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Chieti, la Provincia: "Il lavoro rende liberi"
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Autore:  Muzedon [ mer ago 30, 2006 10:42 ]
Oggetto del messaggio:  Chieti, la Provincia: "Il lavoro rende liberi"

E' la traduzione di "Arbeit macht frei", la scritta che accoglieva i deportati ad Auschwitz
Il presidente Coletti, ex senatore, si difende: "La frase racconta un'immensa verità"
Chieti, la gaffe della Provincia
Usa come slogan "Il lavoro rende liberi"

Pacifici: "Il presidente abbia l'umiltà di fare un passo indietro"


CHIETI - "Il lavoro rende liberi", in tedesco "Arbeit macht frei". Era la frase scritta all'ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz. E' lo slogan scelto da Tommaso Coletti, presidente della Provincia di Chieti, per i depliant e le inserzioni pubblicitarie della Provincia che promuovono i Centri per l'impiego. Una decisione originale, che ha scatenato molte polemiche.

"Il lavoro rende liberi - scrive Coletti nella pubblicità - Non ricordo dove lessi questa frase ma fu una di quelle citazioni che ti fulminano all'istante perché raccontano un'immensa verità". Secondo il presidente, senatore della Margherita nella scorsa legislatura, il messaggio non è di cattivo gusto perché "le parole hanno un significato in senso assoluto e non in relazione a chi le adopera".

Quel che è certo, però, è che a molti, leggendo la frase, è tornata in mente la tragedia dell'Olocausto e la drammatica sorte toccata a milioni di persone. La scritta, che campeggiava all'ingresso di Auschwitz, era un'enorme presa in giro che, secondo gli storici, serviva a illudere i deportati lasciando loro la speranza che, lavorando, sarebbero usciti liberi dal campo di concentramento.

"Tutto questo - si difende il presidente - non può però mettere in dubbio il fatto che il lavoro rende liberi: questa frase racconta un'immensa verità. L'ho pensata e pronunciata per il suo significato e per il grande valore che racchiude in sé".

Lui, in ogni caso, a Hitler dice di non aver proprio pensato. "Chi ritiene che mi sia riferito allo slogan nazista si sbaglia - spiega - Non sono mai andato ad Auschwitz o a visitare altri lager. Quella frase l'ho letta tempo fa su un manifesto elettorale".

Insomma, secondo Coletti la polemica sarebbe del tutto strumentale. "Io stesso - continua - ho adoperato usualmente quella frase nei miei comizi così come hanno fatto autorevoli esponenti di altre forze politiche senza suscitare reazioni da parte di alcuno. Qualcuno davvero pensa che il lavoro non liberi l'uomo dal bisogno?"

Discussioni a parte, sembra discutibile anche la campagna pubblicitaria, che comunque non sarà interotta. Non è infatti scontato che la citazione di uno slogan che nell'immaginario collettivo è legato a lavori forzati, violenza e crimini contro l'umanità possa spingere i cittadini ad avvicinarsi ai servizi forniti dai Centri per l'impiego.

Durissima invece la reazione di Riccardo Pacifici, vicepresidente della Comunità ebraica di Roma: "E' incredibile che un esponente politico il cui schieramento ha l'antifascismo nel dna non si renda conto della gravità dell'utilizzo di frasi che ormai oggi sono legate fortemente a fatti tragici come quello dei campi di sterminio. Frasi che - ha aggiunto Pacifici - non possono oggi avere valenza istituzionale per promuovere il lavoro".

Secondo Pacifici "il presidente della Provincia di Chieti dovrebbe avere l'umiltà di fare un passo indietro e rendersi conto dell'errore".

Autore:  Kagura [ mer ago 30, 2006 10:51 ]
Oggetto del messaggio: 

La frase in se non é negativa, ma la sua associazione col nazismo...

E per come funziona oggi il mercato del lavoro, col cavolo che rende liberi: solo di morire di fame :(

Autore:  Skaan Natsaclanee [ mer ago 30, 2006 11:00 ]
Oggetto del messaggio: 

non so voi, ma a me è venuto subito in mente Auschwitz.

a mio avviso solo un demente farebbe suo uno slogan simile.

Autore:  Icarus Elexis [ mer ago 30, 2006 12:51 ]
Oggetto del messaggio: 

quindi quella frase non dovrà mai più essere pronunciata nella storia della terra?

se urlo "forza italia!!" ai mondiali vuol dire che sono di destra?

