Il forum dei Drow, dei Vampiri e delle creature dell'oscurità
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MessaggioInviato: dom set 12, 2004 13:13 
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FS: Sto copiando il tutto su word, centrato, in corsivo e con sopra ogni pezo di storia, il nome dell'autore...chi alla fine(credo sia ancora lontana pero', senno' che storia eh??) volesse la copia tutta in ordine, e senza le x a censurare, batsa che mi chiede.



Il lungo corridoio buio che la truppa stava percorrendo, sarebbe parso terrificante agli occhi di un comune mortale. Ma loro erano creature della notte, e ora pensavano solo a come avrebbero massacrato quei cani rognosi.
Una volta in fondo, l'ultima porta che li separava dalle bestiacce fu scardinata con estrema precisione dalle grosse e forti mani di Doug.
Subito dopo, quel posto divenne un inferno di pallottole che sfrecciavano ad indefinita velocita', sopra le teste. Poche se ne sprecarono, la maggiorparte finirono dentro cervelli, cuori e altri membri morti.
Juan rotolava a terra con estrema agilita', mani occupate sulle sue due 'bambine', senza dar tregua ai grilletti che si abbassavano velocemente sotto le sue dita.
Brandon non pareva troppo in difficolta', sembrava preoccuparsi piuttosto di non inginocchiarsi in mezzo a quel polverone, e non sporcarsi i preziosi pantaloni. Venne attaccato alle spalle il 'povero' fanciullo, e senti' delle unghie affilate strappargli cotone e pelle, per tutta la lunghezza della sua elegante muscolatura. Non pote' trattenere un urlo di dolore, e un sorriso di divertimento da parte del Rosso. Si volto' per vedere la brutta faccia del suo nemico, in realta' era tutt'altro che brutta.
Un vampiro dall'aspetto di uomo sui trenta si era avventato su di lui.
Alla sua reazione di estrema rabbia e tranquillita' al tempo stesso, questi rimase con occhi spalancati e le fauci appena visibili. Come erano rozzi quei non-morti. Come potevano, in quell'era piena di contrasti, non avere ami per combattere? Questo pensava Brandon, mentre con una mano dietro la schiena constatava la gravita' dello squarcio, che rapidamente si andava richiudendo. Quando si guardo' il palmo coperto di sangue, sbuffo' e guardo' in alto con esrpessione scocciata. "Ehi, brutto stronzo!" attacco' a dire "sai quanto m'è costato questo pezzo di stoffa?" poi, mordendosi il labbro inferiore coi canini bianchissimi, ruppe il naso con un pugno all'avversario. Questi cadde a terra col viso macchiato di rosso. Brandon si inginocchio' a gambe larghe sulla sua pancia, gli punto' la pistola in fronte e "piu' di quanto tu possa permetterti!" il colpo parti' mentre dava una risposta alla sua stessa domanda...


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MessaggioInviato: dom set 12, 2004 18:05 
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Muovendosi con estrema facilità tra i proiettili fischianti, Juan incalzava la massa di difensori senza tregua, nonostante non potesse far a meno di notare con preoccupazione crescente che era tutto dannatamente troppo facile e che questi poveracci qui non avevano assolutamente esperienza, nè cognizione della loro forza; non erano altro che carne da macello appositamente creata per fare massa... fare massa...
...fare massa contro di loro!!

Li stavano aspettando!!
I FOTTUTI!

Una rapida occhiata, anni di esperienza richiamati in un secondo al suo servizio, sufficienti a notare subito i sottili fili che avviluppavano innaturalmente i serbatoi di metano nel fondo dell'ambiente, oltre la massa caotica.
Ovviamente Brandon, troppo eccitato dal fuoco della battaglia e dalle urla degli avversari, avrebbe sentito solamente troppo tardi il sottile ronzio dei timer digitali che annunciavano freddamente un appuntamento ben preciso.
Juan non fece in tempo ad urlare che era una cazzo di trappola, che li stavano aspettando, che portassero il loro culi fuori da quel posto...

