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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mar ott 21, 2008 16:18 
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Il nano finì la sua cena. I guerrieri erano visibilmente impazienti di cominciare con gli scontri e di sapere, e Tharmekhul gli accontentò. Almeno in parte. Non ci sarebbe stato tempo per uno scontro d’ammissione come era successo con Aeron e lo Janbar. In fondo quegli scontri erano serviti ad altri fini e non di certo a provare capacità che erano ben manifeste in tutti i concorrenti.

- gli rispondo o no?- penso il nano - naaaaahhh.

Qualche parola e qualche gesto e i 12 partecipanti furono teletrasportati insieme alla divinità ma non tutti sullo stesso posto.

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:balla:

“Per sfuggire ad un nano furibondo occorrono gambe leste. E ricorda: dovrai sempre essere più svelto dell’ascia che ti scaglierà dietro.
Se gli sfuggi, modifica il tuo aspetto: egli possiede una memoria incredibile. Può così accadere che, dopo venti cicli solari, un boccale ti si fracassi all’improvviso sulla testa e la risata rabbiosa del nano ti risuoni sulle orecchie”


"Una volta la morte andò da un nano e voleva prenderlo con sé, ma il nano piantò bene gli stivali sulla pietra su cui stava, abbassò la fronte con fare testardo e disse di no. La morte passò oltre"

Le cinque stirpi, La guerra dei nani, Markus Heitz


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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mar ott 21, 2008 20:54 
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SHIV era comodamente sdraiato sulla sedia, con le gambe su uno dei braccioli e la schiena sull'altro, intento a ripulire una coscia di pollo mentre altre due giacevano su un piatto in grembo a lui. Il teletrasporto del nano lo prese assolutamente di sorpresa, e ovviamente si ritrovò a mezz'aria CON un piatto e SENZA una sedia.
- Ma porc......
Si contorse a mezz'aria come un gatto - paragone che non gli sarebbe assolutamente piaciuto sentire - ed atterrò morbidamente in piedi, il piatto in salvo in una mano e la coscia nell'altra.
- Senti, signore Tharmekul, sarebbe cosa gradita, e dalle mie parti è considerata cortesia comune, avvisare di un teletrasporto PRIMA di effettuarlo... A momenti mi facevi cadere la cena!!
Dopodichè addentò la coscia e, con la bocca piena del boccone, chiese:
- E, già che ci siamo, dove saremmo esattamente?

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: lun dic 15, 2008 18:57 
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Quando si ritrovò improvvisamente nella sua stanza, con le vesti miracolosamente asciutte e i lobi privi degli orecchini di Tharmekhul, lo Janbar rimase completamente immobile per intermibili decine di secondi.
Era pienamente soddisfatto dell'esito dello scontro appena concluso, non tanto per la vittoria, che il suo infinito orgoglio reputava di per sè scontata, quanto per la situazione venutasi a creare.
Heonidas Phemt aveva le potenzialità per servire più che egregiamente l'Ombra, a patto che il mago avesse il tempo di addestrarlo adeguatamente.
L'adesione del possente guerriero ai dettami dell'oscura divinità andava ben al di là dell'intervento, pur decisivo, che lo Janbar aveva causato: era un'adesione intima e convinta, fondata su un desiderio rimasto a lungo sepolto nell'inconscio di Phemt. Il mago non aveva fatto altro che agevolarne il risveglio, e maturarne la consapevolezza.

Questi torbidi pensieri furono interrotti da Šaakashvilij, la quale, pur bloccata nelle stanze riservate al Benedetto dalle potenti interdizioni del dio nanico, aveva potuto seguire il combattimento con mezzi magici.
L'avvenente drow si pose davanti al suo compagno, fissandolo negli occhi. La sua bellezza antica ed esotica seppe ipnotizzare quell'incantatore dalla volontà ferrea ed indistruttibile, e con qualche passo indietro si adagiò sulle morbide coperte di velluto nero, scostando un poco con fare voluttuoso le vesti riccamente adorne.

