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 Oggetto del messaggio: Necronomicon
MessaggioInviato: lun giu 20, 2005 18:59 
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Il titolo originale dell’opera è Al Azif: è il termine usato dagli arabi per designare gli strani suoni notturni (dovuti agli insetti) che supponevano essere l’ululato dei demoni.

L’autore è Abdul Alhazred, un poeta folle di Saana, capitale dello Yemen, che si dice sia vissuto nel periodo dei Califfi Omiadi, nell’ottavo secolo dopo Cristo. Visitò le rovine di Babilonia e le catacombe segrete di Memphis, e passò dieci anni da solo nel grande deserto dell’Arabia meridionale, il Roba El Khaliyeh, o "Spazio Vuoto" degli arabi antichi, e Dahna, o "Deserto Cremisi" dei moderni, ritenuto dimora di spiriti difensori del male e mostri mortiferi. Di questo deserto narrano molte strane ed incredibili meraviglie coloro che pretendono di averlo attraversato. Nei suoi ultimi anni Alhazred abitò in Damasco, dove l’Al Azif venne scritto, e del suo trapasso o scomparsa (nel 738 d.C.) si raccontano molti particolari terribili e contraddittori. Riferisce Ibn Khallikan (biografo del dodicesimo secolo) che venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato orribilmente di fronte ad un gran numero di testimoni gelati dal terrore. Anche la sua follia è oggetto di racconti. Egli affermava di aver visitato la favolosa Irem, la Cittli dalle Colonne, e di aver trovato fra le rovine di un innominato villaggio desertico gli straordinari annali e i segreti di una razza più antica dell'umanità. Non seguiva la religione musulmana, ma era adoratore di Entità sconosciute che chiamava Yog-Sothoth e Cthulhu.

Intorno all'anno 950 l’Al Azif, che si era diffuso largamente, anche se in segreto, tra i filosofi dell'epoca, venne clandestinamente tradotto in greco da Teodoro Fileta di Costantinopoli, col titolo Necronomicon, cioè, letteralmente, "libro delle leggi che governano i morti". Per un secolo favorì innominabili esperienze, finché non venne soppresso e bruciato intorno al 1050 dal patriarca Michele. Dopo di ciò il suo nome fu solo furtivamente sussurrato, ma nel tardo Medio Evo (1228) il danese Olaus Wormius ne fece una traduzione latina che vide la stampa due volte: una alla fine del quindicesimo secolo, in caratteri gotici (evidentemente in Germania); poi nel diciassettesimo (probabilmente in Spagna). Entrambe le edizioni sono prive di qualsiasi segno di identificazione, e possono venir localizzate nel tempo e nello spazio solo in base a considerazioni riguardanti il tipo di stampa. L'opera, sia in latino che in greco, venne posta nell’Index Expurgatorius sin dal 1232 da Papa Gregorio IX, cui era stata mostrata la traduzione di Wormius. A quell’epoca 1'originale arabo era già andato perduto, come mostra la nota prefatoria della prima versione latina (vi è tuttavia un vago indizio secondo cui una copia segreta sarebbe apparsa a San Francisco in questo secolo, e sarebbe andata distrutta nel famoso incendio del 1906). Nessuna notizia si ebbe più della versione greca - stampata in Italia fra il 1500 e il 1550 - fino al resoconto del rogo cui fu condannato nel 1692 un cittadino di Salem con la sua biblioteca. Una traduzione fatta dal dottor John Dee intorno al 1580 non venne mai stampata, ed esiste Solo in frammenti tratti dal manoscritto originale. Delle versioni latine attualmente esistenti, una (del quindicesimo secolo) è ben custodita nel British Museum, mentre un'altra (del diciassettesimo secolo) si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi. Altre edizioni del diciassettesimo secolo sono nella Winder Library ad Harvard, nella biblioteca della Miskatonic University ad Arkarm e presso I'Università di Buenos Aires. Numerose altre copie esistono certamente in segreto, ed in proposito circola insistentemente la voce che un esemplare del Testo in Caratteri Gotici del quindicesimo secolo faccia parte della collezione di un famoso miliardario americano. Sembra anche che presso la famiglia Pickman, di Salem, sia stata tramandata, una, copia del testo greco stampato in Italia nel sedicesimo secolo: se così è, essa è comunque certamente svanita insieme col pittore R. U. Pickman di cui si sono perse le tracce dal 1926.

Il libro è posto rigidamente all’Indice da tutte le religioni organizzate del mondo. La sua lettura apporta conseguenze terribili. Si dice che appunto da vaghe notizie su quest’opera (della cui esistenza una ben piccola parte del pubblico è al corrente), lo scrittore R. W. Chambers abbia tratto lo spunto narrativo per il suo celebre romanzo The King in Yellow, il cui filo conduttore il libro mistico la cui lettura provoca la follia.