Un ruggito di fiamme e metano illuminò il freddo cielo di Chicago, mentre gli allarmi ed i vetri nel raggio di due isolati trillarono all'unisono una lugubre melodia distorta.

Dall'altro capo della città il trillo dell'allarme digitale di un orologio avvertiva il verificarsi di una qualche scadenza: un discreto sussurro all'orecchio per informarla.
Il viso di Charlotte rimase apparentemente impassibile, mentre un live sorriso compiaciuto le attraversava fugace il bellissimo volto:
"Prevedibili!" fu il suo commento prima che il maggiordomo la invitasse ad entrare nella grande sala.

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MessaggioInviato: mar set 14, 2004 21:50 
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“Prego signori da questa parte, Don Vincenzo non è ancora sceso ma molti invitati sono già arrivati, questa sera è desiderio di Don Vincenzo donare ai suoi ospiti queste maschere, fatte arrivare da Venezia appositamente, indossatele pure e buon divertimento.”
“Un vero maggiordomo con accento inglese! Che banalità!” pensò Charlotte mentre controllava che le maschere non nascondessero qualche grazioso trucchetto. “Andiamo al Grande Ballo! Puoi metterla Alekséj” disse sottovoce passandogliene una “assecondiamo le manie nostalgiche di Don Vincenzo!”
Charlotte indossò la bellissima maschera veneziana e al braccio di Alekséj cominciò ad incedere col suo passo da regina verso il centro della sala, illuminata a giorno da splendidi lampadari di Murano. Sentiva gli sguardi dei presenti e sorrideva di quei commenti che solo chi pensa di non essere ascoltato può fare.
"C'è qualcuno che conosco!" rifletteva Charlotte mentre elargiva candidi sorrisi "Bene, bene terribili predatori notturni con le mascherine! Che ironica interpretazione della masquerade! Abbiamo anche alcuni importanti esponenti del Principato che ingannano l'attesa della morte ultima pavoneggiandosi, sono quasi peggio degli umani adoranti che hanno intorno. Mmm...sento odore di morto, deve esserci qui nei paraggi qualche incestuoso parente di Don Vincenzo..." Charlotte lasciò che Aleksèj andasse a fare un giro e si accomodò su una sedia barocca, la musica aveva cominciato a diffondersi nella grande sala, dalle finestre aperte sul giardino proveniva l'odore salmastro del lago Michigan, Charlotte era immobile, concentrata nei suoi pensieri, quando, avvertendo una presenza accanto, si voltò...


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MessaggioInviato: sab set 18, 2004 13:08 
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-Mpf! Sempre il solito, ama far scintille dunte le missioni e ora ecco il botto! Speriamo che il cocchetto del principe stia bene altrimenti m'incazzo di brutto! -
Tra le macerie fumanti si stava agilmente facendo largo un uomo vestito con dei jeans, stivali militari, un lungo cappotto di pelle, guanti di anch'essi di pelle, una mashera teatrale cucita ad un cappuccicio di velluto, non c'era nel suo vestiario altro colore al di fuori del nero.
Cercò un punto preciso con lo sguardo - Speriamo che il botto non lo abbia cosparso in tutti i tunnel adiacenti! -
Prese il bordo frastagliato di una pesante roccia crollata da una delle pareti, piegò le gambe e cominciò a tirare: i suoi muscoli non mostravano il minimo spasmo.
Da sotto la roccia vide il volto del giovane rampollo toreador, lo estrasse e vide con sommo piacere che il botto gli aveva risparmiato il compito di mandarlo in torpore.
Il principe si sarebbe finalmente accorto che era pericoloso giocare coi Topi di fogna, mai più si sarebbe azzardato a mettere in discussione la loro abilità di ottenere informazioni, sia con le buone sia con le cattive maniere, avrebbe finalmente capito che i Nosferatu lo avevano in pugno: avevano il suo protetto e sapevano vita morte e miracoli su di lui, una parola fuori posto e il principe si sarebbe trovato contro tutti quelli che considerava "carne da macello".
Una roccia traballò facendo soprassalire la sentinella che scattò verso di essa, una mano ne uscì Reginald l'afferrò e utilizzando la sua forza estrasse Juan, gli scrollo di dosso la polvere e con fare amichevole gli intimò di fermarsi lì ed attendere.
Il nosferatu si perse nelle ombre per riemergervi dopo una mezzoretta: portava in mano un sacco che aprì ne estrasse dei ratti e li porse a Juan -So che ti fa schifo anche solo l'idea ma o mangi 'sta minestra o salti dalla finestra! - sorrise - Se non te ne cibi la tua missione si può dir conclusa e non chiedermi perchè so della tua missione, lo so e basta...-
-Come al solito d'altronde.-
-Amico mio, ci conosciamo da quando eravamo semplici infanti, e ora voglio rinsaldare il nostro rapporto privilegiato, io ti sostengo nella tua missione, anche perchè dei mucchietti di cenere, scusa la franchezza, ma possono ben poco nonostante siano stati degli eccelsi tuoi fratelli di clan.-
-vai avanti-
-ma tu mi concedi il rampollo e te ne dimentichi, sai...-
-okkey, ho capito... sta attneto non voglio rogne. -

