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 Oggetto del messaggio: Re: Pergamente Incantate - Geshwa Olers e i Lingalad!
MessaggioInviato: sab mar 01, 2008 18:45 
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Troppo difficile ricordare e abbinare un volto a questo dettaglio, ti possino!
Hai una vaga idea di quante facce vedo ogni sera :sad:
Spero vorrai presentarti prima o po però :Sorrisone:

Intanto, come al solito, ho pensato potesse essere carino raccontarvi un po' come è andata la serata delle Pergamene Incantate.
Come al solito, l'ho raccontata in chiave molto ironica :blll:
Buon divertimento!



<< Questa volta non mi fregano. Andiamo un'ora prima! >> ringhiò Sheyraen con aria di sfida e l'emissario incaricato ad accompagnarla alla Tana dovette fare uno sforzo magistrale per nascondere lo sguardo compassionevole che gli si dipinse negli occhi.
"Sì... illusa" pensò, ma invece le disse << Ottima mossa! >>

Il giorno stava già sfumando verso le ombre della sera, dunque questa volta la drow si rese meno insopportabile durante il viaggio e non si espresse nelle consuete lamentele rivolte alla troppa luce, alle troppo poche ore di sonno, o a qualsiasi altro "troppo poco" che di solito abitava i suoi discorsi prima di un evento.
Era pronta, carica, riposata e agguerrita.
Durante il tragitto si lanciò persino in canti a squarciagola, intonando le note di "Like a Virgin", antico canto elfico che le era sempre piaciuto sentire dalla voce delle sue vittime, prima di essere sacrificate.

Cantando e chiacchierando, giunsero alla Tana del Drago Fumante, l'ormai famigerato luogo di ritrovo dei più disparati (e disperati) esemplari umanoidi delle lande settentrionali e subito Marcuzzu, l'emissario alla guida della portantina, si ritrovò a sorridere beffardo.
<< E quella grossa carrozza? Per me sono già arrivati... >> le fece notare con un tono che grondava sarcasmo
<< Impossibile... è un'anomalia di Matrix >> tagliò corto lei, e Marcuzzu si guardò bene dal farle notare che era fuori tema.

<< Non sono dei nostri... >> stava dicendo ora la taverniera, mentre apriva i cancelli pronunciando la parola magica segreta (che per decenza non riportiamo), e Marcuzzu si guardò bene dal farle notare che qualcuno era sceso dalla carrozza e si stava avvicinando inesorabilmente.

Non fece in tempo a giungere al portone, che però Marcuzzu ebbe per forza a bussarle discretamente sulla spalla.
<< Hem... per caso, sono loro? >>
Infastidita, Sheyraen piroettò su se stessa, decisa a esprimersi con una certa violenza, ma si bloccò di colpo.
Dietro il beato sorriso di chi sta pensando "Visto che bravi? Siamo arrivati prima apposta", tre umani ricambiarono il suo sguardo da pochi metri di distanza.
I loro volti le erano noti perché li aveva visti già, segnalati su più palantir e riviste di cronaca di superficie come "Il Corriere dell'Elfo", "Panorama di Granburrone" o "Elfa Moderna" (paginone centrale con il poster del mese...).
Nella lingua di quelle terre, i loro nomi suonavano come "Fabio Ardizzone" (quello più abbronzato, tanto che Sheyraen si chiese se scorresse del sangue drow nelle sue vene), "Claudio Morlotti", la cui aria pacata e barba bianca le dette l'impressione di avere Gandalf a portata di mano, e "Giorgio Parato", il cui sguardo sembrava dire "Ho sete. Tanta sete".

Come si fa sempre con le celebrità, Sheyraen li accolse con la dovuta cortesia:
<< Siete in maledetto anticipo, ma almeno mi darete una mano a spostare i tavoli! >> disse loro con l'aria di chi non ammette repliche e i tre aspettarono che lei volgesse loro le spalle prima di toccarsi la tempia con l'indice, nel tipico linguaggio silenzioso che significava "Eccone un'altra in libertà".

