Non hai scritto troppo, anzi!
Le esperienze degli altri sono utili quanto la lettura di un libro. Anzi, da informatico, un singolo manuale vale poco. Un esempio pratico vale molto. I suggerimenti di chi ha già affrontato il tuo problema, invece, sono oro!
Ora che ho sentito voi, vi racconto come sto organizzando io il mio lavoro da principiante.Innanzitutto sono uno di quelli che credono fermamente che "copiare" dai più bravi sia un ottimo punto di partenza. Con copiare non intendo ovviamente andare a fotocopiare una storia già scritta, ma stilisticamente ispirarsi agli scrittori che ci sono piaciuti e a cui le capacità mi permettano di avvicinarmi.
Ad esempio, adoro
Pennac ma non riuscirei a scrivere nulla nel suo stile!
Nel campo del fantasy, adoro
Jordan e la sua caratterizzazione infinita della psiche e delle movenze dei personaggi, con la capacità di farli diventare familiari, al punto da farti pensare (dopo 15 tomi da 800 pagine l'uno, chiariamo) di averli conosciuti davvero.
Tuttavia, penso di potermi avvicinare (passatemi il termine con la dovuta proporzione, eh!) più allo stile di Tracy & Hickman, quelli di
Dragonlance per intenderci. E' stata la mia prima saga fantasy di un certo spessore e ricordo come fossi rimasto affascinato dai personaggi semplici e ben delineati, così come dalla storia che tutto sommato non era un capolavoro, ma scorrevole e piacevole per un adolescente o giù di lì.
Rileggendo ora quei libri probabilmente li troverei semplici, forse. Ma è esattamente quello che vorrei, ossia una storia accessibile a tutti, con personaggi chiari e ben diversificati tra loro. Poco stereotipati, perché i
4 personaggi che ho messo in campo sono tutti molto particolari (sono pg da me interpretati, molto diversi tra loro, ma tutti abbastanza eclettici).
Per quanto riguarda invece lo
schema, essendo completamente niubbo, ho pensato a un canovaccio principale, schematico.
- Prologo
- Incontro
- Evento topico che scatena gli eventi
- Svolgimento delle battaglie/scontri
- Epilogo
Nel mezzo, è tutto fluido, nel senso che non so bene cosa succederà e come i personaggi interagiranno tra loro e con i tanti personaggi di contorno. Come dice Sheyraen, a volte vivono di vita propria, rivelando debolezze e fragilità che non conoscevo nemmeno io.
Per darmi una regola, comunque, e non dedicare troppo spazio a un personaggio o a un evento di "intermezzo" rispetto agli altri, ho deciso di dividere il libro in capitoli e mi sono imposto una lunghezza standard per tutti i capitoli (nel mio caso 16-17 pagine). In un capitolo può essere presente più di un evento, chiaramente, e ci sono blocchi separati che procedono in parallelo, coinvolgendo più personaggi distanti i cui cammini si intrecciano più avanti.
Se non avessi diviso il tutto il capitoli, avrei difficoltà a organizzare il lavoro, capire bene cosa è successo e quando, perchè non sto prendendo molti appunti a parte annotare tutti i personaggi e i luoghi, in modo da non fare confusione ed evitare contraddizioni.
Una delle cose più difficili, comunque, è scrivere un intreccio coerente senza errori logici. Nella mia storia ci sono un po' di complotti e controcomplotti, con storie che si accavallano e convergono verso un unico punto per cause più o meno fortuite... ed evitare forzature e
deus ex machina poco digeribili è una delle sfide più interessanti del tutto.
Lo scrivere diventa un gioco, un rompicapo da risolvere. Ed è questo che mi spinge ad andare avanti, pagina dopo pagina.