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 Oggetto del messaggio: balestra leggera e arco
MessaggioInviato: ven lug 16, 2004 14:04 
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La balestra leggera a differenza delle altre (media e pesante) necessita di una sola mano per caricarla (se no bisognava puntare in basso la balestra mettere il piede nella staffa e tendere l’archetto con ambo le mani nel caso della pesante si usava il martinetto 3 giri ed era teso), la distanza utile è di circa massimo 10 m per utile intendo precisione e danno altrimenti può arrivare sui 20 m ma non serve poi a molto dato che ha perso molto del suo potenziale di penetrazione e la precisione di colpo.


Struttura

La struttura della Balestra deriva da un' arco fissato ad un fusto di legno chiamato teniere. La corda veniva tesa con leve, mulinelli, martinetti, o col crocco (un gancio a tirare); trattenuta prima da un piolo, che tirato in basso faceva scaricare la corda, poi da una noce in legno duro, in osso o in metallo.



Archetto o arco – la parte fondamentale della balestra di
solito realizzato in metallo ad esso è agganciata la corda
che si usa per lanciare il quadrello, esso è fissato al teniere

Teniere – è il corpo in legno della balestra.Permette di
assemblare su di se tutte le altri parti della balestra.
E' realizzato in legno (generalmente in noce)

Corda – assieme all'arco a cui è collegata, fa parte del sistema di spinta della verretta.Serve a tendere l'arco ed a trasmettere alla freccia l'energia immagazzinata. E' portata mediante il martinetto fino alla noce e da questa è bloccata durante la fase di mira.


Noce – è il meccanismo di scatto della balestra,
trattiene la corda in fase di carica, nella sua scanalatura centrale
viene inserito il calciolo, che tanto per intenderci è la
parte terminale del quadrello, che, al momento dello
scatto riceve tutta la forza immagazzinata dall'archetto.
Scoccato il quadrello si dovrà riportare il noce alla
posizione iniziale, per poter accogliere ancora la corda
per il tiro successivo.

Quadrelli – Il quadrella è una freccia molto più grossa e
tozza rispetto a quella dell’arco è spessa circa un dito,
la sua punta ha una forma piramidale a base quadrata. Scanalato
nella punta di metallo per migliorare la penetrazione nel metallo
delle armature sono munite ai lati per una parte della loro
lunghezza di due file di penna d'oca tagliate corte per
stabilizzarne il volo. (tra parentesi la punta può essere incerata
per favorire la penetrazione nelle full plate)

Le azioni da usare per caricarla vanno dalle 3 alle 4 esclusa l’estrazione dipende dalla situazione:
1. estrazione della balestra
2. tendere l’archetto fissandolo al noce
3. estrazione del quadrello e carica della stessa nella guida (scalanatura dove si mette la quadrella) del teniere
4. mira accurata del bersaglio
5. scocco

Lo scocco può avvenire nella stessa azione del mirare ma perde di precisione in quanto usate meno tempo per mirare.

Modalità d’uso
Inutile dire che le balestre non si usano in mischia e durante le tempeste o temporali vari; va inoltre detto che è meglio evitare di scoccare su bersagli in mischia con alleati o confratelli, in quanto è molto probabile colpire chi non si vuole.
Le balestre sono molto utili se usate negli spazi angusti dove il nemico lontano ha poca possibilità di muoversi, in ogni caso dopo il primo colpo è saggio controllare la distanza del nemico per evitare di trovarselo addosso nell’azione di carica dell’arma, nel caso di una probabile mischia arretrare dietro la prima linea e spostarsi sui lati per avere di nuovo libertà di tiro sulle linee nemiche.