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MessaggioInviato: mar set 21, 2004 17:06 
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Intanto quel giovinetto di Brandon usciva dal buco in cui s'era salvtato e si alzava; pantaloni a pezzi e camincia non da meno, imprecando a non finire, si puli' accuratamente i capelli.
Vedendo Juan chiacchierare 'allegramente' con un tipo che aveva tutta l'aria d'un misterioso complottatore, non pote' fare a meno di intervenire.
"Hei, non sarete mica d'accordo eh?" attacco' ad urlare "Ecco perchè facevi lo snob, eh Rosso? TU ci hai portati qui per farci ammazzare!" solo questo gli suggeriva ora il cervello. La possibilita' piu' o meno ovvia che Juan c'entrasse con tutto quello che stava accadendo.
Nello stesso momento Doug si stava lamentando da qualche parte. Ecco, ora si vedeva la vera natura del gigante. Dov'era il coraggio che aveva descritto pavoneggiando con loro? Che fine avevano fatto i ricordi di tutte quelle pericolossissime missioni? Ahh, che gente che gira a questo mondo!
Brandon continuava a ronzare attorno a Red, con aria impertinente, tono troppo acceso per i suoi gusti.
Juan strinse i denti per calmarsi, ma non basto' contare fino a dieci, perche' mentalmente arrivo' a malapena al quattro. Dopodichè partì.
Gli si precipito' addosso, veloce tanto da non lasciargli il tempo per reagire, e la sua mano scattò alla gola del giovane come un cobra.
"Vuoi stare zitto?" il ragazzo si dimenava irrigidendo i muscoli del collo, ma la mano del Rosso difficilmente si muoveva di qualche millimetro. Al limite tremava per la forte stretta che questi implicava. "O devo pensarci io??". Brandon cerco' di trattenersi alla giacca di Juan per non cadere, con sguardo inferocito e fiato che non riusciva ad entrare in quei suoi morti polmoni da vampiro. Ma l'uomo non gliene diede la possibilita'. Strinse ancor piu' le dita alla gola, affinchè egli capisse che non gli conveniva. "E non toccarmi." L'ultima, gelida, frase uscita dalla sua bocca prima di mollare la presa. Inginocchiato e umiliato, il ragazzo si massaggio' il collo e tossi', guardando Juan con gli occhi in alto.
Eccoli, la rivincita e lo sfogo che tanto aveva atteso. La possibilita' di mostrare a quel bambino con la propria superiorita' fisica chi era il piu' forte. La cosa migliore che gli fosse capitata in tutta la serata.
Ora era lui il capo, e non si sarebbe preoccupato piu' di dover tacere per la sorte della missione. Almeno per quanto riguardava il suo gruppo. Per tutto il resto, lui compreso, il Nosferatu comandava...


