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 Oggetto del messaggio: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mar dic 29, 2009 23:32 
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L'aria si è fatta frizzante, mi sferza il viso con schegge di vetro, mi schiaffeggia le gote con dita gelide che promettono un'abbondante nevicata.
Cammino senza una meta reale, per il puro piacere di perdermi oltre le orme che mi lascio indietro, come a voler distanziare un invisibile inseguitore che langue ed arranca nel raggiungermi, il mio destino che attende o uno scomodo passato che bussa?

Forse entrambe le cose.. forse nessuna delle due, fatto sta che quest'atmosfera brulicante di gioia e buonismo mi va stretta.
Mi guardo attorno come se non vedessi realmente quanto mi circonda: Piazza Vittorio Veneto è perfettamente acclimatata con le feste che si stanno avvicinando: un abete ha vinto l'appalto per divenire uno splendido albero di Natale, troneggia tronfio nel centro dello spiazzo squadrato e sembra quasi volermi giudicare, puntando le sue mani rinsecchite ed appesantite dalle minuscole luci nella direzione in cui mi trovo.
Gli passo al fianco e lo guardo con aria di sfida.

- Vaffanculo, a te sì, proprio a te cazzo di albero travestito... te l'han domandato prima di reciderti al piede se volessi farti tirare a lucido come una baldracca d'alto bordo che fa mostra di sé per attirare facoltosi clienti o semplicemente te ne sei rimasto zitto ad attendere con pazienza il tuo destino "natalizio"?

Scuoto il capo lentamente, mentre il sole già si appisola con leziosa vanità oltre la chiesa di San Michele... ed è in questo istante di raccoglimento sublime che precede la notte, che la città pare prendere fuoco: ogni luce, ogni addobbo sembra prendere vita, pulsare, respirare, rubarmi l'aria...
Affretto il passo, mi dirigo verso casa con poca convinzione.
Il ghiaccio sotto alla suola delle scarpe scricchiola minaccioso come mille specchi infranti, come lo zucchero caramellato che si addensa sulla superficie nocciolata dei biscotti che mamma prepara in questo periodo.

La cucina, nella mattina del 24 era tutto un brulicare ansioso di preparativi che rasentavano la perfezione maniacale di una casalinga che altro non voleva se non rendere felici i propri cuccioli e compiacere al proprio marito.
Lodevoli sforzi, apprezzati invero da tutti, anche dal nonno che burbero preferiva rivolgere la sua attenzione verso i "giari" che furbi e scattanti quanto astuti non disprezzavano la vecchia cantina piuttosto del freddo pungente.
Perchè lo sapete.. quando il freddo arriva a Torino è freddo davvero...
Quel freddo terribile che ti entra nelle ossa, che ti soffoca per quanto ti comprime i vasi sanguigni, tanto da farti dolere le membra come fossero strizzate in una morsa, tanto da strizzarti i polmoni e condensare il fiato appena fuori le labbra.

Quindi... sì.. i topi cercano sempre un luogo tiepido dove svernare, ma spesso non tengono conto che per uno di loro ci sono almeno dieci nonni Matè pronti a debellarli nelle maniere più crudeli e partigiane.
Avevo 5 anni, che bell'età quella, senza pensieri, senza patemi, pronto ad amare ogni cosa ad appassionarti al volo di una farfalla e dimenticartene per rincorrere un cane, o carezzare un gatto...
Amavo il Natale all'epoca, ne gustavo la magia non solo con l'attesa, ma con ogni senso a mia disposizione.
Assaggiavo le luci ad intermittenza che adornavano il presepe, annusavo la neve, toccavo il vento... e seguivo mio nonno in ogni sua crociata contro i ratti, importunandolo con le domande più pure ed ingenue che una bambina possa concepire...
- Nonno... credi che riuscirò a vedere Babbo Natale quest'anno?
- Certo Katya, certo... ne dubiti?

