In fondo al mondo:
Sentite una grande pressione sui vostri corpi, i vostri vestiti sono leggermente umidi, voi siete leggermente umidi.. come mai?.. perché siete a 1000mt sotto la superficie del mare.
A nessuno era piaciuta l'idea di farsi uscire delle branchie ma l'unica alternativa che diede Tharmekhul era trattenere il respiro... infine non erano vere e proprie branchie bensì orecchini fatti da egli stesso, come rifiutare il regalo di una divinità? In sostanza grazie ad essi ora respirate sotto acqua ed i vostri corpi non vengono schiacciati dall'immensa pressione lasciandovi ammirare il paesaggio intorno a voi, l'acqua è limpida abbastanza da lasciarvi vedere a 15mt di distanza, la luce viene fornita dallo splendore dell'armatura di Tharmekhul e dalla sua espressione seccata è evidente che scendere fino a li non è stata idea sua; tutto intorno a voi crescono corali di diversa grandezza, qualche timido pesciolino ogni tanto si avvicina solo per scappare poco dopo ed a tutto ciò vi chiedete.. come fare ad sconfiggere un nemico con tutta questa acqua intorno?

Dati tecnici: chi non abbia velocità di nuoto si muove a 1/3 della propria velocità, 5% di probabilità che la fauna locale vi faccia una visita, qualsiasi effetto legato al fuoco viene dimezzato

Distanza di partenza: 6 mt

Iniziativa vinta da: Lo Janbar

L'ira dello Janbar nei confronti di Tharmekhul stava raggiungendo limiti mai toccati prima. Gli innumerevoli insulti ricevuti, le continue mancanze di rispetto, l'essere trattato COME gli altri concorrenti... tutti motivi normalmente sufficienti per una carneficina. Si concesse un'occhiata carica d'odio verso il semidio e la sua armatura luccicante, e ciò gli valse la flebile soddisfazione di notare la sua espressione contrita e per nulla compiaciuta, molto diversa dalla abituale aura di sicurezza e tranquillità: anche il nano non era affatto contento del luogo scelto per lo scontro. Questo fu al momento sufficiente ad arginare la furia che sembrava volerlo condurre alla follia.

Riuscì così a concentrarsi sull'avversario, ancora completamente spaesato dal teletrasporto improvviso e dalla particolarità della destinazione.
Lo squadrò con sufficienza, com’era solito fare con coloro che riteneva ancora schiavi delle loro scialbe convinzioni.
Per poco pensò tra sé.
La mano destra lasciò la presa dal nero bastone di pietra nera, si distese in avanti e tracciò una circonferenza in senso antiorario, mentre l’acqua seguiva i movimenti dello Janbar disegnando piccoli turbini carichi di energia magica.
Lo stridiò della voce dello Janbar vibrò nelle molecole d’acqua per molti, molti metri.

Ad Heonidas, che ancora stupido osservava inerte la scena, parve che il tempo si fermasse. Quando riuscì di nuovo a battere le palpebre, lo Janbar era un po’ più lontano da lui, e tamburellava con le dita di entrambe le mani sulla superficie del suo inseparabile sostegno, mentre un ghigno sdentato si apriva sotto l’orribile fessura che una volta doveva ospitare il naso.

Ebbene, mio agguerrito combattente? Sei qui per uccidermi, giusto? Vedo la sete di morte dentro di te, vedo l’ombra della tua anima. Se solo tu avessi la conoscenza… la coscienza…
Ma non temere, presto imparerai.
Vieni, che aspetti?

“Questo ragazzo non mi piace per nulla, continuo a pensarlo ……. ma porc***, perché tutto questa acqua?” Tharmekhul non sapeva se preoccuparsi di più per lo scontro o per le innumerevoli pesciolini che continuavano a entrargli sotto l’armatura … Si girò un attimo per spaventare uno particolarmente fastidioso che li gironzolava sotto le braccia e quando tornò a guardare verso i concorrenti la zona pullulava gia di magìa oscura “Quanto è noioso sto Janbar, mi fa perdere tutto lo spettacolo!” penso

Turno a Heonidas

"Ma che diavolo..." Furono le prime parole che vennero in mente a Heonidas Phemt trovandosi a 1000 metri di profondità.
Mentre cercava di capire in che modo riuscisse a respirare, notò lo Jambar scomparire e riapparire più lontano e capì che il torneo era cominciato.

