Arena: La Gabbia.

Improvvisamente vi ritrovate in uno spazio bianco, illuminato dall'alto, leggermente morbido al contatto col piede. Un elfo scuro chce cammina ad una ventina di metri da voi vi dice:
- Benvenuti nella Gabbia, Fighters. Qui potrete dar adito a tutta la vostra potenza senza che gli spettatori ne vengano coinvolti. Un unico consiglio: non cercate di uscire dal vostro spazio. Le conseguenze potrebbero risultare... fastidiose.
Fa un cenno verso la zona in ombra in lontananza, troppa anche per i vostri sensi sviluppati, e continua:
- Io sono colui che dovrà garantire la sicurezza degli spettatori. Potete chiamarmi arbitro, ma non per questo deciderò alcunchè della vostra condotta. E ora.... Combattete!!



Distanza: 9 metri
Iniziativa vinta da: Hazarel Phemt

Non attese neppure che il drow finisse di parlare. Lasciò cadere il semplice falchion, per poi in un istante estrarre Ghaun'Uel. Il Sacro Sterminatore non celò il disgusto alla vista dell'avversario di turno:

Blearghh! Questo puzza tremendamente di santo! Fallo soffrire Phemt!!!

Nello stesso momento, come nel primo scontro, brillò di luce nera, riversandola nel corpo di Hazarael.

Non chiedo altro...

Si lanciò col sorriso sulle labbra verso il nemico, sferrando un unico poderoso fendente, richiamando il potere della roccia stessa...

Il guerriero infervorato, e incitato dalla sua arma, scattò in avanti raccogliendo i frutti anni di duro allenamento.

Dalla platea si alzò un grido, memore dello scempio compiuto nell'ultimo combattimento da Hazarael, il giudice osservava compiaciuto.

Il colpo affondò in Josè morbidamente, per poi frenare di bottò la sua avanzata e trasmettere al suo avversario un'immenso senso di pesantezza, come se una colonna si fosse posata su di lui.
Le mattonelle si incrinarono e cedettero sotto il Don.



Ma il Santo sorrideva.

TURNO A DON JOSE'

"Aioooo! ma sei sce.... ehm.." .... si ricompose
Si guardava intorno sterrefatto il chierico. La lucertola lo aveva spappolato in questa stessa arena solo una settimana prima ed ora si trovava di fronte a quest'altro energumeno che gli aveva dato fior di legna sulla bassa schiena, tanto forte che non era sicuro nemmeno di riuscire a muovere le gambe.
Il mondo è pieno d'ira e di violenza e questo lo rattristava assai, tutti così precipitosi a ferire e a fare del male al prossimo. Ma lui no, il suo spirito puro e la sua grande saggezza l'imponevano altri comportamenti. Non doveva però farsi smembrare ogni volta che saliva su un ring. "e che ca**o!!" (imprecò a quel pensiero senza sapersi contenere).
Raccolse la calma e cercò di scrutare negli occhi di chi aveva davanti, cercando uno spiraglio di luce in tutto quel male che lo sovrastava.... Santa Maria se era brutto sto qua... Don Josè Luì non riusciva a concentrarsi.
Son tutti demoni, pazzi o peccatori in questo torneo, ma il suo compito era quello del proselitismo. Che si diffonda che il Sovereign host c'è ed è forte anche in casa di Lolth.

Fece dei veloci incantesimi, facendo cura a non farsi colpire mentre effettuava i necessari gesti.

In pochi secondi l'umano chierico si trasformò in un enorme gigante delle fattezze porcine, del pelo cresceva dalle punte delle orecchie, il naso si era schiacciato verso l'alto. Molta magia ora correva nelle sue vene ed era pronto per lo scontro che si prospettava. E lo are anche la sua amata spada lunga "Marìa" che impugnava stretta nella sua "zampa" destra. Quella semplice arma di un biancastro metallico splendeva ora di purissima luce appena impresagli dai sacri incantesimi di Josè, al suo manico era intagliato e incastonato di pietre preziose il sacro simbolo del Sovereign Host e prendendo la spada dal taglio il chierico lo protesse vero l'immondo.

Vediamo se posso fare appello alla tua benevollezza o alla tua riverenza, quale che sia povero te a legnarmi ancora, pensò il Santo-maiale.

"Io ti porgo l'altra guancia essere puzzolente, e guai a coloro che bestemmieranno le divinità che questo sommomaiale rappresentano, PENTITI OH STRONZOLO!!! E SARAI PERDONATO!!!"