Imperterriti e per nulla scioccati dal tipo di accoglienza, la seguirono all'interno del covo e qui, per un attimo, si diedero a tipici sospiri ed esclamazioni di stupore e meraviglia elfiche.
Mai avrebbero pensato che un simile avanzo di galera potesse gestire un luogo che apparve subito congeniale per le loro attività, manco a dirlo, elfiche e Sheyraen, con la coda dell'occhio, colse con particolare soddisfazione lo sguardo di apprezzamento che i tre si scambiarono.
<< Qui possiamo fare tutto il casino che vogliamo! >> sussurrò con malcelato entusiasmo Fabio,
<< A tal proposito... >> si aggiunse Claudio << ...Mi viene in mente un'esclamazione nella lingua di Mordor, ma non la pronuncerò qui! >>
<< Sì, è tutto bellissimo. Ma io voglio una Slalom e la voglio subito! >> rispose con pari entusiasmo Giorgio, il cui spirito hobbit aveva ormai preso il sopravvento.

Sheyraen si chiese dove aveva nascosto il pugnale sacrificale, ma accantonò presto il pensiero e, da brava despota drow, si rivolse ai tre con sguardo sinistro:
<< Vi darò da bere solo dopo che avremo spostato i tavoli. >>
"Ossia tra un paio d'ore, se andiamo avanti di questo passo" pensò con un pizzico di sadismo.
Il dolce pensiero di quella tortura però ebbe vita breve, perché senza nemmeno scomporsi, Fabio portò le eleganti dita alla bocca ed emise un melodico ed elegante fischio.
Sheyraen si chiese se non avessero già cominciato il concerto, ma quando vide la soglia invasa da una banda di hobbit, accorsa al richiamo, comprese l'intento dei tre bardi e si rassegnò.

Fingendo di sentirsi pienamente a proprio agio e imitando la gestualità che spesso aveva visto adottare al suo socio, la taverniera diresse i lavori con quella che, per una sconclusionata come lei, poteva dirsi la massima maestria che natura le avesse concesso.
Era in quei momenti che sentiva maggiormente la mancanza del demone.
Questi, infatti, le aveva mandato un cordiale messaggio telepatico che suonava come
"Me la sto godendo un sacco sulla mia Demonbike. Ritarderò. Arrangiati e fammi trovare una birra quando arrivo, che avrò sicuramente sete".

Imprecando e bestemmiando coloritamente in lingua sacra, Sheyraen accantonò il messaggio e accolse l'arrivo di un altro umanoide dai folti riccioli neri, che aveva già incontrato in tempi passati.
Fabio Porfidia, questo il nome dell'artista, era un bardo della scuola di "Inchiostri e matite", uno di quei fenomeni di puntualità e grazia illustratoria come pochi se ne incontravano dei reami.
Avvezzo ai modi delicati della padrona di casa, sorrise al suo << Sei maledettamente puntuale! >> e le porse la mano con la solita grazia, rispondendo con un << Grazie. Sono felice di vederti anch'io. Hai della corda? >>
Convinta che l'artista volesse impiccarsi da subito, cosa che sarebbe stata particolarmente appariscente per l'inizio dell'evento, la drow si dette un gran da fare per soddisfare quella richiesta, solo per rimanere delusa quando vide che l'umano ne fece tutt'altro uso, appendendo ovunque opere d'arte a dir poco spettacolari.


Intanto non si erano ancora fatte le 18,00, ora in cui la Tana del Drago Fumante avrebbe aperto i suoi battenti, quando due avventori, come nella migliore tradizione di ogni sacrosanto evento, varcarono la soglia.
<< Il locale non è ancora aperto! >> sbottò al limite della frustrazione la drow, interrompendo l'evocazione di un incantesimo che le avrebbe concesso di quadruplicarsi e seguire tutte le attività in corso.
I due, per nulla scoraggiati, le sorrisero con aria beata,
<< Ma il cancello era aperto... >>
<< Certo! Stiamo portando dentro le attrezzature... volevate vederci levitare per caso? >>
I due si scambiarono uno sguardo e un'alzata di spalle prima di tornare a rivolgersi a lei
<< Dove ci sediamo? >> le chiesero imperterriti, come se lei non avesse parlato e la drow imprecò sommessamente, si volse verso la sala, il cui stato pietoso non poteva fornirle alcun suggerimento valido su una possibile risposta, e le parole le morirono sulle labbra.
Giorgio era lì, appeso alla spina della Slalom e la carezzava voluttuosamente, sussurrando "Il mio tesssoro..." con voce rauca.