L'Arco da Tiro


L'arco era una tipica arma medievale molto diffusa in tutti i paesi europei.
È costituito da un'asta di legno a forma di D, alle cui estremità, più sottili, sono presenti degli incavi necessari per fissarvi la corda di canapa.
Generalmente, per la sua fabbricazione, veniva usato il legno di tasso, ma anche quello di olmo, nocciolo, frassino e altri ancora.
Vari sono i tipi di arco, ma il più noto è sicuramente l'arco lungo tipico degli inglesi, ricavato da un ramo flessibile di legno di tasso alto all'incirca quanto l'arciere che doveva utilizzarlo.
Un arco lungo da battaglia era in grado di scagliare una freccia a trecento metri di distanza e di perforare una corazza di maglia; ciò, chiaramente, richiedeva una forza non indifferente da parte dell'arciere.
Durante i combattimenti ogni arciere aveva con sé circa una dozzina di frecce e quando le terminava, poteva fare rifornimento sui carri al seguito.
Le frecce potevano essere di vario tipo a seconda della loro funzionalità; ad esempio erano alettate quando dovevano essere scagliate contro gli animali, a stiletto invece quando dovevano perforare una corazza a piastre.
Per costruire una freccia un esperto impiegava circa un ora e tre quarti e venivano usati molti tipi di legno, circa dodici, ma quello più utilizzato in assoluto era senza dubbio il pioppo.
Bisogna ricordare che la produzione degli archi era un'attività molto bene organizzata: infatti, venivano controllate le quantità prodotte e registrate le importazioni, secondo le qualità degli archi stessi.


Struttura dell'Arco


L'IMPUGNATURA. Può essere flessibile ma generalmente è rigida, un poco più spessa del resto e delimitata da un manicotto di pelle;
I FLETTENTI sono la parte fondamentale dell'arco: quando questo viene posto in trazione, accumulano l'energia che sarà restituita al momento del rilascio imprimendo la spinta alla freccia. Più è rapido il loro ritorno in posizione dopo il rilascio (velocità di chiusura dell'arco), più spinta verrà data alla freccia; da qui il vantaggio dato dalla leggera curvatura delle estremità dei flettenti negli archi ricurvi che ne aumenta la velocità di chiusura.
Le NOCCHE sono le sedi per inserire gli occhielli della corda in genere presentano dei rinforzi in osso, corno o materiali plastici.
La CORDA è composta da diversi fili, da 12 a 16 per lo più, e può essere costruita di materiali diversi . Le corde sono di due tipi: la corda "senza fine", assemblata di fili paralleli tenuti assieme da avvolgimenti di un altro filo attorno agli occhielli e dal serving e la corda "fiamminga" composta di due fasci di fili ritorti l'uno sull'altro; le corde fiamminghe possono avere anche un solo occhiello mentre il capo inferiore viene legato alla nocca inferiore dell'arco mediante un "nodo dell'arciere".
La corda fiamminga viene usata solo su archi tradizionali o ricurvi e presenta numerosi vantaggi: oppone una maggiore resistenza alla inevitabile torsione che la corda subisce quando si tende l'arco ed è possibile allungarla o accorciarla : essa può variare abbondantemente in lunghezza senza diventare eccessivamente rigida; non è possibile fare lo stesso con una senza fine.
Il SERVING è un avvolgimento di filo attorno alla corda, da circa 2" sopra il centro a 6" circa sotto di esso e serve ad avere un incocco sicuro ed a proteggere la corda stessa da eventuali urti contro il parabraccio.Il punto di incocco è un anellino di metallo o di filo sulla corda che segna il punto al di sotto del quale si deve incoccare la freccia perchè sia posizionata con la corretta inclinazione e non "cavalchi" in uscita.Il Brace-height è la misura della distanza che va dall'impugnatura alla corda; ogni arco ha un brace ottimale.

La cocca è un piccolo elemento scanalato che può presentarsi in diverse forme. Quello che conta è che sia comunque del giusto diametro per l'asta, ed abbia una pinzatura adatta al serving della corda, sia come dimensione della scanalatura, che come "forza" della pinzatura; deve, cioè, agganciare la freccia alla corda abbastanza da non farla cadere durante la trazione, ma non tanto da trattenerla quando viene scoccata.

