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 Oggetto del messaggio: i vichinghi e i loro dei
MessaggioInviato: dom gen 02, 2005 16:32 
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LA MITOLOGIA VICHINGA

La mitologia vichinga, quella dei paesi del nord Europa, è da sempre fonte infinita di ispirazione per il fantasy e per la letteratura in generale. Molti motivi sono tradotti dalla cultura germanica e riguarda prevalentemente divinità, eroi e l’eterna lotta tra il bene e il male.

LA GUERRA

La guerra ha un ruolo centrale nella mitologia vichinga, gli uomini diventano eroi soltanto se muoiono in battaglia. Molte delle storie raccontano di fanciulle guerriere (le Valchirie, scudiere di Odino), che assistono gli eroi quando non combattono, ma soprattutto vanno a raccogliere le anime degli eroi caduti in battaglia e le portano al Valhalla (un salone pieno di armi), dove gli eroi passano il loro tempo e dove banchettano insieme alle Valchirie.

L’ALBERO DELLA VITA

Nell’antichità vichinga si pensava che tutte le forme di vita fossero scaturite da una forma di vita vegetale. L’albero della vita, un frassino sempreverde posto al centro dell’universo, è chiamato Yggdrasil (cavallo di Odino, che vi rimase attaccato per nove giorni per essere ammesso al dono della saggezza delle Rune), le cui immense radici entrano profondamente nella terra. Le prime forme di credenza religiosa erano legate alla natura (la Grande Madre). Poi c’erano i Vani, divinità benevole legate alla fertilità.

LE DIVINITA’

Odino

Il dio per eccellenza delle popolazioni vichinghe era Odino (Wotan), il dio guerriero che parla in versi e che governa le Rune, l’alfabeto sacro della mitologia Scandinava (usato anticamente per i suoi poteri magici e anche come metodo di predizione degli eventi), di cui fece dono agli uomini. E' la divinità più importante in tutta la Scandinavia ed è universalmente noto come il "dio dei nordici" e dei vichinghi.

Thor

Figlio di Odino e signore del tuono (come Ercole e Zeus), fu il più popolare fra gli dei del mondo germanico. Divinità guerriera ma assai generosa (non richiedeva sacrifici umani), difendeva gli uomini dalla cattiveria del male. La sua arma era un martello magico, il Mjomnir, che colpiva e tornava nelle mani del proprietario. Viene spesso presentato insieme al crudele Loky, il dio malvagio, a testimonianza dell’inscindibilità del bene dal male.

Freya

Dea della fertilità, dell’amore e della magia. È associata anche alla Grande Madre, ai boschi, alla terra e al gatto (sacro in Egitto).

Frigg

Moglie di Odino, era la dea del focolare domestico.

Freyr

Fratello di Freya, è il dispensatore di ricchezza, fecondità e abbondanza.

ELFI, GNOMI ED EROI

Sigurd “l’ammazzadraghi”, Sava e Brunilde, le guerriere a capo delle Valchirie e Harald dal dente guerriero, erano alcuni degli eroi figli delle divinità.
C’erano poi elfi, nani, giganti, gnomi, Norn (che assegnavano i destini agli uomini), demoni, fate e maghi, tutti pronti alla battaglia e ad imprese epiche. Un mondo fatato e allo stesso tempo malvagio, magico e guerriero.

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MessaggioInviato: dom gen 02, 2005 16:39 
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LA DEA FREYA



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Benedetta sia la dea dell’Aurora scintillante
Freyja, la Bellissima,
La piu Appassionata delle Regine.
Insegnimi i misteri dell’autentica passione del cuore.
Mostrami i segreti del wyrd.
Cammina con me nella luce delle stelle.
Io accendo questa candela
in una ardente offerta a Te,
Freya, dea del fuoco etereo.


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Freya è probabilmente la più nota e più amata delle dee nordiche oggi. Il suo nome significa semplicemente "la Signora" e una volta era un titolo piuttosto che il suo nome originale. Freya è la donna selvaggia fra le divinità del nord.