Senza rendersene conto, la taverniera che era in lei si diresse verso le spine e presto la drow si trovò a spillare birre, fare caffé, organizzare aperitivi per la massa di avventori che, a dispetto di qualsiasi comunicazione (scritta, verbale o bestemmiata che fosse) indicante l'ora dell'inizio dell'evento, si era riversata nel locale seguendo l'esempio dei primi due impavidi.

Il Demone giunse quando ormai il panico aveva preso possesso della drow.
<< La mia birra? >> la salutò, mentre si guardava intorno con occhio critico che, in meno di tre sguardi, aveva già colto otto difetti nel lavoro della collega.
<< Voglio morire... >> miagolò la drow, più che mai sull'orlo della disperazione
<< Prima il dovere, poi il piacere. >> le rispose pragmatico il demone e lei, giustamente, si rassegnò.

Intanto, di "Giuseppe Festa", il leader dei "Lingalad", non si era ancora vista l'ombra e in questo Sheyraen non fu per nulla stupita. Ogni volta che aveva invitato un gruppo di bardi a suonare nella sua taverna, colui che cantava era arrivato per ultimo... e in ritardo come una sposa al giorno delle nozze.
Era una specie di rituale.

<< Quando cominciano? >> cominciò a tormentarla il demone che aveva fatto della puntualità una regola esistenziale fondamentale e Sheyraen, incapace di formulare una risposta sensata, riprese le ricerche del proprio pugnale sacrificale.
Le sale si erano ormai riempite, la cucina lavorava a pieno ritmo, i bardi avevano già cominciato ad accordare gli strumenti e gli avventori uscivano direttamente dalle pareti, quando, sorridendo come un bimbo appena sceso dalla giostra, infine Giuseppe Festa fece il suo ingresso trionfale la Tana.

<< Infame di un divo! >> lo salutò Sheyraen e questi rise con una dolcezza disarmante
<< Sono felice di vederti anch'io >> le rispose con voce talmente melodica da far sciogliere anche i ghiacci perenni.
Sheyraen, giustamente, si rassegnò e seguendo con lo sguardo l'umano che raggiungeva i compagni, rivide Giorgio appeso alla spina della Slalom.
<< Ce l'hanno tolto... rubbbbato... il mio.... tesssssssoroooo... >>
La taverniera spillò una birra e se ne liberò in breve tempo.

Molte birre e bestemmie dopo, arrivò infine l'ultimo che mancava all'appello... quello che il giorno prima le aveva scritto una missiva che affermava "Sarò puntualissimo!".
Reggendo uno scatolone sgualcito, uno sguardo perseguitato e un maglione a righe impossibili, "Fabrizio Valenza" varcò la soglia.
<< Ti ammazzo. >> lo salutò con serafica calma la taverniera.
<< Non è colpa mia... è Sauron... l'occhio... questo cartone... è un fardello troppo grande per me... >>
<< Sparisci. >> gli intimò la drow e lui parve anche fin troppo felice nell'eseguire.

