Uhm... te ne do uno di livello 11..
Nome: Alaric Ganondorf
Razza: Umano
Classe: Guerriero 8/ Campione Divino 3
Pf: 10d10+43
Allineamento: NM
Divinità patrona: Bane
Stat:
Forza: 18 +4
Destrezza: 12 +1
Costitituzione: 16 +3
Intelligienza: 14 +2
Saggezza: 10 /
Carisma: 16 +3
Talenti:
Morning Star Focalizzata
Morning Star Specializzata
Morning Star Focalizzata Superiore
Lancia da Cavaliere Specializzata
Lancia da Cavaliere Focalizzata
Critico Migliorato Lancia da Cavaliere
Combattere in Sella
Attacco in Sella
Carica Devastante
Travolgere
Cavallerizzo* (Talento dei Forgotten +3 a Cavalcare)
Attacco con lo Scudo migliorato
Iniziativa Migliorata
Abilità Speciali:
Imposizione delle mani
(*Utilizzabile solo per curare un devoto della sua divinità Patrona)
Difesa Sacra +1
(+1 ai TS contro capacità sovrannaturali o incantesikmi di esterni o creature magiche)
Punire gli Infedeli
(Come "Distruggi il male" capacità da paladino, ma utilizzabile per colpire qualunque creatura non affiliata alla divinità Patrona)
Equip: "Morning star di Bane"
Le armi consacrate a Bane sono piuttosto comuni tra gli Zentharim di alto rango, tuttavia sono di solito delle lame a venire incantate in questo modo. L'eccezzioni vengono fatte dopo una decisione presa dal "Consiglio Superiore" degli Zentharim in caso un membro dell'organizzazzione si sia meritato di ricevere questo oggetto magico. DI solito le "Lame di Bane" vengono prestate anche a membri di basso rango che stanno per intraprendere compiti importanti, con l'obbligo di restituirle a missione compiuta. Esse sono armi "Legali +2".
(da Manuale: "Signori dell'oscurità).
Armatura in ferro nero ornata +1.
Questa armatura è stata creata dall'armatura di un "Cavaliere Ombra" dell'Aunaroch. Essa è stata fusa e riforgiata per essere un armatura da parata. Porta evidenti le insegne di Zenthil Keep. Il suo aspetto è più elegante che robusto, risulterebbe essere inutilizzabile in battaglia se non fosse stata incantata in modo da renderla resistente oltre che elegante.
Lancia da Cavaliere di Ottima Fattura.
Una lancia da cavaliere in ferro nero, risulta essere stata lavorata molto bene, nonostante questo porta su di se i segni di numerose battaglie, alla base vi è inciso a chiare lettere il nome di uno dei migliori fabbri di Zenthil Keep.
Attacchi:
Morning Star: +19/+14/+9 (applicare tutti i vari modificatori: Se a cavallo, se l'avversario è di allineamento legale ecc ecc)
Danni: 1d8+8
Combattimento: La strategia di battaglia è semplice e efficace, tenta di seguire il gruppo senza farsi mai notare, esce allo scoperto solo quando arrivati nel limitare di una pianura, o comunque in un qualunque posto dove possa essere possibile effettuare una carica a cavallo.
Ecco allora che esce allo scoperto lancia in resta caricando quello che sembra il membro più debole del gruppo, ovvero un mago o chiuqnue altro abbia un armatura media o inferiore.
Eccezzion fatta per un chierico di una divinità opposta alla sua, come Helm, Lathander, Torm, Tyr, Ilmater. In quel caso tenterà di cogliere di sprovvista lui lasciando perdere il membro del gruppo più debole, la carica viene quasi sempre effettuata con l'abilità "Punire gli Infedeli".
Trattasi di un ex condottiero Zentharim che conosce bene le tattiche ed è addestratissimo a eseguie gli ordini alla lettera, non ha in ogni caso un vero e proprio codice d'onore, se non quello che gli impone la sua arma.
Infatti è legatissimo alla sua mazza (:sisi:) essa è l'unica ragione per cui resterebbe in una battaglia fino ad averla recuperata. In ogni caso tenterà appena può una ritirata, sopratutto dopo essere riuscito nell'intento di uccidere/ferire gravemente uno o più membri del gruppo.