Il giudice dell'Arena storse istintivamente un pò il naso nell'osservare la nuova forma di Josè, che, per quanto grezza, era efficace... abbastanza?
La Fede del Santo, incrollabile, fu imposta in questo luogo buio di malvagità e dolore:

un possente grido di sfida proruppe dalle fauci del Divino...

...ma Hazarael seppe tenere a bada il proprio cuore e stringere bene la presa sulla sua arma.

Il Divino quindi, attese.



TURNO AD HEONIDAS

Lo splendore della bianca spada suscitò una smorfia di disgusto in Hazarael che sputò platealmente verso di essa, ammiccando a Ghaun'Uel e richiamando dentro sè il potere del Caos.
I contorni del guerriero si fecero indistinti, confusi ed i suoi movimenti anche: sembrava la danza di un ubriaco quella che il figlio di Heonidas effettuava attorno all'enorme marrano. Al contrario, la sua lucidità era all'apice massimo e, dopo un'apparentemente scoordinata rotazione, la lama salì verso la gola del benedetto porco.

Ancoraancorancora!! Ancoraaaaa!! Fallo a fettine adessoo!!

Ma Phemt Jr si allontanò dal bersaglio con un incredibile salto carpiato.

Il maiale va cotto lentamente...

Disse mentre con la mano sinistra faceva un gesto di invito verso Don Josè Luì....

Forse ironicamente, ma di certo non benevolmente, Ghaun'Uel brillò all'indirizzo del Don, che si sarebbe dovuto ritrovare a rilucere come un dimante al sole di mezzogiorno.



Questa luce, comprese il Santo, non gli avrebbe consentito di trovare rifugio o nascondiglio in quella già stretta gabbia, ma le sue difese ressero.

Forse delusa, l'arma dell' Erede non era sazia.
Un gran colpo fu assestato all'indirizzo di Louis...



...che assorbì digrignando appena i denti in una smorfia porcina degna del Folle Xandros in uno dei suoi momenti di delirio.

Infine, ignorando l'arma, con un arcobatico salto all'indietro, Hazarael si distanziò dal suo avversario, preparandosi all'impatto...



TURNO A DON JOSE'

Il chierico provò a rispondere alla provocazione ed avvicinarsi del immondo, ma subito una forte fitta gli si propagò per tutta la schiena.
Non si poteva muovere e lui lo sapeva

"Ah ma allora sfotti?"

2 incantesimi in rapida successione

"APPROPINQUATI!!!" Fu il categorico imperativo

Il Divino dava segni di irrequietezza.Ilsuo aspetto era truce, ispirava timore e soggezione. Gli occhi porcini potevano far sorridere... se riuscivi ad evitare di scorgervi la volontà terribile e imperiosa del loro possessore.

Il Don fu abbracciato dalle ali di un grande gufo luminoso, apparso alle sue spalle, che poi scomparve in un'alone di luce verde.

Se prima Hazarael aveva saputo tener a freno il suo cuore...



...ora l'Erede non potè fare a meno di tremare, ma non perse il controllo.
La sua Dea non glie lo concedeva.

Gli veniva ordinato "Vieni! Quì! Ora!".


TURNO AD HAZARAEL

Dopo i tanti anni trascorsi nelle profonde tenebre del sottosuolo, prima come un selvaggio che vagava alla cieca per i bui cunicoli, poi come servo degli Illithid ed infine come mercenario al servizio di Bregan D'Aerthe, Hazarael Phemt non credeva ci fosse qualcuno in grado di scuotere il suo arido cuore. Naturalmente il timore della Dea e delle conseguenze di una sua disfatta erano ben più pressanti della presenza intimidatoria del buon maiale che si trovava davanti.
Don Josè aveva dimostrato di possedere una certa affinità col regno animale, trasformandosi in un enorme porco prima e richiamando la visione di un gufo poi, Hazarael non intendeva essere da meno in questo campo.

Vuoi che mi avvicini...sarai accontentato!

Durante i suoi viaggi in superficie aveva assimilato la tecnica di assalto dei grandi felini e non aspettava altro che il momento giusto per mostrarla al suo avversario: con un ringhio si lanciò all'impazzata verso l'avversario, gli occhi sbarrati da cui trapelavano intenzioni tutt'altro che amichevoli...

Hazarael si lanciò all'attacco, feroce come una tigre crudele che sferra l'assalto mortale sulla sua preda.
Il Don fu rapido ad approfittare della sua stazza per colpire il nemico prima che si avvicinasse troppo...



...ma l'Erede era inarrestabile e con un possente ruggito sfogò la sua ira su Josè.