Il giorno Venerdì in inglese (Friday) prende il nome da lei.

Figlia di Njordhr e Skadhi, (massima divinità dei Vani e signore dei naviganti), sorella di Freyr e sposa di Od.
Famosa per la sua bellezza, è la dea dell'amore soprattutto sessuale,della fertilità. È considerata un dea oltre che di amore, di profezia e di magia. Ha l'aspetto di una guerriera, è dunque anche una dea di guerra, infatti le spettano la metà dei caduti in battaglia, che ella riceve nel suo palazzo chiamato "Sessruminr" (Ricco di Seggi).

Freya vive nel bel palazzo Folkvang (" campo della gente "), un posto in cui le canzoni di amore vengono cantate.

Del suo abbigliamento è famosa Brisingamfn "Collana dei Brisinghi", forgiata dai nani della stirpe brisinga - il mito viene raccontano più sotto in dettaglio - I nani le regalarono anche Hildsuin "Cinghiale da Battaglia" dotato di setole d'oro.

Freya fu in eterno conflitto con Hundia, una vecchia megera che dimorava con gli Asi, e che spinta dalla gelosia nei confronti della bellissima dea, raccontava in giro i particolari della vita sessuale di quest'ultima. Era ancge avversata dai giganti che in alcune storie la rapiscono.

Freya è anche la musa ispiratrice della Mausong un genere di poesia a tema amoroso vietata dalla legge nordica.

Freya si festeggia il 27 Dicembre e il 10 gennaio e il mese di marzo

Aspetto di Freya
Freya è una delle più alte divinità di Asgard, una figura di potere e rispetto anche fra le Walkirie e gli Aesir. Come Dea dell’amore e della fertilità, ella assume una forma che verrebbe considerata bella nella maggior parte del mondo - occhi blu-chiaro, capelli dorati lunghi che cadono oltre la vita e una carnagione perfetta che metterebbe Venere stessa in ombra. Il suo costume può anche essere considerato insolito, consistendo di un vestito di un pezzo stretto, che cade eppena sopra le anche, come pure una coppia di manicotti stacati dal vestito e stivali che salgono fino alle sue ginocchia. Tutto il suo abbigliamento è dello stesso tessuto di verde foresta, ricamato in oro.
Sulla sua testa sta una mitra verde e bianca, lunga un pò sui lati, con una larga striscia verde e due strisce bianche intorno ai lati. Un bordo in oro inoltre copre questa mitra.
Possiede anche un mantello di piume di falco che le permette di volare fra i mondi.

Carattere di Freya
Come uno dei capi principali dell’Aesir, Freya ha la forza della volontà di un comandante - e l'autostima e un senso della propria identità in grado di sostenere il suo volere. Di mente veloce e intelligente, Freya possiede un alto grado di ostinazione e una sicurezza del suo potere e della sua autorità che può sull'occasione condurla ignorare i suggerimenti e la saggezza degli esseri inferiori (siano essi dei o mortali). Freya ad è molto dedicata all’Asgard e all’Aesir e a Odino in particolare, ed è a disposta a combattere fino alla morte e a distruggere chiunque abbia minacciato la sua casa e la sua famiglia. Ciò la rende molto spietata verso il nemico - e verso chiunque ella veda come una minaccia.

Dinamica, impulsiva, altamente estroversa. Appassionata una volta risvegiata sia in amore che per una giusta causa. Aggressiva. Sempre nell’azione e sulla via. Esigenza di una causa e di sfide in cui lanciarsi. Si annoia facilmente. Molto immaginativo ma a volte poco centrata, impaziente ma coraggiosa.


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La sua storia
Tradizionalmente, Freya era la figlia del dio Njord di Vanir e ha vissuto fra i Vanir nello Joutenheim per la prima parte della sua vita. Tuttavia, tutto il questo cambiò con linizio della prima guerra fra Aesir e Vanir.
Njord lasciò i Vanir dopo la guerra e andò ad Asgard per offrire i suoi bambini, Freya e Frey, come ostaggi agli Aesir in modo che la guerra non venisse continuata.