Anche per questo cavalca un grosso cavallo da guerra nero, estremamente veloce, che gli garantisce un arrivo rapido quanto la sua ritirata, spesso effettuata in caso di inferiorità numerica.
Anche per questo tenta di cogliere i personaggi impreparati, magari mentre stanno allestendo un campo o comunque non sono a cavallo.
E' molto sicuro di se, raramente rifiuterà una sfida lanciata in mezzo alla battaglia da un altra persona, sopratutto se essa è una sfida tra lancie, tuttavia sa quando fuggire anche davanti una sfida senza che il suo orgoglio gli complichi troppo la vita.
E' un vero bastardo per i pg, se intendi usarlo devi fare estrema attenzione alla sua abilità di carica poiche un critico è in grado di uccidere quasi qualunque membro del gruppo.
Scelta tua, in ogni caso in corpo a corpo non è granchè considerando la sua fissazzione per la mazza sacra (:sisi:). Ad essa è legata la sua vita, in caso un pg riuscisse a strappargliela farebbe di tutto per riprenderla, sopratutto azioni molto avventate.
Probabilmente ho fatto molti errori, ma lo ho scritto di botto, è un pg simile moooolto modificato. ti posto il Background.
Background:
Immaginatevi un rumore ritmico, continuo, ogni singolo
secondo della giornata, in ogni mese:
Hammer, Alturiak, Ches, Tarsack, Mirthul, Kytorn,
Flamerule, Eleasias, Eleint, Marpenoth, Uktar,
Nightal... in ogni singolo mese lo stesso rumore
assordante, come una goccia che cade sulla mente di un
ragazzo, per 16 ore al giorno, come se fosse uno
schiavo. Ogni colpo di piccone risuonava per quei
cunicoli profondi e bui, e poi tornava indietro per
colpirlo ancora nella mente, e ancora, ancora… finche
stremato non urlava, un urlo quasi di pazzia, questo
faceva Alaric all’età di 11 anni, in una miniera.
Portava i carrelli e si infilava nei cunicoli più
stretti, suo padre il capo di quei minatori, restava
con loro senza battere piccone poiché pagava per
oziare, corrompeva la guardia che assecondava la sua
pigrizia. L’odio di tutti i minatori per lui non è
nemmeno paragonabile a quello che tutti i quegli
idioti credenti in Torm o Tyr hanno per Zenthil keep.
Ma la guardia era armata, e mai lo avrebbero toccato.
Era un uomo importante, l’amicizia con il proprietario
di quella miniera poco fuori da Zenthil gli garantiva
la supremazia con gli altri minatori. Il padre era
stato uno dei primi a redimersi.. credeva in Cyric
adesso, come il proprietario della miniera. Tra i
minatori quasi nessuno era rimasto fedele a Bane. Ma
Alaric no, la madre era ancora devota al Tiranno e mio
padre era solo un povero ma ricco cornuto, perfino io,
Alaric Ganondorf, lo sapevo, ogni giorno quando lui
tornava a casa dalla miniera, lindo e pulito come
appena uscito di casa, mia madre aveva da poco finito
di sputare sul suo onore, nel suo letto avevano
giaciuto in molti, nessuno di loro devoto a Cyric a
parte mio padre. E mia madre teneva al Tiranno, le sue
ninna-nanne un inno di violenza e tortura. Ma quel
giorno in miniera accadde qualcosa… un urlo squarcio
il silenzio, il mio urlo. Quel rumore era finalmente
riuscito ad arrivare sino al cuore della mia mente,
era penetrato dentro la corteccia celebrale e adesso
aveva trafitto il lume della ragione, ma solo per un
momento, il momento in cui urlai. Il rumore cessò,
l’urlo riecheggiando nelle miniere era giunto sino ad
ogni orecchio, compreso quello di mio padre. Io e lui
ci guardammo per un attimo, avevo ancora il fiatone
per l’urlo e le guance livide di rabbia. Un colpo
secco, un pugno in pieno volto, il naso prese a
sanguinare, quel bastardo devoto a Cyric aveva osato
colpire il figlio. Tutti ripresero a lavorare, tutti
tranne me. Mio padre mi ordinò di continuare, mi
sollevo e mi fece sedere sopra un carrello in attesa
di un nuovo carico, poi se ne andò. Ero solo adesso,
accanto a me solo delle pale, picconi e una gabbia con
un uccellino, il suo compito era quello di rilevare
eventuali fuoriuscite di gas e avvisare i minatori. Un
uomo aveva visto la scena, e adesso si avvicinava con
passo tranquillo verso di me.
