EDIT: rivisionato dialogo 1° 1
La figura incappucciata camminava spedita sotto la pioggia.
La cittŕ era pervasa dagli odori tipici della primavera appena iniziata, ma il vecchio inverno con prepotenza sembrava non voler lasciar il posto alla rinascita e alla nuova vita.
Di qua e di la varia gente correva di fretta nel tentativo di non bagnarsi, c'era poi chi sbraitava al cellulare incurante della pioggia o chi furente con il cielo si lamentava della pessima giornata inutilmente. Il ragazzo che non dimostrava più di una ventina d'anni, si muoveva con il passo sicuro di chi cerca qualcosa ed è a poco dal trovarla, fondendosi con le ombre dei vicoli, come mosso da uno spirito guida.
Passando per una stretta viuzza appena transitabile da un'utilitaria, notò un particolare che ad un passante casuale non sarebbe balzato all'occhio.
Un numero civico, per la precisione il quello fra il 78 e il 74 non era presente. Strano a dirsi, ma fra i due numeri civici c'era un piccolo divario, largo abbastanza da far passare un dito o due. Entrambi gli edifici appartenevano ad uno stile arcaico rispetto al resto dell'urbanistica cittadina, ed entrambi erano disabitati.
Passando oltre un po' per la pioggia incalzante un po' per un misterioso timore, il ragazzo proseguì per la sua strada, poi arrivato difronte al negozio si tolse il cappuccio ed entrò.
Ad un passante sarebbe apparso come un giovane del viso poco curato e la barbetta appena accennata incolta, un look che tutto sommato lo rendeva più maturo ma al contempo donava una pennellata di puerilitŕ all'insieme.
Non era ne grasso ne magro, e di certo non era muscoloso, ma uno sguardo guizzante e profondo dava idea dell'animo ribelle e arguto, quasi saccente, che possedeva.
I capelli erano corti, quasi rasati. Gli occhi erano nocciola, tendenti al nero e i lineamenti erano squadrati ma non troppo marcati dal tempo. Il naso era squadrato quanto il resto dei lineamenti, e conferiva una certa asprezza allo sguardo d'insieme.
I vestiti poi lo identificavano come un anticonformista, scadendo così nel paradosso, confermando gli iniziali dubbi sull'animo del giovane.
All'interno della stanza, lo sguardo reattivo si addolcì, come quello di chi rivede amici e parenti.
L'umidità proveniente da fuori diede una folata d'aria fresca nell'ambiente polveroso.
Pile e pile di libri coronavano pareti e scaffali e una cabala di eruditi dialogava amabilmente con il proprietario della libreria.
Non appena la porta fu richiusa accompagnata dallo suono dei campanelli all'entrata, da dietro il bancone giunse una voce gioiosa:
-mio giovane amico, vieni, vieni qua, qual buon vento ti porta?
-solo una visita veloce vecchio mio, sono di fretta, hai per caso trovato quel libro che ti avevo richiesto?
Una luce si spense negli occhi del negoziante che ormai aveva superato la cinquantina.
Passatasi una mano fra i capelli brizzolati fece cenno di seguirlo nel retrobottega.
Una volta soli, l'uomo parlò nuovamente, come se dovesse fare una cosa controvoglia.
Anche lo sguardo del ragazzo si era amareggiato, con il presentimento che non avrebbe messo mano sull'agognato tomo.
-Ormai ci conosciamo da tanti anni, sei cresciuto qui dentro, da quando quello scapestrato di tuo padre ti ci lasciava le ore ma te non ti sei mai annoiato, ma oramai ti sei fatto grande ed hai iniziato a spingerti in un ramo della letteratura che non mi è mai piaciuto.
-Pa' è arrivato questo libro si o no?
-Ragazzo, grazie per saltare i convenevoli, un povero vecchio come me non ne ha bisogno..
disse con tono sarcastico cercando di spezzare la tenzione
Sbuffando il ragazzo continuò, stampando sull'uomo uno sguardo sorpreso, come se fosse stato pugnalato.
-Già, hai ragione. Il libro, Ora.
Il ragazzo aveva un'aria di sfida negl'occhi che allo sguardo d'insieme poteva anche donare fermezza, ma ad un esame più empatico rivelava l'animo puerile
-Come ti dissi tempo fa- proseguì il libraio con tono secco e quasi offeso - quel genere di letture non sono consone ad un ragazzo della tua età, e- si affrettò ad aggiungere - a nessun altro
-Paolo, - Calcando il nome per enfatizzare l'impazienza - non prendermi in giro, quelle sono storielle per bambini, non esistono libri pericolosi, quanto è vero che non esistono draghi, alieni e comunisti degni di questo nome, evitiamo stronzate.
Con uno sguardo di sfida poi incrociò le braccia, divaricando leggermente le gambe.
-vedo che il galateo non è il tuo forte eh, in ogni modo, il libro non è qui e mai lo sarà, quel libro è Pericoloso...
il giovane sbuffò ancora
-fai come vuoi, ma non dire che non ti avevo avvertito, sei grande abbastanza di assumerti la responsabilità di far venire ad un vecchio dei rimorsi, ho trovato chi può darti quel libro di cui ti sei perdutamente innamorato
-sai benissimo che la mia è solo curiosità dovuta al fatto che nell'ultimo libro che ho letto, c'erano un'infinità di citazioni di quel grimorio maledetto, non addossarmi colpe inesistenti Pa'
Fra se e se il giovane sapeva benissimo che il motivo non era solo quello, c'era qualcosa in quel libro agognato che non riusciva a comprendere, era come un magnete che lo traeva a se. Distogliendo velocemente lo sguardo dagli occhi del libraio che aveva intuito i recessi del suo desiderio, Enrico prese a fissare il pavimento polveroso, per poi far scrocchiare il collo con una mossa simile ad un tic nervoso.
