Sinceramente mi sembra eccessiva l'ultima cosa che hai detto Angelsin, d'accordo che quando si prende un impegno ci si aspetta che lo si rispetti nei limiti delle proprie possibilità..ma non siamo neanche a scuola con "impegni inderogabili" e "assenze facili"...
Se la tua pazienza è limitata personalmente non penso sia il caso per te di fare il master, capisco benissimo il malcontento che ingenera una situazione tale quale ci descrivi ma allo stesso tempo trovo comunque esagerata una condotta simile.
Non voglio scusare chi dopo avere preso un impegno lo evita per una futilità qualsiasi, questo no, ma personalmente ho già sperimentato cose simili, ne ho viste un mucchio. Ci sono state addirittura partite in cui sono arrivati a fare il pacco quattro giocatori su cinque...

Insomma, credo che la linea di condotta migliore, o meglio il sillogismo che seguo per regolarmi su queste questioni è il seguente (con nessuna pretesa che sia valido per altri che me):
Il divertimento e il piacere nel gioco di ruolo provengono dalla interazione di Narratore e Giocatori
In assenza del Narratore o dei Giocatori, anche uno solo, l'esperienza di gioco non è la stessa
Se manca anche solo un giocatore non si gioca (salvo eccezioni straordinarie)
Semplicemente trovo che il piacere di giocare per me come Narratore provenga dalla risposta dei giocatori agli stimoli che gli offro con la mia storia. Quando inizio una campagna cerco di "assoldare" giocatori che soddisfino le mie necessità riferitamente alla storia che voglio fare giocare e alla atmosfera che voglio ottenere. Posta questa premessa l'assenza di anche uno solo dei giocatori mi fa risultare più scarno e meno godibile il gioco, ognuno nella storia dà il suo contributo.
Se le assenze si prolungano nel tempo, ripetutamente, mi assicuro che il giocatore sia realmente interessato semplicemente parlandogli, senza mezzi termini, spiegandogli le mie impressioni e chiedendone conto, sopratutto cercando di fargli capire che se non gli piace e si può cercare di aggiustare il tiro bene, se non gli piace e non si riesce ad aggiustare il problema oppure non vuole proprio sistemare la questione la conseguenza è ovvia, che lui stesso decida di allontanarsi: per il suo benessere in primo luogo e per quello degli altri in secondo.
"Cacciare via" un giocatore dicendo "tanto di giocatori ne trovo quanti ne voglio" penso sia molto vigliacco e infantile (non ricordo chi l'abbia scritto, ma lo/a invito a pensare un momento). Se cacci via un giocatore che hai "scelto" per la storia che hai scritto/pensato/abbozzato vuol dire che qualcosa non va, e non necessariamente nel gioco, perchè mandando via una persona nella maniera brusca che hai fatto intuire rovina molto più che il piacere del gioco, ma anche i rapporti personali. Poi se non si è fatta attenzione a chi si prendeva a giocare questo è un problema che purtroppo è del master che l'ha invitato, io personalmente cerco sempre le persone adatte alla storia.
Con ciò che ho detto vorre chiarire che non voglio criticare aprioristicamente ciò che fanno gli altri, ritengo esclusivamente che, per quanto concerne il mio gusto e il mio modo di gestire queste cose, siano preferibili i metodi e l'atteggiamento che ho espresso. Magari qualcun altro li condivide o perlomeno li prende in considerazione.
Saluti