Valm Neira, la Città Sotterranea dei Drow e dei Vampiri
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Trasformazione: interludio semi-serio
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Autore:  SulissElnoar [ dom gen 27, 2008 13:01 ]
Oggetto del messaggio:  Trasformazione: interludio semi-serio

Che pensare quando un'intensa fonte naturale di luce dà fastidio agli occhi e, pur conoscendone perfettamente la causa, lì per lì ci si dice che è normale essendo esposti alla luce del sole?
Che pensare quando si va al banco carni del supermercato a cercare carne di rothè?
Che pensare quando ci si accorge di guardare i propri colleghi maschi (e non solo loro) con il cipiglio che solo una matrona potrebbe avere?


:P
Vi è mai successo qualcosa del genere?
Ovviamente sono esempi semiseri, a prima vista anche stupidi e/o banali, ma che mi ispirano una riflessione.

Innanzitutto mi scuso per questo post forse un poco off-topic, per il quale son stata incerta per giorni se postare o non postare, e comprenderò se la moderatrice riterrà che sia il caso di cancellarlo o quantomeno di spostarlo in altre sezioni.
Ma effettivamente negli ultimi tempi mi sto interrogando su quanto e come ruolarsi una drow possa incidere sulla propria vita in rl, visto che fino a un anno e mezzo fa' mi ero quasi sempre e solo ruolate umane (con brevi seppur interessanti eccezioni) e mi ruolo la drow con una certa regolarità solo da due mesi...quindi mi sembra che come argomento di riflessione off per l'on ci possa anche stare.
Ovviamente sempre mantenendo saldo quel confine (peraltro non così netto, come tutto ciò che concerne le cose umane) tra buona immedesimazione nel proprio personaggio (il metodo Stanislavskij docet) e totale o pressochè totale insana identificazione, mi domando: quanto l'affascinante psicologia drow, i cui molti aspetti peculiari potrebbero esser assimililati a particolari disturbi della personalità secondo i parametri umani (e qui mi viene in mente un vecchio post che credo fosse in argomento e che mi andò a rileggere), diventa occasione di riflessione e rielaborazione -consapevole o meno- sul e del proprio profilo psicologico e comportamentale?


:jalil:

Autore:  Muzedon [ dom gen 27, 2008 14:07 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Intanto non sei affatto off-topic, dato che va bene ogni tanto uscire dai soliti canoni seriosi e/o squisitamente tecnici, per addentrarci in discussioni a tema che siano trasversali rispetto alla nostra passione drowish. :)

Innanzitutto non sei la sola ad aver intrapreso simili pensieri. Io, tempo fa, ho cercato di fare un parallelo tra la società drow e quella reale: Drow specchio della società umana?
Giocando poi di ruolo, è capitato di riportare in real alcuni rapporti tra me e alcune amiche che giocavano le matrone... ed io ovviamente un povero jaluk costretto a fare del mio meglio per mantenermi nelle grazie delle jalilen. :D

Devo dire che, comunque, ha i suoi vantaggi... :P :P :P

Autore:  Halbryn [ dom gen 27, 2008 14:34 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Ho iniziato a giocare drow in un periodo della mia vita di transizione sia sentimentalmente che lavorativamente. Adesso non voglio stare troppo sul drammatico e le mie parole vanno leggermente parafrasate ma giocare un drow, entrare nella psicologia di quel tipo di personaggio e nella cultura che gli appartiene, mi ha aiutato.
Forse sono riuscito a capire qualche cosa in più del mondo femminile, che a noi maschietti (ora ne sono convinto più che mai) rimarrà sempre abbastanza oscuro. Questo dal punto di vista sentimentale.
Dall'altra parte, stavo appena inserendomi nel mondo del lavoro. Io lavoro in un settore specialistico dove, a parte il "direttore supremo", il resto dei dirigenti sono soprattutto donne. Forse mi sono un po' ossessionato (questo è certo) ma ho vissuto situazioni, problemi, momenti del quotidiano estremamente simili quelle che esistono nel rapporto jaluk-jalil. Non solo ma provando a dare le "risposte" da giocatore alle "situazioni" lavorative, sono rimasto sbalordito nell'apprezzare quanto questo atteggiamento, in effetti, funzioni.
Più semplicemente penso che le mozioni umane siano sempre le stesse e che una società matriarcale o patriarcale non esista. Anzi: società autodefinitesi patriarcali nascondono sotto una realtà matriarcale sorprendente.
Io ne sono rimasto colpito. Ed anche affascinato.

