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 Oggetto del messaggio: TEMPLARI
MessaggioInviato: ven feb 18, 2005 10:36 
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Volevo parlarvi dei Cavalieri Templari che adoro, questa è la loro storia:

Gerusalemme, 1118


Sono trascorsi oramai 20 anni dalla conquista della Terrasanta, da parte dei Crociati. Tutta Europa si era infervorata all'appello di papa Urbano II al concilio di Clermont (1095) per la 'guerra all'infedele'. Partirono in tanti, da ogni regione e di qualsiasi ceto sociale; pellegrini, povera gente, commercianti, principi e nobili cavalieri. Proprio tra questi ultimi, troviamo un piccolo gruppo ,proveniente Dalla regione della Champagne, con a capo il nobile Ugo di Payns. E' proprio da questo nome che iniziamo il nostro viaggio alla scoperta dei Templari.



Proprio nel 1118 , Ugo di Payns costituisce una milizia assolutamente inedita per quei tempi: l' Ordine dei poveri cavalieri del Cristo. Per la prima volta nel mondo medievale assistiamo ad una novità nel sistema sociale, fino ad allora suddiviso in Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano), e Laboratores (coloro che lavoravano). Il nuovo ordine conciliava i principi base del monachesimo(povertà, castità, obbedienza)all'uso delle armi a protezione dei pellegrini che si recavano nei luoghi santi. Monaci e al tempo stesso soldati! Questa, se volete contraddittorietà, sarà anche in seguito, il 'filo conduttore' nella storia stessa dei Templari. Il re di Gerusalemme, Baldovino II, accoglie i primi cavalieri nel suo palazzo, presso la moschea di Al-Aqsa, dove in passato sorgeva il Tempio di Salomone.

Da questo momento la nuova milizia prenderà il nome di Ordine del Tempio ed i suoi membri Templari. In pochi anni i cavalieri Templari assunsero un ruolo sempre più incisivo dal punto di vista militare, sia in Terrasanta che nella penisola iberica, ancora occupata dai mori invasori. Nei primi tempi, lo sviluppo del nuovo ordine appare al quanto modesto e pare anche per questo che Ugo di Payns, nel 1127, ritorna in Europa alla ricerca di rinforzi e di sostegni sia morali che economici. Sarà proprio grazie a questo intervento che i Templari vengono legittimati e riconosciuti in tutta Europa.

Troyes, 1128



Ugo di Payns arriva a Troyes dopo aver incontrato a Roma il papa Onorio II. Bisognava ammettere che la creazione della nuovo milizia non aveva precedenti nella storia cristiana, e, anche il papa stesso mostrava evidenti segni di imbarazzo. Era quindi necessario trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una regola che si adattasse perfettamente alla situazione. Non è un caso se da questo momento entra nelle vicende Templari, uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: Bernardo di Chiaravalle.

Monaco cistercense, fondatore della abbazia di Chiaravalle (1115), scrittore e successivamente Dottore della Chiesa, sarà proprio per merito suo che nel Concilio di Troyes (1118), la nuova milizia viene ufficialmente riconosciuta grazie al 'De laude novae militiae' (elogio della nuova milizia),vero e proprio proclama di esaltazione dell'Ordine Templare. Quindi viene redatta la prima regola di base denominata 'latina' , vero e proprio punto di partenza per lo sviluppo dell'ordine. A partire dal 1128 i cavalieri Templari conobbero un sorprendente e rapido sviluppo in tutta Europa. Donazioni, lasciti e reclutamento di nuove forze rappresentarono il passo decisivo per una trasformazione graduale dell'ordine in un esercito 'parallelo' a quello degli altri Re europei. Già nel 1129 ,per la prima volta, i Templari combattono come veri soldati, pur subendo una sconfitta e molte perdite umane.

Gerusalemme , 1129


Al momento della loro nascita non c'era stata l' esigenza di creare una gerarchia ben definita. Ugo di Payns è il maestro, gli altri primi cavalieri semplici monaci. Solo dopo la redazione della 'regola' e degli 'statuti gerarchici', prende forma un organigramma preciso ed efficiente. In linea di massima ritroviamo lo schema base della società feudale, basata sulla netta distinzione tra chi combatte, chi prega e chi lavora. Anche la posizione sociale nella vita di tutti i giorni determinava il ruolo all'interno dei templari.



