Power metal tedesco
Parte IV
HELLOWEEN
Ma passiamo ora al gruppo icona del power tedesco: gli
Helloween!!! Mai gruppo fu più contestato, mai nessuno ebbe un’esistenza più tormentata, ma nessuno mai ha avuto la capacità di cambiare e di risultare sempre vincente anche quando tutto sembrava perso!
L’avventura inizia nel 1985 con un mini lp (che verrà poi incluso nella versione speciale del loro album successivo,
Walls of Jericho) con un certo Kai Hansen alla voce ed alla chitarra, Michael Weikath alla chitarra, Marcus Grosskopf al basso ed Ingo Schwichtenberg alla batteria. Il 5 tracce d’esordio è veramente grezzo, ma le caratteristiche della band sono subito chiare: riff melodici e aggressivi, assoli velocissimi e virtuosi, voce acuta (ma un po’ sporca) ed un pizzico d’ironia. Fatto sta che, nonostante sia un album ancora acerbo, considero
Walls of Jericho la vera testata d’angolo del power teutonico! È inutile, miei cari seguaci della tecnica, che mi diciate che è pieno d’errori e che le linee di basso fanno ridere!!! Quest’album ti prende, ti sbatte contro l’armadio e ti fa cantare a squarciagola “Heavy Metal Is The Law”!!!!
Però, non so come e non so perché, dopo quest’album il buon Kai se ne esce dicendo che continuerà a fare il chitarrista e che abbandonerà il microfono per presunti problemi alla gola. Bisogna ammettere che lì per lì il gruppo quasi ci guadagna, perché, ingaggiando Michael Kiske, le linee vocali migliorano nettamente. Più pulito, più esteso, più potente… non c’è che dire: un cantante di prima qualità! E lo dimostrano i due concept album seguenti,
The Keeper of the Seven Keys part I e
part II! Qui si trovano i veri cavalli di battaglia del gruppo tedesco, quelle canzoni che li hanno fatti conoscere ovunque e che hanno fatto pogare centinaia di metallari in tutta Europa e non solo. Ma, si sa, quando si arriva in cima poi si cade.
I rapporti tra Hansen e Weikath sono sempre più tesi ed il buon Kai se ne va, fondando i suoi
Gamma Ray, mentre Ingo inizia ad avere dei problemi con droghe e depressione. In questi anni escono due album a mio avviso veramente pessimi:
Pink Bubbles Go Ape e l’orribile
Chameleon. Se qualcuno apprezza questi album non me ne voglia, ma a me fanno veramente cagare! Il metal se ne va letteralmente affanculo (chiedo scusa per il francesismo, ma quando ce vo’ ce vo’) e prende il sopravvento il lato melodico e burlonesco della band… davvero insignificanti!
Ma se pensate che il peggio sia passato vi sbagliate di grosso! La band va male e la tensione è alle stelle: Kiske viene additato come la mela marcia e se ne va dal gruppo, uscendo sul mercato con un album da solista, che dimostra come sia un buon cantante, ma che del metal non gliene freghi più nulla… un flop! Inoltre le crisi di Ingo sono sempre più acute e prolungate, finché non venne rinvenuto cadavere nel suo appartamento dopo essersi isolato dalla vita sociale.
Ma, si sa, non può piovere per sempre. Sotto la cenere la brace cova ancora e Weikath e Grosskopf si rimboccano le maniche per far risorgere gli Helloween… e ci riescono… cazzo se ci riescono!!!
All’altra chitarra mantengono Roland Grapow, che al tempo aveva preso il posto di Hansen, alla batteria arriva Uli Kusch (dai nemici/amici Gamma Ray) ed alla voce un certo Andy Deris (dai
Pink Cream 69, band che col metal ha ben poco da spartire).
Primi passi incerti per questa nuova formazione e periodo di rodaggio con l’album
Master of the Rings, ma si vede già che i cinque tedeschi ci stanno prendendo gusto. La voce di Deris è totalmente diversa da quella dei precedenti vocalist degli Helloween e lo si può notare nei tentativi di emularli: più dolce, più sporca, meno estesa… Ma qui si mostra la genialità del gruppo! Il tempo è passato ed è inutile scimmiottare i fasti di una volta! Una nuova vita ora! E funziona!!! Alla grande!!!
Già con
The Time of the Oath sfornano un album degno di lode (anche se ancora ci sono dei toni un po’ bassi), ma la consacrazione arriva con
Better Than Raw!!! Finalmente sanno come impiegare la voce di Deris nel modo migliore e si presentano con quest’album traboccante potenza e melodia… come si dice: evoluzione senza rivoluzione! È un metal diverso, ma è metal un bel po’!!!
Altro colpo di genio a seguire con
The Dark Ride: penso l’album di power metal melodico più oscuro che abbia sentito. L’anima nera degli Helloween, tutto il fiele e le amarezze dei periodi bui sembrano concentrarsi in questo disco, che risulta cattivo, violento e sinistramente melodico.
Dopo di questo altri lavori sono usciti del quintetto tedesco, che non fanno altro che confermare il buono stato di salute di una band davvero indispensabile per un metallaro come si deve.
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rose il mar nov 23, 2004 15:47, modificato 1 volta in totale.