Per la vostra gioia ho aggiunto l'inizio!
Un ragazzo incappucciato correva in un corridoio di pietra immerso nel buio, reggendo in mano una lanterna tremolante. Si fermò davanti alla prima porta a sinistra del corridoio e la scrutò a lungo, sovrappensiero. La porta era semichiusa e da uno spiraglio usciva un morbido fascio di luce dorata. Era il luogo dell'appuntamento. Il ragazzo spinse la portà ed entrò furtivamente, attento a non fare rumore, e guardandosi intorno con circospezione.
Il magazzino scolastico era deserto ed angusto, rischiarato solo in parte dalla luce dorata di una lanterna appoggiata sul davanzale della finestra. La finestra aveva una grata, dalla quale passavano a stento i perlacei raggi lunari, e dava su di un rigoglioso boschetto di ombrellifere.
Una giovane ragazza era appoggiata al davanzale intenta ad osservare le cicute che ondeggiavano dolcemente alla brezza autunnale. In una delle mani esili reggeva la lanterna, in un'altra una sorta di catenella d'oro non ben distinguibile. Il ragazzo le si avvicinò e posò la lanterna sul banco vicino, rivelando la sua presenza alla ragazza. Lei lo stava aspettando da tempo, ma sussultò ed esclamò sorpresa:"Oh! Sei tu! Mi hai spaventata, sai? Allora, perchè hai chiesto di vederci qui a quest'ora della notte? Che cos'è che devi dirmi?". Sorrise con la sua bocca sottile, rossa come le fragole boschive, rivelando i denti candidi e perfetti. Quel sorriso gaio e mite che sempre portava calore non riscaldò il cuore del ragazzo. I tratti bellissimi del suo volto statuario, dotato della gelida perfezione propria delle statue greche, si deformarono orribilmente e gli occhi cerulei freddi e gelidi come l'inverno si riempirono di una luce folle, quasi maligna. La ragazza ebbe paura e si scostò un po', poi chiese nuovamente con la sua voce calda e gentile, infinitamente dolce:"Cos'è che devi dirmi?". Il ragazzo allora le chiese con voce strozzata dalla rabbia:"Ami Naedercynn?". La ragazza divenne ad un tratto triste e turbata a sentire quel nome, e guardò con sofferenza il viso dell'amico. :"Io...tu lo sai che io ti voglio bene e te ne vorrò sempre, ma il mio cuore, sebbene Naedercynn mi abbia abbandonata, è ancora suo. Mi dispiace"aggiunse sinceramente dispiaciuta con la voce ridotta ad un sussurro.
Il ragazzo le si avvicinò con fare minaccioso e le chiese con voce mortalmente calma:"Perchè mi hai mentito? Non solo mi illuso per poi farmi scoprire di amare un altro, ma non mi hai nemmeno detto che in realtà non sei una folletta pura, ma una mezza demone. é vero?"
La ragazza indietreggiò con aria spaventata fino ad appiattirsi contro la parete, terrorizzata dal bel viso di lui fattosi tutto ad un tratto turpe, e disse con voce flebile:"Si, è vero. Ma tu mi vuoi bene lo stesso, vero? Non ti importa della razza cui appartengo, vero? Vero?"ripetè ancora con voce supplichevole mentre lui le si avventava contro puntandole il pugnale alla gola.
Il ragazzo guardò la ragazza per un lungo istante, il suo minuto corpicino disteso a terra in un lago di sangue, i suoi occhi di un turchese intenso sbarrati e scevri della vitalità che sempre vi balenava, il suo visino color pesca tanto grazioso come quello delle bambole ornato da boccoli fulvi. Inorridito per ciò che aveva fatto, gettò a terra il pugnale e scappò via dileguandosi nelle tenebre della notte.
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meloth il mer dic 19, 2007 00:55, modificato 3 volte in totale.