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Discutiamo insieme i grandi temi di attualità: cronaca, politica, religione, eventi sportivi e tutto ciò che riempe le pagine dei quotidiani!
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mar ott 23, 2007 15:32

Khelden Tahl ha scritto:Non può esistere un futuro di soli manager.

Assolutamente d'accordo :wink: così come mi trovo d'accordo con Logan...
ma francamente io non vedo la situazione attuale per i giovani così disperata.
Io ricordo di genitori costretti, per lavorare, a migrare di centinaia di chilometri abbandonando amici e familairi... Oppure so di nonni che migravano di migliaia di chilometri (USA, Belgio, Australia, Argentina per citare i più quotati tra gli italiani d'inizio novencento) oppure facevano lavori stagionali in Svizzera.
E non è che grazie a questo campassero da nababbi, anzi...

E' anche vero che man mano che si va avanti, si vorrebbe un progresso per le nuove generazioni, e non una stagnazione nè, tantomeno, un regresso. Però faccio notare che, giustamente eh, oggi il dibattito è passato dall'avere una vita di fatiche ad avere una vita dignitosa; ieri il dibattito era tra l'avere una vita e il non sopravvivere... e parlo di nemmeno troppo tempo fa. Ci mancherebbe altro! E' il progresso e ogni generazione punta ad avere per sè e per il futuro condizioni migliori... ma le lacrime da coccodrillo...

Poi per carità, non fatemi difendere lo stile di vita e i privilegi dei politici... la mia indole profondamente anarchica mi si rivolterebbe contro :d ma secondo me è un discorso diverso.

mar ott 23, 2007 20:20

Dmiitrj ha scritto:...
ma francamente io non vedo la situazione attuale per i giovani così disperata.....

Beato te, io la vedo nerissima in prospettiva pensionistica...

Dmiitrj ha scritto:... Però faccio notare che, giustamente eh, oggi il dibattito è passato dall'avere una vita di fatiche ad avere una vita dignitosa.


Non so, ma se la casa in affitto costasse 200 euro al mese anche qui a Roma potrei essere d'accordo con te, ma qui con 600 euro ci prendi un posto letto o una stanza e voglio vedere un neo laureato di 25 anni che guadagna 800 euro al mese cosa dovrebbe fare

mar ott 23, 2007 21:26

Skaan Natsaclanee ha scritto:Non so, ma se la casa in affitto costasse 200 euro al mese anche qui a Roma potrei essere d'accordo con te, ma qui con 600 euro ci prendi un posto letto o una stanza e voglio vedere un neo laureato di 25 anni che guadagna 800 euro al mese cosa dovrebbe fare


Non esageriamo.
A Roma San Giovanni per una stanza si paga 350-400€. A Cagliari non è molto di meno.
Ok, sarebbe meglio spendere quei soldi per un mutuo, ma i prezzi delle case sono saliti, e non si può di certo dare le colpe ai Governi. Se io ho una casa decido io se e a quanto vendertela, e non Prodi o Berlusconi. :roll:
Sui tassi delle banche magari si potrebbe intervenire, ma non credo oramai si possa fare qualcosa senza profondi cambiamenti nello stato di diritto... e credetemi, in Italia non siamo portati per fare rivoluzioni, soprattutto quando ad essere intaccati sono i guadagni dei potenti.

mar ott 23, 2007 23:09

Non so da dove prendi i tuoi dati Muze, ma io ho girato parecchio per cercare casa e ad Ostia sotto i 600 ci sono giusto un paio di scantinati...
una casa a comprarla sotto i 200.000 o è di 30 mq o è un seminterrato di 45.
Anche poi considerando per certo che il prezzo di 1 stanza sia di 350 euro, se guadagno 800 al mese e ne uso metà per l'affitto, poi che mangio?

mar ott 23, 2007 23:26

Dmiitrj ha scritto:
Khelden Tahl ha scritto:Non può esistere un futuro di soli manager.

Assolutamente d'accordo :wink: così come mi trovo d'accordo con Logan...
ma francamente io non vedo la situazione attuale per i giovani così disperata.
Io ricordo di genitori costretti, per lavorare, a migrare di centinaia di chilometri abbandonando amici e familairi... Oppure so di nonni che migravano di migliaia di chilometri (USA, Belgio, Australia, Argentina per citare i più quotati tra gli italiani d'inizio novencento) oppure facevano lavori stagionali in Svizzera.
E non è che grazie a questo campassero da nababbi, anzi...

