Quella dello sfondare le porte a calci e dell'halfling con un cattivo rapporto con le trappole mi riporta indietro ai bei tempi, quando ancora avventurieri alle prime armi passeggiavamo nei dungeon senza essere consapevoli dei pericoli e - soprattutto - non avevamo ancora un ladro in squadra che si intendesse di strani congegni…
Un bel giorno, ci stavamo addentrando felici e contenti nel sotterraneo di un tempio abbandonato alla ricerca di una strana pianta dalle proprietà straordinarie. Il buon Tauron, nano paladino, che è il più forte fisicamente, sceglie coraggiosamente l’avanguardia, mentre il mio Kilyen, druido mezzo-drow, lo segue di pari passo nonostante sia magro come un chiodo e piuttosto gracilino. Questo perché è sempre talmente desideroso di rendersi utile e provare il proprio valore ai compagni, che normalmente non gli importa dei rischi. Vuole solo che non si pentano di aver accettato con sé uno come lui.
E così, con tutta la cautela possibile, i due aprono assieme la strada alla nostra piccola signora (una halfling…monaca!) e al mago.
Ad un certo punto, un sonoro “click” fa eco ad un passo del nano, seguito immediatamente da un sibilo e da un urlo di dolore del mezz’elfo che cade a terra ferito.
Intanto, nel mondo reale…
Io: Ma non è giusto! Ha fatto scattare lui la trappola!
Master: Ma la freccia non ha mica il mirino laser! Siete avanti tutti e due, ho tirato un dado e ha colpito te.
Nano: Eh… mi dispiace. Ma dai, tanto Kilyen si cura, no?
Io: Hm… sì. Vabbè. Per questa volta… Dai, continuiamo.
“Orecchi-a-punta! Che succede!?” Il nano fa un passo indietro al fianco dell’amico, che si sta artigliando una gamba mentre cerca di estrarre la freccia che gli si è conficcata in una coscia.
“Non è niente, non è niente.” Mente l’altro, che non vuole allarmare gli altri,perché tanto sa di poter usare un incantesimo di guarigione su se stesso. E infatti un minuto dopo tutto ciò che resta della trappola è un brutto spavento.
Fianco a fianco, nano e mezz’elfo proseguono l’esplorazione e… Click! Swishhh…. AHHHhhh…. Il mezz’elfo cade nuovamente a terra, questa volta una lunga freccia lo ha colpito in pieno ad un braccio.
Io: *Occhiata mortale al nano*
Nano: Non è colpa mia!
Io: Sei tu che hai rimesso i piedi nel solito punto!
Nano: Ma la trappola era già scattata!
Master: Ma, ragazzi, non è detto che fosse predisposta per lanciare una sola freccia…
Nano: Uh… Mi dispiace, non lo sapevo. Ma dai, tanto Kilyen si cura, no?
Io: Hm. Sì… Vabbè. Dai, andiamo avanti.
Impossibilitato a muoversi come dovrebbe, il druido non riesce a lanciare su se stesso alcun incantesimo, almeno finchè i compagni non gli prestano soccorso estraendo la freccia.
Mortificatissimo il buon nano si scusa in mille modi, ma la faccenda viene liquidata in fretta. Dobbiamo proseguire. Questa volta, facendo bene attenzione a dove si mettono i piedini, aggiriamo la mattonella pericolosa e andiamo avanti. Il corridoio termina di fronte ad una porta con l’arcata decorata da fregi. Accanto alla porta niente, a parte una bassa colonnina di marmo.
“Ah… Ci penso io ad aprire la porta. Tu coprimi le spalle, orecchi-a-punta.” Dichiara il nano.
Ma il mezz’elfo ne ha avute abbastanza di frecce. “Aspetta. Diamo prima un occhiata alla porta. Non vorrei che anche qui ci fosse qualche tipo di trappola.” Avvertenza inutile, perché l’altro sta già spingendo i battenti. Il mezz’elfo chiude gli occhi preparandosi a chissà quale altra diavoleria, ma niente. Non succede niente, ma nemmeno la porta si apre.
Nasce una breve discussione sul come fare a procedere, e qualcuno propone perfino di sfondarla, ma è troppo spessa. E’ improponibile.
“Macchè sfondarla! Me ne intendo io di queste cose di pietra!” Dice il nano. “Guardate quella colonnina di marmo. Scommetto che è la chiave di tutto il mistero. Ci penso io!”
Detto fatto. Dando sfoggio della sua considerevole forza, il nano si appoggia alla colonnina ed inizia a spingerla, questa si sposta, la porta si apre e… Click! Swisssshhhh… AHHHhhhh!!
Una freccia sibila da un forellino nascosto nei fregi sopra la porta e si pianta profondamente nella spalla del druido che per a terza volta in pochi minuti si ritrova in ginocchio.
Io: Ma non è possibile! ‘ste frecce non avranno il mirino laser, ma i dadi sì!
Master: Mi dispiace, ho tirato e…
Io:… sì l’ho già sentita questa. Eravamo avanti noi due e sono uscita io. Ok, ho capito.
Nano: Mi spiace tanto, però almeno la porta si è aperta, e tanto Kilyen si cura, no?
Io: Incantesimi finiti. 
Nano: Uh. Ma non sei mica morta, cioè.. morto, no?
Io: Hm… No, ma basta un coboldo con l’alitosi per finire il lavoretto.
Master: Beh, via. Tanto non c’è niente da fare. Non avete pozioni e gli incantesimi sono finiti. Che fate?
Nano: Andiamo avanti, ovviamente!
Mentre con le sue agili manine la piccola halfling si occupa della nuova ferita del mezz’elfo e lo impacchetta per bene usando la borsa di pronto intervento che il druido porta con sé, il nano si avvicina sempre più imbarazzato all’amico, che questa volta se l’è vista proprio brutta.
“Mi dispiace tanto, orecchi-a-punta. Ti prometto che da ora in avanti starò più attento.”
“Buon per te.” E’ la secca risposta.
Il nano sembra piuttosto dispiaciuto per la brusca replica. Normalmente, a parte qualche battuta un po’ grassa, tra lui e il druido i rapporti sono buoni. “Ma come… mi lasci da solo l’avanguardia?”
“Sì.”
“E se facessi qualche brutto incontro, o finissi in qualche trappola, come faccio?”
A questo punto, senza dire una sola parola, il mezz’elfo tira su il braccio buono, mostra il pugno chiuso all’amico e poi stende il dito di mezzo.
“E questo che significa?” Chiede il nano.
Incapace di trattenere un sorrisetto obliquo il druido mente. “Linguaggio gestuale drow. Significa: vai-avanti-tu.”
Molte trappole dopo e molti scontri più tardi (che il nano e il mezz’elfo hanno combattuto a 15 prudentissimi metri di distanza l’uno dall’altro), i nostri eroi hanno imparato molte cose su come non cadere nelle trappole e su come talvolta non sia saggio restare troppo vicini gli uni agli altri.
Ma soprattutto, quando tutto è finito e i quattro compagni si sono seduti assieme a festeggiare al tavolo di una taverna, mastro Tauron ha scoperto che il giovane Kilyen non ha mai imparato il linguaggio silenzioso dei suoi oscuri parenti. 
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)!!! Ho cercato di rincorrerla ma in armatura pesante scappò in fretta verso le casse.. L’avevo persa di vista!! Ero ferito nell’orgoglio!! Cosa fare? Pressi a sfondare porte!! Una dietro l’altra con il mio martello di taglia grande (pressa della scimmia).. Volevo i miei soldi a tutti i costi!! 
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