Strumenti di tortura o bellezza?
Leggo su Vogue di novembre un pezzo che riguarda il Giappone e più precisamente la diffusione di oggetti/strumenti che a prima vista farebbero pensare a una sala di tortura: pinze per il naso, collari in alluminio, maschere che ricordano film horror...un sex shop sadomaso?
No, no tutti oggettti che servono per raggiungere l'ideale di bellezza che può sintetizzarsi in Kogao tradotto in "faccia piccola", concetto e canone estetico diffusosi in Giappone alla metà degli anni '90, riferito a modelle o celebrità in genere, dai lineamenti molto minuti e delicati, considerati particolarmente attraenti.
Nell'articolo, un certo Ruriko Takano che si occupa per la Shiseido di psicologia estetica, dice che una donna dovrebbe avere mento piccolo, occhi grandi e poco spazio intorno alla bocca. Ma il viso delle giapponesi spesso è piatto e largo. Sempre secondo Takano gli uomini in Giappono preferiscono donne dall'aria innocente e infantile.
Gli oggetti "da tortura" e i prodotti di bellezza sono in vendita nei grandi empori, nelle farmacie e profumerie, su internet, è difussissimo questo argomento su riviste femminili, libri video. A noi occidentali fa forse un pò sorridere. Le case cosmetiche offrono prodotti da nomi tipo "Lostalot" ovvero "ne ho persa un sacco" riferito alla faccia.
Leggo l'articolo e sorrido ma mi chiedo anche cosa siamo disposte a fare noi donne per la bellezza.
Questo è un video suggerito dall'articolo, per capire un pò meglio di cosa si tratta.
http://www.shopjima.com/kogao/index.html
Nell'Emporio Tokyu Hands di Shibuiya a Tokyo si possono comprare cose che noi occidentali nemmeno immaginiamo che possano esistere e al piano 3A prodotti di bellezza e strumenti per avere un visetto Kogao!
http://www.tokyu-hands.co.jp/index.htm
ora però lo scopriamo anche riguardo le donne 