Il corpo del Santo aveva subito una grave offesa, nonostante avesse resistito bene, ma il martirio non era finito.
Hazarael aveva da tempo imparato a non sprecare nemmeno una stilla di tempo. I suoi movimenti erano attentamente calibrati e quasi nulla sfuggiva ai suoi riflessi.
Fu così che, sfidando le leggi secolari e mostrando all'intero Sottosuolo, e non solo, la sua prestanza fisica, il suo sguardo ferino divenne insostenibile.

Una scarica di colpi portati con precisione e forza abbracciò nuovamente il Suino...



...e ne fece scempio.
Il Santo a questo punto, perdeva tanto sangue da far sembrare la Gabbia un mattatoio e le sue membra martoriate avrebbero sicuramente ceduto, se avessero risposto alla sola legge della carne.
Ma il Don sembrava trascendere queste leggi.
Il Don non faceva la minima smorfia di dolore. Il suo grugno si apriva in un ghigno.

Ora Hazarael ora poteva rendersi conto della vera pericolosità del suo avversario.


TURNO A DON JOSE'

Il sangue sgorgava dal santo corpo copioso come le stigmate portatrici di purezza e divinità. Lui però da tempo aveva rinunciato a quel particolare ornamento, gli portavano brutti ricordi della prima volta che era morto nonché una palese scomodità nel bagnare tutto ciò che afferrava.
Eccolo li, tutto pieno di sangue e sofferente ma non del tutto sconfitto. Il suo spirito era colmo di magia e determinazione e non poteva cedere.
Voleva appellarsi ancora una volta al verbo, perché la violenza era sempre faticosa, ma si promesse che se quest'ultimo tentativo non avesse funzionato gliene avrebbe date tante .. ma tante .. ma tante.
Eh si! a volte l'unico modo di educare è una spada tra le costole.

Una Santa parabola gli venne in mente... di quando aveva cercato di educare con le buone maniere un gruppo di bambini conosciuti nel mercato di Eston.
"Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite - disse occasione alle madri - perché a chi è come loro appartiene il mio regno".
Una volta radunati cominciai a raccontare loro con passione e disinvoltura le gesta del Sovereign Host, della nostra religione e delle gesta che Io il grande Jesus avevo compiuto negli anni.
Incredibilmente quei bastardelli si addormentarono a metà dell'epopea!!! Quante sante sberle distribuì quel giorno, perché del pane, del vino ed un ceffone di saggezza non bisogna privare nessun bambino maleducato.

Lo stesso sguardo compassionevole che rivolse quella volta ai bambini rivolse a "Cosocomesichiami"

Digrignando i denti per non mandarlo col pensiero al regno dei cieli.. o ad un'altro posto altrettanto lontano disse.

"Accetta la magia che t'impongo e chiedi perdono per i tuoi peccati, che voglio finirla staroba in modo glorioso"
e più piano perché sentissero solo loro due "ci guardanoooo ....non farmi fare lo str**zo dai"

Il Giudice, fermo al suo posto, tese l'orecchio per corpire le ultime parole del Don... e, vuoi per lo sforzo non ricompensato, vuoi perlo sforzo ricompensato, fece una faccia stralunata!

Un potente Verbo fu pronunciato e scagliato per indebolire Hazarael... con l'aggiunta di un pizzico di Sorte...

...ma la mente del guerriero era lucida e adamantina.

A quanto pare a Don Josè rimaneva solo l'opzione "mischia"per uscire di li... stando alle sue parole.


TURNO AD HAZARAEL

Questo predicatore pazzo vestito da suino cominciava ad urtare la scarsa pazienza del prescelto di Lolth, sebbene la sua ultima affermazione lo avesse fatto ghignare. Hazarael non riusciva a comprendere come facesse quell' ammasso di carni straziate ad essere ancora in piedi, nonchè come potesse una divinità concedere simili poteri ad un esaltato come quello. Beh, forse per capire l'ultimo punto gli sarebbe bastato guardarsi allo specchio...

Un sussurro alla sua arma:
Ghaun'Uel...facciamola finita!

Si, guerriero, dammi ancora il suo sangue! Ancoraaa!! Lasciami lacerare i suoi tessuti con la mia lama...

Ed una promessa al suo nemico:
E allora, glorosamente, muori!

Un attimo di concentrazione e una serie di colpi si abbattè sul Sacro Suino.


I risultati non furono ancora quelli sperati. Era evidente, qualcosa di innaturale manteneva il Don oltre la soglia della vita.


TURNO A DON JOSE'