Qui potrete scrivere le vostre poesie o i vostri poemi epici che magari abbiano come protagonista (o antagonista) un elfo scuro o un vampiro. "L'arme, gli eroi, e i drow io canto..." ^_^
ven set 25, 2009 16:55
[...]
- La polvere. La polvere sta coprendo tutto quello che conosco ed altro.
- La polvere non può coprire tutto.
- Sei troppo ottimista. E non sai un bel niente della polvere e dei segni del tempo.
- Cosa dovrei sapere? Alla fine la cosa che ti fa davvero male è il non potere ammettere a te stesso che la vita si riassume in alcuni piccoli semplici bisogni. E che non sei in grado di soddisfarli.
- Una volta mi sono fermato a pensare ai bisogni semplici.
- E cosa ne hai concluso?
- Avevo bisogno di un obiettivo. Me ne sono dati tre. Ecco un bisogno semplice.
- Dunque? Hai raggiunto i tuoi obiettivi?
- Il primo era avere almeno un obiettivo. Avendone trovati tre ti ho già risposto.
- Continua.
- Gli obiettivi erano difficili… uno di questi consisteva nel cercare una via nelle mia vita. Qualcosa che appagasse il mio spirito e che non mi desse solo il pane quotidiano.
- In questo hai avuto successo?
- Sì. Ho trovato una via. E un modo di vivere. Ed attenendomi a quella via ho ingannato i costumi e le falsità proprie del nostro tempo. Non ho avuto necessità di conformarmi. Ed al tramonto di ogni giorno ho potuto chiamare il mio nome e riconoscere la mia immagine, come contrasto, tra milioni di altre.
- Non mi sembri un uomo che debba lamentarsi.
- Non ho finito. Un altro obiettivo era quello di trovare una donna che potesse capire ciò che cercavo di fare ed aiutarmi nella via della costruzione dell’uomo che avrei voluto diventare.
- E l’hai trovata?
- Ne ho trovata una per ogni momento della mia ricerca. In ogni fase il costrutto della mia persona prendeva forma e aveva luci e suoni diversi. Le donne che ho avuto hanno saputo vivere in armonia ciascuna con l’era della mia crescita che le era propria. E così siamo cresciuti insieme.
- Non riesco a crederci. E hai di nuovo avuto fortuna.
- Non ho ancora finito. Come ultimo, ma non meno importante scopo, avrei voluto portare con me un buon amico che mi stesse accanto fin dai tempi della mia giovinezza. Ne ho trovati cinque.
- Mio Dio! Non sei stato che corrisposto per tutta la tua vita. Forse non ti capisco eppure niente di tutto quello che dici ti rende disgraziato. Perché vuoi apparire come tale?
- Io non appaio. Io sono. In ogni tempo sono sempre stato ciò che ho potuto essere, ed in certi casi dovuto essere. Sono stato forte per me. Sono stato forte per gli altri. Ma nulla di quello che ho costruito è durato. Ed ora inesorabilmente il tempo sta inghiottendo tutto intorno a me. Ho sempre pensato che dietro una sontuosa porta dovesse trovarsi una dimora splendente. Ma io apro le porte di me stesso e vedo la rovina dietro cancelli di pietra e d’argento. E come se nulla di ciò per cui ho faticato finora avesse avuto un senso reale. Per cui lentamente ho smesso di costruirmi e di crescermi, e di nutrirmi dei miei desideri. La polvere ed il tempo hanno eroso ed intaccato ogni parte di me, per modo che i miei pochi anni ora sembrano decenni. Ed il dolore ora si mescola con l’angoscia.
- Ma non avevi alcun motivo di smettere di costruirti! Sei qui e sei vivo e per poco tempo! Solo questo conta. Non puoi basare la tua vita su ciò che hai costruito. Tu sei niente, fatto di niente e pertanto generi artifici di nulla nel mare del mondo. Noi tutti siamo sagome, ombre di chissà quale vero oggetto lontano. E tutto ci passa attraverso quando abbiamo la netta sensazione di poter modificare il mondo in cui siamo nati.
Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i nostri più acuti desideri. E sai che rimane alla fine di vero in tutto questo?
- Che cosa rimane?
- L’ego. Il proprio io. La vera pagoda, la vera chiesa, la moschea, il tempio, lo ziggurat sulla cui cima forse, e beninteso ho detto forse, potrai trovare una traccia, una voce, un segno della presenza di quello che chiamiamo Dio. Ma neanche quello ti darà le risposte che cerchi.
- Perché?
- Perché continui a fare le domande sbagliate. La pioggia entrerà nel tuo cuore inumidendo fresche giornate di primavera. Riuscirai solo a trovare un modo per sbiadire, come immagine a questo mondo prima di ottenere il disfacimento della carne.