Impacciata seguivo le sue movenze lente, cadenzate, padrone del tempo che gli restava da vivere poteva permettersi di sfottere la Morte prendendosi tutto il vantaggio che su di lei aveva.
Mani contadine grandi e forti che, loro malgrado, avevano impugnato un fucile per difendersi e per ammazzare... mani possenti che si scioglievano delicate in una carezza donata all'improvviso e che ora impugnavano per la coda una coppia di ratti grandi come gattini.
Guardavo quei topi con gli occhi serrati e la lingua a penzoloni tra le fauci, erano grotteschi quanto buffi, mi ricordavano i cartoni animati con cui mi rincoglionivo alla mattina, in cui il gatto di turno con un pesante martellone colpiva il mal capitato sorcio rendendolo inerme.
Non avevo ancora ben chiaro il concetto di morte o vita, era tutto al di fuori della mia portata.
Sapevo solamente che alcune persone che avevo conosciuto, per lo più anziani, si erano addormentati e diavolo ancora non si erano risvegliate...
Mi domandavo cosa ci trovassero di così bello nel dormire, io che piena di energia vivevo ogni istante a mille, ingurgitando vita ad ogni passo, ad ogni nuova scoperta...

- Che fanno nonno, quei topini?

Si rialzò e mi guardò, quasi colto alla sprovvista, titubò un istante prima di sussurrarmi...

- Shhhhh... dormono...

Portai entrambe le mani alle labbra, come a celare un segreto inconfessabile, stando bene attenta a non fare rumore per non turbare il riposino di quelle pantegane abominevoli.

- E come fai a farli addormentare?

Ingenuo.. santo e caro uomo... era una persona fantastica.. mi somigliava per questo amavo condividere con lui le mie giornate ed i miei giochi solitari di bambina riflessiva e schiva.

- Vedi questa scatola? È polvere di Cielo, una specie di sonnifero, non li fa soffrire, semplicemente si addormentano e si risvegliano altrove, dove sicuramente non faranno danni e nessuno li importunerà.

Annuii un paio di volte, mentre un'idea pericolosa e geniale già si faceva strada in me...
La sera non tardò ad arrivare, l'eccitazione era al culmine... avevo predetto a tutti che in quella Vigilia avrei avuto la conferma che Babbo natale esisteva, e che sarei rimasta sveglia pur di incontrarlo.

Mio padre mi guardava con candore fiacco, come se il conoscere la verità sul vecchio pancione vestito di rosso gli avesse rubato un poco di vita.
Terminammo la cena con il gusto frettoloso di metterci a letto aspettando che il Natale facesse il suo corso.
Ero nella mia stanza, rannicchiata sotto al piumone, in attesa che tutto si quietasse.
Quando udii la porta della stanza da letto dei miei richiudersi con il solito scricchiolio famigliare mi alzai e vincendo la paura del buio mi recai in cantina.
L'odore acre della Polvere di Cielo impregnava le vecchie casse di vino, le patate raccolte in estate emanavano ancora un sentore di terra pregna di umidità.
Trascinai con calma uno sgabello verso lo scaffale delle "cose proibite": olio per auto, liquido antigelo, e... la polvere...
Con cura la presi tra le mani, bene attenta a non versarla e come una lepre corsi di sopra, in soggiorno, dove il camino scopiettava allegramente, rimandando verso le pareti le ultime monachine di luce.

Sul tavolinetto basso in mogano c'erano il solito piattino con i Pan di Stelle per Babbo Natale ed un bicchierone di latte e rhum...
Versai mezza scatola di polvere di cielo nel bicchiere di latte e mescolai con attenzione la mistura, avendo cura di usare un cucchiaio.
Rimiravo la mia opera, la mia inconfutabile teoria sulla verdidicità dell'esistenza di Babbo Natale.

Riposi nuovamente la scatola di polvere di cielo sul ripiano delle cose proibite e mi misi a letto.

Al mattino non fui svegliata dall'amabile risata del Vecchio Generoso, ma dalle urla di mia madre, dal suo pianto fragoroso e tremendo.
Saltai giù dal letto e feci di corsa le scale che condcevano al soggiorno...

Mio padre, con addosso un costume da babbo natale era steso a terra inerme, il viso contratto in una smorfia di dolore con in mano il bicchiere di latte oramai vuoto....

Sono giunta a casa.. giro la chiave nella toppa e la stanza quasi disadorna si offre spoglia al mio sguardo: fredda e solitaria come sempre.. senza addobbi... con in cuore una colpa dettata dall'innocenza...

Babbo Natale... non esiste...


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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mar dic 29, 2009 23:38 
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Oddio, è inquietante... :?

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mar dic 29, 2009 23:50 
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Non era quel che voleva trasmettere, ma sì, credo possa risultare inquientante.

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 00:17 
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Io, non so, credo di essere fatto al contrario ma...una volta finito di leggere mi sono ritrovato uno strano sorrisino stampato in faccia...non so...forse perchè è davvero una bella lettura, che concede una certa soddisfazione, sebbene triste. Moltomolto bello Mirshan!