Appoggiando il bastone alla parete, lo Janbar si avvicinò alla creatura.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mar dic 30, 2008 01:07 
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Quando lo Janbar si svegliò, molte ore più tardi, si sentiva molto a disagio.
La situazione nel palazzo di Tharmekhul era tranquilla, troppo tranquilla, e da troppo tempo.
Non era ancora uscito dalla sua stanza, quindi era possibile che tutti gli altri concorrenti fossero o ancora impegnati nei combattimenti, o rinchiusi nelle loro camere in un estremo mutismo.
Entrambe queste ipotesi erano ampiamente insoddisfacenti per la mente costantemente irrequieta del mago.
Si alzò dal talamo, il nudo corpo magrissimo e segnato in più punti da orribili deturpazioni, simili a malattie e marcescenze di strana natura, e con passi brevi e cadenzati raggiunse le sue vesti.
Con pochi gesti evocò una ninfa, si concesse il piacere di distruggere l'equilibrio mentale di lei e quando l'angoscia aveva ormai storpiato i lineamenti della creatura, la obbligò a rivestirlo.
Dopodichè, con noncuranza, la congedò.

Trascorse diverso tempo, inginocchiato nella stanza pervasa dall'oscurità, mentre con un cupo mormorìo apriva il proprio spirito all'Ombra. Lasciò che la divinità lo invadesse ancora una volta, ancora di più, spazzando via ogni germoglio di sentimenti umani che gli ultimi avvenimenti avrebbero potuto far sbocciare in Lui, sebbene da tempo lo Janbar non era che un vuoto in cui nulla poteva nascere.
Quando più tardi sfiorò con un dito un idolo cilindrico di pietra nerissima e lucida, una luce buia pervase l'angolo in cui si era rifugiato, ed Egli prese i suoi libri e cominciò a studiarli.

Šaakashvilij, che pure si era nel frattempo destata, per tutto quel tempo non osò parlargli nè avvicinarsi a Lui.
E non lo fece neppure quando lo Janbar si sollevò di scatto, chiudendo bruscamente l'ultimo tomo, ed uscì bastone in mano dalla stanza con fare deciso.

Il Benedetto percorse il grande salone che divideva le camere dei partecipanti al torneo, fermandosi senza indugi di fronte ad una porta.
Percosse la liscia pietra dell'uscio con un unico, secco colpo del suo bastone, ed attese.
Lo Janbar chiamava Heonidas Phemt.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mar dic 30, 2008 10:22 
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SHIV negli ultimi tempi si era aggirato inquieto nei corridoi della dimora di Tharmekul. La scalata al tempio, ingannare tutti (o almeno provarci) con la pretesa di essere debole, il combattimento con Khilag, la sorpresa che aveva visto nei suoi occhi quando si era trasformato, la sconfitta per mano sua, la caduta interminabile... Quelli erano i momenti in cui si sentiva VIVO. I momenti in cui AGIVA, in qualunque maniera. E ora? Niente! Benchè si rendesse conto che il tempo scorresse in maniere differenti tra la casa del dio e i vari luoghi del torneo, non gli piaceva passare giorni e giorni senza fare NIENTE!! Non era per questo che aveva accettato di partecipare a questa gara. Oh, si rendeva conto benissimo che il destino dei mondi era appeso ad un filo, era emozionato dal far parte di coloro che - probabilmente - lo avrebbero salvato, si sentiva onorato di essere stato scelto come campione da Olidammara, percepiva tutta la gamma di emozioni che passavano da un concorrente all'altro, ma.... non gli piaceva stare con le mani in mano!!! Così come era certo che ognuno di loro fosse stato scelto per un motivo ben preciso, era anche sicuro del fatto che la sua "voglia di muoversi" era stata pienamente considerata da tutti coloro che questo torneo l'avevano organizzato. E allora perchè nessuno si muoveva? La dimora del dio era vuota, a parte coloro che erano già tornati dai rispettivi tornei. Ma SHIV non aveva intenzione di incontrare Khilag al momento, aveva provato a bussare alla porta di Heonidas senza risultato, e quindi si aggirava vicino alla porta dello Janbar sperando che almeno uno di coloro che erano già tornati si decidesse a scambiare quattro chiacchere senza impegno, o magari ad accettare una sfida a qualcosa.... dadi, carte, scacchi, scommesse, un altro scontro.... tutto pur di non soccombere al suo nemico più insidioso: la noia.
E quindi era in mezzo al corridoio quando lo Janbar uscì.
In mezzo.... sarebbe meglio dire sdraiato, con un'anfora di vino tra le braccia e due coppe appese alla cintola.
- Ciao Jambon, hai voglia di bere un po' di vino? - chiese con la solita aria di chi non prende sul serio nulla... nemmeno la propria morte.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mar dic 30, 2008 16:24 
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Perso nei suoi pensieri, Lo Janbar fu colto alla sprovvista dall'inatteso saluto di Shiv, evento di per sè più unico che raro.
Si girò verso l'uomo, e si avvicinò a piccoli passi, temporaneamente dimentico di un Phemt che in ogni caso ancora non aveva risposto.
Sotto molti aspetti, SHIV era l'antitesi del Benedetto: uno sempre pronto alla battuta, impugnando l'ironia come la più letale delle armi, l'altro perennemente immerso nella paranoia delle sue convinzioni, per le quali l'ironia era immensamente differente, seppur ugualmente pericolosa.