“Fa male il pugno di un rinnegato vero?” disse
avvicinandosi sino ad arrivare a un paio di metri da
me.
“Chi sei?” risposi io perplesso, non avevo mai visto
quel minatore, ma da sotto la sua veste estrasse un
simbolo di legno malamente intagliato, un pugno che
stringeva dei raggi luminosi, questo voleva
raffigurare quello scarso intagliatore su quel
ciondolo.
“Odio questi bastardi, e a quanto pare anche tu, sono
stato ieri con quella b*******a di tua madre, e lo so
bene…”
A quel punto l’uccellino dentro la gabbia come
impazzito inizio a volare da una parte all’altra della
grata, a quanto pare vi era stata una fuoriuscita di
gas. Non c’era tanto tempo, agì quasi come per
istinto, apri la gabbia e afferrò quell’animale. Lo
stringeva forte nel pugno, e godeva nel vedere i suoi
piccoli occhi che quasi uscivano fuori dalle orbite,
uno sguardo cosi idiota, quasi come quello di suo
padre. Porto l’altra mano sulla sua piccola testa e
gliela tronco di netto, era una sensazione splendida,
quasi come un brivido, aveva annientato quella faccia
idiota, e lo aveva fatto pensando a Bane.
“Andiamo!” disse all’uomo. Il gas li avrebbe presto
uccisi e decise di uscire fuori senza farsi vedere,
quei minatori si meritavano tutti di morire, tutti.
Uscirono fuori e respirarono l’aria fresca, era ancora
eccitato per ciò che aveva fatto, aveva appena
condannato a morte suo padre e tutto il suo odiato
seguito, sarebbe voluto restare per udire gli ultimi
colpi di tosse di quei moribondi ma quell’uomo che
aveva trascinato fuori gli afferro un braccio e lo
portò sopra un cavallo, poi galoppo senza sosta sino a
Zenthil. Lo porto sino a dentro la città e poi gli
fece salire una gradinata che sembrò interminabile.
Poi arrivò sino a una immensa costruzione, il tempio
di Bane.
“Lo hai fatto per lui vero? Lo hai fatto per lui!”
grido eccitato quell’uomo ancora stanco per la
cavalcata.
Una figura apparve sulla soglia, un uomo in armatura
osservava la scena esclamando:
”Cosa sta succedendo qua?”, teneva in mano un simbolo
d’argento, il simbolo di Bane.
“Si.. lo ho fatto per lui..”, uscirono spontanee
queste parole, sia il sacerdote che il minatore si
zittirono, poi il minatore disse:
“E’ il figlio di quella t***a di Teresa, è sulla buona
strada, ha appena ucciso quel traditore di suo padre,
avresti dovuto vederlo come ha troncato la testa di
netto a…”
“Basta cosi” lo interruppe il sacerdote… “Vattene..
puzzi..” quell’uomo annui e inizio a scendere le
scale, ero ancora paralizzato per l’eccitazione e non
capivo ero fermo la sui gradini..
“Tu entra…” mi prese per un braccio e mi porto sino ad
un altare. Poi fece forza, come per spezzarmi il
gomito, mi voleva far inginocchiare e io eseguì.
Davanti a me un immenso araldo raffigurante Bane, e
l’imponente tavolo di marmo nero macchiato di sangue.
“Cosi lo hai fatto per lui eh?” aveva una voce
cavernosa quel chierico ma non era arrabbiato, al
contrario era calmo, vedeva l’eccitazione pulsare nei
miei occhi.
