Qui potrete scrivere le vostre poesie o i vostri poemi epici che magari abbiano come protagonista (o antagonista) un elfo scuro o un vampiro. "L'arme, gli eroi, e i drow io canto..." ^_^
mar apr 22, 2008 04:29
Sangue e rugiada: un racconto metropolitano noir del tutto fuori luogo.Le note di una chitarra lenta e priva di scorrevolezza alcuna vibravano in un vagone della metro, le cui rumorose rotaie del treno in corsa e l’ora veramente tarda contribuivano a donargli uno squallore unico. Vi erano cinque passeggeri, e dovevano essere circa le 4:50 del mattino, un po’ prima un po’ dopo non fa alcuna differenza. Un suonatore di strada che sbagliava due note su tre ed interrompeva in continuazione quella sorta di canzone s’accingeva a comporre, restando pensieroso su cos’è che non andasse (tutto a dire il vero). Un signore sullo sfondo, quasi fosse stato dipinto sull’ultima sedia e la sua presenza non fosse reale, fumava, senza accennare il minimo movimento fisico, una sigaretta interminabile, tanto erano lente le sue boccate e tanto era lungo il tempo in cui tratteneva il fumo nei polmoni. Poi, in un mondo completamente a parte, senza dar la minima importanza all’ambiente circostante, c’erano due giovani ragazze cinesi che ridendo di chissà cosa, forse di nulla in particolare, guardavano le foto di un macchina fotografica digitale. E l’ultimo personaggio che compone la scena, il sottoscritto, leggeva il quotidiano del mattino preso alla fermata precedente, freschissimo di stampa. Jun, una delle due ragazze cinesi, era esile, di bassa statura, con dei corti capelli neri come la notte, e due occhi che racchiudevano tutte le cose del mondo. Di tanto in tanto girava distrattamente lo sguardo al resto del vagone, ritornando anche per pochi istanti nella dura e fredda realtà basata su menzogne e sulla triste solitudine che pervade ovunque, in ogni individuo, anche quello con più relazioni in assoluto. Ma per fortuna ci pensava subito la sua amica Liaoming a riportarla in un universo allegro, dove ogni pensiero dura un momento e nulla è davvero importante, perché se lo fosse smetterebbe di divertire. Adesso capisco perché tali giovani sono tanto invidiati, forse possiedono nell’animo valori che gente più adulta e matura ha perduto da qualche parte strada facendo, escludendo quegli sfortunati costretti dal cinico mondo a divenir adulti in netto anticipo.
Ero cauto nell’agire, non potevo permettermi di sbagliare, non adesso. Il posto scelto a sedere era davvero perfetto: la giusta distanza e un neon sopra la testa che lampeggiava per mal funzionamento mentre gli altri emanavano una luce più bassa del normale. Tenevo il giornale ben aperto in modo che fosse impossibile scorgere il mio viso anche per un istante, nessuno dei presenti tra l’altro aveva il minimo interesse alla mia persona, nessuno mi degnava di uno sguardo, eccetto la curiosa Jun.
Quando il treno si fermò le due giovani scesero stanche e assonnate, ma infondendosi nell’animo vitalità, si ingannavano a vicenda come avessero ancora chissà quali energie nascoste. I loro passi riecheggiavano nell’enorme sala d’attesa dei treni, sorretta da colonne di cemento, buia e deserta come un garage abbandonato, se non fosse che il pavimento era talmente lucido da formare un immagine chiara e ben definita dei passanti, quasi a potersi specchiare sopra di esso. Giunte alla biglietteria non trovarono nessuno, persino il bigliettaio era assente, sostituito durante il turno di notte da una macchina poco socievole, in particolar modo quando sbagliava a tornare il resto. Le due erano nei pressi della scala mobile quando sentirono l’inevitabile rimbombare delle mie scarpe alle loro spalle, si girarono e furono subito sorprese ed impaurite a vedermi uscire così, dall’oscurità, senza avermi visto scendere in precedenza dal treno, sempre con quel giornale davanti al viso. Più avanzavo e più tremavano senza sapere il perché, erano rimaste ferme, immote come delle fragili foglie autunnali, ad un passo dalla scala mobile che guidava verso l’uscita. Si dissero qualche parola sussurrata, poi di corsa precipitosa, salirono le scale in preda ad un terribile spavento, e una volta fuori, via verso le strade isolate della periferia, lontano dalla metropolitana, lontano da me.
