Switch to full style
Discutiamo insieme i grandi temi di attualità: cronaca, politica, religione, eventi sportivi e tutto ciò che riempe le pagine dei quotidiani!
Rispondi al messaggio

Negare l'iniezione per far morire con agonia

ven mar 21, 2008 00:18

Sospese le cure, la signora Sébire è morta in casa propria circondata dai tre figli
Le ultime parole di Chantal: «Mi negano l'iniezione per farmi morire con agonia»
Lo sfogo della donna sfigurata da un tumore che aveva chiesto invano di poter essere sottoposta a eutanasia


Immagine


PLOMBIERES-LES-DIJON (Francia) — Chantal non soffre più. Le serrande del suo appartamento, piano terra sul canal de Bougogne, erano tutte abbassate, ieri mattina. «Adesso non c'è davvero più niente da dire», ci aveva risposto in un soffio al citofono il figlio Vincent, poco prima delle dieci.

Chantal Sébire è stata trovata morta nella sua casa di Plombieres-lès-Dijon. «Le cause del decesso sono ancora sconosciute. Faremo i prelievi e le analisi», dice il procuratore di Digione Jean-Pierre Allachi. La verità è che lei non voleva più vivere. Affetta da un tumore terribile che le aveva deformato il volto e le procurava dolori tremendi, si era rivolta al Tribunale di Digione per ottenere il suicidio assistito. I giudici lunedì gliel'avevano negato.

«Ho 52 anni, sono malata da quasi otto. Ho tre figli: Virginie, Vincent e Mathilde. La più piccola ha tredici anni. Mi sono sottoposta a tutte le cure possibili. Mi sono battuta per guarire, ho lottato, ho sperato, ho desiderato riuscirci. Ma ora che vita è quella che mi resta?», aveva protestato lei.

Martedì Vincent, il secondogenito, aveva aperto con stanchezza la porta bianca dell'appartamento numero 32. «Mamma adesso è a letto. E non so che cos'altro potrei dire, per lei». Parlava a bassa voce. In mano una spugna, indosso la tuta da ginnastica, la pelle viola devastata da un eritema. Dietro di lui, nel soggiorno illuminato dalla luce del pomeriggio, una ragazzina con gli occhiali sorrideva, sfoggiando l'apparecchio sui denti. L'unico segno di normalità nella casa che aspettava la morte. Chantal era nella sua camera. Due infermiere si alternavano per assisterla. Quella notte avrebbe dormito da lei la ragazzina dell'apparecchio, poi Vincent, naturalmente, che non l'ha lasciata sola un attimo durante l'ultima battaglia contro la giustizia francese.

«Le mie sofferenze psicologiche potrete immaginarle. I miei dolori fisici sono insopportabili. Allergica alla morfina, non ho modo di alleviarli. I medici propongono di indurmi nel coma farmacologico. Ma che proposta è? Come posso costringere i miei figli a vedermi in queste condizioni?», aveva spiegato Chantal. Era difficile guardarla in faccia. Il tumore che l'aveva aggredita al setto nasale, un neuroblastoma olfattivo, aveva stravolto il suo viso. Lei, già minuta, era smagrita. Non vedeva, non sentiva più i sapori, non riconosceva più gli odori. Ma era viva. «Come si può essere così ipocriti dal negarmi l'iniezione letale, e permettermi invece di rifiutare le medicine, i sedativi, l'alimentazione e l'idratazione artificiale, per morire in dieci-quindici ore, dopo un'agonia terribile per me e i miei figli?», si era sfogata. Alle 18 un medico e un assistente sociale avevano suonato alla porta. «Siamo qui per il controllo».

Madame Sébire aveva trovato un dottore disposto ad aiutarla: Bernard Senet. Avrebbe prescritto lui i dieci grammi di pentothal necessari per il suicidio assistito. «Ma la sentenza del Tribunale di Digione, lunedì, aveva chiuso ogni discussione. Non si può aiutare una persona a morire, così dispone la legge Leonetti, che contempla il rifiuto dell'accanimento terapeutico, ma non il diritto a morire con dignità, come ha chiesto la mia assistita», ha spiegato amareggiato l'avvocato Gilles Antonowicz, del foro di Grenoble. «Io domando di essere accompagnata alla morte come se fosse un atto di amore. Vorrei morire nella mia casa, circondata dai miei figli. Non voglio smettere di respirare dentro una stanza anonima di un hotel di Zurigo, né voglio impiegare mezzi che possano mettere a repentaglio la vita di altre persone o traumatizzare la mia famiglia», era stata la supplica di Chantal ai giudici.

Un gesto di amore. Come quello che Mina Welby ha compiuto per suo marito. Accettando, suo malgrado, la volontà di Piergiorgio di abbandonare il corpo che lo imprigionava. «Io non avrei voluto. Lo volevo lì con me, non volevo separarmi. Ma ho dovuto sostenere la sua decisione. Era il mio ultimo gesto d'amore», ha raccontato. Alle sette della sera di martedì, nel condominio basso di rue Weotenga, è entrata anche una ragazza con i capelli neri raccolti, il completo bianco da infermiera, un sacchetto in mano. «Vengo dalla farmacia, ho la medicina», ha detto al citofono. Dentro, Chantal Sébire si preparava a morire

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

ven mar 21, 2008 23:05

Personalmente credo di essere d'accordo con Chantal, anche se credo abbia necessitato di una grande forza d'animo per compiere un gesto del genere. Credo che in queste situazioni purtroppo vengano ad intrecciarsi campi legali, etici e morali che purtroppo su questioni del genere non combaciano. Mi duole ammettere in questo caso, che non accetare la richiesta di Chantal, sia stato un atto del tutto scorretto, anzi amorale, visto che era nel pieno delle sue facoltà mentali per poter decidere del proprio futuro - in questo caso la morte volontaria - senza dover rendere conto a nessuno se non ai suoi figli.
Poi, questo é il mio personalissimo parere ^^ spero di non aver urtato nessuno; nel caso mi scuso vivamente ^^

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

sab mar 22, 2008 17:10

Abraxas ha scritto:Mi duole ammettere in questo caso, che non accetare la richiesta di Chantal, sia stato un atto del tutto scorretto, anzi amorale, visto che era nel pieno delle sue facoltà mentali per poter decidere del proprio futuro.