L'asta è ciò da cui tutto il resto dipende. Prima di tutto deve essere dritta, poi del giusto peso, spine e lunghezza. Per spine si intende la flessibilità dell'asta che dipende, ovviamente, dal materiale e dalla costruzione dell'asta stessa, ed, all'interno della stessa tipologia di aste, dallo spessore e dalla lunghezza; uno spine ottimale è la miglior certezza di un volo preciso e pulito.L' impennaggio deve essere adatto all'asta ed al libbraggio dell'arco.

Con aste in legno si usano penne naturali, generalmente sono di oca; la lunghezza varia da 3" a 5" e si può scegliere fra il profilo a scudo e quello parabolico.

Tutti gli impennaggi ,vengono eseguiti incollando le alette sull'asta con dei collanti. Lo schema più diffuso è indubbiamente quello consistente in tre alette incollate dritte a 120° una dall'altra con una penna di colore diverso (detta penna indice) perpendicolare rispetto al taglio della cocca. In altri casi le stesse tre alette sono incollate leggermente di traverso, in modo da formare una specie di elica (da cui il nome impennaggio elicoidale) che imprime una rotazione alla freccia in volo aumentandone la stabilità per compensazione degli scarti laterali, ma rallentandola leggermente.

Nella scelta dell'impennaggio occorre trovare il giusto equilibrio fra stabilità (impennaggio lungo e grande) e velocità (impennaggio piccolo).

La punta è anch'essa un elemento importante nel profilo aerodinamico della freccia, è importantissimo che sia adatta al diametro dell'asta e ben centrata; inoltre il suo peso (misurato in grani) influisce sullo spine dell'asta, nel senso che una punta più pesante lo aumenta ed una più leggera lo diminuisce, quindi, se vogliamo un bel tiro teso, anche questa caratteristica deve essere adeguatamente valutata.


Tecniche di Combattimento


Posizione: Piedi ben piantati per terra ad una distanza pari alla larghezza delle spalle, il peso cade centralmente e si sposta parzialmente sulla gamba anteriore in fase di caricamento dell'arco.

• Le spalle sono basse, pesanti e parallele al terreno, la loro posizione non viene modificata per tutta la durata del tiro.
• Il busto è eretto, perpendicolare al terreno, in posizione naturale.
• Gli avambracci sono diritti e in tutto il processo di tiro non vengono modificati nella posizione, come se fossero i gomiti a guidare il movimento.
• L'arco viene tenuto, quando lo spazio lo consente, "ad ore due" (ore dieci per un mancino), le braccia naturalmente flesse, senza oscurare il bersaglio.
• L'arco viene aperto dividendo in egual misura tra le due braccia la forza di trazione e quella di spinta, come a voler entrare nell'arco.
• Dopo la scoccata, la posizione non viene modificata fintanto che la freccia non ha raggiunto il bersaglio.
• Ad impatto avvenuto possiamo distogliere la concentrazione, o meglio lo Spirito, dalla freccia e quindi abbassare l'arco per un eventuale nuovo incocco.