Odin fu d’accordo e Njord, Freya e Frey vennero transformati in in Aesir. Freya ha insegnato gli dei molto di quello che sanno su rimedi, pozioni e rune - quelle parti di conoscenza che Odin non aveva avuto quando aveva perso uno dei suoi occhi e si era appeso dal Yggdrasil.
Col tempo Freya è entrata nel ruolo di dea di potere e ha indossato il manto di dea della vita e della morte. Esercita un potere pari a quello di Odino stesso e come tributo prende la metà di tutti i guerrieri che muoiono nella battaglia, mentre gli altri vanno con Odin al Valhalla. Ma sia Freya che Odino sono dedicati alla conservazione del mondo e quando il momento verrà, combatteranno insieme. È Freya che dirige le Valkyrie nella loro missione di raccogliere le anime dei guerrieri morti.

Il suo sposo era Od secondo alcune versioni, Odino per altre (in tal caso Freya viene a sovrapporsi con la dea Friggs moglie di Odino). Un mito racconte che, non trovando più il suo sposo Od, pianse a lungo lacrime di ambra.
Non c’è molto di scritto su Od. Alcuni storici sostengono che Od è un semplicemente altro nome per Odino. La confusione qui sembra ancora girare intorno se Frig e Freya sono la stesso dea. Possiamo supporre che i miti ci abbiano detto che Odino abbia avuto il suoi mondo e sua moglie da cui tornare e Freya ha avuto i suoi impegni con i Vanir. Freya Cerca Od disperatamente, pur sapendo che non può trovarlo perché è diventato Odino e piange le sue lacrime di ambra.
Od, identificato solitamente come Odino, può essere un'introduzione un po'successiva per questioni morali, sarebbe cioé stato introdotto per sostituire il suo consorte originale che sarebbe stato il suo fratello Frey.

Freya a volte è vista come dea di fertilità, ma non ci sono fonti che suggeriscono che sia stata invitata portare la produttività ai campi
Piuttosto, è una dea di ricchezze, le cui lacrime sono oro e le cui figlie sono oggetti preziosi.

Animali totemici
Il falco, i gatti (Freya ha due gatti alati che tirano il suo carro Betulla; si dice che dopo sette anni i gatti venissero liberati e trasformati in streghe), le farfalle, gli uccelli, particolarmente falchi, anche il cuculo Alcuni dicono anche i cavalli (per alcuni neri, cioé diabolici, il che rientra nella demonizzazione di Freya avvenuta colcristianesimo)).
L'albero che è sacro a Freyja è il sambuco. La Rosa sarebbe il suo fiore. Il suo metallo favorito è naturalmente l’oro. La sua pietra è l’ambra.

Freyja ed il Brisingamen
Come Freyja ha ricevuto il Brisingamen nei miti è una storia piuttosto interessante ed unica. Da fonti diverse si trova che Freyja ha vlato una notte al regno dei nani. Quattro nani, Alfrigg, Berling, Grerr e Dvalin avevano fatto una collan bellissima. Era la più bella collana che Freyja avesse mai visto e la volle più di ogni altra cosa mai voluta prima di allora. (questa collana d’oro è detta da qualcuno rappresentare la pienezza del suo potere) Freyja ha cominciato a barattare con i quattro nani che desideravano soltanto una cosa, che ciascuno la avesse per una notte. Per l'unica volta nella sua esistenza Freya si è presentata ai desideri altrui (di solito si occupava esclusivamente dei propri).

Ora ci sono due versioni di che cosa accade dopo questo. Uno è che Loki ruba la collana e dice a Odino a che cosa ha fatto e Odino monta su tutte le furie ed il prezzo affinchè lei lo ottenga indietro è che gli esseri umani facciano la guerra fra di loro. Questo è probabilmente un'aggiunta cristiana più tarda. L'altro è quella in cui Od sparisce per un giorno e lei lo cerca e versa le lacrime di ambra dappertutto mentre lo cerca. Vada a questa pagina trovare le offerte che altri hanno dato a Freyja.