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 02:11 
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Molto bello e toccante. Mi ha spaventato. Mi ha intristito, il sogno della bambina infranto, destinato in ogni caso ad infrangersi e a ferire, sia che babbo natale esista che non esista. La differenza tra la protagonista adulta e bambina, la triste rabbia adulta e la giocosa curiosità bambina, giocosa e pericolosa.
Una piccola perla natalizia =)

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 15:45 
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la cosa più inquietante sono i nomi :look: freud avrebbe da ridire.

in ogni modo mi è piaciuto veramente tanto, noto anche due stili diversi di scrittura fra la prima e la seconda parte, un effetto non voluto forse che però coglie in pieno il cambiamento di stato da fanciullezza a fine dei sogni.

complimenti ancora :inchino:

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 15:53 
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Lokunos ha scritto:
la cosa più inquietante sono i nomi :look: freud avrebbe da ridire.


WTF?!?! :o

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 15:59 
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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 21:34 
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Meravigliosamente inquietante e intrigante :sisi:

Uno stile particolare ed avvolgente, la bambina incantata e l'adulta ormai disincantata e quasi gelida come l'inverno che la circonda..

I miei complimenti ^^

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"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 22:44 
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Iscritto il: mar mag 12, 2009 22:59
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Grazie, grazie siete sempre gentilissimi voi ç____ç in effetti quel che volevo rendere era proprio il crollo dei sogni, ed in questo caso è accaduto nella maniera peggiore, la crudeltà del mondo ha avvolto la bambina ancora prima che potesse comprendere il dolore della scomparsa, mutando l'animo della donna oramai disincantata ed arresa alla perdita del sogno e per questo ben triste e sola, così come spesso accade quando perdiamo di vista quel che per noi conta arrendendoci alle brutture di chi ci vorrebbe vinti =) .

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer dic 30, 2009 22:49 
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Iscritto il: mer nov 12, 2008 18:33
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Località: Valm Neira (da non confondersi con Valmiera, capoluogo di provincia lettone).
Leggendo questo racconto ho le stesse sensazioni che provo nell'ascoltare il racconto della protagonista di Gremlins riguardo al modo in cui ha scoperto l'identità di Babbo Natale.

Anch'io sento un clima del tutto diverso nella prima e nella seconda parte. La seconda mi risulta molto più vera, sentita, un riflesso di vita vissuta. La prima è piena di stanchezza, di un sentimento di malinconia maligna che si esprime in una reverie un po' verbosa...

Secondo me la maledizione contro l'albero di natale viene bene solo se letta con un forte accento piemontese.

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Who is who in Val Neira ha scritto:
Hoijemondijs Dodgloptris Nyrtjainnen
Sacerdotessa di Lloth del casato minore Nyrtjainnen. Vanta altri titoli come Sacerdotessa dei riti della Tenebra - Maestra del culto della Fertilità - Custode delle Estreme Sapienze, legati alle sue attività magiche
.

rose ha scritto:
Hoijemondijs è dio :sisi:
Mitternacht ha scritto:
Ah allora è con lei che me la prendo di continuo XD


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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: ven gen 01, 2010 16:38 
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Iscritto il: mar mag 12, 2009 22:59
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In verità è naturale che la prima parte trasmetta un senso di stanchezza maligna, è come la donna vive il Natale in maniera disincantata, dopo aver da piccina involontariamente fatto fuori il padre :look: ...
I tempi verbali, le descrizioni del prima e del dopo, sono atte a rendere proprio questo passaggio e questa nuova concezione che la Kay ha del periodo festivo quando oramai le attese che aveva in cuore da piccina sono state disilluse in maniera tragica.
Mh... per la maledizione all'albero non saprei, magari alla Litizzetto verrebbe bene =O; kay si è limitata ad insultarlo un poco =D .

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: mer gen 06, 2010 16:42 
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Iscritto il: mer mar 24, 2004 14:59
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bevuto d'un fiato, goduto e apprezzato, no, meglio, apprezzatissimo

Dolceamaro, graffiante, ingenuamente cinico ci pone di fronte alla natura dell'uomo e si presta a svariate chiavi di lettura

Che dire, uno dei migliori racconti di Natale secondo la mia personalissima opinione
Complimenti vivissimi :inchino:

ora vi saluto, corro a rileggermelo ;)

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 Oggetto del messaggio: Re: Un racconto di Natale
MessaggioInviato: gio gen 07, 2010 23:07 
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