Perciò, fu con un ghignante sorriso che lo Janbar si sedette a gambe incrociate accanto a Shiv, ignorando la storpiatura del proprio titolo e allungando invece una scarna e fetida mano in segno di accettazione del calice offerto.

Salute a te...
Non avevamo ancora avuto occasione di parlare, tu ed io, ma fortunatamente la tua vittoria nel primo scontro ci offre quest'occasione.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mar dic 30, 2008 18:03 
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Heonidas Phemt era immerso in profonda meditazione. Lo era da quando si era risvegliato dal lungo sonno ristoratore che si era concesso dopo la battaglia. Appena alzato sarebbe voluto andare dal suo nuovo maestro, aveva tante domande per lui, ma allo stesso tempo, il profondo rispetto che nutriva per il suo salvatore gli impediva di andare a disturbarlo. Così aveva cercato il modo migliore per compiacere l' Ombra ed avvicinarsi a lei. Aveva spento la torcia che illuminava la stanza, chiuso le imposte della finestra e i suoi occhi. Si ritrovò così a godere di questo stato meditativo e di un profondo amore per la magia. L'oscurità lo abbracciava ed Heonidas si sentiva al sicuro come un bimbo in grembo alla madre.
Non sentì minimamente il bussare di SHIV, nè quello dello Janbar, ma dentro di sè sentì qualcos'altro.

Il maestro mi sta chiamando.

Così abbandonò la meditazione e, vestito con una semplice tunica di lana grezza sopra le brache, aprì la porta ed uscì nel corridoio.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mer dic 31, 2008 19:48 
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SHIV passò allo Janbar un calice pieno di vino e ne riempì un altro per se, mentre considerava l'apertura dell'altro sotto tutti gli aspetti possibili. <<Mi avrà voluto prendere in giro, dato che ho PERSO il primo scontro? Vigliacco. Sarà una vendetta per come l'ho chiamato? Meschino. Avrà VERAMENTE capito il perchè del mio combattere? Improbabile. E in questo caso non so ancora se ho vinto o meno, che non ho ancora parlato con Khilag.>>
Questi pensieri passarono uno dietro l'altro, senza sosta, nel tempo in cui lo Janbar prendeva il calice e lo portava vicino a se, e SHIV sfruttò il momento extra che gli derivava dal versarsi un altro calice e berne un sorso. Sfortunatamente, il tempo non durò a lungo (non durava MAI quanto avrebbe dovuto), e il campione del Dio Ridente doveva rispondere. Decise di usare la verità... un'arma pericolosa, formidabile, e in genere a doppio taglio: chissà se lo Janbar si era immunizzato da quei tagli come lo stesso SHIV aveva fatto da molti anni oramai?
- Mi complimento con te per aver visto oltre una delle mie maschere... In effetti io non sono qui per vincere il torneo, ma perchè il mio signore mi ha chiesto di venire qui ad insegnare ai partecipanti che la vita non è solo un elenco di scontri, ma che c'è dell'altro. Prendi Khilag, ad esempio: sono sicuro che i tuoi poteri ti hanno concesso di seguire il mio scontro mentre combattevi il tuo. Khilag ha imparato, spero per lui, che uno scontro non è un affare lineare, che una persona vede un rifugio dove un'altra non vede che una piana, e che un rifugio a volte si rivela inefficace. Questo, se non altro, dovrebbe portarlo ad essere un combattente più efficiente. Certo, una lezione inflitta con l'ausilio della vittoria avrebbe.... colpito più a fondo, ma chissà che così non sia meglio.
Spostandosi per sedersi vicino al muro, notò l'uscita di Heonidas, e si rivolse di nuovo allo Janbar.
- E tu? Hai imparato qualcosa dal tuo combattimento?