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MessaggioInviato: dom gen 02, 2005 16:54 
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ODINO DIO SCIAMANICO
di La Via del Nord


La divinità principale del pantheon nordico è Odino-Wotan. Egli è considerato il primo degli Asen ed è, nel culto vichingo, il Padre di tutti gli Dèi.

Comprendere la figura sciamanica di Odino è un’impresa non facile.
Il primo passo da compiere consiste nell’analizzare la radice del suo nome che ci permette già di dare una traccia importante a questa figura, a volte controversa persino per il popolo vichingo.
La parola "Wotan" ha la sua radice in "Wat" e sta ad indicare la "furia divina", quella furia che venne facilmente (e abilmente) interpretata dai colonizzatori cristiani come ferocia e spietatezza in combattimento da parte dei guerrieri vichinghi.
L’indubbio ardore con il quale essi combattevano e ancora di più le comunità odiniche dei Berserker (Uomini-Orso) e Ulfedhnar (Uomini-Lupo), lasciarono una traccia indelebile nella memoria umana.
Ma il furore a cui si riferisce la radice "Wat" è di ben altro tipo.
Essa indica infatti l’essere sì fuori di sé, ma in una dimensione sovrumana, nella quale si è in grado di trasformarsi (elemento sciamanico) attingendo così ai doni della saggezza, della virtù profetica e poetica (Odino è anche definito il Possente Poeta).
Vi è infine una sorta di invulnerabilità, elemento questo proprio dei temibili Berserkir e Ulfedhnar.
L’elemento sciamanico, quindi, appare già nella radice del nome di Odino-Wotan ed è importante sottolineare come tutta la nostra Tradizione si basi proprio su questo elemento.
Odino-Wotan appare nella "Snorra Edda" come Grande Triade: Har, Iafhnar e Thridhi cioè l’Alto, l’Altissimo e il Terzo.
Nell’antico tempio di Uppsala (in Svezia), Wotan veniva affiancato al dio del Tuono Thor e al dio Freyr, connesso quest’ultimo ad ogni tipo di fertilità. Freyr veniva rappresentato all’interno del tempio con un fallo enorme, ad indicarne la sua funzione procreatrice.
Non esistendo per gli antichi una distinzione tra sacro e profano, il corpo, sesso compreso, non era vissuto in modo conflittuale, bensì come manifestazione provvisoria dello spirito, quindi andava curato e utilizzato, senza disdegnare le piacevolezze della vita.
Il peccato, il senso di colpa e il castigo eterno erano concetti sconosciuti e si dava invece grande importanza all’essenza dell’essere umano e alla sua collocazione all’interno dell’universo.
Thor e Freyr, o per altre tribù, Tyr e Njodhr, rappresentavano sostanzialmente i due aspetti che completano l’elemento principale, vale a dire la Forza e la Fertilità che affiancano l’aspetto Sovrano.
Prova ne è il fatto che tra gli epiteti di Odino troviamo nomi come "Thundr" che significa Tuono la cui radice "Th" non è solo l’inizio di Thor, ma è anche la radice della terza Runa, Thurisaz, che si distingue sia per il suo potere di offesa che per quello di difesa. Thor è infatti il Campione degli Dèi e degli uomini, il nemico giurato delle forze telluriche.
Altro appellativo di Odino è "Veratyr" la cui traduzione è Dio degli uomini.
Tyr è infatti il dio della vittoria e dell’arbitrato, colui al quale si appellano gli uomini per le contese e non può passare inosservato che durante il "Thing", l’"assemblea", era uso conficcare nel terreno una lancia, arma di Odino, a punta in su in mezzo al cerchio del ritrovo, ad indicarne la protezione giuridica richiesta e offerta dal dio.
Odino è il Padre di tutti gli Dèi (rimane il capo supremo anche quando Asen e Vanen stabiliscono la tregua alla loro Guerra) e i suoi quarantadue soprannomi svelano spesso aspetti importanti della sua natura sciamanica: Dio delle Rune, degli Impiccati (che ricordano il sacrificio sull’Yggdrasil), Mascherato, Assai sapiente, Mutevole, Colui che ha l’occhio fiammeggiante, Incappucciato. Egli è inoltre il Dio della Parola, della Poesia, della Magia nelle sue forme più complesse e della Guerra. È il Dio del Fardello, di colui cioè che tutto conosce sopportando così i dolori del mondo. È il dio che insegna agli uomini e allo stesso momento è il loro modello soprattutto per i re e i condottieri.