Notò i turbini lasciati dall' avversario, capì che la magia li impregnava ma niente più. Poi si decise ad agire. Con un sussurro fece brillare la gemma rossa incastonata sull'anello che portava all' anulare della mano destra. Quindi con una spinta delle gambe cominciò a nuotare verso il nemico ma...dopo soli due metri si schiantò contro un muro invisibile.

"Sarà più dura del previsto..." Pensò. E un ghigno si aprì sul suo volto.

spiacevole la sorpresa che trovò Heonidas.. come facceva a sapere di essere intrappolato... ed il peggio doveva ancora arrivare..

Turno passa a Lo Janbar

Mentre le pieghe del lungo abito dello Janbar fluttuavano mosse dalle correnti create dalla magia, Egli rimase ad osservare attentamente il comportamento dell'avversario. Aveva incontrato la prima sorpresa, sbattendo il naso contro un ostacolo che probabilmente non si era aspettato, ma di certo questo non sarebbe stato sufficiente. Tuttavia, lo Janbar non aveva fretta. Desiderava sondare l'avversario in ogni suo dettaglio, conoscerne l'anima e valutarne l'utilità.
Poi ne avrebbe spezzato il carattere, le convinzioni, e trascinandolo sull’orlo di un disperato abisso, gli avrebbe offerto una possibilità, una luce nera come il vuoto.
Infine, e solo se necessario, gli avrebbe spezzato la vita.

Gli occhi bianchissimi dello Janbar divennero blu elettrico, poi rossi come il fuoco dell’inferno, infine si circondarono di un’aura d’oro., mentre la cantilena nervosa e agghiacciante degli incantesimi risuonava amplificata dall’acqua.

Cosa ne dici, Heonidas? Forse arrivare fino a me non sarà così facile… o forse sarà addirittura impossibile.
Hai un’arma grande e carica di poteri mortali: usala contro di me, straziami le carni. Se riesci. Prima che io decida che quell’arma è inutile, che tu sei inutile. Feriscimi a fondo, dissolvi le mie magie, se credi sia possibile.
Può darsi che tu scopra che nemmeno il metallo più solido offre certezze.
Può darsi che tu scopra che sono ben poche le certezze a cui puoi aggrapparti….

Heonidas si sentì ora pervaso da una magia strana, una magia che lo copriva, che lo indagava, ma che non lo feriva; un po come le tenebre di un lungo tunnel si manifestava senza trovare resistenza nel suo corpo .. qualche instante dopo una scia d’ombra partiva dal corpo del guerriero per tornare dallo Janbar a sussurrarli parole all’orecchio, e poi scomparire.. fu allora che lo Janbar parlò.. e aspetto per vedere cosa avrebbe fatto il suo nemico.

Turno passa a heonidas

Heonidas esaminò la gabbia che lo rinchiudeva, mentre estraeva la sua compagna di mille battaglie, Laceramaghi. Non riuscendo a intuire la natura di quell' incantesimo pensò di sfruttare la capacità della sua arma che innumerevoli volte gli aveva fatto comodo negli scontri contro gli incantatori. Attaccò così le sbarre della sua prigione sottomarina stando attento ad ogni movimento dello Jambar, sussurrando una parola di comando alla sua catena chiodata. Ma dopo l'attacco la gabbia era ancora al suo posto.

La rabbia cominciò ad insinuarsi nello spirito del guerriero che prontamente la ricacciò da dov'era venuta. Non era tipo da perdersi d'animo e aveva imparato che la rabbia in battaglia serviva unicamente a morire.

