenza investì l'umano, non lasciando che di lui un ammasso di carne, stoffe e metallo martoriato.



Un fracasso, eppoi, silenzio. L'acqua della palude era fin troppo densa e scura, non si tinse e ricoprì tutto. Come unica testimonianza dell'accaduto, lo scuro sangue sulle armi dei vincitori e l'eco lontano di una folla acclamante.

TU'NIR E FASH VINCITORI DELLO SCONTRO
Round Fatality

Tùnìr e Fash in un istante sembravano cambiati radicalmente. Ora, invece che un elfo e un eladrin, il corpo senza vita di Xandros si trovava di fronte due titani, armati di armi gigantesche, che galleggiavano leggermente sollevati dal pelo dell'acqua e che ansimavano per la fatica. I loro corpi emanavano una luce fortissima e sembravano sfuggenti, come se fossero fatti d'aria.
Dopo aver eliminato l'avversario Tùnìr commentò:
Ti avevo promesso una fine veloce mio prode avversario, e ho rispettato la promessa.
Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre: il saggio ha gli occhi in fronte, ma lo stolto cammina nel buio. Ma so anche che un'unica sorte è riservata a tutt'e due.
Che questa esperienza ti guidi nelle tue scelte future, o tenebra, c'è sempre tempo per la redenzione e per la via del bene. Ricordatelo e un giorno, forse, ci scontreremo nuovamente, e la sfida sarà più interessante.
Quindi possiamo andare Tùnìr?
Non lo so Fash... Vediamo che succede... Se non ci penseranno loro ti riporterò io in stanza...

Il fiatone era ormai passato e, verificato l'esito dello scontro, Tùnìr decise di dismettere gli incantesimi che aveva consumato e prepararsi al rientro nelle camere, per potersi lavare dal lerciume con cui si era infradiciato in quella tenebrosa palude dall'acqua stagnante...

La palude scomparve intorno a loro. Per prima si dissipò la nebbia, rivelando in lontananza l'Arena e gli spalti gremiti di puntini colorati leggermente in movimento. Poi un'intensa luce violacea coprì tutto e la Palude, compreso il lerciume sui vincitori, scomparve, rivelando finanche il cadavere di Xandros.

Il Pilastro poi, concentrò il fascio di luce sul Folle, restituendogli forma, vitalità e forza.

I contendenti poterono guardarsi negli occhi una seconda volta, poi entrambi scomparvero dalla rispettiva vista, per ritrovarsi nelle loro lussuose stanze private.