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MessaggioInviato: mer set 22, 2004 14:39 
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Simon era cresciuto nei sobborghi di Chicago poveri, sporchi e neri, questi tre aggettivi avevano caratterizzato la sua vita, finché non aveva cominciato a giocare per i Chicago Bears, allora le porte del paradiso terrestre gli si erano aperte, era alto e muscoloso ed era il migliore, un atleta perfetto, un dio sul campo, poi quell'incidente, era stato sul punto di morire, ma l'individuo che ora era seduto sui sedili posteriori della berlina blindata gli aveva promesso una nuova vita e ora lui lo avrebbe seguito fino all'inferno, anche se questo doveva significare affrontare tutti i terribili tormenti dei sermoni del reverendo Jamson.
Simon ora aveva una divisa blù e il cappello e accompagnava il Principe sempre e ovunque, aspettandolo alle feste o a certi incontri con donne bellissime che sbirciava dallo specchietto retrovisore, ogni volta prendeva tutti gli accorgimenti per evitare di fare le stesse strade, passato il Loop si stava dirigendo fuori città, il Principe questa sera era particolarmente elegante e non mancava il suo fiore preferito all'occhiello dello smoking.
Alla villa di Don Vincenzo lo aveva accompagnato altre volte, ma non si sentiva tranquillo, era obbligato a fare un percorso attraverso un parco isolato e una strada alberata che lo facevano sentire a disagio, il punto adatto per un agguato o per veder saltare fuori un qualche individuo peloso.
Non appena svoltata la curva, sul rettilineo alberato, gli apparvero alcune luci intermittenti e auto della polizia, a Simon la polizia non era mai piaciuta, perché non faceva altro che prendersela con lui, i suoi fratelli, la sua gente.
"Che succede Simon?"
"La polizia ci blocca la strada!"
"Fermati Simon e non preoccuparti, conosco il capo della polizia, non abbiamo nulla da temere. Questa zona è controllata da fedeli cani da guardia, se ci fossero stati problemi ora non saremmo qui."
"Scendi! Non ti muovere!" ordinò uno dei due poliziotti che aveva incontrato lo sguardo di Simon, dall'altra parte altri due stavano tirando fuori il principe dall'auto, ma cosa stava succedendo! e lui perché non riusciva a reagire! Si ridestò come da un sogno, deciso a distruggere gli assalitori, non si sarebbero accorti con quanta rapidità li avrebbe ridotti in polpette, ma fu avvolto da una specie di densa nebbia nera come il catrame che lo immobilizzò e poi il buio più profondo che avesse mai visto lo invase, il resto silenzio e nulla più.


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MessaggioInviato: gio set 23, 2004 12:41 
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- Mpf! Poi si stupiscono se qualcuno di loro sparisce! E' più il costo della benzina per raggiungerli che lo sforzo per catturarli! Poveri mentecatti! -
Aleandro scese dalla macchina e si diresse verso i poliziotti: - Potete andare agenti. -
Appena gli uomini se ne andarono il vampiro prese il cuneo di legno di frassino che nascondeva nella cinta dietro la schiena e, dopo averne esaminato visivamente la punta, trafisse il petto del grosso autista prima e con un secondo paletto il petto del principe poi.
Dalle ombre emersero dei tentacoli che caricarono i due sventurati in auto con la stessa grazia con la quale un contadino caricherebbe due sacchi di patate sul proprio trattore.
Il cainita, già al posto di guida, finì di controllarsi le unghie con fare spocchioso, accese il motore e si diresse a gran velocità verso la villa di Don Vincenzo.