Tutto quello che seguì quell'ultimo scambio "umano" fu una sorta di viaggio onirico.
La musica si riversò nella taverna come pioggia primaverile, magica, avvolgente, una stregoneria potentissima a cui nessuno poté sottrarsi.
Dietro il banco, pur lavorando come forsennati, i draghetti si mossero con una grazia elfica che i tavernieri non avevano mai colto in loro. Uno di loro, la draghetta di chiara origine elfica, non perdeva una strofa e conosceva tutte le canzoni a memoria.
Oltre il banco, nelle sale, fuori dalla porta persino, una folla impossibile ondeggiava, alberi accarezzati dal respiro degli déi la cui voce era divenuta musica.
Catturati dall'incanto, tutti si lasciarono guidare attraverso le pagine dei racconti di Geshwa Olers, nell'avventurosa strada percorsa dai Lingalad, nelle immagini dei luoghi catturati dalla mano abile di Fabio Porfidia.
Tra parole, musica e arte, tutti sognarono, nessuno escluso e sulle ballate allegre degli hobbit, tutti si unirono battendo le mani e tenendo il ritmo, travolti da una goliardia irresistibile.

Prima della fine, i Lingalad attinsero a un nuovo incantesimo e proiettarono sulle pareti della taverna una scena che nascondeva incredibili rivelazioni:
Gandalf e Frodo stavano confabulando, terrorizzati per la presenza dei Lingalad nelle Terre di Mezzo, una piaga peggio di quella imposta da Sauron, l'Oscuro Signore.
La taverna a quel punto era completamente squassata dalle risate (spero di potervi presto mostrare questo spettacolare video!) e la musica che seguì fu ancora più bella e travolgente.

Il tempo volò su ali d'aquila e presto venne il momento dei saluti.
Sfiniti, i tavernieri dovettero davvero congratularsi con tutti gli artisti che avevano trasformato quel luogo in un mondo di magia tangibile.
Persino Sheyraen sorrideva, stringendo la mano di Giuseppe Festa senza avere più intenzione di staccargliela.
Uno a uno, come erano giunti, tutti sfilarono attraverso l'uscio e prima che i tavernieri potessero sospirare per essere sopravvissuti, un sussurro giunse alle loro orecchie.
<< Così bbbbello... così bbrillanteee.... il mio... tesssssoro.... >>

Rassegnata, Sheyraen raggiunse le spine e spillò l'ultima birra.

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ImmagineSe vedi che sorrido, forse è perché ho trovato a chi dare la colpa

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 Oggetto del messaggio: Re: Pergamente Incantate - Geshwa Olers e i Lingalad!
MessaggioInviato: sab mar 01, 2008 19:48 
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Località: Sschindylryn
:ahah: :ahah: Bellissimo.... :ahah: :ahah: :ahah:

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Ho preso in odio la vita perchè mi è sgradito quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa infatti è vanità ed un inseguire il vento.(Qoèlet: 2,17)


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 Oggetto del messaggio: Re: Pergamente Incantate - Geshwa Olers e i Lingalad!
MessaggioInviato: lun mar 03, 2008 00:28 
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Iscritto il: gio apr 19, 2007 09:13
Messaggi: 1407
Grande, Shey! Se è stato bello anche solo la metà di come l'hai scritto - e non ho dubbi che sia stato fantastico, visti i partecipanti - deve essere stato un evento Epico!
Troooopo forte! :Sorrisone:


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 Oggetto del messaggio: Re: Pergamente Incantate - Geshwa Olers e i Lingalad!
MessaggioInviato: lun mar 03, 2008 00:57 
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Iscritto il: mar feb 27, 2007 15:16
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Ahahahahaha!!
Ragazzi... grazie!
Mi diverto sempre a scrivere queste idiozie :P
Dark... per un attimo mi sei sembrata Bilbo al suo discorso per il 111esimo compleanno :Sorrisone:
(Ps: sono ancora alla Tana, ma stasera sono tutti cotti e mi posso permettere il cazzeggio ogni tano :blll:)

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 Oggetto del messaggio: Re: Pergamente Incantate - Geshwa Olers e i Lingalad!
MessaggioInviato: lun mar 03, 2008 11:28 
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Iscritto il: gio apr 19, 2007 09:13
Messaggi: 1407
Eheheheh... lo sapevo che avresti colto la velatissima allusione! Che vuoi farci, mi ero calata nel contesto! :blll:
Ma tu fai la brava e cazzeggia per bene, che i favori della Regina del Caos richiedono sacrifici! :occhio: :ahah:


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