Approfondisco leggermente la questione, esponendo un po' di pensieri miei =)
Lovecraft cita Machen in qualche suo racconto ed effettivamente ha una concezione cosmica particolare il buon vecchio Arciduca di Redonda (volendo posterò la recensione de "La nube purpurea, accennando qualcosa di Shiel, Re di Redonda), anche se non è sempre negativa come per Lovecraft; nella raccolta di racconti "Oltre la soglia" ci sono delle storie che fanno capire che ciò che "è" oltre a ciò normalmente si vede non è per forza negativo. "Il grande dio Pan" parla di questa possibilità di vedere una parte del mondo che ci è preclusa, una parte magica e selvaggia, e in questo caso anche pericolosa. Tratta degli argomenti molto simili a quelli di Lovecraft, anche se il "solitario di Providence" è rimasto sconfitto dal mondo reale, dalla sofferenza della sua vita e dal dolore che che consegue l'esistenza. La fantasia di Lovecraft è quasi sempre un'allegoria della vita, un'allegoria conscia ma anche inconscia tante volte (basti pensare all'onirico racconto Nyarlathotep), ma sempre un'allegoria. Lovecraft era ateo e tante volte prendeva in giro i vari "cultisti" (un caso fra tanti è il Caso di Charles Dexter Ward in cui cita terribilissimi libri, parole rovinose e termini mefistofelici, che sono sempre nomi di angeli, preghiere, giri di parole per dire Dio in ebraico etc etc), talmente ateo che le sue divinità sono cattive, ottuse o addiritture idiote
come il Grande Antico Azatoth. Machen sembra credere sul serio in quello che vede, secondo me ha una visiona più Romantica di Lovecraft, il mondo è più vasto di quanto noi possiamo immaginare: ci sono terribili abissi e vette celestiali, bisogna avere gli occhi per vedere e le orecchie per sentire.
Ho sproloquiato anche troppo, spero di non averla detta io la cappellata