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Dio della parola
Come dio della parola egli governa i "ljòdh", i canti poetici che sono il frutto dell’ispirazione da lui donata e i "gladrar", i canti magici ai quali ogni sciamano fa ricorso spesso per dare al suo essere un cambiamento di forma animale (Hamrammr) o solo per far percepire ad altri una forma diversa dalla propria, sia essa animale, vegetale o minerale (Bridga sèr).
Ma l’importanza della parola, espressione materiale dell’alito vitale, non finisce qui:

"Ma l'opera più grande fu la creazione dell'uomo cui egli diede il respiro affinché viva e non perisca quantunque il corpo decada in polvere o bruci fino alla cenere". (Snorra Edda)

Wotan è il demiurgo, colui che crea l’universo e l’uomo attraverso il proprio potere. Per dare vita a quest’ultima creazione, Odino usa il respiro, cioè il soffio vitale.
La parola "spiritus" in latino vuole dire soffio vitale, cioè l’emissione primaria di alito connessa con la bocca (Runa Ansuz, Runa della Parola creatrice), con il Verbo e con la Voce. Uno dei tanti nomi di Odino è appunto Omì (colui la cui voce risuona), facoltà che usa in battaglia per paralizzare i nemici.
Importante dunque la funzione del suono e, all’origine, dell’alito vitale. La bocca, come veicolo, viene utilizzata dallo sciamano per succhiare fuori dal corpo del malato la causa della sua infermità aspirandola cioè alitando al contrario. Ma come "annienta" l’elemento nocivo dal corpo ammalato, allo stesso modo, con un procedimento inverso, può donare vita a qualcosa, emulando il potere del Demiurgo, alitandoci sopra, infondendo cioè in esso la vita.
Tutto nell’universo infatti, per sua struttura, ha una conformazione doppia.
L’esempio della voce è indicativo: Odino dona il respiro all’uomo infondendogli la vita, ma ha anche la facoltà, sempre attraverso la voce, di paralizzare e uccidere gli avversari.
Oggigiorno si parla molto degli sciamani come di uomini medicina, cioè come Guaritori che attraverso metodi individuali, tribali ed arcaici, possono guarire.
Ma quanti si sono mai soffermati sul fatto che tutto quello che può essere utilizzato a scopo di guarigione o di aiuto potrebbe anche essere sfruttato nel modo opposto?
Quanti comprendono che l’energia di per sé non ha una forma sua poiché ha ambedue le polarità e che è l’uomo ha determinarne forma e direzione?
Se un uomo è in grado di produrre una guarigione, allo stesso modo è anche in grado di produrre la morte di un suo nemico.
Questo vale per tutti, perché all’interno della creazione il bene e il male non esistono, almeno nell’accezione conosciuta, ma sono flussi complementari e allo stesso tempo opposti di un’unica energia.
Davide Melzi nel suo libro "La Via dello sciamanesimo boreale" spiega in maniera approfondita la diversità tra una religione del credere e una del conoscere. Proprio a quest’ultima appartiene lo sciamano, qualunque sia la sua estradizione o cultura. Sperimentare, cioè vivere in prima persona l’esperienza estatica, la discesa negli inferi come l’ascesa ai cieli, la conoscenza dell’energia, dell’universo, dei suoi meccanismi, delle difficoltà umane, delle sconfitte e delle vittorie lungo il percorso individuale.
In questa sperimentazione l’uomo comprende il grande potere che gli può essere concesso, potere che userà a propria discrezione.