Scoccata: La scoccata corretta, soprattutto quando si utilizzano archi relativamente pesanti non è banale. Il vero segreto sta nell'evitare di utilizzare la forza durante l'intero processo di apertura, affinché le dita non si sentano rigidamente ancorate alla corda e che possano rilasciarla, nel momento opportuno, lasciando che essa si chiuda verso l'arco senza quei movimenti perpendicolari alla chiusura dell'arco, tipici delle "strappate". Lo scopo di chi tira con l'arco è in fondo quello di scagliare una freccia e non di suonare l'arpa celtica. Non sarà mai ripetuto abbastanza che l'apertura dell'arco costruito con materiali naturali, deve avvenire in maniera consona alla fibra del materiale utilizzato, quindi senza provocare torsioni. In questo modo si avrà l'impressione che non siano le dita ma il gomito a provocare la scoccata, la corda lasciata sarà silenziosa ed emetterà un suono delicato ed elegante, un quasi impercettibile "stump". Osservando il gomito durante una scoccata corretta, si osserverà che esso si muove dolcemente indietro, aumentando la velocità della freccia, e mai invece nel senso della freccia, segno che le dita hanno lasciato l'arco in maniera non istantanea. Seguendo questi semplici, ma non troppo, consigli la freccia volerà verso il bersaglio direttamente e senza "cavalcare".
Il trucco è nell'utilizzo delle dita. Chi tira con l'arco medievale utilizza generalmente tre dita: l'indice sopra la cocca e il medio e l'anulare sotto di essa. Fin dal medioevo si era capito che l'anulare, il più debole, avrebbe finito per soccombere rispetto alle altre dita più forti che avrebbero finito per portare la forza "in alto" (sulle spalle). Pertanto gli arcieri, fin da allora, seguono questa regola tramandata verbalmente:

• indice - la mira
• medio - la direzione
• anulare - la forza.

Utilizzando questa semplice regola risulta meno facile disequilibrare il tiro e aggrapparsi alla corda come se fosse l'ancora della nostra salvezza. Fondamentale è porre la forza nell'anulare. Solo in questo modo sarà possibile eseguire una trazione fluida e regolare, generata dall'intero complesso del corpo e non dal bicipite e dalle spalle. A scoccata eseguita è estremamente importante che il braccio prosegua la sua strada in opposizione alla freccia, facendo scivolare la mano sulla guancia tra la bocca e lo zigomo. Se il movimento sarà stato corretto, la mano produrrà una lieve carezza, altrimenti verrà prodotto uno scossone brusco, simile ad una sberla (che in taluni casi colpisce il viso) e la pessima vibrazione dell'arco si propagherà attraverso le braccia sino alla nuca.

Lo Spirito è una componente fondamentale del tiro con l'arco medievale. Esso rappresenta un moltiplicatore naturale delle proprie capacità. Già nell'etimologia di questa parola esiste una componente carburante e propulsiva legata al fuoco. Lo Spirito permea ogni movimento interiore ed esteriore del tiro... e qui finisce la poesia e comincia la dura realtà: realizzare questa permeazione totale è estremamente difficile. Tutti abbiamo in mente l'arciere dell'iconografia classica che in mezzo alla battaglia mantiene una calma imperturbabile che lo trasforma in una terrificante macchina da guerra: ogni colpo una vita!
La realtà è invece assai diversa e la possibilità di far sfuggire lo Spirito in un momento qualsiasi del tiro è dietro ad ogni angolo: una freccia che cade, un amico che fa un commento... comodi alibi per far calare quella efficiente tensione ...difficile da sostenere, quando non si è in pericolo. Realizzare un'unità spirituale, dunque, comincia ancor prima di estrarre la freccia dalla faretra. I gesti diventano calmi e naturali perché sono gli stessi da migliaia di anni e fanno parte di un bagaglio genetico che va al di là dei pochi anni che hai vissuto. Il gesto è uno di quelli che ti sembra di aver fatto da sempre: incoccare, aprire l'arco e scoccare. Eppure tale gesto non è mai ripetitivo. L'energia fiammante sprigionata dallo Spirito si espande ed esce dal tuo corpo e la freccia che continui a seguire col tuo Spirito non colpisce solo il bersaglio, trapassandolo, ma colpisce anche te e colpisce anche quel passante distratto che passava col figlioletto per strada e che viene costretto dal tuo gesto a fermarsi e a seguire collo sguardo e con il cuore quello che stai facendo. Anch'egli è trapassato dalla tua freccia, perché l'emozione scagliata dal tuo arco ha risvegliato anche in lui qualcosa di ancestrale, che il tran tran quotidiano ha solo parzialmente addormentato.