Autore:  Skaan Natsaclanee [ mer ago 30, 2006 13:15 ]
Oggetto del messaggio: 

il dado è tratto, è una citazione alquanto famosa ed abusata, ma resta comunque il fatto che chiunque la senta abbia dei rimandi a Cesare.
lo stesso con questa frase.

Autore:  saphira [ mer ago 30, 2006 13:20 ]
Oggetto del messaggio: 

In se la frase può essere anche collegata quanto volete, però il significato resta... adesso non si può più usare una frase perchè è collegata al passato? :roll: Non siamo più in tempi di nazismo e la storia non si potrà cancellare, ma da lì a non usare più le frasi...
anche io penso di aver detto "adesso che lavoro sono libera di ...." e di sicuro non lo collegavo al nazzismo ma a un dato di fatto della mia vita attuale...

Che poi il lavoro renda liberi ai giorni nostri sono comunque parole a vuoto, perchè si è vincolati dai capricci dei datori di lavoro, per delle vere e proprie miserie, ma questo è un altro discorso :roll:

Autore:  Skaan Natsaclanee [ mer ago 30, 2006 13:41 ]
Oggetto del messaggio: 

ok, ma un conto dire
"ora che lavoro son libero di..."

un altro è dire
"il lavoro rende liberi"

Autore:  saphira [ mer ago 30, 2006 14:03 ]
Oggetto del messaggio: 

Skaan Natsaclanee ha scritto:
ok, ma un conto dire
"ora che lavoro son libero di..."

un altro è dire
"il lavoro rende liberi"


io in una disccussione potrei dire benissimo il lavoro rende liberi di... e non farei certo riferimenti al nazismo... mi spiace è lo stesso concetto... stesso identico concetto :roll:

Autore:  Skaan Natsaclanee [ mer ago 30, 2006 14:13 ]
Oggetto del messaggio: 

non proprio visto che il tuo sarebbe posto all'interno di un discorso più o meno articolato mentre questo è uno slogan pubblicitario lasciato a se stante senza altre parole li vicino e quindi è solo che naturale riaccostarlo alla stessa frase già vista in quel noto luogo.

Autore:  saphira [ mer ago 30, 2006 14:22 ]
Oggetto del messaggio: 

Visto in questo concetto hai anche ragione, io di mio non abbino mai una frase a un evento, ma prendo le parole nel loro significato puro, questo intendevo...
uno slogan deve essere di effetto, questo probabilmente lo è stato troppo...

Autore:  Icarus Elexis [ mer ago 30, 2006 20:39 ]
Oggetto del messaggio: 

pure a me mi verrebbe di ricollegare la frase al nazismo, ma al max lo direi per scherzare.. e poi l'importanza della forma grammaticale della frase è relativa.. per uno slogan di effetto mica si poteva inventare "o voi manodopera italiana che lavora in favore dello sviluppo dell'economia nazionale, siete liberi".. è uno slogan, doveva farlo succinto.. quando non è uno slogan lo capisco pure

"mi serve tempo per riflettere, siamo stati bene insieme in questo tempo, ma devo capire realmente cosa voglio, ed è una questione che devo affrontare con me stesso.. non prendertela.."

"ti mollo, mi hai rotto il c***o, vedi di andare a cagare"

allora si che farei storie..

Autore:  Zel [ mer ago 30, 2006 21:04 ]
Oggetto del messaggio: 

mha il lavoro rende libri da cosa? mha mha

Autore:  saphira [ mer ago 30, 2006 22:05 ]
Oggetto del messaggio: 

dal non dipendere dai genitori , di poterti creare una vita TUA e solo TUA... crearti il tuo futuro semplice...

Autore:  Icarus Elexis [ gio ago 31, 2006 01:53 ]
Oggetto del messaggio: 

la vita non sarà mai solo tua, sarai sempre condizionata da qualcosa più in alto di te.. l'unica libertà che abbiamo è di pensare con la nostra testa..

Autore:  Skaan Natsaclanee [ gio ago 31, 2006 08:02 ]
Oggetto del messaggio: 

l'unica quasi libertà ottenuta col lavoro è l'indipendenza economica, ma a questa poi si associa il prendere una casa (praticamente impossibile a Roma) o affittarne una (idem) ed ecco quindi che i bei soldi guadagnati vanno a farsi benedire.
quindi mi chiedo ancora citando Zel, quale libertà?

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