E' anche vero che man mano che si va avanti, si vorrebbe un progresso per le nuove generazioni, e non una stagnazione nè, tantomeno, un regresso. Però faccio notare che, giustamente eh, oggi il dibattito è passato dall'avere una vita di fatiche ad avere una vita dignitosa; ieri il dibattito era tra l'avere una vita e il non sopravvivere... e parlo di nemmeno troppo tempo fa. Ci mancherebbe altro! E' il progresso e ogni generazione punta ad avere per sè e per il futuro condizioni migliori... ma le lacrime da coccodrillo...

Poi per carità, non fatemi difendere lo stile di vita e i privilegi dei politici... la mia indole profondamente anarchica mi si rivolterebbe contro :d ma secondo me è un discorso diverso.

Io intendevo dire che si dovrebbe poter vivere dignitosamente anche facendo il contadino o l'operaio, che sono comunque lavori fondamentali :sisi:

mer ott 24, 2007 10:00

alla fine mi sembra che abbiate ragione un po tutti, la domanda che mi sorge a questo punto è: potranno 300€ in tre anni far abbandonare la comodità del nido familiare a noi "bamboccioni" ed andare a tirare la cinghia per stare in affitto in 45 mq? Io non credo, diverso sarebbe il discorso su un bello sgavio delle tasse sull'acquisto della prima casa o su un qualsiasi altro mutuo a chi è "giovane".

mer ott 24, 2007 12:02

Skaan Natsaclanee ha scritto:Non so da dove prendi i tuoi dati Muze, ma io ho girato parecchio per cercare casa e ad Ostia sotto i 600 ci sono giusto un paio di scantinati...
una casa a comprarla sotto i 200.000 o è di 30 mq o è un seminterrato di 45.
Anche poi considerando per certo che il prezzo di 1 stanza sia di 350 euro, se guadagno 800 al mese e ne uso metà per l'affitto, poi che mangio?


Prendo i miei dati da i miei amici che lavorano a Roma. :sisi:
Non fanno la vita degli splendidi, vivono in casa con altre persone (infatti parlo di affitto di stanze, non di villette) e mangiano (pure troppo, a giudicare dalle loro panze).
Non dico che si stiano arricchendo, ma che si possa vivere dignitosamente (ma forse io ho un concetto di dignità diverso rispetto ai più) anche con uno stipendio da operaio, se si tengono i piedi per terra.

[esagerazione mode on... leggasi a vostro rischio e pericolo]

E' che ai giovani di oggi piace avere tutto e subito, non sono stati educati a fare dei sacrifici, a lottare per ottenere quello che vogliono. Non esiste gente che pensa alla gavetta come qualcosa di utile e necessario, non esistono persone che lavorano gratis per guadagnare la fiducia e la stima di persone che un domani si potrebbero ricordare di loro, non esitono giovani che rinunciano volentieri alle cene fuori per tre anni perchè si devono pagare la macchina e l'affitto, e non restano soldi per altro.

Esistono giovani che per studiare chiedono i soldi al paparino, che potrebbero viaggiare e invece no, vogliono stare comodi e vogliono la casa in affitto. E che a 18 anni hanno la patente, la macchinetta comprata da papino, magari anche la moto se no con il traffico come fanno, poverini. E che se non riescono a fare due serate fuori alla settimana (disco e pub) gli amici li trattano da sfigati.
Questi giovani che se non riescono ad avere tutto e subito piagnucolano e chiedono altri 200 euro ai genitori, tanto le finanze di casa sono a fondo perduto.

[esagerazione mode off]


La dignità è ben altra cosa. E non si misura in euro.

mer ott 24, 2007 14:29

Muzedon ha scritto:Prendo i miei dati da i miei amici che lavorano a Roma. :sisi:
Non fanno la vita degli splendidi, vivono in casa con altre persone (infatti parlo di affitto di stanze, non di villette).


Il punto Muze è proprio quello, i tuoi amici affittano una stanza, il che significa accontentarsi (io l'ho fatto per 6 anni con una stanza di 8 mq), ma se si parte con l'idea di voler mettere su famiglia?
riesci ad immaginarti sposato che affitti una stanza con degli estranei?

mer ott 24, 2007 16:15

Scusa Muz, ma allora la colpa è realmente dei ragazzi o dei loro genitori che gli passano tutto?

mer ott 24, 2007 16:33

gio83 ha scritto:Scusa Muz, ma allora la colpa è realmente dei ragazzi o dei loro genitori che gli passano tutto?


Non è questione di "colpa". Ci sono in ballo una serie di fattori, tra cui c'è senza dubbio la pressione fiscale che in Italia è fortissima.