Le prove di Odino

"Io so tutto, Odino, dove hai nascosto l'occhio,
nella magnifica fonte di Mimir.
Il nettare Mimir beve ogni mattino
Dal pegno pagato da Valfodhr. E voi riuscite a seguirmi?"

Tratto dalla "Voluspà", la "Profezia della Veggente", questo breve passo narra del sacrificio di Odino quando Valfodhr, Padre del Combattimento (altro epiteto del dio) dona un occhio alla fonte di Mimir per bere un sorso dalla fonte della Saggezza.
Il Grande Padre appare infatti in tutte le raffigurazioni come monocolo ed è risaputo che, in molte culture, Dio viene rappresentato con un solo occhio.
Ma è proprio questo stato di semicecità che conferisce al dio un grande potere. Odino è conosciuto come Helblindi "colui che acceca fino a far morire" o anche come Bàleygr "colui che ha l’occhio fiammeggiante", attributi questi che stanno ad indicare la sua capacità di immobilizzare incantando gli avversari durante la battaglia con il suo occhio.
In un altro carme, "La Canzone dell’Eccelso" troviamo un altro sacrificio del dio:


"Io so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove notti intere,
da una lancia ferito e sacrificato a Odino,
io a me stesso,
su quell'Albero che nessuno sa da quali radici s'erga.
Con pane non mi hanno saziato né con corni potori:
in basso spiai guardando.
Trassi le Rune, cantando le trassi
E ricaddi di la'.
Nove possenti incantesimi presi dall'illustre figlio
Di Bolthorr, padre di Bestla...
E presi a germogliare e divenni saggio..."

Odino-uomo si trasforma in Odino-dio facendoci intravedere il percorso di autorealizzazione di un uomo votato alla Conoscenza e alla Coscienza attraverso il sacrificio, il digiuno, la solitudine e la morte, che è morte iniziatica.
Al termine di questo Viaggio egli raccoglie i frutti: le Rune, che sono la chiave nord-europea dei misteri universali, strumenti sciamanici particolarmente adatti alla visione nordica del mondo.

I Totem di Odino
La figura di Odino viene accompagnata dai corvi Huggin e Munnin, Pensiero e Memoria e dai lupi Geri e Freki, l’Affamato e il Divoratore. Mentre i primi due sono dei messaggeri che sussurrano all’orecchio del dio tutto ciò che hanno visto e sentito in giro per il mondo, i secondi rappresentano un aspetto iniziatico di forza e potenza animale connesso in questo caso all’elemento Fuoco.
Oltre ai due lupi e ai due corvi, Odino possiede un cavallo ad otto zampe: Sleipnir.
In tutte le culture sciamaniche, compresa quella vichinga, ricorre il mito del cavallo come mezzo di trasporto per accedere ai vari mondi dell’esistente.
Sleipnir è un cavallo ottipiede e il numero otto rappresenta non solo la sua doppia velocità di percorrenza, ma anche il numero che precede il completamento evidenziato dal numero 9. Il suo color grigio rappresenta una premonizione funerea ed infatti esso, oltre ad essere considerato un simbolo di fertilità, è il veicolo, insieme alla barca, per i riti funebri. Ma al di sopra di tutto spicca il fatto che lo Sleipnir ha incise sui denti le Sacre Rune, il che evidenzia ancora di più l’importanza sciamanica del cavallo di Odino.

