Andando un po' fuori argomento...
Muzedon.
La percentuale era intesa unicamente ad indicare "una larga fetta"... non voleva essere veritiera.
Ma mi sento di risottolineare quanto scritto.
E ringrazio Nathaniel per le "rettifiche".
Se sali in macchina con un ubriaco al volante lo fai a tuo rischio e pericolo.
Se vedi una macchina disintegrata contro un albero in mezzo ad un rettilineo mi si deve spiegare come sia possibile andare fuori strada sul dritto a meno che tu non stia andando a 200 orari su una statale e che tu sia brillo... ed anche tanto.
Io sono una che corre, tanto molto spesso (ora un po' meno di prima) in macchina valutando da me, e non con i limiti dichiarati, la velocità adatta a seconda del tempo, percorso, conoscenza dello stesso e traffico.
Eppure, sarà fortuna, ma non ho mai avuto incidenti (a parte un piccolo tamponamento - subìto).
Le rare volte che ho sentito i riflessi farsi più lenti, o facevo guidare qualcun altro più lucido, o se mi toccava, andavo piano piano.
Non mi pare che richieda una laurea in "scienze stradali" seguire queste regole comportamentali di base.
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Tornando ai militari... stai pur certo, Muzedon, che un militare non si "cerca" la morte: ha scelto di essere un militare. Che significherebbe onori e oneri (oggi gli onori sono molto limitati...). Tra gli oneri c'è il rischiare la vita.
Tecnicamente, anche se non posso essere così fredda, il militare ha un mestiere pericoloso.
Più romanticamente ha dei doveri imprescindibili che lo portano a rischiare se necessario la sua vita per il bene comune.
Il fatalismo, tra i soldati che combattono veramente c'è sempre stato; e sempre di più, più la guerra si è fatta tecnicistica e meno umana (ai tempi delle spade contava il valore guerresco più che ai tempi dei fucili - notorio).
Io mi sento di onorare una persona che per un ideale (sia esso Patria, Onore o semplice Dovere, ed anche eventualmente sbagliato) metta a repentaglio la propria vita; è irrilevante, moralmente parlando, che poi la vita la perda o meno.
Non mi sento di piangere uno che muoia stupidamente per incoscienza.
Il conforto alle famiglie "vittime" (queste si vittime") è dovuto.
Ma, ancora, per me, incoscienza e stupidità non sono motivi per piangere maggiormente una morte. Anzi.
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Quanto al lasciare scannare i popoli.
Sono d'accordo... l'equilibrio che troveranno in seguito, da soli, sarà, per quanto "più costoso" (forse - ma non ci giurerei) sicuramente più stabile in quanto "voluto" e non "imposto".
Un fatto molto evidente si può vedere alla fine del colonialismo ad esempio in Congo.
Prima dell'arrivo dei Belgi le etnie locali si facevano le loro "guerre periodiche" (se non proprio stagionali).
Come colonia gli scontri etnici furono "repressi"; anche giustamente se vogliamo.
Appena i Belgi se ne andarono uccisioni e massacri scoppiarono con incredibile violenza... quasi a compensare il periodo di prolungata innaturale pace.
Ergo... lasciateli fare.
Anche in Europa ci siamo massacrati per secoli... ed ora pensiamo all'Europa Unita... se ci siamo arrivati noi, ci arriveranno per forza di cose anche loro.
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Skaan.
Le dittature a volte non sono negative, lo so... ed anzi in certi momenti sono state necessarie e benefiche entro certi limiti.
Non dimentico mai che Platone (non certo un "fascista"

) disse che la migliore forma di governo è la monarchia - posto che il monarca sia quello giusto.
Ma qui il mio pensiero cade... proprio per il problema: chi deciderebbe chi sono i buoni e chi sono i cattivi?
Al momento lo fanno più o meno gli USA.
E lo fanno male o per i loro comodi.
Magari lo facesse "unitariamente", senza discorsi di comodo (utopico, lo so) tutto l'Occidente sarebbe un bel passo avanti.
Saluti,
K.