Ma se dovessi prendere la domanda in maniera atomica, direi che la colpa è nella mancata educazione dei genitori verso i figli.
Se insegni a tuo figlio ad avere tutto senza sforzi, tuo figlio non si sforzerà mai. Quello che avrà sarà frutto dello sforzo dei genitori, e non dello sforzo del ragazzo. E se il futuro dell'Italia è in mano a persone così, non può che peggiorare.

mer ott 24, 2007 17:29

Muzedon ha scritto:
gio83 ha scritto:Scusa Muz, ma allora la colpa è realmente dei ragazzi o dei loro genitori che gli passano tutto?


Non è questione di "colpa". Ci sono in ballo una serie di fattori, tra cui c'è senza dubbio la pressione fiscale che in Italia è fortissima.

Ma se dovessi prendere la domanda in maniera atomica, direi che la colpa è nella mancata educazione dei genitori verso i figli.
Se insegni a tuo figlio ad avere tutto senza sforzi, tuo figlio non si sforzerà mai. Quello che avrà sarà frutto dello sforzo dei genitori, e non dello sforzo del ragazzo. E se il futuro dell'Italia è in mano a persone così, non può che peggiorare.
:sisi:

gio ott 25, 2007 13:15

Da una parte hai ragione, ma da sola la buona volontà non serve a molto.
20 anni fa con 100 volte il tuo stipendio mensile potevi acquistare una bella casa in città, oggi le cifre si sono più che raddoppiate, ma il potere d'acquisto dei nostri stipendi è più basso di un buon 20%.
I soldi non fanno la felicità diceva un saggio, ma aiutano senz'altro a vivere meglio :roll:

Re: Bamboccioni

sab mag 31, 2008 13:08

DOSSIER. Una giornata con le aziende a caccia di talenti.
Alla Luiss il "career day" con i laureati e con 115 imprese internazionali

Le multinazionali: "Questi italiani
bamboccioni poco intraprendenti"



ROMA - Non sanno l'inglese, hanno poche idee piuttosto confuse e scarsa capacità propositiva: sì, in fondo i ragazzi italiani sono davvero un po' "bamboccioni". Le aziende internazionali che hanno a che fare con i nostri neolaureati danno ragione a Tommaso Padoa-Schioppa che quando utilizzò quel termine, qualche mese fa, scatenò risentimenti e polemiche in più di una generazione. Ma a sentire chi gira le università a caccia di nuovi talenti l'analisi dell'allora ministro dell'Economia non era del tutto sbagliata.

Lo dicono molte delle 115 aziende che ieri, nel "career day", hanno invaso i cortili di una delle più importanti università private, la Luiss di Roma, per contattare possibili reclute. Cosa cercano e cosa trovano negli studenti italiani? Al di là delle specifiche esigenze ci sono richieste comuni: il neolaureato da "iniziare" non deve superare una certa età (spesso 25 anni, qualche volta 28) deve conoscere bene l'inglese, avere un buon voto di laurea (in genere non meno di 100/110), offrire disponibilità e dimostrare autonomia. La prima scrematura si fa su questi valori.

Ma sui risultati, non ci siamo. L'inglese prima di tutto: "I neolaureati assicurano di averne una buona conoscenza, ma spesso non è così - commenta Pierfrancesco Matarazzo, responsabile Risorse Umane per Dexia Crediop. Stesso rilievo per Microsoft: "La lingua è un vero problema, a tutti i livelli: lo scorso anno cercavamo 40 figure di alto profilo e non siamo riusciti ad assumere nemmeno un italiano, il livello tecnico in diversi casi era eccellente, ma l'inglese un disastro" dice Els Van de Water, senior manager Risorse Umane della multinazionale. Ma non è solo questione di "fluent english" mancano anche idee e autonomia. Il modo di proporsi per esempio: "Invece di dirci loro cosa sanno fare o cosa vorrebbero fare ci chiedono: voi cosa offrite?" notano alla Microsoft. Quanto ad autonomia, nei curriculum scarseggia. "Valutiamo bene l'Erasmus, certo, ma ci piace molto anche sapere se i ragazzi cercano di cavarsela da soli, magari facendo i baristi o i camerieri, possibilmente all'estero, per mantenersi agli studi. Lo riteniamo un ottimo avvio alla "gestione clienti" - dice la Van de Water - ma se da noi ciò è quasi prassi (lei è belga ndr) qui no, o almeno non lo si ritiene un requisito importante da inserire nel curriculum, spesso farcito di titoli che non raccontano niente. Bamboccioni? Un po' sì". Altra questione: la disponibilità a qualche sacrificio. "Qualche anno fa ce n'era un po' di più - dice Carlo Berardelli socio delle revisioni alla Deloitte - anche per le retribuzioni: noi ai neoassunti offriamo 22mila euro lordi di partenza, ma investiamo talmente tanto sulla formazione che dopo cinque anni sei sul mercato. Non tutti lo capiscono e non tutti sono disposti a spostarsi, nemmeno fra Roma e Milano".
E la preparazione com'è? Era decisamente migliore quando c'era il corso di laurea tradizionale. "Con il 3 più 2 di adesso si è perso in teoria e non si è guadagnato in pratica" è il commento generale. Ma è proprio così? "Nooo" è il coro dei ragazzi. Da Cristiana ad Andrea, da Viviana a Stefano tutti si dicono "disponibilissimi" sia a muoversi che a partire da zero. "Sono le aziende che se possono, negli stages, ci usano per fare fotocopie" accusano. Riassumendo, comunque, a tutti loro si può dare qualche consiglio: Erasmus, inglese e voglia di sporcarsi le mani. Tre mesi da cameriere a Londra possono valere più di molti altri titoli.