Si fermarono all’entrata di un vicolo, dove toccandosi le ginocchia, riprendendo fiato per lo sforzo, ridevano di gusto quasi a poter leggere i propri pensieri: “Che assurdità: il tizio nascosto dietro il giornale che ci perseguitava, ma come abbiamo fatto a pensare solo per un attimo una cosa simile?”. Era questo che stavano pensando, pensavano d’aver preso in giro se stesse, tutto era gioco, la vita era un gioco, non esisteva nulla di serio. Avrebbero dovuto crescere più rapidamente per sapere la verità su questo mondo di spettri che gridano vendetta.
Sentivo addosso il respiro ansimante di Liaoming: era bella quanto la sua amica del cuore, capelli lunghi e morbidi come fila di seta mi sfiorarono il viso, ma lei non se ne avvide, io non respiravo, ero un blocco di cemento accanto al suo volto rilassato e colmo di beatitudine. Più annusavo quell’alito freddo femminile, più la mia mano stringeva con forza il manico del coltello che, padrone di una volontà propria, iniziò a sfregiare quella faccia, facendo esplodere le arterie una dopo l’altra, tagliando infine la vena centrale del collo in un fiume di sangue. La curiosa Jun riuscì a stento a percorrere qualche metro, quando gli afferrai il braccio. Cosa strana e innaturale non tentò di liberarsi, lasciò scivolare la mia mano nella sua quasi ad essersi arresa a quel destino fatale, sentii le sue dita delicate scricchiolare man mano che la mia presa si rafforzava, mi guardava terrorizzata nel suo ultimo atto di vane speranze. Quando la mia lama strappava le vesti assieme alle carni fino mostrarne le interiora, le sue grida non resero giustizia alle sofferenze che gli arrecavo, e i suoi occhi, che fino ad un istante prima racchiudevano ogni cosa bella ci fosse in questo mondo crudele, adesso erano vuoti ed inanimati, come se l’insieme di tutto, alla fine fosse il nulla, e il sangue si mischiava con la rugiada sull’asfalto, quando poche gocce d’acqua mi caddero sul viso, quasi non le sentivo. Stava per piovere, era meglio mettersi al riparo.
Ultima modifica di
Illusoria il mer apr 23, 2008 01:09, modificato 1 volta in totale.
mar apr 22, 2008 08:04
Molto bello questo racconto Illusoria, ti porgo i miei più sinceri complimenti...
Probabilmente è il mio amore per i noir ke mi fa parlare così, ma man mano ke leggevo il tuo racconto mi ritrovavo sempre più immersa nella realtà da te creata....
Leggendo inizi a sentire il rumore del metrò, il suono della chitarra e a vedere le persone sul vagone.... Vedi Jin e la sua amica, il tizio sullo sfondo e il personaggio enigmatico col giornale davanti al volto.... Inizi a capire ke accadrà qualcosa ma non sai cosa.... Fino a quando arrivi al finale.... Fantastico....
Illusoria ti rinnovo i miei complimenti, spero di leggere presto altri tuoi racconti.... ciao ^^
mar apr 22, 2008 09:49
Intanto dò il benvenuto ad Illusoria nella sezione
Racconti e Poesie.

Ora sono in ufficio e non posso leggere tutto, mi prenderò tutto il tempo necessario stasera!
mar apr 22, 2008 13:33
Evocativo milady
forse a tratti la prosa non è del tutto scorrevole, ma se la sua spigolosità è voluta ed artefatta, dona al testo una sonorità irregolare che a mio giudizio ben si sposa al cinismo quasi clinico del protagopnista e all'onirico testo che non esiterei a definire dal sapore gotico, piuttosto che noir
leggerò molto molto volentieri qualcos'altro scritto dalla vostra mano e approfitto di questo luogo pur non consono per darvi il benvenuto negli Oscuri reami di Valm Neira milady
mar apr 22, 2008 13:34
Letto tutto il racconto, ci sono dei pezzi che sono rimasti oscuri, suppongo volutamente, ma il mio animo nevrotico mi obbliga a chiederti il perché delle azioni compiute dai tuoi characters, come mai succede quello che succede?
