In silenzio, rimango nell'ombra ad ascoltare, ad osservare il tuo dolore. La perdita di chi ti ha dato il nome, un'amore incerto, a seconda dell'umore le urla soffocanti del tuo cuore, il mio strazio interiore. Non posso aiutarti, nè tendere la mano da questa mia prigione di riflesso. Attraverso lo specchio vedo scorrere la vita, in entrambe le direzioni sono queste le mie visioni. Mi strapperei il cuore dal petto se fosse necessario a salvarti, non esiterei un momento. Ti donerei un nuovo mondo, senza chiederti il conto dove saresti tu a decidere, come vivere e non gli altri, a manipolare i tuoi sentimenti in questa serie di avvenimenti. Nè sguardi spenti, nè sorrisi finti, niente giorni infuocati dai ricordi sbagliati. Romperei lo specchio in questo momento, ti abbraccerei, assorbirei ogni tuo tormento; avresti un attimo di respiro e l'accenno di un sorriso che incendia il paradiso artificiale, dove vivo, dove mangio, dove dormo. E se la creazione totale è la mia linfa vitale, tu illumini le mie giornate, il pensiero di te dipinge la vita con i suoi colori brillanti, in una tela a volte grigia, a volte nera. Sfioro il vetro, e vedo i tuoi occhi, mai uno sguardo triste nei miei confronti, dove la passione fa tremare il mio mondo, e fermare il tempo ogni secondo. Vorrei vederti felice, gridarti la soluzione, ma poche sono le risposte e sempre poco tempo a disposizione, in cui poco posso fare; ma sperare che i tuoi sogni si possano realizzare, questa è la tua strada. La mia aspirazione è incontrarti un giorno, rompere il vetro e sfiorare il tuo volto, anche solo un minuto; chiederti scusa, e per non averti capito, ma rimedieri contraccambiando con un sorriso.
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