Sbagli! Era folle ed eretica! :P :P

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

sab mar 22, 2008 23:42

Sbagli! Era folle ed eretica! :P :P


:damn: :no :wink:

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

mer mar 26, 2008 13:40

Leggendo questa notizia mi è venuto i mente uno spettacolo di David Cross, un grande comico americano che ha fatto una “schetch” proprio sull’eutanasia; in pratica ha finto un dialogo umoristico (per chi così lo voglia considerare) che secondo me fa proprio al caso..
.. semplificando perché cito a memoria…
X: non posso andare avanti con questa vita, soffro tutto il giorno, sono ormai quasi ridotto ad essere una pis&poo factory (non so come tradurlo) J
Z: ma.. non puoi chiedere di morire!
X: ma perché?
Z: perché lo dice la bibbia
X: ma io non sono cattolico!!
Z: ma io si sciocchino!!

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

mer mar 26, 2008 16:36

una tra le tante riprove dell'IPOCRISIA umana nascosta dietro l'etica e i "buoni principi" (si buoni per chi?) di chi stupra il coniglio in cantina, pero' poi la vita è sacra anche quando sei oltre la vita

Questa la chiamo CODARDIA in primis
Ma anche ARROGANZA, posto che i principi etici di Tizio sonop buoni per Tizio MA nessuno dovrebbe OSARE imporre il suo punto di vista unilaterale ad altri soggetti.... vabbè mi si dirà dov'è il confine nell'imporre ad altri il PRINCIPIO NON UCCIDERE e dove quello NON ABORTIRE o NON AUTOTERMINARTI, ma, dialettica e sofismi brillanti di simil-intellettuali a parte, esiste una sfera SOGGETTIVA entro la quale la mia signoria DEVE essere assoluta

Io non rompo le palle a te se voglio Morire perchè non ce la faccio più
Tu non devi rompere le palle a me, seduto nel tuo comodo salotto con 8 lifting, 4 cani e 3 mercedes se sono un vegetale umano e l'unicop atto di autodeterminazione rimastomi e che mi rende ancora UOMO è quello di decidere che voglio fare di me

Sic!

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

gio mar 27, 2008 21:38

temo il problema sia il solito...

che distanza c'e tra la sofferenza fisica e quella psicologica? chi mi impedisce di suicidarmi legalmente se la mia vita in generale e' una m***a?

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

dom mar 30, 2008 23:55

non mi pare quello fosse il caso.
E anche se poi fosse, se non causa danni ad altri, uno che si butta da un ponte o da un grattacielo è un criminale da braccare?

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

lun mar 31, 2008 02:29

Beh, a rigor legislativo sì, il suicidio è un reato perseguibile.
Solo che raramente rimane qualcuno da perseguire ecco...

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

lun mar 31, 2008 14:54

Dmitrij ha scritto:Beh, a rigor legislativo sì, il suicidio è un reato perseguibile.
Solo che raramente rimane qualcuno da perseguire ecco...

…a questo proposito vi faccio una domanda che c’entra e non.... qualcuno sa rispondermi come mai Gianluca Pessotto non ha avuto problemi giudiziari?

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

lun mar 31, 2008 16:37

Quoto una riposta attendibile. :)

Posso dirti per certo che il tentato suicidio non e' considerato reato.
Che in clinica psichiatrica ci vai se i dottori che ti salvano pensano che tu possa ritentare il gesto.
Per la legge e' vietato uccidere, quindi anche noi stessi, ma nel caso di riuscito suicido la pena se la sono gia' inflitta, nel tentativo non si viene perseguiti legalmente.
Questo se parli per le leggi che sono nel nostro codice civile e nella nostra giurispudenza.

Se la tua domanda e' piu' generale, posso dirti che il suicidio e' considerato peccato mortale.
Ed e' un gesto che la societa' non solo non capisce ma disprezza.
Io aggiungo, inoltre, che spesso sfugge che il suicidio altro non e' che il peggiorarsi, in maniera patologica, di una malattia subdola come la depressione.
Ne e' spesso una conseguenza diretta, come lo e' la polmonite di una bronchite mal curata. Non si possono dare in realta' giudizi morali.
Certo si sa che chi sopravvive ad un suicidio ha un fardello in piu' da portare con se.
Il dover spiegare, sopratutto a se stesso, come ha potuto voler rinunciare alla vita e a combattere.

Re: Negare l'iniezione per far morire con agonia

mar apr 01, 2008 18:51

Posso dirti per certo che il tentato suicidio non e' considerato reato.

Per la legge e' vietato uccidere, quindi anche noi stessi, [...] nel tentativo non si viene perseguiti legalmente.

Cioè è penalmente rilevante ma non si è soliti procedere, giusto?
Rispondi al messaggio