Segnalo una svista: "qualche metrò" suppongo che tu volessi scrivere "metro" ma è facile confondersi quando si alternano le due parole =)
mar apr 22, 2008 13:45
suggestivo senza dubbio, a tratti confusionario, come se fosse una singola tessera di un mosaico più grande.
Non preoccuparti riguardo all'ambientazione dei tuoi racconti, la sezione si chiama "Racconti e poesie", mica "racconti e poesie fantasy" ^^' anzi, se questo è il tuo standard di racconto, ben vengano visto che riscuotono successo gradito.
Saluti.
mar apr 22, 2008 13:46
quoto Lokunos, senza contare che di fantasy ne abbiamo sin troppo e un po' di gotico dona poliedricità al nostro bel mondo
mar apr 22, 2008 14:35
Mi sembra interessante a partire dalla prime righe, ma voglio leggermelo per benone con calma!
mar apr 22, 2008 21:34
I miei più sentiti complimenti, Illusoria. È un fantastico racconto, sopratutto per quanto riguarda la descrizione dell'ambiente, poiché riesci - secondo il mio modesto parere - ad evocarlo in maniera splendida. Fantastico il protagonista e il finale.
Rinnovo i miei complimenti, aggiungendo la mia speranza di poter leggere altri vostri racconti ^^
mer apr 23, 2008 03:20
Sono lusingata nel leggere un tale apprezzamento da parte vostra. Grazie a tutti di cuore. Rispondo a Ysingrinus che mi ha fatto gentilmente notare quell'errore di battitura che ho corretto: la tua domanda sul perchè delle azioni del protagonista, è più che doverosa. Come ha argutamente notato Lokunos, il racconto è un mosaico incompleto. In un ipotetico seguito avrei dovuto svelare il passato del protagonista, il quale è stato accoltellato tempo fà da un sicario della triade, e condotto in ospedale in fin di vita, al punto che il suo cuore cessò di battere per un tempo assai lungo. Quando riprese coscienza dalla sala operatoria credette di essere morto e in seguito resuscitato. Comunque era diventato folle, sostenendo che il killer della triade avesse rubato la sua anima ed essa riesedesse ora nei suoi occhi (specchio dell'anima). Dunque una volta dimesso dall'ospedale inizia a tessere un piano per attirare in trappola il sicario della miafia cinese, ucciderlo e riappropriarsi della sua anima che (sempre secondo lui) lo avrebbe fatto ritornare ad essere l'uomo di prima. Il piano iniziava con l'uccidere la figlia del killer. Una delle due ragazze del racconto. Come riassunto fa un pò schifo, ma più o meno la trama di base e questa.
mer apr 23, 2008 09:40

cativa, brutta cattiva, hai rovinato tutta la trama -.-'
bastava un " lo scoprirete nella prossima puntata" e saremo stati tuti anziosi di scoprire il seguito

. Così hai rovinato tutta la suspance del racconto
in ogni modo, come promemoria per il futuro, vedi di non svelarci tutta la trama, è un po' come andare a leggere cosa accadrà nella serie successiva di un telefilm.
mer apr 23, 2008 12:09
Ringrazio per la spiegazione e mi scuso, perché è stata suscitata da me questa rivelazione della trama; ti consiglio Illusoria la prossima volta ti usare il tag spoiler in modo che non tutti subiscano la rovina della trama. Per me in particolare non è un problema, secondo me una storia deve poter essere leggibile ed interessante anche quando conosci già la trama (altrimenti non potrei rileggere troppe cose), quindi per me non c'è assolutamente nessun problema, mi spiace per Lokunos e chi come lui che si è trovato nei pasticci

Se vuoi postare altri capitoli della storia, se li hai già scritti io li leggo volentieri, in caso contrario mi metterò l'anima in pace. Considera che responsabilità ti sta arrivando fra capo e collo, Illusoria!
gio apr 24, 2008 02:34
Lokunos, non sapevo fossi interessato ad un seguito di questo racconto. Ne sono assai lieta, anche se il mio riassunto grossolano partiva con la premessa che non avessi intenzione di scriverlo, appunto perchè la trama non mi piaceva affatto. Semmai lo scriverò, la mia prima intenzione sarebbe quella di cambiarla.
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