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: sab gen 03, 2009 13:03 
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Eh eh eh eh... sono sinceramente sorpreso Shiv, davvero! Ora scopro che questo torneo è una farsa dove chi perde e viene ucciso non muore, e dove lo sconfitto ambisce ad impartire insegnamenti, invece che ad apprendere dai suoi errori.

Trasse un lungo sorso dal proprio calice.

Ma dimmi Shiv, davvero non è maturato in te il dubbio che la tua sconfitta sia per te un suggerimento? Un segno che qualcosa non funziona nel tuo ragionamento e nel tuo proposito?
"Iinsegnare che la vita non è solo un elenco di scontri"
chiosò lo Janbar.

Ti aspettavi forse un gruppo di energumeni pronti solo a combattere, qui? Forse dovresti rivedere la tua prospettiva su questi partecipanti. Ciascuno di essi ha i suoi motivi per essere qui, non meno di me o di te.
Ogni scontro che si terrà in questo torneo è, prima di tutto, uno scontro di prospettive.


Posò sul pavimento il proprio calice, sbattendolo come a sottolineare la definitività di quel ragionamento, e girandosi lievemente verso Heonidas, per assicurarsi che stesse ascoltando.

In definitiva, mio caro Shiv, a me pare che tu stia in questo momento soltanto adducendo giustificazioni alla tua sconfitta, autoconvincendoti che in fondo è andata come volevi tu, che anche se sei stato sconfitto con le armi, hai vinto sul piano morale.
Ma la verità è che il tuo è stato un fallimento, e ora dovresti marcire con i vermi.

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Ultima modifica di Dmitrij il lun gen 05, 2009 22:04, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: dom gen 04, 2009 18:35 
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Heonidas ascoltò attentamente le parole dello Janbar cercando di trarne un insegnamento mentre si avvicinava ai due personaggi. Da quello che aveva sentito, Valentine doveva aver perso, perso pesantemente. Forse che non si moriva veramente in questi scontri? Fece una smorfia disgustata. Senza la vita in gioco, il combattimento perdeva ogni suo sapore. In ogni caso si sentì fortunato di essersi scontrato con lo Janbar. Prima non aveva ideali, non aveva una fede. Il maestro lo aveva fatto rinascere. Valentine non aveva avuto la stessa fortuna.

Maestro.

Fece un inchino e si mise a sedere al fianco dello Janbar. Poi salutò SHIV:

Salve Valentine. Com'è andato il primo scontro?

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: lun gen 05, 2009 14:19 
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SHIV ignorò la presenza di Heonidas e continuò a parlare allo Janbar.
- Mio caro Janby, ti sei confuso. Lo scontro NON è andato come volevo io, altrimenti io avrei vinto. Io spero solo che Khilag abbia capito i suoi errori ed imparato da loro, così come io ho sicuramente imparato dai miei. E anche io sono convinto che questo sia prima di tutto uno scontro di prospettive... cosa credi che io voglia cambiare, in qualche partecipante? Tu lo fai con la tua arte, io lo faccio con la mia. Che, per inciso, NON è l'assassinio, benchè esso non mi sia estraneo. Se uccidi qualcuno, non gli fai cambiare idea.
SHIV si stiracchiò un attimo per terra, rotolandosi e poi tornando a fissare lo Janbar.
- In quanto al fatto che io mi trovi qui, invece che... com'era? ah sì.... a marcire con i vermi, pensi che questa sia stata la prima volta che io sia uscito sconfitto da uno scontro? Olidammara non è il dio dei guerrieri, ma il Dio Ridente. Colui che ride di tutto ciò che gli altri prendono sul serio. E non sai quante risate si fa lui della morte... mi ha già fatto tornare più di una volta dal suo regno per servirlo di nuovo. E lui mi ha detto di venire qui a PRENDERE IL TROFEO, non a VINCERE. Capisci la sottile differenza?
Qui SHIV si concesse un sorriso sardonico.
- Sì, sono sicuro che la capisci. Ma non so se la COMPRENDI, o se quello che vedo è solo un guscio vuoto che si muove azionato da un altro.... Cosa sei, Janbar: un guscio vuoto, o una persona dotata di pensiero indipendente?