Solo pochi minuti dopo la grossa cancellata di ferro battuto si ergeva maestosa davanti il muso della sua Chrysler Crossfire nera.
Quando il cancello fu aperto Aleandro procedette a parcheggiare l'auto quanto più vicino possibile al cancello d'uscita, in fondo non si sa mai ciò che potrebbe capitare a queste "feste".
Ricevuta un'orribile maschera veneziana all'ingresso, andò nel salone dove ormai veramente tutti erano presenti: tranne il padrone di casa naturalmente.
Una musica rinascimentale rimepiva l'aria, gli affreschi delle volte a crocera della villa erano molto belli preziosi: ampie lamine d'oro facevano ricoprivano quelle che erano la rappreentazione della luce.
Ampi specchi alle pareti si ergevano facendo riflettere le immagini di tutti i presenti, o quasi.
- Peggio d'un toreador, si farà aspettare per ore come al solito. - pensò guardando le superfici riflettenti quasi a sperare di trovare un riflesso.
Con rapide occhiate cercò di vedere se qualcuno fosse stato riconoscibile: per sua fortuna i due che cercavano erano inconfondibili. Charlotte rimaneva sempre la donna più bella e letale di tutte, riconoscibile a chilometri di distanza.
Con passo spavaldo la raggiunse nonostante i tacchi delle sue scarpe risuanassero sul pavimento di marmo come un tamburo. Porse la mano con il palmo rivolto verso l'alto alla dama per un perfetto baciamano.
Quando i loro sguardi si incrociarono Charlotte comprese.
Ora il principato era davvero nei guai: la situazione tesa tra principato e Giovanni andava verso un rapido declino, nessuno s'era mai azzardato a non andare ad una festa di Don Vincenzo senza avvertire con largo anticipo, anche i precedenti principi non avevano avuto il coraggio.
D'un tratto il rumore della porta al piano superiore fece volgere tutti gli sguardi verso l'ampia e lussuosa scala di marmo bianco di Carrara.
Don Vincenzo aveva l'aspetto di un uomo di cinquant'anni circa, era molto corpulento, capelli grigi, occhi stanchi per aver visto troppi secoli e una volta tanto la prima impressione non avrebbe tratto in inganno: aveva proprio la faccia da mafioso pervertito.
Al suo fianco scendeva la scalinata una ragazza esile all'apparenza non sembrava avere più di ventitre anni, aveva la pelle molto chiara gli occhi scuri e colmi di dignità, capelli lunghi lisci e neri. Il suo vestito da sera chiaro era adornato con tutti preziosi che rilucevano riflettendo la luce dell'enorme lampadario, il vertiginoso decoltè (N.d.a. non so se sia questo il nome proprio) sulla schiena avrebbe attirato l'attenzione di molti ma subito dopo avrebbe provocato l'ira dell'anziano Giovanni molto geloso delle sue nipoti.
- Hai capito quel vecchio bavoso!? - pensò Aleandro che in testa aveva già in mente uno scherzetto al mafioso se avrebbe mandato tutto a rotoli...

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MessaggioInviato: ven set 24, 2004 22:25 
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Reginald si avvicinò a Brandon gesticolò con la mano come per inchinarsi, il toreador era come ipnotizzato da quel movimento veloce e fluido.
Cadde senza cha la sua vitae potesse evitarlo.
- Con quei fichettoni non sai proprio controllare la tua ira vero?? - disse Juan.
- Con chiunque compia scorrettezze con il mio clan, nessuno escluso, se poi il soggetto è talmente coglione da continuare beh gli incedenti alle persone care possono sempre capitare no? Ora tagliamo corto amico mio, porto questa pastafrolla - indicando il povero toreador privo di conoscienza - in un luogo sicuro e poi dobbiamo presentarci ad una festa! Tirati a lustro ci saranno due bocconcini niente male.... ma attento una è una nipotina del vecchio bavoso!-
la faccia di Juannon era mai stata cosi contorta ad esprimere disgusto non l'aveva vista mai neanche Reginald e di espressioni strane da parte di Juan ne aveva viste quando ancora respiravano.