Jambar non potrai mai togliermi la convinzione che gli incantatori siano gli esseri più subdoli di questo mondo. Non sapete cosa sia l' onore. "

Tharmekhul sorrise a quelle parole, ma la determinazione del guerriero forse questa volta non l'avrebbe aiutato. Non riuscì a liberarsi della sua prigione e Lo Janbar avrebbe contrattaccato

Turno allo Janbar

La voce graffiante e acida dello Janbar si fece improvvisamente sentire, e nel tono traspirava la rabbia che montava dentro di lui:

Patetico ingrato! Non hai neppure realizzato quanto tu sia fortunato. A dispetto della tua vanitosa forza, sei rinchiuso in gabbia come una bestia in attesa di essere ammaestrata. Forse dovresti renderti conto che in questo momento potresti essere a pezzi, con le tue interiora sparse a far da pasto ai pesci.
Invece di questa tua condizione privilegiata ti lamenti, e lanci ridicole accuse!
E addirittura ti riempi la bocca di paroloni come “onore”… qui, in un campo di battaglia perfettamente neutro, piagnucoli perché un mago quattro volte più piccolo e venti volte più vecchio di te non ti affronta in mischia, ma usa la sua arte per scontrarsi con la tua.
Ooh… se questo è il tuo concetto di “onore”…

Tuttavia, poichè sei il primo e ho intenzione di renderti oscuro esempio per tutti, credo che ti accontenterò.
Hai avvertito la tua Ombra agitarsi dentro di te sotto forma di rabbia, e la tua rabbia sorge dall’impotenza e dalla certezza che da quelle sbarre non ti libererai, a meno che io non lo voglia. La tua Ombra mi dà ragione…
Ora io ti libererò: avrai di nuovo tra le mani la certezza della tua arma, nella tua testa la sicurezza dei tuoi anni di esperienza, e avrai me a pochi metri di distanza.
Fai del tuo meglio, Heonidas, perché un eventuale fallimento sarà il fallimento della tua intera vita.

Lo Janbar piegò nuovamente il Tempo al suo servizio, e quando questo riprese a scorrere naturalmente, la gabbia che poco prima imprigionava Heonidas Phemt non esisteva più, e nulla si frapponeva tra i due avversari.

"Se solo potesse gli spaccherei in testa questo martello" pensava ancora Tharmekhul. Il potente Janbar era pieno delle sue convinzioni, e non ne faceva un segreto. Era un mago pienamente convinto della sua superiorità, anzi, della superiorità del "Ombra" la quale all'insaputa di tutti, combatteva in quel preciso istante gli stranieri. A posteriori questa casualità sembrò curiosa a tutti. Mentre un Dio lottava per la vita un suo servo lottava per il suo credo, ma in modi completamenti diversi.
L'antipatia del dio nano per quel concorrente cresceva letteralmente a vista d'occhio, visto che ad ogni parola del mago più ribolliva l'acqua intorno alla divinità.

Lo scontro nel frattempo continuava, e lo Janbar era deciso a tutto per penetrare nella mente del suo avversario... ed ecco una mossa inaspettata, qualche gesto, poche componenti e boooom!; la gabbia di forza che racchiudeva Heonidas implode liberando il guerriero.. e tra i due, solo la voglia di combattere

Turno ad Heonidas

Heonidas non ci pensò due volte e con uno scatto fulmineo, ricordandosi di quando risaliva i torrenti della Valle del Vento Gelido controcorrente gareggiando coi salmoni, si gettò verso il nemico."Ah! L'ho colpito nell'orgoglio. Lo credevo più cinico." Pensò il guerriero, decidendo di continuare il discorso iniziato con l'avversario.

Ah! Arte! Se è così che vuoi chiamarla, è la tua stessa arte che è disonorevole. Io la tua arte la chiamo codardia! è la vigliaccheria di chi non sapendo difendersi in uno scontro vero impara oscuri segreti che lo logorano nel corpo e nella mente! Le tue "arti" ti hanno ridotto ad un verme strisciante che di sicuro non ha mai provato il calore di una donna, che nel suo cuore non serba altro che rancore verso tutto e tutti. Tu ti vanti della tua superiorità nei confronti del mondo ma se avessi un briciolo di buon senso capiresti che semplicemente non ne fai parte. Che ne sai tu delle fatiche della vita, che senza un incantesimo volare non sapresti salire due gradini! Tu non sei superiore, tu non sei e basta!