Il comando dell'Ordine ha sede a Gerusalemme ed è proprio qui che troviamo il Maestro, vero e proprio governatore della milizia. Pur occupandosi di tutte le questioni riguardanti l'ordine, il suo potere non è 'assoluto' ma molto spesso vincolato al consenso del capitolo dei monaci. Non è questa una novità, era una consuetudine del sistema medievale che raramente lasciava spazio ad autoritarismi di qualsiasi tipo. In caso di impedimenti o assenze il Maestro veniva sostituito dal Siniscalco, ma di fatto è il Maresciallo il vero responsabile del convento, oltre che comandante per le operazioni militari. Accanto a queste figure troviamo il Commendatore del Regno di Gerusalemme, che si occupava anche delle funzioni di tesoreria , amministrazione e mantenimento delle relazioni verso le altre case Templari d'Occidente. Il Commendatore della Città di Gerusalemme, che assolveva il primario compito di proteggere i pellegrini nei luoghi santi. Il Commendatore di Tripoli ed Antiochia, che governava queste terre. I Commendatori delle varie Case Templari e il Commendatore dei Cavalieri, veri dignitari dell'Ordine, tutti disciplinati dallo statuto che ne regolava funzioni e poteri. I Templari di ceto inferiore si suddividevano in Fratelli Cavalieri e Fratelli Sergenti che ricoprivano le funzioni assegnate in base ai loro compiti di combattimento o di preghiera. Oltre a queste distinzioni l'ordine poteva contare su un elevato numero di Fratelli Servitori, vere e proprie maestranze per le mansioni quotidiane all'interno delle loro dimore, diventate sempre più centri di attività economica, spirituale e militare.

Gerusalemme, 1150



Le conseguenze del Concilio di Troyes furono inattese e sorprendenti al tempo stesso. Un gran numero di persone si 'arruolarono' nella nuova milizia, ma fu soprattutto grazie a donazioni e lasciti che i Templari riuscirono a creare una vera e propria struttura economico-finanziaria adatta a sostenere la costosa permanenza in Terrasanta. Con l'ulteriore aiuto di permute, acquisti e vendite i Cavalieri del Tempio dettero omogeneità ed organicità all'organizzazione dei loro possedimenti.

Accanto alla sede centrale di Gerusalemme troviamo le province d' oltremare di Antiochia e Tripoli. La principale risorsa economica e logistica per il buon funzionamento dell'ordine restò comunque l'Occidente, dalla penisola Iberica all'Ungheria. I conflitti tra cristiani e mori infedeli nel sud dell'Europa elevarono i Cavalieri Templari ad un ruolo decisivo per la 'riconquista' ('reconquista'), ripagata, oltre che dall'onore, da ingenti proprietà fondiarie sia nell'attuale Portogallo sia in Spagna, precisamente in Aragona. Lo sviluppo trovò terreno fertile in Francia, specialmente in Provenza e nel Poitou, e successivamente in tutte le regioni del paese. Si crearono dimore e magioni anche in Inghilterra, Ungheria e nel resto del continente.

L'espansione Templare in Italia non fu fulminea come altrove e anche nei decenni successivi il nostro paese non diventerà mai fondamentale per le sorti dell'ordine. Come era nella logica Templare i possedimenti erano dislocati prevalentemente lungo le vie di comunicazione terrestre (per esempio la via Emilia, la via Francigena e la via di Postumia), nelle sedi di fiere e attività commerciali ed in prossimità dei porti d'imbarco per l'oriente, specialmente in Puglia. Questa, quindi, era la situazione delle Province Templari, non restava che collegarle per sfruttare al meglio le loro risorse e, come vedremo, in questo i Templari non furono inferiori a nessuno...


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MessaggioInviato: ven feb 18, 2005 10:40 
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ORA VI PARLERò DEI LUOGHI PRINCIPALI

Fortezza di Tomar, Portogallo 1191 D.C.