-in ogni modo, mio sgraziato amico, questo è l'indirizzo della libreria dove potrai trovare quel che cerchi
Strappando il biglietto di carta dalle mani dell'uomo, Enrico si diresse spedito verso l'uscita, scostando il drappo scarlatto che separava il retrobottega dal negozio vero e proprio.
Il vecchio libraio, dando un ultimo sguardo verso la porta sovrastata dai campanelli chiudersi bruscamente, scuoté lentamente il capo.
Chi si credeva d essere quel vecchio! non era di certo suo padre e nemmeno lui avrebbe potuto fermarlo. Libri pericolosi, che sciocchezze.
Erik, come lo chiamavano i pochi amici che aveva, si diresse verso il negozio indicatogli dal libraio, con passo spedito sotto la pioggia che incessante continuava a cadere incessante come un muro d’acqua composto da miriadi di goccioline.
Una volta seguite le indicazioni, notò che la via gli sembrava stranamente familiare.
Doveva solo raggiungere il numero 76 del vico del gatto, solo che da quel che si era appena ricordato, questi non esisteva. Probabilmente Paolo gli aveva giocato un brutto scherzo, prendendolo in giro sperando che un giro sotto la pioggia gli avrebbe fatto cambiare idea.
Il problema in questo ragionamento era che il numero civico era effettivamente presente, e vicino ad esso penzolava una malconcia insegna con segnato “la pergamena scritta”.
Incredulo , il ragazzo ricontrollò la via più volte, eppure era certo ci non essersi sbagliato, quella era la via dove il 76 era mancante.
Aprì titubante la porta del negozio illuminato fiocamente da delle lampade offuscate dalla polvere, la porta cigolò in modo raccapricciante, come se le infliggessero i peggiori tormenti dell’inferno, ed Erik era restio a non fuggire, ma l’orgoglio lo colse e rimase fermo nella sua posizione.
Avanzando a passo deciso, da dietro una immensa pila di libri polverosi che sembrava che stesse per cadere da un momento all’altro, spuntò un uomo anziano, così anziano che sembraavere tante rughe per ogni anno passato in quel mondo, un po' come i cerchi nel tronco degl'alberi..
Questi era chino su di un grosso tomo, con gli occhi così socchiusi da far pensare al giovane che fosse morto, poiché nessun respiro sembrava muovere il corpo, finché, alzando lentamente lo sguardo, questi lo prese a guardare, rivelando un ardore nello sguardo così dissimile dall’aspetto esteriore che dava l’impressione di essere un animo forte intrappolato in un corpo troppo debole per sorreggerlo.
-desidera giovanotto?- come se ponesse una domanda a cui sapeva già cosa gli sarebbe stato detto in risposta.
Sempre più inquieto Erik resto per un'istante o due, che a lui sembrarono secoli, in silenzio per il disagio procuratogli da quell'insolito vecchietto.
-cercavo un libro, e mi è stato detto che posso trovarlo qui, è un libro molto antico è il De..
-De Arti Arcane; Guida alla magia nera, si lo possiedo ma purtroppo non è in vendita
Rispose l'uomo velocemente, più di quanto una vecchia e stanca lingua possa fare.
Erik era innervosito e a disagio, ma l'orgoglio, o forse la sfrontatezza e la determinazione sovrastavano tutto il disagio che poteva provare.
-sono sicuro che con questi non farà tante storie a darmi quel volume- disse gettando due centoni sul bancone polveroso
l'uomo rispose con una risata che non fece altro che far innervosire di più il ragazzo già al limite della corta pazienza.
-sciocco, credi forse che quel tomo possa essere davvero barattato con vile denaro?
l'incauto giovane serrò il pugno, sbiancando le dita.
Come se avesse notato il gesto del ragazzo, il vecchio sorrise, con il risultato di sembrare ancor più una tartaruga a cui avevano dato lo screpolante del decoupages, poi proseguì.
-quel libro vale molto più del semplice oro, o della carta straccia che mi offri. Quel libro vale vita e morte, sei davvero disposto a mettere in discussione tutta la tua vita per quel libro?
il vecchietto fissò negli occhi la parva anima, e quest'ultima percepi che il vecchio era più di quello che sembrava, gli occhi trasmettevano una vitalità da sembrare eterni, come se avessero visto tutto ed oltre il tutto. Erick ne rimase completamente sorpreso e sembrò per un momento desistere, sembrò comprendere che quel giorno era un giorno fatidico per la sua esistenza, sia che fosse stata piena o vana, ora aveva un'opportunità. Come se potesse leggergli nel pensiero il vecchio spinse più avanti il libro dalle lettere auree. Per tutta risposta, Erick lo prese, e seppe, seppe che ora erano finiti i giochi, ora era giunto il momento di crescere. O forse no?
Si ritrovò fuori fuori dalla libreria, avendo la sensazione di essere uscito come sovrappensiero, un po' come fa un sonnambulo. Una volta voltatosi verso quella che doveva essere l'entrata, il misterioso numero 76, questa era sparita.
il racconto è ancora acerbo, ma so che se trovassi l'ispirazione potrei fare un libro degno d'essere publicato *superbo mod off* il personaggio è volutamente ispirato a me stesso, con qualche tratto accentuato, e se freud mi leggesse allora avrebbe da ridire molto, in ogni modo, la storia del N°76 mi è davvero accaduta, non l'apparizione, ma effettivamente in un giorno di pioggia vidi un numero civico mancante in un vicolo, era il numero 76.