Re: Bamboccioni

ven lug 22, 2011 13:13

da Repubblica
Da dottoranda a capotreno
la sfida di Martina alla precarietà

Il racconto di una ragazza 26enne che ha lasciato la carriera accademica per un posto alla Ntv, la nuova compagnia di treni ad alta velocità. Dicendo addio al sogno dell'insegnamento per un po' di stabilità: "Venivamo trattati come ragazzini. Io voglio sentirmi adulta"

di VALERIO MAMMONE Ndrose: mai nome fu più azzeccato dato il tema XD
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ALTRO CHE ricercatore a tempo determinato, professore associato e ordinario. Per i dottorandi delle università italiane, il mercato del lavoro riserva numerose possibilità. Peccato, però, che abbiano poco o nulla a che fare con la carriera accademica. Ne sa qualcosa Martina Gherardi, romana di 26 anni. Ieri, dottoranda in Linguistica a Roma Tre. Oggi, capotreno in Ntv, la nuova compagnia di treni ad alta velocità (il cui inizio delle attività è previsto per la fine dell'anno), guidata dagli imprenditori Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo.

“Arrivata al secondo anno di dottorato - racconta Martina - ho capito che per diventare un docente universitario la strada era lunga, tortuosa e piena di attese”. Meglio allora la strada ferrata dei binari e l’alta velocità: così in pochi mesi Martina ha deciso di dirottare il sogno accademico verso una nuova vita (professionale, s’intende) in viaggio sugli Italo, i convogli di Ntv.

Un passaggio brusco dopo un lungo percorso nelle università: due lauree conseguite nei tempi e col massimo dei voti; Erasmus a Londra; post-laurea a Berlino. Una borsa di dottorato - il livello di formazione più alto degli studi universitari - vinta a 24 anni. E, nel privato, la passione per la corsa (finora ha partecipato a tre maratone), il fitness, le moto e il mare: “In due anni ho preso la patente A e quella nautica. Sono un maschiaccio - sorride - non posso farci niente”.

Insomma un tipo dinamico, forse troppo, per resistere alle lungaggini della carriera accademica. “Studiare - dice con un pizzico di amarezza - mi è sempre piaciuto. All’inizio ero contenta, avevo tante idee e progetti per la testa, ma alla fine mi scontravo sempre con qualcuno che cercava di tagliarmi le gambe. Io e i miei colleghi, tutti precari, venivamo trattati come ragazzini di 18 anni: troppo piccoli (alcuni hanno 30 anni) per partecipare a un convegno, figuriamoci per fare qualche esperienza di insegnamento. Ho sentito il bisogno di cercarmi un altro lavoro, di diventare finalmente una persona adulta. Quando sono entrata all’università avevo in mente solo la carriera, ero più arrivista; adesso desidero una famiglia e un po’ di stabilità”.

E la stabilità alla fine è arrivata: “Dopo alcuni colloqui - spiega con un pizzico d’orgoglio - sono stata assunta in Ntv con un contratto a tempo indeterminato. Finito il periodo di formazione, mi verrà affidata la direzione dei treni: mi occuperò della sicurezza del mezzo e dei passeggeri, della gestione del personale di bordo e dei servizi erogati dall’azienda”.

Di rimpianti per il sogno lasciato nel cassetto, nemmeno l’ombra. Solo un po’ di dispiacere per gli ex-colleghi: “Tra di loro - racconta - c’è chi ha puntato tutto sul dottorato per poi ritrovarsi al bar sotto casa a chiedere lavoro. Altro che bamboccioni e parte peggiore dell’Italia: per lavorare in queste condizioni devi avere una dedizione fuori dal comune”.
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