Ugo di Payns, fondatore dell'ordine, non poteva certamente pensare ad un ruolo così impegnativo per i poveri Cavalieri del Tempio. La permanenza in Terrasanta è piu' difficile del previsto e la missione nella penisola iberica è diventata davvero lunga ed insidiosa. Sono ormai diversi anni che i Templari ricoprono un ruolo fondamentale per la 'reconquista' dei territori dai mori invasori. Dimore e chiese, ma soprattutto castelli e fortificazioni militari, sono presenti in tutta la regione. Non è un caso se oggi siamo qui a Tomar, quartiere generale della milizia in Portogallo.

Edificato nel 1160 dal maestro portoghese Gualdim Pais, di ritorno dalla terrasanta, è forse l' esempio piu' importante della convivenza tra architettura militare e religiosa, quasi a voler ricordare la duplice vocazione dell'ordine stesso. Accanto ad una poderosa struttura muraria militare all'interno troviamo anche un convento, dalle forme inusuali per questi anni, che con richiami gotici orientali ci porta ricordi della Terrasanta e del suo misterioso fascino. E' passato appena un anno dall'assedio di questa fortezza da parte degli arabi e ancora vediamo le ferite che solo la capacita' militare Templare ne ha impedito la capitolazione totale. Abili fratelli-muratori stanno provvedendo a consolidare e rinforzare le mura, non si puo' mai sapere... Situate in diversi punti strategici, anche sulle rive di corsi d' acqua, troviamo altre notevoli fortezze da ricordare e, perchè no, da visitare in futuro. Almourol, Pombal, Soure in Portogallo ma anche Ponferrada, Almansa, Belmonte, Peniscola e Miravet, tutte situate nei vicini regni. Adesso dobbiamo ripartire, il pellegrino non faceva mai lunghe soste anche se devo ammettere, e credo che sarete d'accordo con me, il luogo è davvero affascinante.
Bologna 1249 d.C.


Lo sviluppo dei Templari sul territorio italiano segue lo stesso percorso di evoluzione dell'ordine stesso. Siamo non per caso in una Bologna ancora in festa per la vittoria sulle truppe imperiali di re Enzo. La sede Templare di questa gioiosa citta' rispecchia l'esempio migliore di come i monaci-soldati scelgano accuratamente dove 'mettere solide radici'. Normalmente i cavalieri hanno due 'domus' nelle citta' considerate principali. Una all'interno delle mura, la sede primaria che funge da coordinamento, e una fuori , per dare ospitalita' ai pellegrini, primo e vero motivo della loro esistenza. L'Italia, fin dall'inizio, rappresenta un paese importante ma non fondamentale.



E' la sede del papato, l'unico loro vero tutore, ma e' principalmente per la posizione geografica che i Templari vi si insediano stabilmente. Non solo attivita' di sostegno per i pellegrini diretti a Gerusalemme ma anche azioni politiche, diplomatiche e finanziarie in un paese che trova nuovo benessere dalle crociate. Tutte le vie di terra e fluviali sono sedi di domus Templari piu' o meno importanti. La via Francigena, ma anche la via di Postumia, la via Emilia e le altre antiche strade consolari romane, da Torino alla Sicilia, passando per Milano, Piacenza, Modena, Bologna, Ravenna, Firenze, Siena, Perugia, Viterbo e ovviamente Roma. Un discorso a parte meritano le citta' portuali. Accanto a Venezia, Genova e Pisa, dove i Templari hanno sedi di primaria importanza, legate dai traffici delle repubbliche marinare con l'oriente, sono i porti di Barletta, Bari, Brindisi e Messina a venire considerati veri e propri centri di smistamento per cavalieri, cavalli e ogni genere necessario per la dura permanenza in terrasanta. A differenza di altri paesi europei, dove condizioni particolari impongono quasi sempre fortezze e castelli, in Italia trovano maggiormente spazio edifici civili, magari frutto di precedenti donazioni, chiese e depositi saggiamente ristrutturati e ben amministrati. I Templari dovevano autogestirsi e produrre eccedenze per i confratelli lontani impegnati in battaglia: il reddito prima di tutto. I compiti dei monaci vengono indirizzati anche alla bonifica di terreni paludosi, alla costruzione di ponti e alla manutenzione di strade, diventate ormai sempre piu' crocevia per lo scambio di idee e cultura con il mondo orientale.