Tipiche Varianti di Arco

• ARCO CORTO : Arco di tipo basico, gittata limitata ma ottima precisione. Inadatto ai tiri parabolici sulle seconde linee. Velocità conferita alla freccia limitata, con quindi minori possibilità di penetrazione nelle corazze.
• ARCO LUNGO : Arco più ampio, gittata notevole e buona precisione. Più ingombrante ma adatto ai tiri lunghi a parabola, buona potenzialità di penetrazione per le frecce.
• ARCO COMPOSITO : Variazione possibile per Archi Corti e Lunghi, gittata e potenzialità di penetrazione notevolmente incrementate, a discapito di una lievemente inferioriore precisione. Inoltre, si richiede maggior forza per aprire completamente l'Arco.


NOTE:per tutti gli amanti della razza Drowish,elenco qui sotto le uniche tipologie di armi da lancio drowish non citate.(o se citate,me ne sono scordato,quindi non litigate)

SYTHIRR:balestra piccola a una mano,ben occultabile sotto un piwafwi...di solito la si usa col solo scopo di compiere omicidi.
esiste comunque di varie misure,la più grande delle quali può considerarsi balestra leggera.
ARCO:credevate che gli elfi fossero gli unici buoni con l'arco?bene,chi di voi ha letto i forgotten realms(n.b. vedi dissolution) si ricorderà degli scagnozzi di greyanna muniti di arco composito d'osso

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Jabbuk

Madelon oysten szandor D'Aerthe

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dopo svariate ore non sono riuscito a finire di leggere alla 983 riga mi sono perso


ps STO SCHERZANDO :party:

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si e' risvegliato dal lungo sonno,per straziare i colli del debole genere umano"

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veramente molto molto interessante... non le sapevo tutte ste cose! :wow:

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Iscritto il: mar feb 03, 2004 12:50
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Aiace ha scritto:
veramente molto molto interessante... non le sapevo tutte ste cose! :wow:

In mezzo a tanta follia, abbiamo anche qualche perla... :D
Siamo il forum più... più... haem...

Siamo il forum più. Punto. :arrazzaearrisu:

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
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Davvero??
Eppure il marchio Fiat non lo vedo!? :?


:wall:

Quando faccio 'ste battute immergerei una frusta nel sale e mi fustigherei da solo!!! Ma non riesco a trattenermi!!!! :crying:

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Nosferacchia ha scritto:
Davvero??
Eppure il marchio Fiat non lo vedo!? :?


:wall:

Quando faccio 'ste battute immergerei una frusta nel sale e mi fustigherei da solo!!! Ma non riesco a trattenermi!!!! :crying:

Vedo che la KheldenTahlite dilaga.. 8)

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MessaggioInviato: gio ago 05, 2004 19:46 
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Già... che sia il caso di eliminare il problema a partire dalla radice?

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"[...]vedete dei marinai che stanno scaricando delle tasse..."
-Grande Pacho 'M Hell-


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Molto molto interessante l'argomento di Madelon!!!
padrone aquanto pare ti odiano anke a te!!!! :D

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"Ecco io vedo mio padre, ecco io vedo mia madre e le mie sorelle
e i miei fratelli, ecco io vedo tutti i miei parenti defunti
dal principio alla fine, ecco ora chiamano me, mi invitano a
prendere posto tra di loro nella sala del Valhalla
dove l'impavido puo' vivere per sempre".


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MessaggioInviato: gio ago 05, 2004 21:19 
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ghghghghgh...appena posso posto di nuovo,ma ultimamente il lavoro è insostenibile

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MessaggioInviato: mer set 29, 2004 14:48 
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Località: Voltati e mi vedi
Kalannar ha scritto:
Molto molto interessante l'argomento di Madelon!!!
padrone aquanto pare ti odiano anke a te!!!! :D


straquoto!! davvero utilissimo!!

drelmar! che torna a scrivere dopo taaaaaaaaanto!

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