Stavano viaggiando in terre sicure, terre che nessuno avrebbe calcato, attraverso una serie di stretti passaggi che li avevano condotti per dei passaggi in disuso paralleli ai condotti fognari maggiori.
Migliaia di topi tappezzavano la pavimentazione di cemento grezzo ma essi si allargtavano di gran fretta innanzi all'avanzata del gruppo alla testa del quale c'era Reginald, come se i grossi ratti fossero stati migliaia di devoti sudditi al passaggio del loro Imperatore.
Il gruppetto procedeva silente, sia le faccie visibili sia quelle coperte da maschere erano tirate come se stessero ringhiando.
Tra berve si sarebbe vericato FORSE lo scontro piùviolento degli ultimi 120 anni.
Tutto dipendeva da Don Vincenzo.
-Tenetevi pronti siamo quasi sotto la "reggia d'oro" di Vincenzo Giovanni e non troveremo una calda accoglienza. Senza considerare che se ciò che so è corretto ci saranno tra tutti degli imbucati eccellenti come Charlotte De Guivery, il suo tirapiedi e Alenadro!.. - disse Reginald senza concludere con le sue costatazioni - ...il più snob e odioso Lasombra che queste terre avessero conosciuto.
Juan prese di scatto il cellulare mandò rapidamente uno short message.
- Reginald, a 5 isolati da qui ci sarà spedito nelle fognature una cassa di giochini. -
- Giochini dei tuoi o dei miei? -
- So che preferisci le armi da botta ma sono sicuro che quelle che troverai saranno di tuo gradimento, altrimenti non c'è problema.... attaccati al cazzo e usa le mani, che non ti fanno male!! -
Un ghigno apparve attraverso il tessuto del cappuccio che reggeva le maschera.
Era sempre un piacere lavorare con Juan ora più che mai....

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MessaggioInviato: dom set 26, 2004 13:33 
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La festa nella villa proseguiva tra un via vai di gente che cercava di avvicinarsi a Don Vincenzo per parlare o solo per farsi notare e una certa agitazione che aveva cominciato a diffondersi tra gli ospiti.
Charlotte si avvicinò ad Aleandro che era fermo a godersi lo spettacolo delle donne più belle di Chicago fasciate da costosi abiti da sera.
"Artemius è qui in città."
"Come lo hai saputo e da quando?"
"Un suo adepto era accanto a me prima che tu arrivassi"
"Sei sicura?"
"Non mettere mai in dubbio quello che ti dico" sibilò Charlotte "la prossima volta potresti ritrovarti con un bel marchio a fuoco sulla fronte! Ora esci immediatamente da questa sala e porta via la tua auto, Alekséj farà in modo che nessuno ti segua, sai dove devi andare."
Non dovette aggiungere altro Aleandro uscì.

Nel frattempo Juan, Reginald e il resto del gruppo erano sbucati da un condotto fognario vicino al lago.
"Non pensavi sul serio che vi facessi uscire a sorpresa dal cesso di Don Vincenzo!" rise sguaiatamente Reginald.
Rise anche Juan mentre cercava di recuperare il cellulare che vibrava insistentemente "Chi ca*** è adesso? Pronto, si... merda! Sono io" una voce dall'altra parte gli ringhiò contro "Stai calmo Alan, Chi? Rapito!!! Ma i tuoi che facevano? Andati? Crepati! Era un diversivo...ho capito...arriviamo subito!"