La bevuta rituale
Tra i simboli legati all’importante figura sciamanica di Odino, troviamo la birra o l’idromele.
Queste bevande assumono nella mitologia scandinava un carattere sacro. Il loro inebriarsi rituale permette di attingere a quella dimensione sovrumana, furia, propria degli sciamani.
Per i vichinghi divenire ubriachi equivaleva ad essere afferrati dallo spirito del dio e sulla coppa ricolma, "Bragafullr", si prestava giuramento durante le cerimonie di insediamento di un erede a seguito della morte del padre.
Il termine Bragafullr deriva dal nome del dio Bragi che è il protettore dell’arte poetica.
Dunque il rito di bere solennemente dal Bragafull è in sicura connessione col dio supremo; il guerriero assorbe, bevendo la birra, la potenza del dio, il suo spirito e la sua ispirazione. Si fa in tal modo simile a lui.


"Ubriaco divenni,
del tutto ubriaco
presso il savio Fiallar
poiché è eccellente la birra
ove dopo riacquisti
ciascun uomo il suo senno."
(Havamal)

Tra le metafore nordiche troviamo inoltre frasi come: "dare idromele" che significa "dare battaglia", oppure come "bere fino in fondo" che sta a significare "morire", equiparando così la morte ad un festino.
Birra e idromele sono quindi bevande sacre che assunte in condizioni rituali, permettono di attingere ai doni sovrumani.
In particolare l’idromele permette di assimilare la forza del dio Fjolnir che la leggenda vuole esservi annegato dentro. Questo evento conferisce maggior sacralità alla bevanda, perché bevendo ritualmente il nettare si incorpora automaticamente la sua anima e quindi la sua forza.
La parola Miodhr che significa "idromele" può essere ricondotta al termine "Odhr", che significa "furioso", ma anche "canto, poesia" e in ultimo possiamo notare che Odhr è il dio cieco fratello di Balder, che tornerà assieme a quest’ultimo nella nuova Età dell’Oro.
Il fatto che Odhr sia cieco è già di per sé sufficiente a ricollegare il suo nome con la poesia e la sensibilità, che trasforma il soggetto in veggente (ci può essere utile ricordare la figura di Omero o dello stesso Odino).
Ma la coppa alla quale si attinge nei momenti rituali, traboccante di prezioso nettare, ci riconduce al mitico calice del Graal, che una falsa tradizione ci ha consegnato come il contenitore del sangue di Cristo. Il Graal infatti, (chiamato anche il Calderone di Dagda), è uno dei quattro doni che portano i Thuatta de Dannan (le genti della dea Dana) al ritorno dall’isola di Avalon.
Si narra che al tempo della Grande Onda i Thuatta de Dannan si trasferìrono in un’isola ai confini del mondo dove appresero dai Quattro Druidi la Magia e la Saggezza. Ricevettero quattro doni: La lancia di Lug, la Pietra di Fal, la spada di Nuada meglio conosciuta come Excalibur e il Calderone di Dagda, e tornarono in Irlanda sbarcando il giorno di Beltane. Il Calderone di Dagda rappresenta il calice dell’abbondanza, cioè quella coppa alla quale si può attingere solo dopo numerose prove e dalla quale si riceve la saggezza, il rinnovamento e l’abbondanza.

Conclusioni
Odino è dunque un dio sciamanico, complesso e impegnativo, dedito al sacrificio al fine della Conoscenza; è un dio che indica all’uomo la strada da seguire affinché esso possa giungere alla meta ultima: la Realizzazione.
Odino è Mago e le sue pratiche e vittorie sono il frutto di Conoscenze acquisite unite ad una grande sapienza. Egli è sì il dio di tutti gli uomini, ma soprattutto egli è il dio degli "Jarl", cioè dei "nobili", degli Sciamani e dei Guerrieri, di coloro che sono dediti alla Guerra e contemporaneamente alla Magia

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MessaggioInviato: dom gen 02, 2005 20:33 
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compimenti,anche a me piacciono i vighinghi,in assoluto!ma degli dei non ne sapevo nulla,a parte per quei age of empire che sulla storia ti fanno imparare molto,divertendoti con un magnifico gioco di strategia e storie mozzafiato...ve lo consiglio! :wink:

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Per i flame c'e' attualita',chiudo.