“E lo rifaresti?” continuo… io mi limitai ad annuire e
lui sorrise. Ormai avevo spiccato il volo, perchè non
continuare a volare. Quel sacerdote mi prese con se,
mia madre nemmeno venne a reclamarmi, mi insegno i
dogmi di Bane e mi obbligo a seguirli sempre. IO
preferivo agire che pregare, e il mio fisico malato
dal poco cibo guarì presto con le sue cure e si rivelò
essere un fisico possente e atletico, corti capelli
neri corvini e degli occhi blu profondi come il mare,
freddi e spietati come l’oceano. Tuttavia feci
l’errore di seguire una donna, pensavo fosse una
sgualdrina qualunque di Zenthil Keep ma veniva da
molto lontano, da Suzail, era una adepta di Tymora.
Mi ricordo che per seguirla me ne andai la notte dal
tempio, ormai avevo passato 10 anni con quell’uomo e
avevo imparato molto, soprattutto a combattere. Presi
un cavallo e partii, la segui nella notte, lei
galoppava veloce, ma riuscì a pararmi davanti a lei
poco prima di Suzail, nel passo.
Si era presa gioco di me, la avevo pagata come una
comune cortigiana e lei era fuggita senza attendermi
in camera, ma adesso era davanti a me. Fu la cosa più
eccitante che avessi mai fatto, le afferrai un braccio
e la trascinai giù da cavallo, cadde rovinosamente, e
si graffio il suo bel viso. Dopo essere sceso da
cavallo mi avvicinai a lei e la fissai, avevo i suoi
occhi a pochi centimetri dai miei, quello sguardo di
puro terrore, mormorai alcune parole in infernale,
le stesse che pronunciava il sacerdote che me le
aveva insegnate, erano un invocazione a Bane,
esse uscivano da sole dalla bocca, spontaneamente,
al culmine di un rapporto sessuale o quando
l’eccitazione era tanta. La sollevai da
terra e la trascinai sino a un albero. Le schiacciai
la testa contro di esso, solo per il piacere di
sentirla pigolare come quell’uccellino alla miniera,
era vestita con i suoi stessi colori. Estrassi
velocemente il pugnale e glielo appoggia alla gola.
Poi gli sorrisi, e lo affondai con tutta la mia forza
sulla giugulare, sentivo il pugnale conficcarsi sino
all’interno dell’albero dietro il suo collo e il
sangue uscire come un fiume dalla sua gola, non tolsi
la mano dal pugnale, la lasciai appoggiata alla sua
gola per sentire il caldo sangue sgorgare sino a
dentro la mia armatura.
Si chiamava Lisiam mi sembra, non ricordo, a un certo
punto girai il pugnale nella sua gola e uno schizzo di
sangue mi bagno la faccia. Aveva un sapore splendido,
mormorai altre parole in infernale. E poi lo raccolsi
con la mano, direttamente dalla sua gola, gli ultimi
fiotti di sangue, e glielo spalmai sulla faccia e
sulla bocca. Poi la baciai, sentivo il sapore del suo
sangue e la sua anima che fuoriusciva dalla sua bocca.
Altre parole in abissale e lei morì. Non aveva più
anima, ma solo gli occhi sbarrati in un espressione di
puro terrore. Lasciai là il pugnale e ammirai la mia
opera. Affogai un'altra esclamazione in infernale con
una risata. Ero contento ed eccitato della mia opera.
Il ritorno a Zenthil Keep fu facile, è la inizio la mia carriera
di Zentharim. In principio fui una guardia, ma quel vecchio
chierico lo ripeteva spesso, la gente "superiore" non è fatta
per restare al proprio posto. Bastava attendere l'occaione giusta
una battaglia forse. E capitarono, ne capitarono molte.
La Gloria era iniziata, la sua abilità in guerra gli garantì i gradi
superiori ad un soldato, ma fu quando era ormai un condottiero.
Ormai non badava ad alcuna regola, non si contavano i Dragoni
Purpurei morti per mano sua, era uno dei guerrieri più abili.
Dinchè non incontrò una donna, aveva un volto familiare,
capelli biondi e una carnagione pallida, profondi occhi verdi,
e una monetina appesa al collo. Non era lei, non poteva essere
quella che aveva uccisa, infatti non lo era, era un altra donna.
Una sacerdotessa di Tymora, la considerava infima, aveva gia
sconfitto una sua seguace, ed allora era solo un ragazzo.