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MessaggioInviato: lun set 27, 2004 19:04 
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FUORI STORIA: Muoveti a rispondere che io non ce la faccio più a resistere.... voglio continuare la storia!!!!!! :wall:

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MessaggioInviato: lun set 27, 2004 20:04 
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FS: Giusto! Ehm...solo che non mi viene come continuare se nessuno va avanti! :roll: Dai su! Non vedo l'ora che mi capiti occasione di imitare stile Anne Rice (Cosa alquanto complicata... :oops: )


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MessaggioInviato: mar set 28, 2004 23:00 
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ho promesso che avrei atteso fino ad altrui risposta.....
I'm sorry

:crying:

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MessaggioInviato: mer set 29, 2004 14:25 
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Nosferacchia ha scritto:
ho promesso che avrei atteso fino ad altrui risposta.....
I'm sorry

:crying:



FS: No...non dovevi farlo :crying:  Adesso mi tocca scrivere, per non far morire la storia, e sprecare cosi' il successo che ha riportato!
Ok, pazienza :roll:  Ma pochino pocuccio..giusto per farti mantenere la promessa! (Visto?? Allora lo sei pignolo? :wink: )


I nostri si erano dimenticati di qualcuno...e il 'bambino' riprendeva piano i sensi. Il buco alla gamba sanguinava sotto lo straccio che Doug gli aveva stretto quasi a dispetto, sebbene pero' il dolore fosse molto forte, una stretta di denti fece si' che in quel momento sentisse solamente la paura e si spingesse al massimo per fuggire di li'.
Se era entrato, evidentemente conosceva anche i piu' complicati e introvabili passaggi, e se li conosceva...bè, Juan e il resto del gruppo erano davvero nei guai. Come sarebbe andato a finire quella specie di 'attentato' se lo stronxetto non si fosse cucito la bocca?  Oh, poteva anche darsi che sarebbe scappato con la coda tra le gambe, il piccoletto.
Ma i forse non potevano esistere, e l'avvertimento al piano di sopra sarebbe stato imminente...



FS2:  A te..


*Eli


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MessaggioInviato: gio set 30, 2004 14:28 
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Scusate la pausa, ho avuto...problemi
A brevissimo nuovamente il mio contributo ;)

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MessaggioInviato: gio set 30, 2004 19:59 
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- Fermati Reginald! Problemi coi Tigrotti, li hanno massacrati! -
- Non ci voleva, inutile che ti sprechi so anche dove VI aspetta il Flagello.-  -- Come v..-
- Se è vero che hanno in mano "vostra stupidità" siamo tutti nella merda... - juan si guardò attorno - si va bene più di quanto non lo siamo stati fino adesso Juan! Don Vincenzo ci passerà sopra come uno schiacciasassi se nessuno lo avverte che il Principe non è potuto andare per scelta altrui. E se Conosco i miei ex "commilitoni" saranno già lì come avvoltoi. Sempre che non ci sia addiritura Charlotte. Vai dunque, non sarò in grado di darvi più di mezz'ora, tre quarti se il mafioso ha scopato.-
Non ebbe neanche terminato di proferir verbo che Reginald col suo cappotto svolazzante si tuffò perdendosì nelle sue amate ed infinite tenebre.

Juan guardò il corpo del rampollo toreador che stava lottando per riprendere i sensi, lo depositò delicatamente, per quanto gli fosse possibile, a terra e corse via come mai nessuno avrebbe potuto correre.
Raggiunse il luogo dell'incontro, era poco distante da dove il nosferatu lo aveva fatto "riemergere".
Un corpulento uomo con le scarpe squarciate in punta lo attendeva, i capelli erano sporchi di fogliame e terriccio, così come il volto. Pesanti erano i segni dello scontro sul suo corpo.
Ciò a Juan non piaceva affatto.
Pochi sarebbero stati in grado di ridurlo in quello stato.
- Per fortuna sei arrivato. - l'uomo zoppicava verso Juan che lo raggiunse cercando di sorreggerlo: con un gesto deciso Alan spinse via juan:
- Grazie sceriffo ma il mio spirito mi dice di rifiutare, mi sorreggeranno solo quando sarò incapacitato, e sai che la cosa è praticamente impossibile.-
Un ghigno gli apparve sul volto.
-Dobbiamo tirarci un po' su, Reginald è andato da Don Vincenzo, potrebbe trovare vecchie conoscienze e non sarebbe piacevole per lui, ma innanzitutto chi vi ha ridotto così?-.....

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