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Costrinse la moglie a pulire in ginocchio: condannato

mer lug 19, 2006 14:06

La pronuncia della Suprema corte:
non è lecito infliggere queste umiliazioni

Costrinse la moglie a pulire in ginocchio
Cassazione: condanna giusta, è violenza

La vicenda di una donna fuggita di casa
per i maltrattamenti inflitti dal partner



ROMA - Non si può costringere la moglie ai lavori domestici, non a pulire il pavimento di casa in ginocchio: significa senza dubbio umiliarla e vessarla. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per maltrattamenti inflitta a Torino a un marito violento.

Ogni giorno costringeva la moglie a mettersi in ginocchio per lavare i pavimenti. Quando Mirca, esasperata, fuggì, lo accusò di una serie di reati. Minacce, ingiurie e violenze nei suoi confronti e del bambino. Nel 2005 i giudici di merito hanno giudicato Marco C., nato a Torino, colpevole. Ma lui ha fatto ricorso in Cassazione lamentando che la prova dei maltrattamenti era stata desunta dal fatto che la moglie aveva abbandonato la loro casa. La sesta sezione penale ha respinto l'istanza.

Non ci fu abbandono della casa coniugale. Perché, afferma la Corte, "la moglie lasciò la casa col bambino per raggiungere quella dei genitori senza neppure vestirsi completamente e senza portare denaro con sé, tanto che il biglietto ferroviario le fu pagato da un militare mosso da compassione". Nel motivare la sentenza 24746, i supremi giudici hanno voluto sottolineare che "è stato preso correttamente in considerazione e valutato come sintomatico lo stato di esasperazione in cui la donna versava dopo l'ennesimo litigio del marito, che la umiliava e la vessava in tutti i modi, giungendo ad imporle di pulire il pavimento in ginocchio come punizione della insufficiente cura che, secondo lui, lei dedicava ai lavori di casa".

Dunque è reato umiliare la propria moglie imponendole le pulizie. Al marito violento, condannato pure per aver fatto mancare i mezzi di sussistenza per 14 mesi al figlio minorenne, è stato addebitato il pagamento di circa tremila euro per le spese di giudizio. In sede civile sarà quantificato il risarcimento per la moglie e il figlio maltrattati.

Alle ultime inaugurazioni dell'anno giudiziario il primo presidente Nicola Marvulli ha più volte sottolineato un "preoccupante" aumento dei reati in famiglia contro le donne e i bambini, le statistiche ufficiali evidenziano un incremento intorno al 120 per cento.

ven lug 21, 2006 13:48

la "libertà" di un essere non è contrattabile con il piacere personale,quoto la firma del nostro utente Sean Maxell,al riguardo.

ven lug 21, 2006 14:07

Beh mi fa piacere vedere che alla fine cmq le hanno dato ragione...

ven lug 21, 2006 14:14

Mielikki ha scritto:Beh mi fa piacere vedere che alla fine cmq le hanno dato ragione...


esatto,alla fine,è questo il problema.

ven lug 21, 2006 14:30

goldrake ha scritto:la "libertà" di un essere non è contrattabile con il piacere personale,quoto la firma del nostro utente Sean Maxell,al riguardo.


Non ho capito...

E cmq si scrive Maxhell... Con l'H.

ven lug 21, 2006 15:48

Sean Maxhell ha scritto:
goldrake ha scritto:la "libertà" di un essere non è contrattabile con il piacere personale,quoto la firma del nostro utente Sean Maxell,al riguardo.


Non ho capito...

E cmq si scrive Maxhell... Con l'H.


venia per la H.

la tua firma recita:
La propria libertà finisce dove comincia quella degli altri.
La libertà degli altri finisce dove comincia la MIA!

più che giusto e ciò si scontra con l'accaduto sopracitato.
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