Autore:  Nuel [ lun gen 28, 2008 00:29 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Gioco pg drow dalla seconda edizione, la famosa Advanced, ma da ormai un anno e mezzo lo faccio in maniera costante.
Credo che la società drow sia molto più simile alla nostra di quanto comunemente si creda, ma se devo cercare un reale riscontro del giocarmi una sacerdotessa drow, beh... ridicolo a dirsi, ma il mio sacrosanto terrore dei ragni si è affievolito tantissimo!

Autore:  Sheyraen [ lun gen 28, 2008 03:55 ]
Oggetto del messaggio: 

A me piace molto la domanda Suliss quindi non ti modererò affatto!
La mia esperienza?
Nel periodo in cui giocavo molto più assiduamente, ho riscontrato in effetti molte variazioni nel mio stesso comportamento, nel modo di vedere alcune cose, nel modo di interpretare atteggiamenti e situazioni.
Credo sia proprio inevitabile in fondo :)
E non è che questo significhi "Essersi montati la testa" o peggio, "Avere crisi di personalità" oppure "Confondere la realtà con il gioco".
Semplicemente, quando sei nel pieno di una caratterizzazione che richiede uno sforzo notevole proprio per la sua particolarità, ne vieni travolto. Quando ci riesci poi, ne sei affascinato a tal punto che le fai tue e perché no, ti aiutano in quella metamorfosi del carattere che si ferma solo per chi si accontenta di ciò che ha raggiunto.
Gli intrighi, la disciplina dei drow, la loro lotta continua per la sopravvivenza, l'arroganza tenuta a freno solo dalle regole di convenienza, il senso della misura quando si fronteggia un avversario, lo sforzo che devi fare costantemente per non cadere in qualche trappola, l'attenzione per i particolari... sono tutte cose che ritroviamo nel mondo di ogni giorno.

Spesso sottovalutiamo certi aspetti perché non "stiamo rischiando la vita", come fa il nostro pg in gioco. Ma quando ci si abitua invece a prenderli in considerazione, non puoi non farli tuoi almeno in parte anche nella vita reale.

Il drow poi è uno di quei personaggi che richiedono un'interpretazione psicologica piuttosto estrema e quindi ci si sente più coinvolti che in molti altri casi.

L'importante comunque credo non sia perdere il senso della misura e io facevo grossi sforzi per "uscire dal personaggio" alla fine di una sessione di gioco intensa :P

Beh... tutto questo secondo la mia esperienza personale, naturalmente :)

Una nota finale: Nuel, benvenuta in questa sezione... più che benvenuta direi visto che giochi Advanced (la mia preferita e l'unica che gioco con vera passione!) :Sorrisone:


Autore:  Nuel [ lun gen 28, 2008 18:33 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Grazie Sheyraen ^^
Purtroppo le mie visite a Valm risentono molto degli impegni quotidiani, ma cercherò di essere più assidua ora che sono tornata... ghghgh ha un che di minaccioso in un'ottica drow ^_-

Quello che assolutamente non credevo è che tanti ancora apprezzino la 2^ edizione!
Mi ha sorpresa e favorevolmente! Temo però che siamo tutti in una fascia d'età che esula dalla maggior parte dei giocatori di ruolo... da quando gioco in rete, in alcune land, mi sono resa conto che il giocatore medio attuale è nato con la 3^ edizione.

Autore:  Muzedon [ lun gen 28, 2008 19:11 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Nuel ha scritto:
Quello che assolutamente non credevo è che tanti ancora apprezzino la 2^ edizione!
Mi ha sorpresa e favorevolmente! Temo però che siamo tutti in una fascia d'età che esula dalla maggior parte dei giocatori di ruolo... da quando gioco in rete, in alcune land, mi sono resa conto che il giocatore medio attuale è nato con la 3^ edizione.


Chi ha almeno 25 anni... è cresciuto giocando con la prima e la seconda edizione! :)
E' normale che i più giovani siano partiti direttamente con le versioni successive... io ho iniziato tutto il mio percorso con il Manuale dei Forgotten Realms della seconda edizione! :D

Autore:  Darkwing [ lun gen 28, 2008 20:12 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

E’ una domanda interessante, che penso chiunque abbia giocato di ruolo si sia posto almeno una volta a proposito del proprio rapporto con il gioco stesso e il proprio personaggio.
Anch’io ci ho pensato, talvolta superficialmente, talvolta invece in modo molto profondo, domandandomi se nel mio livello di immedesimazione ci fosse qualcosa di “strano” di “patologico” perché molto spesso mi sono trovata a pensare nello stesso modo in cui avrebbe pensato il mio personaggio di turno.

