Edit: Segnalo in rosso le parti che ho corretto
Una lieve brezza si era alzata sopra la vastità del mare, una brezza che lentamente si posò anche sul suo viso. Vi erano traccie di dolore e di sofferenza, ma vi era anche un'espressione rilassata e vittoriosa; sul corpo erano evidenti delle ferite che le avevano lacerato tutti i vestiti, lasciando così scoperta parte della sua pelle diafana.
Un lupo lentamente le si avvicinò e la annusò; poi, delicatamente, prese a leccarle il viso nella speranza forse che si potesse svegliare. Ma un rumore lo spaventò, e silenziosamente fuggì via.
Lei con fatica aprì gli occhi. Il rumore era riuscita a svegliarla. All'inizio non capì dove fosse e per quale motivo fosse lì. Poi ricordò.
La battaglia contro il ciclone era stata furibonda, le sue spire e i suoi vortici l'avevano spossata, ma la forza della sua disperazione aveva fatto sì che non crollasse. I colpi
che gli aveva inferto erano colpi che si riflettevano anche su di lei, con forza e velocità maggiore; nonostante ciò, non aveva desistito, perché sapeva che era l'unico modo per riuscire ad annientare
questo avversario, che diabolicamente era intorno a lei, dentro di lei.
Proprio quando oramai era sfinita, e sentiva che non ce l'avrebbe fatta ad andare avanti, il ciclone
aveva perso. La sua spinta e la sua forza erano finite, i colpi di lei avevano raggiunto il
suo cuore, la fonte della sua forza infernale; non gli restava che arrendersi alla vincitrice, lei, una semplice umana. Mai un ciclone era stato sconfitto da un umano, una sconfitta del genere sarebbe stata memorabile, la vergogna che ne sarebbe derivata non sarebbe mai morta.
Mentre lei era sopravvissuta. Emaciata, ferita, stremata...ma era viva.
Il rumore si fece più vicino a lei, finché un viso non le si parò davanti agli occhi. Era un ragazzo con grandi occhi neri, che ora la stavano fissando con profonda intensità. Non disse nulla, semplicemente la prese tra le sue braccia e cominciò ad incamminarsi. Verso dove non lo sapeva. Ma la cosa non la spaventava. Ormai nulla avrebbe più potuto spaventarla.
Quando si svegliò, la prima cosa che notò fu l'intenso profumo di fiori. Poi aprì gli occhi e si alzò a sedere. Lentamente si guardò intorno, con atteggiamento guardingo e sospettoso. La sua spada era ancora lì accanto a lei, segno di fiducia oppure - pensò lei - di distrazione.
Si trovava in una capanna molto rustica e molto semplice: un letto, un tavolo e un paio di sedie, una sorta di cucina. Nulla di più e nulla di meno.
Agrottò la fronte, chiedendosi in quale luogo fosse finita, se l'essenziale poteva bastare a vivere. Si alzò dal letto e cercò la porta, ma non la trovò. Stupita e perplessa, guardò verso il tetto, poi, non trovandola ancora, puntò il suo sguardo verso le finestre; lestamente si avvicinò per aprirle e poter togliere il disturbo, prima però guardò verso il basso, per capire quanta distanza c'era tra la finestra ed il terreno. Le sue pupille si dilatarono all'improvviso per lo stupore: la capanna - che finora aveva creduto tale - era in realtà una palafitta, ed ora si trovava a parecchi metri da terra. Velocemente si ritrasse, tenendo ben salda la spada che l'aveva aiutata a vincere.
"Perché continuare a fuggire?"
La voce la colse così di sorpresa che si girò di scatto e puntò la spada alla gola del giovane che l'aveva portata lì. I suoi occhi erano di un nero sorprendente, profondi e quasi inquietanti; in quel momento stavano frugando nei suoi immensi occhi verdi alla ricerca di chissà che cosa.
Nonostante avesse una spada alla gola, il giovane non sembrava minimamente impaurito: continuò a guardarla con curiosità e nel frattempo avanzò verso di lei.
Lei lentamente cominciò ad abbassare la spada ma non la guardia, e senza perderlo di vista, arretrò verso la porta che l'avrebbe condotta a terra.
Il giovane non fece nessun movimento, tranne lasciarle via libera, quasi come non gli importasse più nulla di lei. Avendo ormai la porta, l'uscita vicina, lei con uno scatto fulmineo ripose la spada e si calò giù per le scale, fuggendo così da quel giovane che, chissà come, le aveva fatto provare un tale grande timore.
Appena toccò il terreno, cominciò a correre, senza mai voltarsi, fino a quando non udì la voce del giovane: "Non raggiungerlo". Sì voltò, credendo di vederlo accanto a sè, ma si accorse che il giovane era alla finestra della sua palafitta e la guardava intensamente.
Non capendo a cosa si riferisse, si girò nuovamente e ritornò a correre.
Questo é il seguito ^^ Devo dire che forse é riuscito molto meno meglio del primo, non ne sono particolarmente soddisfatta. Qualsiasi aiuto vorrete darmi, sarà ben accetto
Vediamo voi comunque che ne dite
Ultima modifica di
Abraxas il mer giu 18, 2008 14:56, modificato 1 volta in totale.