seconda parte
I giorni passarono ed io ed il mio compagno Elfo diventammo buoni amici.
Man mano che si riprendeva dalle sue ferite e fu di nuovo capace di parlare e camminare, mi raccontò delle terre da cui veniva, della sue gente e.. del suo amore: Eresse. Come il nome di Haryon suggeriva egli era veramente un Principe: il Principe di tutti gli Elfi, e si era innamorato di lei in una delle tante cerimonie che suo padre il Re teneva in Primavera.
<<Lei era splendida... trovare parole umane per descriverla è praticamente impossibile per me, sebbene conosca e parli la vostra lingua da molti e molti anni.>> Mi disse, il giorno in cui mi raccontò la causa di tutti i suoi problemi.
Lei era la figlia minore di una famigli aristocratica Elfica e lui l'avrebbe sposata nel primo istante in cui la vide... se non fosse stato per il fatto che Haryon era già stato promesso dai propri genitori alla sorella maggiore di Eresse: Arin.
Haryon ed Eresse chiesero ai loro genitori di annullare il matrimonio del Principe, ma nessuno ascoltò le loro preghiere.
Nonostante ciò nessuno dei due voleva arrendersi al loro triste fato.
Il giorno delle nozze una lunga processione sarebbe dovuta partire dal palazzo di Haryon per raggiungere i Giardini Reali dove si sarebbe tenuta la cerimonia. In testa alla fila vi era Re Thorne, il padre di Haryon. Non appena egli giunse presso la stanza del figlio ed entrò, fu terribilmente scoccato nel vedere che all'interno non vi era nessuno. L'unica cosa che egli aveva lasciato era un piccolo biglietto che diceva:
"Perdonami, Padre. Ma non sposerò qualcuno che non amo. Addio."
In quel preciso istante la madre di Eresse irruppe, gridando che sua figlia era scappata nella notte, senza dire a nessuno dove era diretta.
Così ebbe inizio l'avventura di Haryon ed Eresse.
Corsero, corsero, corsero, corsero per miglia e miglia, cercando di scappare dalla furia dei genitori, ma le guardie reali avevano ricevuto l'ordine di trovarli... e ucciderli. Proprio per questo motivo avevo trovato Haryon che giaceva nella fonte vicino alla mia fattoria.
Proprio lì Haryon si era scontrato con le guardie per permettere ad Eresse di mettersi in salvo, ma aveva fallito. E ora non sapeva dove si trovasse il suo amore. Questa, e non le sue ferite, era la vera ragione della sua agonia.
Una notte, dopo la terza settimana che Haryon aveva passato da noi, sentii un rumore provenire da sopra le scale, dove lui dormiva. Presi il coltello che tenevo sempre sotto il cuscino e salii al piano di sopra. Quando giunsi in cima vidi una luce evanescente venire da sotto la porta della stanza. Qualcuno stava parlano. Riconobbi subito la voce di Haryon, ma l'altra era troppo basse perché io la potessi udire. Mi misi dietro la porta e cercai di vedere attraverso la toppa cosa stesse succedendo dall'altra parte.
Haryon sedeva sul letto, le sue braccia stringevano qualcosa che non potevo vedere, ma che identificai come la fonte della luce. Subito dopo, l'Elfo si girò verso di me. Mi buttai a terra, spaventato al pensiero che mi avesse visto. Poi udii la sua voce che mi chiamava: <<Vieni qui, Ayden... voglio presentarti qualcuno...>>
Aspettai qualche lungo secondo, poi mi alzai ed entrai.
I suoi occhi erano raggi di luna.
I suoi capelli più brillanti delle cascate in Primavera.
Le sue labbra rosse come il sole al tramonto.
La sua pelle bianca come la neve.
Lacrime scendevano lente dai suoi occhi, mentre un sorriso le illuminava il volto e l'intera stanza.
<<Lei è Eresse, amico mio...>> Potevo a mala pene udire le parole di Haryon poiché non riuscivo a distogliere la mia attenzione da lei... lui aveva ragione: non c'erano parole umane per descrivere la bellezza di Eresse. E mai ci saranno.
<<Salute a te, Mortale! Ti ringrazio per aver curato il mio amore. Cosa posso darti in cambio della tua infinita cortesia?>> Disse, avvicinandosi a me.
<<L'unica cosa che voglio, mia signora, è sapere che non dimenticherò mai la vostra bellezza!>>
Le risposi, senza distogliere lo sguardo.
<<E così sarà, mio caro. Gli anni passeranno, ma tu non dimenticherai mai un singolo istante di questa notte, ma altrettanto non sarà per i tuoi genitori e per coloro che hanno visto il mio amato Haryon...>> continuò, girandosi verso l'Elfo. Non l'avevo mai visto così felice dal giorno in cui l'avevo incontrato.
<<Ora dobbiamo andare. Ce ne andremo dalla tua casa e non torneremo più, Ayden, ma se terrai il ricordo di noi con te, la tua vita sarà piena di felicità e di fortuna. Che il tuo cuore sia benedetto per sempre. Namàrie, amico mio...>>
La luce che li circondava si fece ancora più intensa, finché tutta la stanza non divenne completamente bianca. Chiusi gli occhi per un secondo e quando li riaprii era già mattina e mi trovavo nel mio letto. Mi precipitai su per le scale ed entrai nella stanza di Haryon... Lui non c'era più. Mi avvicinai al letto e vidi un leggero luccichio provenire da sotto al cuscino. Lo sollevai e trovati un piccolo ciondolo d'argento con una gemma blu al centro.. era il medaglione che Haryon portava sempre. Lo presi e lo tenni sempre con me per tutta la mia vita.
Molti anni sono passati e la mia vita sta giungendo al termine. Ho visto terre lontane e mari, ho incontrato persone e sposato una donna bellissima che mi ha dato tre figli. Nessuno dei miei parenti o amici si è mai ricordato di Haron e dei giorni che egli passò a casa mia, ma io ho sempre tenuto il suo ciondolo con me.
E anche ora, dopo così tanti anni, posso ancora vedere i volti di Eresse ed Haryon che vegliano su di me dalle stelle.
FINE
Scusate ma ho dovuto spezzarlo perché era troppo lungo! ^^
A voi la parola ora!