Così dicendo, vide il nemico alla sua portata, e, sospettoso, tentò un colpo che non lo scoprisse eccessivamente. Mancò. Heonidas rimase sorpreso nel constatare che le difese dello Janbar erano così difficili da superare, ma si rasserenò pensando che con lui così vicino, sarebbe stato piuttosto complicato per l'incantatore esprimere la propria "arte"...

il colpo del guerriero non andò a segno, la catena passò a pochi centimetri del mago, impregnandosi della magìa che permeava la sua aura ma senza fargli versare nessuna goccia di sangue.. Il guerriero libero ora poteva essere pericoloso, e le parole di Heonidas colpivano forse di più della sua arma, restava da vedere solo come avrebbe reagito lo Janbar

Turno allo Janbar

Lo Janbar rannicchiò il corpo contro il suo bastone, tamburellando sulla superficie d’ebano e ossidiana con le dita scarne. Se avesse avuto labbra, si sarebbero momentaneamente increspate in un sorriso, mentre ripensava al fatto che l’umano aveva cercato di dileggiarlo insinuando che non conoscesse il corpo di alcuna donna.
Per un attimo aveva quasi pensato di presentargliela davvero, la sua Signora… Ŝaakashvilij, così distante, così grande, così eterna…
Un pensiero che lo Janbar cancellò subito: troppo onore per un indegno della sua risma.
L’espressione del Benedetto dall’Ombra si fece severa:
La tua profonda ignoranza mi disgusta, uomo. E il tuo perseverare nello sguazzarci fa scendere di molto la già scarsa considerazione che ho di te. E pensare che avevo quasi ritenuto tu fossi degno di unirti alle armate dell’Ombra, e di esserne il lungo braccio vessatore. E’ evidente invece che ho commesso uno sbaglio…
Tuttavia, ne hai commesso uno anche tu, e tra noi due, tu sarai l’unico a pagare aspre conseguenze.

Hai fallito, Heonidas Phemt.
La tua breve vita, la tua vanitosa esperienza, la tua arrogante virilità, i tuoi futili strumenti… hai fallito.
Avresti dovuto colpirmi, avresti dovuto dimostrarmi la tua utilità.
Invece, quei pochi centimetri tra la tua arma e me si sono rivelati la reale misura del tuo valore.
Ti nascondi dietro false accuse, cerchi di autoconvincerti che non esisto, come un fanciullo spaventato dai mostri della sua immaginazione, nascosti sotto il letto. Eppure io sono qui, e ho potere su di te, e anche solo ciò sarebbe sufficiente a stabilire la mia esistenza. Tu, puoi dire lo stesso?
Hai fallito, uomo. Le tue certezze si sgretolano ad ogni tuo vano tentativo, e i tuoi… gingilli… disse lo Janbar ammiccando all’anello che il guerriero portava al dito… non ti salveranno.
Hai fallito. E ora dammi la tua arma. Non ti serve, né ne sei degno.

L’incantatore fece seguire alla sua sentenza le parole ed i gesti di alcuni incantesimi, nonostante fosse conscio del fatto che Heonidas poteva minacciare anche coloro che sono abili nel difendersi mentre lanciano magie.

Dette queste parole l'incantatore cominciò i suoi incantesimi, era conscio che la catena del guerriero l'avrebbe potuto colpire a quella distanza, ma sembrava non l'importasse.. appena il mago iniziò con le componenti somatiche Heonidas approfittò per colpire.
La sorpresa fu enorme, ma il colpo che avrebbe dovuto dilaniare il ventre del mago gli passò soltanto attraverso, come se il mago fosse intangibile.

Ormai l'incantesimo era finito, e Heonidas non potè resisterne...
Si avvicinò al mago
e porgendola con entrambe la mani.. consegnò al mago la sua catena.
.. un veloce gesto, ed ora la catena pendeva dal bastone del mago...

Turno ad Heonidas