Castello di Athlit 1260 d.C.




La perdita di Gerusalemme, a seguito della disastrosa sconfitta di Hattin (1187), modificò anche il pensiero Templare in materia di
architettura militare. Da quel momento i possedimenti Templari diventano vere e proprie roccaforti, in luoghi strategici ed inespugnabili. Il castello di ATHLIT (o Chatel-Pelerin), dove oggi ci troviamo, è il più significativo esempio della evoluzione Templare in questo senso. Entriamo da questa maestosa porta. Situata sull'unico promontorio della costa tra Jaffa e Haifa e collegata alla terraferma solo da un lato, la fortezza appare imprendibile ed in grado di resistere a qualunque assedio esterno. Gli assedi di Acri e Tiro hanno insegnato ai fratelli-costruttori, l'importanza di rifornire i loro castelli attraverso il mare, della necessità di dotarli di una doppia e spessa cinta muraria e di un fossato da riempire d'acqua in caso di pericolo. Completano la costruzione poderose torri rettangolari e sicure fondamenta sotto il mare. All'interno, come si può vedere, troviamo palazzi, scuderie, cripte, un piccolo porto, passaggi sotterranei più o meno segreti e la chiesa di forma circolare usata per le normali funzioni religiose. Nel 1251 presso questo castello ha soggiornato la regina di Francia, moglie di Luigi IX, dando alla luce il figlio Pietro. A poca distanza da Acri è situato il castello di SAPHET, altra rinomata roccaforte in grado di ospitare oltre 2000 Cavalieri. Anche in questo caso alte e spesse mura, torri circolari e fossati garantiscono sicurezza per i monaci-Cavalieri e i loro ospiti. La particolarità di questa fortezza è l'impressionante serie di mulini di vario tipo, sia interni che esterni, che garantiscono approvvigionamenti in abbondanza. Anche in questo caso possiamo notare la perfetta e puntigliosa organizzazione Templare, sia militare sia economica. Da molti anni i due castelli, Athlit e Saphet, rappresentano un sicuro punto di riferimento per gli stati crociati, ormai abbandonati al loro
destino.

LA MIA FONTE SI TROVA SU
http://freeweb.supereva.com/templari/index.htm?p


Ultima modifica di VADETH il ven feb 18, 2005 10:55, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: ven feb 18, 2005 10:44 
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CONCLUDO CON IL DECLINO


Parigi, maggio 1307 d.C.




La definitiva conclusione della crociata e la fine degli stati latini d'Oriente crea enormi problemi per gli ordini militari che tanto hanno dato alla causa. I Templari hanno acquistato, nonostante tutto, prestigio politico e diplomatico riconosciuto da tutti, le ricchezze che avevano permesso la lunga permanenza in terrasanta ora sono a loro completa disposizione in Europa. Lo stesso maestro Jacques de Molay ha lasciato la sede di Cipro per recarsi a Parigi, nel nuovo quartiere generale e decidere il da farsi, ma il ritorno definitivo dei monaci-cavalieri in Europa crea anche parecchi malumori. Quasi tutti i re europei hanno fatto spesso ricorso alle finanze Templari per le insaziabili esigenze di bilancio, la Chiesa di Roma, anche se da poco trasferita in Francia, ha timore per la sua potenza politica, il popolo li guarda sempre piu' con diffidenza: i Templari incominciano a fare paura a tanti. In questi anni la situazione economica della Francia e' molto delicata, il re Filippo IV, dopo aver tentato inutilmente di entrare nell'ordine dei Templari, non appare in grado di risollevare le ormai vuote casse dello Stato. Il popolo francese, stanco dei continui aumenti di tasse, incomincia a dare segnali di turbolenza assai pericolosi. Voci di un prestito fatto del tesoriere del Tempio senza autorizzazione di Molay contribuiscono a creare una situazione di tensione tra il re francese e il maestro dell'ordine. I Templari sono diventati scomodi per l'avido Filippo IV e per il suo potere politico. Alla corte del re l''occasione per colpire i monaci non tarda ad arrivare, da due anni un ex-Templare della Francia del sud, tale Esquiu de Floryan, racconta cose a suo dire terribili sul rito d'iniziazione dei monaci-soldati, parlando di oscure pratiche eretiche, idolatria e sodomia. Pochi in verita' credono a queste affermazioni molto gravi ma per il re questa opportunita' puo' aprire un'ottima strada per risolvere i suoi problemi. Sotto la sapiente regia dei suoi scaltri e fidati consiglieri la questione assume grande importanza per tutta Europa creando l'inevitabile intervento di papa Clemente V e la protesta degli ordini gerarchici del tempio a partire proprio dal maestro de Molay.