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mer gen 14, 2009 18:02 
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Interessante.
Mi dici di essere stato mandato qui da un Dio, di aver più volte perso e di essere stato più volte resuscitato da esso solo per poterlo servire nuovamente...
e poi accusi me di essere un burattino?
Mio caro, io e te siamo più simili di quanto non credessi, e a distinguerci resta solo una cosa, ovvero la differenza che c'è tra un vincente e un perdente.
Ma effettivamente hai ragione, aspettiamo d'incontrare Khilag, e vediamo fino a che punto i tuoi insegnamenti saranno stati recepiti.


Lo Janbar si girò verso Heonidas.
Notò l'inconsueto abbigliamento, e se da un lato ne fu divertito, dall'altro non potè trattenere una smorfia di disprezzo.

Che fai conciato così? Ti sei sottomesso a me e all'Ombra, e a nessun'altro! getta quei cenci e riprendi in mano le tue armi.
I nuovi scontri inizieranno presto, lo sento. E non vincerai mendicando.


Un ghigno tirò la già tesa pelle malsana del volto dello Janbar

E ci saranno belle sorprese

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: mer gen 14, 2009 19:06 
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Aeron si ritrovò a camminare nella sala da pranzo del dio nanico. Era finito lo scontro. L'esito gli era di certo favorevole negli ideali, ma forse lo comprometteva nella sua santa missione. La violenza di cui si doveva fare portatore lo disgustava, ma a costo di morire le sue mani non avrebbero strappato vite, anche perchè ,per volere divino, durante il torneo ciò non era possibile. Un piccolo conforto in quella situazione a lui paradossale.
Nel frattempo che rifletteva torno alla sua mente la promessa fatta alle anime inquiete che aveva incontrato in quel villaggio sperduto in cui era stato catapultato e per tenere fede alla parola data usò i suoi poteri per intonare un canto tanto puro ed intenso che ogni anima potesse sentirlo per farlo giungere sino all'orechio di Ilmater.
Finita la litania si ritirò nella sua stanza. Da quando era ritornato aveva percepito che qualcosa era cambiato. Un'anima era stata corrotta, l'ago della bilancia del destino ora pendeva verso l'oblio perchè uno spirito forte e finora neutrale era stato corrotto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: gio gen 15, 2009 09:32 
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SHIV si stiracchiò per terra, rotolandosi, all'occhio non allenato completamente indifferente ad eventuali azioni da parte di chiunque.
- Accusarti? E chi ti accusa? Quello che volevo sapere era se le tue credenze erano state scelte di tua volontà o se, come qualcuno presente AL TORNEO - disse, con un'occhiata di sghembo vero Heonidas - non eri stato forzato ad accettarle e poi le avevi fatte tue. Tutto qui.
L'istante successivo era accovacciato a terra, attento, puntando lo Janbar, il suo stato mutato in un istante:
- E kosa intenTi quanTo Tichi ke chi Zaranno ZorpreZe? Mi piacchono le ZorpreZe... Soprattutto Ze Zono io a farle.... eheheheheheheheheheheheh.....
E si alzò in piedi, guardando Heonidas.
- E finkè non le fanno a me.... eheheheheheheheheheheheheheheheheheh......
E si allontanò nell'ombra, la sua risatina che rimaneva nell'ambiente come un insetto malsano che non si riesce a scacciare.....

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 Oggetto del messaggio: Re: Capitolo 2 - Il salone
MessaggioInviato: gio gen 15, 2009 14:35 
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Heonidas si sentì profondamente colpito dalle parole del suo maestro. Effettivamente non sapeva neanche il motivo per il quale non si era equipaggiato completamente, forse aveva semplicemente voglia di stare un po' comodo mentre attendeva il prossimo scontro, che stupido era stato! Se anche per il futuro combattimento sarebbero stati catapultati nell'arena senza preavviso lui, così conciato, sarebbe andato incontro ad una sconfitta più che certa. Senza indugio andò nelle sue stanze e si equipaggiò completamente. Certo, se fosse stato un mago, non avrebbe avuto bisogno di tutta quella ferraglia. Ferraglia di primissima qualità, comunqua. Respirò la magia che emanava dal suo equipaggiamento e tornò nel salone.

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