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MessaggioInviato: gio feb 03, 2005 21:21 
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In ogni buona libreria di patito di vichingame non dovrebbero mancare (almeno, io ho li ho tutti :P ):

Edda di Snorri

Il canzoniere eddico - ed Garzanti

G Chiesa Isnardi - I miti nordici - ed Longanesi

N Pennik - Tradizione nordica - ed Atanòr

E.O.G. Turville-Petre - Religione e miti del Nord - ed il Saggiatore

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Messaggi: 117
Località: Buio Profondo
Ovviamente essendo una fanatica di Vichinghi e tradizione Nord-Europea li ho tutti!! :d

Mi fa piacere ci siano altri appassionati, non siamo in molti
Consiglio i libri di Polia, molto competenti. Di storici invece ti consiglio quelli riportati qui: http://www.laviadelnord.net/Libri.htm , a parte quello sulle Rune di Pennik che non è troppo buono, a mio parere. Per le Rune meglio Polia (per la storia) e K. Meadows per la divinazione.

Il martello di Thor però si chiama Mjollnir ghgh, correggo l'errore grammaticale =P

Gli Dèi vi siano sempre benevoli,
Chessintra(nei drow)/ Brunhilde (nell'anima)

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.::¤Lloth lu' Olath Ilhar tlu ussta quar'valsharess,
tlu ussta oloth, xuil dos F'sarn gareth, xuil dos F'sarn llieh
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Drow del Regno di Nimenia
http://www.drowrealms.com
Sito della Razza Drow del Regno di Nimenia
http://www.nimenia.org
GDR testuale ad ambientazione fantasy


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Nosfy sei un grande!!!!!!
ankio sono appassionatissimissimissimo dei Vikinghi, con la mia band facciamo un sacco di canzoni ispirate a loro e uno dei miei generi preferiti è il Viking Metal (misto tra Death Metal e musica Folk)...


che bello vedere che qua di filovikinghi ce ne sono molti :D

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PERCHE', STE?!
Ha Det Stefano, R . I . P . (08-09-1988 / 22-11-2004)


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un ottima descrizione,complimentoni!! ^_^


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MessaggioInviato: mar apr 26, 2005 18:23 
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[quote="Nosferacchia"]LA MITOLOGIA VICHINGA

bello bello bello!!! Anche io sono una patita di vichinghi!!! ti faccio i complimenti per tutto cio`che hai scritto, ma ti devo correggere su un punto... Non arrabbiarti, so che sono nuova, ma Tohr e`uno dei miei persinaggi preferiti!!! beh, la precisazione e`che il mertello di Thor si chiama Mjorlin... Sono piuttosto sicura di questa cosa. Poi magari potresti aggiungere il fatto che nessuno, ma proprio nessuno tranne il possentissimo Thor e`in grado di sollevare questo enorme martello!
Cmq ancora complimenti!
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 Oggetto del messaggio: Mjorlin, il martello di thor
MessaggioInviato: mar apr 26, 2005 18:30 
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Iscritto il: dom apr 24, 2005 14:56
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Ero interessata a vedere dove avevi pescato il nome Mjomnir, e devo dire che su internet lo si legge dappertutto...
Che sia io la profana troppo legata ai fumetti della Marvel??? E che la Marvel abbia cambiato il nome originale Mjomnir in Mjorlin, come dicevo io??? Che ne dite?


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mar apr 26, 2005 18:30 
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Artiglio Nero
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Iscritto il: dom apr 18, 2004 00:33
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piace molto anche a me la mitologia vichinga.. :)
la trovo.. "interessante" ci sono qua un sacco di cose che non sapevo o che non conoscevo bene.
Ad esempio il loro rapporto con l'idromele.. :)
gia che si è in vena di nomi delle armi la lancia di Odino che non falliva mai un bersaglio veniva chiamata "Grugnir" :)

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