“Oltre i ventisette reami, nel trentesimo regno”. Questo è il modo in cui, nelle fiabe russe, viene introdotto il territorio ove si nasconde il famoso “uccello di fuoco”, la terra dominata dal diabolico gigante-non morto Koščej (un vero e proprio lich con tanto di uovo-filatterio ove custodisce la sua anima), la landa per la quale la Baba Jaga si muove a bordo della propria casetta dalle zampe di gallina, il luogo dove pascolano i cavalli magici e i contadini scemi diventano zar.
Nello stesso modo mi piace definire anche il mondo fantasy che ho inventato, anche se poco ha a che vedere con la favolistica russa. Ho immaginato un’Eurasia preistorica, mi sono spinta fino alle sue estreme propaggini settentrionali e ho fantasticato su come gli antichi popoli vivessero la loro esistenza primitiva, secondo i ritmi eterni della terra, guidati da un atavici culti sciamanici. I mortali e gli Immortali nel mio mondo convivono apertamente nelle stesse tribù, e spesso sotto lo stesso tetto, anche se ci sono i primi, atroci segni delle future divisioni tra stirpi “elfiche” e “umane”.
I miei protagonisti appartengono alla stirpe degli immortali, dei Qvanmujas, e il lungo contorto cammino delle loro secolari esistenze si svilupperà tra guerre e selvaggi riti orgiastici, esaltazione mistica e vertiginose cadute nei più profondi abissi infernali.
In questo romanzo ho profuso tutto il mio amore per le leggende slave e antico-nordiche. Sarò ben felice se qualcuno vorrà condividere parte del mio immaginario.
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http://www.edizionimontag.com/shop/scheda.asp?id=199Presto sarà anche su IBS, unilibro e così via. E ovviamente in libreria...