Castello di Chinon Francia, agosto 1308 d.C.






I frati dell'ordine della milizia del Tempio, lupi nascosti sotto un aspetto da agnello e sotto l'abito dell'ordine, insultando in modo sciagurato la religione della nostra fede, sono accusati di rinnegare il Cristo, di sputare sulla croce, di lasciarsi andare ad atti osceni al momento dell'ammissione all'ordine: essi si impegnano con il voto che proferiscono, e senza timore di contravvenire alla legge umana, a darsi l'uno all'altro, senza rifiutarsi, se vengono richiesti... Con queste parole il re Filippo IV ha giustificato l'arresto in massa, all'insaputa del papa, dei Templari nelle commende francesi avvenuto all'alba di un tenebroso venerdi 13 ottobre 1307. Quasi tutti i monaci sono stati imprigionati compreso il maestro Jacques de Molay che si trovava nella commenda di Parigi, tutti i beni dell'ordine confiscati compreso il tesoro e tutti i documenti. Le accuse sono pesanti ma quello che preoccupa e' il sospetto che si nasconde dietro a questa manovra del re: il desiderio di sopprimere l'ordine del Tempio. Incatenati, isolati dalla vita conventuale, torturati ecco quello che accade ai poveri monaci-cavalieri rinchiusi. Qui ,nel castello di Chinon, sono rinchiusi i dignitari dell'ordine compreso de Molay, le loro condizioni fisiche precarie ne hanno impedito il trasferimento per essere interrogati direttamente da papa Clemente V, sempre piu' sottomesso alle strategie politiche del re di Francia. Accompagnati dai piu' vicini consiglieri del re, di buon mattino, sono arrivati alcuni cardinali inviati per raccogliere le loro sempre piu' stanche parole risultato di continue torture crudeli ed ingiuste. Sono questi mesi difficili per i Templari, il ricordo di epiche battaglie e' lontano e la confusione appare come l'unica certezza, dove confessioni,precisazioni ma anche ritrattazioni e lo spettro di gravi condanne avvicinano i bianchi mantelli al fuoco del rogo... le torture incominciano a produrre gli effetti desiderati dal re di Francia Filippo IV. Del coraggio dei temuti cavalieri ben poco e' rimasto e lo scoramento nelle file della gerarchia dell'ordine , sembra confermare un triste percorso gia' disegnato e dalla quale pare non ci sia proprio via di scampo…

Parigi 18 marzo 1314





Le eresie e i peccati che ci vengono attribuiti non sono veri. La regola del tempio e' santa , giusta e cattolica. Sono degno della morte e mi offro di sopportarla, perche' prima ho confessato, per la paura delle torture, per le moine del papa e del re di Francia... Con queste parole di ribellione Jacques de Molay, ultimo maestro del tempio, viene condannato al rogo dal re di Francia. Sono passati sette anni da quella maledetta alba in cui le magioni Templari vennero violate e quasi tutti i fratelli arrestati. Sulla base di accuse pesanti e mai provate i monaci-soldati sono stati processati e condannati ingiustamente. Clemente V, papa francese molto vicino al re Filippo IV, non ha mantenuto il suo ruolo di garante alla ricerca della verita' ma ha contribuito egli stesso, con la sua politica indecisione, alla condanna definitiva dell'ordine. A seguito del concilio di Vienne del 1312, il papa ha approvato, su richieste del re di Francia, la soppressione dei Templari firmando la bolla 'vox in excelso' e la seguente 'ad providam' dispone che tutti i beni Templari diventino proprieta' degli Ospedalieri, altro ordine religioso-militare. La condanna dei dignitari dell'ordine alla prigione perpetua pareva l'atto finale di un processo politico che liberava da tutta Europa di un ordine diventato troppo potente ed influente. La ritrattazione finale di Jacques de Molay e il suo sacrificio di fronte alla cattedrale di Notre Dame sono la conclusione di una vicenda che lascia un alone di mistero , di un segreto che forse non verra' mai svelato... Il crepitio della catasta di legna ormai bruciata non spegne il ricordo della fine tragica ed ingiusta di de Molay,e testimoni affermano che ...la morte lo ha preso cosi' dolcemente che tutto il popolo ne e' rimasto meravigliato... Il tramonto dei cavalieri dal bianco mantello e' arrivato ma, l'eco delle loro spade, del loro coraggio e anche della infinita tragedia finale rimarra' vivo per secoli e secoli.