Quando la incontrò era solo, ma non conosceva il suo potere
la attaccò, forse per odio, forse per riprovare l'ebrezza che provò
molto tempo prima, non è dato sapere questo. L'unica cosa certa
è che perdette quella battaglia, il potere della sacerdotessa lo schiacciò.
Ma lui sopravisse, e si rese conto di una cosa,
non sarebbe più bastata la sua bravurà con la lancia, doveva
suggellare un patto col Nero Signore, e fu quel vecchio chierico
ormai morente, a iniziarlo alla vera strada del potere.
Il patto era solo uno, fedeltà cieca e sangue, Alaric aveva gia dato
la prima, ma non aveva mai versato il suo sangue per Bane.
Sarebbe diventato un suo campione, ma prima avrebbe dovuto colpirsi,
colpirsi con l'arma sacra del suo signore, l'arma che lui avrebbe sempre
usato, l'arma dalla quale non si sarebbe mai dovuto separare.
Si colpi, con tutte le sue forze, la sua schiena grondava di sangue
e il sacerdote guardava soddisfatto la scena. Si allenò duramente con
la mazza (:sisi:), scopri solo dopo che quella sacerdotessa era stata
uccisa, portata con l'inganno sino al cospetto della prima sacerdotessa
di Beshaba e li sacrificata a lei. Aveva ottenuto quel potere solo per sconfiggere lei, e adesso cosa avrebbe fatto?
Il Consiglio superiore lo aveva rimosso dal ruolo di condottiero per
affidargli qualcosa di più "degno", ma non gli avevano ancora
comunicato nulla. Rimase dunque a Zenthil Keep, e aspetto il suo
incarico, un incarico che arrivo presto, gli fu incaricato di uccidere
un altro cavaliere, era un membro dell'Alleanza dei Lord, era stato
segnalato segretamente da un "Figlio dell'Oscuro" infiltrato
nell'alleanza segretamente. Lavorava come capo della milizia in un
vilaggio vicino Waterdeep, in realtà era solo una copertura,
fu sufficiente scatenare qualche disordine in città, uscire velocemente
dalla boscaglia e colpirlo con la lancia da cavaliere, per poi fuggire
uscendo dalla portata di tiro delle balestre dei miliziani.
Doveva essere semplice, affondo pesantemente la lancia nella carne
del cavaliere, ma egli era riuscito a sopravvivere, la lancia non era
riuscita a rapassare l'armatura del cavaliere, ma perchè?
Solo da vicino triuscì a osservare il simbolo di Lathander che brillava
in evidenza sul corpetto di ferro luccicante, non era una comune
armatura, era intrinsa del potere del mattino.
Estrasse la mazza (:sisi:) e lo colpi fortemente, ci volllero tre colpi
mirati al volto del cavaliere per ucciderlo.
Ma un balestriere riusci a colpirlo, e solo fortunatamente gli
altri lo mancarono e riusci ad allontanarsi dalla portata di tiro
ferito gravemente da una balestrata portò il successo di
fronte al consiglio, era andato tutto liscio, e gli fu offerto denaro
per quella vittoria ma lui lo rifiutò, e gli porse la mazza (:sisi:)
chiedendo che venisse incantata non da un mago,
ma dal potere di Bane. Non si era mai confrontato con un potere
sacro, aveva visto armi incantate dai maghi, ma non aveva mai
brandito un arma maledetta dal suo signore, affinche potesse
estirpare quei paladini fanatici dal Toril, era alla disperata ricerca
di potere divino ormai, il Consiglio acconsentì.
Era ormai uno Zentharim esperto, esegui altri compiti di minore
importanza e li completò tutti. Adesso all'età di 31 anni aspira a diventare
castellano e a asotrarre a Scyllua Darkhope il titolo di campione
degli Zenth.
so che è scritto na schifezza, cerca di capirmi.. ^^
ho fatto il tutto in meno din un oretta..
ciauz...
. Ora come ora mi servirebbero png di 7°-8° livello, chie è interessato e/o non ha nulla da fare mi può scrivere qui i png, mi può dare consigli o può mandarmi un MP.
) avrei già finito di preparare png per un annetto o due... 