Al mondo ne esistono meno di 90 esemplari, tutti nati in cattività
La mamma la trascurava: dopo la nascita è stata allevata con latte in polvere
Parto eccezionale al Safari park
in Italia la prima leonessa bianca
C'è un fiocco rosa all'ingresso del Safari Park di Pombia,a Novara. Mamma Moon, un esemplare di leone bianco che proviene dalla Germania, ha messo al mondo una femmina dagli occhi azzurri. Battezzata Ashanti, come la numerosa etnia africana, è la prima leonessa bianca nata in Italia. Certo, non ha ancora l'andatura fiera e regale di Papà Flash, ma qualche timido ruggito lo ostenta anche lei.
Al mondo ne esistono meno di 90 esemplari, tutti allevati in cattività. L'Italia ora ne vanta tre e tutti al Safari Park di Pombia. Il leone bianco infatti, è già estinto in natura. Il primo fu scoperto nel 1975 nell'area del Timbavati, una piccola riserva di caccia presso il Kruger National Park in Sudafrica. Da allora questi animali (appartenenti all'unica sottospecie nota, indicata come Panthero leo krugeri) sono stati vittime di bracconieri e traffici illeciti a causa della loro preziosa e rarissima pelliccia. Un cucciolo già svezzato può arrivare a costare anche 75 mila euro.
Ma a minacciare i leoni bianchi non c'è soltanto l'uomo. "Il colore del loro mantello non concede molte chance di sopravvivenza allo stato selvaggio - spiega Orfeo Triberti, gestore del parco - Non possono mimetizzarsi, quindi le prede riescono ad individuarli più facilmente. Inoltre i piccoli vengono spesso uccisi dai loro stessi simili, se non addirittura dalla madre".
Intanto però i problemi non mancano nemmeno in cattività. "Ashanti purtroppo è stata da subito sottratta alle cure parentali - precisa Cathrin Schröder, biologa del parco - La mamma non si curava di lei, non la scaldava. Così l'abbiamo allattata artificialmente, con un latte in polvere molto particolare, ad alto contenuto proteico. E per garantire la temperatura adatta, ovvero 30 gradi, abbiamo allestito una stanza apposta, con un riscaldamento a pavimento e ad infrarossi sul soffitto".
E oggi la piccola leonessa bianca sta bene. Pesa otto chili e beve circa un litro di latte al giorno mischiato a carne macinata. "Il momento più critico è stato superato - prosegue la biologa - Quando un cucciolo viene sottratto alla madre, non assume il colostro, ovvero il primo latte che contiene gli anticorpi. Così il rischio più grosso è quello delle possibili infezioni. Ma nel giro di due o tre mesi l'animale sviluppa il proprio sistema immunitario. Ed è in grado di reagire".
Nel settembre del 2004, dopo 3 mesi di gestazione, Moon aveva dato alla luce la sua prima cucciolata. Durante il parto erano però sopravvenute delle complicazioni che avevano richiesto l'intervento farmacologico. Inoltre, a partire dal secondo giorno, le erano stati sottratti i piccoli a causa di una carenza di latte. "Erano stati trasferiti da subito nell'infermeria - racconta Triberti - Avevamo tentato di tutto, dall'incubatrice all'allattamento artificiale. Ma non c'è stato niente da fare. I cuccioli avevano contratto un virus che li ha portati alla morte nel giro di un mese".
I leoni bianchi sono molto più deboli dei loro "simili". Il colore bianco è dovuto ad un gene recessivo che determina l'assenza di pigmentazione sulla pelle e sul mantello. Da non confondere con l'albinismo, il bianco re della jungla ha tutta una serie di caratteristiche che lo accomunano ad un altro grande felino: la tigre bianca indiana.