Modena Settembre 2001





Il ricordo del rogo di de Molay e' ancora vivissimo ma il nostro viaggio con i monaci-cavalieri e' davvero finito. Ci siamo tolti i panni del pellegrino medievale, anche se in verita' questo mi dispiace, per indossare quelli certamente piu' comodi e puliti del III° millennio. Dopo il ritorno un attimo di riposo, seduti sui gradini esterni del magnifico duomo di Modena, la mia citta', in una giornata tiepida di settembre. Per un momento abbandono il ruolo di studioso storico e provo a calarmi nei dubbi e nelle leggende del mito Templare. La storia dell'ordine del tempio fin dall'inizio appare enigmatica e contraddittoria. Monaci ma anche soldati; poveri diventati molto ricchi; combattevano gli infedeli ma poi gli concedevano prestiti; paladini della fede e alla fine soppressi come eretici. La storia ci ha detto che furono creati per la difesa del pellegrino ma qualche studioso ipotizza che il vero obiettivo fosse la ricerca di materiale fondamentale per la religione cristiana. Il santo Graal? La sindone? L'arca dell'alleanza o magari manoscritti che minacciano le basi fondamentali della religione cristiana? L'esplosione economica e' dovuta solo a saggia amministrazione oppure anche a conoscenze esoteriche orientali e geografiche? Esisteva un ramo occulto del Tempio? Quale ruolo hanno avuto i Templari nella costruzione delle cattedrali gotiche? Il famoso tesoro, che non fu mai trovato, dove e' sparito? In Scozia? In Italia? A Rennes le Chateaux? Il santo Graal esiste davvero oppure e' quello stato di benessere interiore che ognuno di noi possiederebbe ma che ancora non conosce e che i Templari potevano sapere? Come vedete i misteri nella storia Templare sono tanti e decisamente tutti curiosi e forse proprio per questo che affascinano ancora molte persone ma, credete a me, non sapremmo mai davvero chi erano e la verita' della loro storia forse non ci arrivera' mai...

... I Templari ci hanno lasciato anche un messaggio decisamente interessante: la societa' feudale viveva in un mondo isolato, ristretto, chiuso dalle loro certezze, i Templari vivevano a contatto con tutti i popoli del Medioriente; tante culture e religioni di ogni tipo. Questa convivenza ha portato ad una apertura della mentalita' Templare e alla modifica nel tempo del loro modo di agire e pensare. La cultura Templare, possiamo dire, e' l'insieme di due: quella occidentale e quella orientale che possono tranquillamente convivere nel rispetto reciproco. E' questa una indicazione curiosamente attuale anche per il mondo d'oggi, non credete?


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 Oggetto del messaggio: Novita
MessaggioInviato: ven feb 18, 2005 11:02 
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Ritrovato un importante documento sconosciuto sul processo dei templari nell'archivio segreto vaticano: la sentenza di assoluzione da parte di Clemente V
Fonte Hera magazine


Una nuova scoperta cambia faccia al processo ai Templari. Si tratta della sconosciuta sentenza di assoluzione di Clemente V al Gran Maestro Jaques De Molay e all'intero Stato Maggiore dell'Ordine del Tempio di Gerusalemme, dopo l'inchiesta pontificia del 1308. Il documento, la sua foto e parti del testo, saranno pubblicati in anteprima sul numero di Marzo (n°27) della rivista HERA, in uscita in edicola fra qualche giorno.