- Non ottenere risposte alle proprie domande non significa farle sbagliate.
- Non sempre, è vero. Ma se il tempo davvero ti sta consumando e i tuoi cancelli d’argento nascondono solo rovine e deserti bianchi, forse non hai chiesto ciò di cui hai bisogno. Hai parlato di obiettivi e di conquiste. Ma quali tra queste ha reso di te l’uomo miserabile che ora vai lamentando di essere?
- Nessuna.
- Allora entra in te stesso come un generale vittorioso e non come un’ombra delle paure che neanche conosci. Sei per caso spaventato da ciò che sei diventato? Diventa uomo. Ti sei accorto che c’è ancora da lavorare in te? E allora fallo. Lavora.
- Perché?
- Potrebbe essere la vera soluzione definitiva. Sei un uomo perfettibile e mai perfetto. Così sono gli uomini. Così va il mondo. La polvere copre le cose ed il tempo scorre via veloce. Non sta a te cambiare l’ordine dei sistemi del mondo. Hai mai visto un capitano di vascello fermare l’onda ed invertirla a suo piacimento? Egli sfrutta le forze del mare senza odiarle. Sapeva esattamente a cosa anadava incontro mettendosi per mare e non rifiuta le conseguenze delle sue scelte. Devi decidere tu. Invece che fare domande al vento. Scegli se sei il capitano della nave o se sei un passeggero occasionale che si sporge per vedere se davvero l’acqua dell’oceano è salata e nello sporgersi cade in mare e affoga nell’oblio e nella sconsideratezza dei suoi dubbi.
Non vi sono mostri marini e nemmeno sirene bellissime. C’è solo il neropece dell’oblio delle profondità marine. Non creare mostri di fantasia. La vità di per sé è un’ostacolo. Non occorre che immaginiamo che sia più alto o più lungo di quanto essa realmente sia.
[...]
ven set 25, 2009 19:47
Veramenteun bel testo!
Lo stile è scorrevole e piacevole da leggere, il fatto che sia dialogico aiuta molto la comprensione e la velocità.
Pare quasi un monito a tutti quanti...io lo colgo e lo metterò a frutto ^^
Grazie per averci resi partecipi
ven set 25, 2009 20:01
Leggerò anche il tuo lavoro Halbryno, il drow non albino! Non temere! =)
dom set 27, 2009 22:31
...ed alla fine dei tempi, tra polvere e nebbia, quel che resta impresso nell'ultimo singulto di vita è essersi resi conto che si può aver sbagliato tutto o molto, ma ci si aggrappa alla certezza tangibile di non esser mai andati contro noi stessi...
E' molto, molto, molto bello =) .
lun set 28, 2009 08:57
Sapevo che qualcuno mi avrebbe battuto sul tempo nello scrivere un mono-dialogo tra parti della stessa personalità. maledetta la mia pigrizia.
Ottimo lavoro Halbryn
mar set 29, 2009 00:17
Interessante davvero. Spesso provo sensazioni simili, un senso di vuoto e di inutilità. L'ho trovato scritto in modo tanto diretto che mi pareva un'intercettazione mentale.
Mi associo ai ringraziamenti per aver voluto condividere con noi.
mar set 29, 2009 10:16
Non ho parole per i vostri commenti... Grazie a tutti voi per la pazienza di aver letto queste poche righe. Esse fanno parte di un corpus più ampio. Ho avuto un po' d'imbarazzo nel temere di non essere compreso. Mi sbagliavo ad ampio raggio. Un grazie sentito per ciascuno delle vostre parole e per non avermi fatto sentire in imbarazzo.
Grazie in particolare a Mirshan. Il brano estratto qui di seguito è dedicato a lei in suffragio per le sue attuali vicissitudini.
*Inchino*
mar set 29, 2009 17:12
Oddio, troppa grazia, non credevo che una lite con una sorella dispotica potesse creare tanto, sapevo che la Roberta sarebbe stata utile prima o dopo

.
mar set 29, 2009 17:46
E' incredibile cosa può scatenare la caduta di piccoli sassolini in montagna.....
Giochi di parole a parte te la sei meritata.
"De misteriis...."

Doh!
sab ott 17, 2009 15:54
Lo trovo molto profondo: nessuno è perfetto, tutti sono perfettibili. Niente è da conquistare e tutto può essere conquistato... La volontà controlla l'esistenza.
Mi è venuto in mente il "Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere" di Giacomo Leopardi. Vedere cosa si è fatto, cosa si potrebbe fare... La propria condizione è migliore di quella di qualcun altro? C'è qualcuno appagato e soddisfatto della propria esistenza?
Bravo Halbryn, i miei complimenti, per quel che possono valere =)
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