Titolo originale: History and Chronology of the "Necronomicon" (1936)

Appendice I

Versioni:

Originale arabo: tre copie manoscritte risalenti al 730-738.

Teodoro Fileta (traduzione greca): una copia manoscritta, risalente al 950, in Costantinopoli. Versione ricavata dal testo arabo.

Olaus Wormius (traduzione latina): una copia manoscritta, del 1228 circa, nello Jutland. Versione ricavata dal testo greco di Fileta.

John Dee (traduzione inglese): una copia manoscritta, del 1580, in Londra. La versione probabilmente è ricavata dal testo greco di Fileta.

Edizioni:

Edizione tedesca: testo in latino, impresso in caratteri gotici, riproducente la versione di Olaus Wormius. Non ha data né luogo di pubblicazione: è stato stampato probabilmente a Norimberga alla fine del secolo XV.

Edizione italiana: il testo è in greco, e riproduce la versione di Teodoro Fileta. Senza data ne luogo di pubblicazione: è stato probabilmente stampato a Roma, intorno al 1567.

Edizione spagnola: il testo in latino riproduce la versione di Olaus Wormius. Privo di data e di luogo di pubblicazione. Stampato probabilmente a Madrid, intorno al 1623.

Nessun’altra stampa del Necronomicon è mai stata fatta. La versione inglese di John Dee esiste solo in frammenti manoscritti ricopiati dall'originale.

Appendice II

(Elenco degli esemplari del Necronomicon dei quali e data per certa l'esistenza. Oltre a questi però ne esistono altri che sono detenuti segretamente.)

Il British Museum custodisce nei suoi archivi riservati una copia del testo in caratteri gotici, completo.

Un miliardario americano sembra che possieda una copia del testo in caratteri gotici.

La Bibliothèque Nationale di Parigi è in possesso di un esemplare dell'edizione spagnola.

La Miskatonic University Library di Arkham, Massachusetts. possiede una copia dell'edizione spagnola.

La Biblioteca dell'Universita di Buenos Aires possiede anch'essa una copia dell'edizione spagnola.

La Widener Library di Harvard ha un'altra copia spagnola.

La Biblioteca dell'Universita di Lima nel Perù possiede una copia dell'edizione italiana.

La Kester Library di Salem, Massachusetts, custodisce una copia del Necronomicon nel testo in caratteri gotici.

La Central Library della California State University, Los Angeles, possiede una copia dell'edizione spagnola.

In una Collezione privata del Cairo si trova un esemplare dell'edizione italiana.

La Biblioteca Vaticana possiede una copia del testo in caratteri gotici ed una dell'edizione italiana.

In una Località sconosciuta della Cina, esiste una copia manoscritta del testo arabo.

Nella Città senza Nome, in Arabia, si trovano alcuni frammenti del manoscritto originale.

cosa ne pensate di questo libro dall'esistenza incerta?

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Sorse Earendil dove la tenedra fluisce
Dell'Oceano alla riva silenziosa;
Per la bocca della notte,quasi raggio che lambisce....
....Allora la marea del buio sale
E passano i celesti bastimenti,
Spargon la notte delle vele chiare
Mentre la stella scivola nei venti...

Et Eärello Endorenna utúlien
Sinome maruvan ar Hildinyar
tenn' Ambar-metta

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MessaggioInviato: lun giu 27, 2005 10:49 
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Iscritto il: mer giu 22, 2005 15:15
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Località: Torino
:o straserio! Ne avevo già sentito parlare ma non ho mai avuto l'occasione per approfondire, la tua ricerca dettagliata mi ha permesso di imparare qualcosa di nuovo

_________________
"Una spada può trapassare senza problemi una cotta di maglia, una ascia può passare da parte a parte uno scudo di legno spesso diversi centimetri, una alabarda aprire un elmo come una zucca...un arco inglese quando fa cantare la sua corda del diavolo fa le stesse cose ma alla distanza di 200 passi.."

Motto degli Arcieri Inglesi


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MessaggioInviato: lun giu 27, 2005 12:40 
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 ICQ  Profilo

Iscritto il: sab feb 28, 2004 21:16
Messaggi: 6638
Località: Palermo
Bella, la recensione e la storia di un libro che non esiste! :o

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MessaggioInviato: lun giu 27, 2005 13:12 
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Signore di Necropolis
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Iscritto il: mer mar 24, 2004 14:59
Messaggi: 9776
Località: Necropolis
Molto interessante infatti

Cmq per la questione degli Pseudobiblia rimando a chi interessasse QUI

nonchè QUI se desiderate dare un occhio al De Vermiis Mysteriis

8)

_________________
ImmagineWhat if I say I’m not like the others
What if I say I’m not just another one of your plays
You’re the pretender
What if I say I will never surrender


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