Lo scorso 13 settembre lo storico Barbara Frale ha rinvenuto nei fondi dell'Archivio Segreto Vaticano un documento sul processo dei Templari che la comunità scientifica credeva perduto da secoli. Si tratta di un atto originale appartenente all'inchiesta condotta da Clemente V dell'estate 1308, l'unica inchiesta della Chiesa sull'ordine messo sotto processo da Filippo il Bello con l'aiuto dell'Inquisitore di Francia, e contiene l'unica confessione rilasciata dal Gran Maestro Jacques de Molay dinanzi all'autorità del papa. Creduto rubato insieme ad altri atti del processo quando Napoleone deportò a Parigi l'archivio dei papi, il documento restituisce l'assoluzione con formula piena impartita da Clemente V all'ultimo Gran Maestro e ai grandi dignitari del Tempio che avevano fatto ammenda per le loro mancanze e richiesto il perdono della Chiesa.
Nato in Terrasanta agli inizi del XII secolo per difendere Gerusalemme e i pellegrini al Santo Sepolcro dagli attacchi dei predoni islamici, l'ordine del Tempio era composto di monaci guerrieri e si era sviluppato grazie al favore dei sovrani europei e all'aiuto della Chiesa di Roma, nei confronti della quale i Templari osservavano un vincolo di fedeltà assoluta. Il 13 ottobre 1307 il re di Francia Filippo il Bello, con la complicità dell'Inquisitore francese, ordinò l'arresto improvviso di tutti i Templari del regno all'insaputa del papa e li fece sottoporre a torture indiscriminate per indurli a confessare le colpe delle quali li accusava: eresia, bestemmia, sodomia, idolatria. Lo strumento della diffamazione venne usato in maniera massiccia per gettare lo scandalo sull'ordine e per indurre il papa ad emettere contro di esso una sentenza di immediata condanna.
Clemente V, che possedeva un'eccellente preparazione giuridica ed era stato un abile diplomatico per molti anni, comprese le intenzioni fraudolente dell'intera manovra: dopo aver intimato al re di rimettere i prigionieri alla custodia della Chiesa e non aver ottenuto alcun risultato, il pontefice sospese i poteri dell'Inquisizione perché aveva riscontrato gravi irregolarità ed abusi nella conduzione degli interrogatori. Clemente V proclamò che la Chiesa non avrebbe preso alcuna posizione sulla questione dei Templari finché il re non avesse consentito al papa di vedere personalmente i prigionieri. Questa determinazione indusse Filippo il Bello a consentire che una selezionata minoranza di frati fosse condotta in catene a Poitiers, presso la Curia, per essere interrogata; però il re volle impedire al papa di incontrare il Gran Maestro e i maggiori dignitari dell'ordine, che teneva separati dai confratelli e relegati nelle segrete del castello di Chinon: così avanzò il pretesto che non potevano viaggiare in quanto malati e non li lasciò partire. Clemente V aggirò l'ostacolo con una soluzione brillante: conferì una delega speciale ai suoi tre cardinali più fidati, fra i quali il proprio nipote Berengario Frédol che era un espertissimo canonista e aveva conosciuto di persona gli abusi dell'Inquisizione, e li inviò dai Templari a Chinon per interrogarli in sua vece.
Il documento ritrovato il 13 settembre restituisce proprio la testimonianza di quell'interrogatorio, un nodo cruciale nella strategia del papa per portare la Chiesa fuori dall'imbarazzo e dai problemi in cui la manovra regia, con la complicità dell'Inquisitore francese Guglielmo di Parigi, l'aveva gettata. Oltre ad essere inedito e ignoto fino ad oggi, esso permette di seguire passo dopo passo una mossa fondamentale nella strategia di Clemente V riguardo alla questione dei Templari: sebbene indignato perché essi avevano tollerato tradizioni da caserma volgari e a volte persino violente, il pontefice era convinto che non fossero affatto eretici. Non intendeva condannare un ordine che aveva servito la Chiesa secondo la propria finalità specifica e che, se opportunamente riformato e corretto nei suoi costumi, avrebbe potuto ancora essere molto utile agli obiettivi della politica cristiana in Oriente ed in Europa. Il rinnegamento e lo sputo sulla croce che Filippo il Bello aveva manipolato e fatto passare per una prova d'eresia, con l'aiuto dei suoi migliori avvocati quali Guglielmo di Nogaret, apparteneva ad un cerimoniale segreto d'ingresso effettivamente in uso presso l'ordine del Tempio: il postulante che chiedeva di entrare nell'ordine era messo a confronto con le violenze che i Saraceni compivano sui Templari catturati per costringerli a rinnegare Cristo e oltraggiare la croce.