Poi però ho capito una cosa, che mi ha rassicurata molto in effetti. I miei personaggi non si sono mai impadroniti di me costringendomi ad uscire dalla fantasia per vivere nel mondo reale al posto mio, ma è stato sempre il contrario, anche quando a prima vista poteva apparire così.
Ho capito che in effetti tutti i personaggi che ho inventato e che ho amato sempre con grande intensità, non erano altro che un riflesso di me. Magari non lo erano completamente, ma hanno sempre rappresentato qualcosa che io già ero e che voleva trovare una propria espressione allegorica in qualcosa di concreto.

Si potrebbe dire che quanto sto dicendo è molto contraddittorio, visto che i personaggi che ho creato nel corso della mia carriera di giocatrice sono sempre stati tutti tra loro molto diversi tra loro e anche molto diversi da me. Ho avuto maschi e femmine, in varie ambientazioni e in vari tipi di gdr e tra i miei pargoletti si contano un ladruncolo di strada, un’ingenua scienziata, un guaritore cieco mezzo-immondo, una dea buona, un poliziotto trasformato in vampiro, un ranger/druido alle prese con la sua ascendenza drow... Ma ho talvolta interpretato anche ruoli molto malvagi; una volta sono stata persino una succube e, anche se il gioco non è durato molto, devo dire che è stata un’esperienza di grande successo.
Ma in effetti la contraddizione è solo apparente, perché di fatto noi non siamo sempre uguali. Cresciamo, cambiamo, facciamo nuove esperienze e conosciamo nuove emozioni dentro di noi. I nostri alter-ego immaginari possono essere un modo per esprimere in modo cosciente delle emozioni che sono già in noi, ma resterebbero altrimenti a livello subconscio. In quest’ottica anche un’immedesimazione intensa non è un male, potrebbe essere perfino “terapeutica”. Basta effettivamente non rimanerne intrappolati e sforzarsi – come dice Sheyraen – di riemergere alla fine della sessione.

I sogni notturni hanno spesso una valenza simbolica, ma anche quelli che facciamo ad occhi aperti possono avere il suo messaggio recondito da consegnarci. Averne paura può essere controproducente e poi… toglie il divertimento. :occhio:

Autore:  Sheyraen [ mar gen 29, 2008 02:47 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Bello, sottoscrivo Darkwing!
Tra l'altro, mi sono sempre detta che una vera "sfida" a livello di ruolo la affrontavo quando interpretavo personaggi che con me non avessero veramente nulla a che fare: la recita pura, esteriore e interiore... come fanno gli attori che dopo alcune scene molto intense, sono costretti a fare del buon esercizio per "riprendersi".

Leggendo quello che hai detto, ho completato questo quadretto, questa analisi che mi sono ritrovata a fare spesso anche io. Per quanto diversi i personaggi siano da me, sono io che li interpreto, che do loro un'impronta che altri non potrebbero dare.
Volente o nolente, un segno del mio passaggio lo lascio su di loro... è incredibile riconoscerlo solo dopo.
Noi segnamo i nostri personaggi e loro ci segnano un pochino a loro volta, magari insegnandoci qualcosa di noi stessi che prima non sapevamo.

Autore:  Deiselnar [ lun feb 04, 2008 13:18 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Trasformazione: interludio semi-serio

Credo che non si possa interpretare niente, o meglio che non si possa interpretare niente bene, se non riuscendo a toccare una corda, anche dimenticata, che in qualche modo ci appartiene. D'altra parte credo che, in qualche modo, le corde, dall'albero che tende i rami verso il sole, all'altero muoversi di un cavallo sulla cima della collina, ci appartengano tutte.. basta cercarle. In fondo.
Devo confessare che, all'inizio, interpretare la drow è stato faticoso ed anche ora viaggio tra il troppo e il troppo poco, ma mi sto abituando e noto che, qualche volta, le cose che giocando riesco ad imparare, mi servono anche nella vita reale. Vecchio discorso, Suliss, vero?

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