Terrificante e imposto sotto minaccia di morte, il rito d'iniziazione era una messinscena che doveva spaventare il postulante per metterlo alla prova e consentiva ai suoi superiori di verificare immediatamente la tempra del futuro confratello, la capacità di autocontrollo e di subordinazione ai superiori, l'attitudine al comando. Il rituale era stato tollerato perché gli inquadratori vi ravvisavano un qualche valore formativo sulle reclute, ma durante il corso del Duecento la sua forma originaria si era degradata fino ad accogliere anche atti volgari, come ad esempio il bacio sul sedere, che avevano la finalità di umiliare il novellino dinanzi ai più anziani: lo stesso Jacques de Molay, già prima di diventare Gran Maestro, aveva messo in guardia la dirigenza dell'ordine contro queste tradizioni militari degradate che potevano arrecare seri danni all'ordine, ma la repressione non fu abbastanza efficace e proprio da quelle manifestazioni di goliardia deteriore partirono gli avvocati del re di Francia per costruire con grande maestria il teorema dell'eresia templare.
In sintesi, il documento ritrovato dimostra che nella sua inchiesta dell'estate 1308, l'unica vera inchiesta legittima sui Templari sino a quel momento, Clemente V aspetta di vedere se i dignitari del Tempio si piegheranno alla sua strategia difensiva e chiederanno il perdono della Chiesa, il solo modo per poterli assolvere dalla scomunica in cui erano incorsi ipso facto per aver rinnegato Cristo, anche se in forma puramente verbale; solo dopo averli assolti e ricongiunti alla Chiesa, riservando inoltre esclusivamente alla sua persona il giudizio sui massimi dignitari del Tempio, il papa ordina l'apertura delle inchieste in tutta la cristianità e restituisce i poteri all'Inquisizione. Il destino dei beni templari situati in territorio francese era già segnato da tempo, ma mettere al sicuro lo Stato maggiore del Tempio sottraendolo alla condanna significava per il papa la possibilità di riformare l'ordine, dopo aver proceduto alla revisione della regola e all'epurazione delle sue tradizioni degradate, e di ridargli una nuova funzione nell'ambito della Chiesa.
I nuovi dati storici emersi dal ritrovamento del 13 settembre impongono di ricalibrare notevolmente, per alcuni aspetti, il bilancio storiografico sul processo dei Templari e saranno discussi in saggio storico di prossima pubblicazione. Sebbene piuttosto controcorrente rispetto ad una parte della storiografia sul Tempio, la figura di Clemente V che emerge dalla recente scoperta trova importanti riscontri negli studi di autorevoli esperti della storia pontificia come Edith Pázstor e Agostino Paravicini Bagliani, i quali hanno dimostrato come la vecchia immagine di papa debole e succube del sovrano francese sia completamente da rigettare per lasciar posto a quella di un diplomatico e canonista molto esperto, che sa muoversi con grande prudenza e intelligenza in uno dei periodi storici più difficili per la Chiesa di Roma.
L'intera vicenda sarà riesaminata alla luce delle nuove informazioni presentate da questo documento su HERA di Marzo (n°27)


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Non avrei saputo scrivere di meglio... :)

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Iscritto il: sab set 11, 2004 15:33
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Non è tutta farina del mio sacco, non mi voglio vantare di opere non mie ma adoro l'argomento ed ho anche libri sull'argomento se ti interessa!!


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