<< Mi rattristo per te guerriero. Sei entrato in una grotta talmente oscura da non riuscire a vedere neanche ad un palmo dal naso. Il dubbio ti attanaglia, ma lo respingi con forza perchè sai che se esso risulti veritiero, si infrangerebbe ogni tua volontà. La tua mente è debole ed hai bisogno di pilastri su cui sorreggere il tuo io. Prima era l'onore...>>. Alla parola "onore" la figura del monaco svanì nel nulla.
<<... poi venne la fede cieca.>> le parole del monaco seguirono un attacco, e la voce ora proveniva dalla schiena del guerriero << Cosa ti resta se perdi anche quella?
Hai paura di non avere più uno scopo da perseguire, un motivo per cui ha ancora senso sguainare la spada, o per lo meno vivere.
Non affondare in queste paure. Avrai te stesso, il sapere che non sei mai stato il burattino di nessuno e di essere consapevole e convinto di ciò che hai fatto della tua vita. Non avrai rimpianti per coase non fatte a causa altrui, e non dovrai temere di pagare per crimini da te non commessi. Potrai seguire la tua strada e dare un senso definitivo e veritiero alla tua esistenza, ed è la cosa più difficile da fare a questo mondo, ma al contempo è la più meravigliosa ed appagante.
Per raggiungere tale obiettivo, però, devi vedere ogni minimo dubbio come un'ancora di salvezza. Se ti sorge un'incertezza non devi scacciarla, ma rifletterci sopra, analizzarla , studiarla a fondo fino a farla sparire o rafforzare. Se hai un dubbio poniti una domanda: ma questa è la MIA strada o seguo le orme di qualcuno?
Quel che io ti chiedo non è la resa al mio pensiero, voglio farti solo da luce nel buio per farti capire se è tuo volere scendere ancora negli abissi od uscire alla luce del sole dove ogni TUA decisione è più chiara ed il TUA volere non subisce influenze.
Cosa dici, hai paura di sapere se i tuoi pensieri ti appartengono o sono frutto di meschina manipolazione arcana?>>

Le parole di Aeron proseguirono a lungo dopo che ebbe tentato il suo colpo.
Forse troppo a lungo.... Forse furono proprio quelle parole ad avvertire Heonidas della comparsa del sant'uomo alle sue spalle, o forse furono semplicemente gli eccezionali riflessi di Phemt.

Fatto sta che il diretto che Aeron intendeva piazzare dritto nella schiena di Heonidas Si fermò contro lo scudo, giratosi istantaneamente nella direzione del monaco appena questi era comparso.

TURNO AD HEONIDAS
(1,5m di distanza, siete a contatto)

Heonidas ringraziò il suo scudo, era ancora confuso dalle parole del monaco quando sentì il suono dell'impatto del pugno di questi contro l'oggetto animato, alle sue spalle. Si allontanò di un passo mentre pensava che non poteva combattere in quello stato di caos mentale.

Penserò alle tue parole...in un altro momento!

Così dicendo, una serie di colpi di straordinaria violenza calò verso il monaco. Ma non era lui l' obbiettivo della catena del guerriero. Era la passerella sotto i suoi piedi.

Le poderose sferzate morsero la roccia della passerella sui fianchi. Pur provocando profondi solchi però, la struttura parve assorbire bene l'urto dell'arma, e la sua stabilità non ne fu compromessa.
Aeron fece comunque in tempo a fare un breve salto indietro per evitare di trovarsi proprio nel punto scelto da Heonidas per il suo bizzarro tentativo.


Sudato e con il fiato che cominciava a farsi grosso, Heonidas si fermò, e non potè non constatare che se la roccia aveva patito i colpi, la sua arma non l'aveva certo passata liscia.


TURNO AD AERON

Aeron aveva sentito le parole del guerriero e queste gli avevano piacere << Se il tuo annuncio non è solo un tentativo di farmi smettere, sono contento di questa tua decisione>>.
Detto ciò fece un rapido passo verso Phemt per poi, subito dopo, tentare di strappare la catena dalla presa del guerriero.
<<Per rispetto della tua accettazione del dubbio, esaudirò la tua richiesta e farò sul serio>>.

Fidandosi della tenuta della roccia, lacerata dai precedenti colpi di Heonidas, Aeron fece uno scatto fulmineo verso il suo avversario e, allungando le mani, tentò di afferrare la catena chiodata di Phemt. La roccia scricchiolò, ma non cedette.
L'abilità e la maestria di Heonidas con la sua arma erano però leggendarie: quella lunga serie di anelli e letali punzoni erano un'estensione del corpo e della volontà del Signore delle 10 Città, e probabilmente non esisteva combattente che potesse eguagliarlo in abilità e rapidità nell'uso di quell'arma.
La semplicità del gesto con cui Heonidas annullò gli sforzi del santone rese evidente che solo un miracolo avrebbe potuto separare Heonidas Phemt dalla catena.

Tharmekhul era letteralmente estasiato dallo scambio di colpi e tecniche che Aeron e Phemt mettevano in pratica, e lacrime di gioia rigavano il suo volto divino.
Avrebbe voluto correre ad abbracciarli entrambe, e ringraziarli per quanto stavano facendo, ma si trattenne e permise che lo scontro proseguisse il suo corso.

TURNO AD HEONIDAS PHEMT

Phemt sorrise.
Ti piace la mia catena? Ho un amico nano che te ne può fabbricare una ad un prezzo modico...temo tuttavia che non saresti in grado di usarla efficacemente.

Ora si sentiva meglio. Si era sfogato rilasciando quella scarica di sferzate contro la passerella e, anche se non aveva ottenuto l'effetto desiderato, l'aveva aiutato a eliminare la frustrazione derivata dalle parole del monaco.

In quel momento sarebbe probabilmente bastata una singola sferzata per distruggere la pietra sotto i piedi di Aeron ma Heonidas aveva notato che i riflessi del sant'uomo non lo avrebbero lasciato cadere in un simile tranello. Lasciò perdere la strategia e i trucchi, si lasciò andare alla frenesia della battaglia scaricando quattro colpi sul monaco.

Quattro stoccate per quattro colpi andati nuovamente a vuoto.
Aeron sembrava letteralmente intoccabile. Intuiva quasi sempre la direzione di arrivo della catena di Phemt, laddove l'intuizione lo abbandonava ecco riflessi fulminei che l'istinto guidava verso la salvezza, e dove anche questi fallivano, forze invisibili parevano allontanare la minaccia dal corpo del sant'uomo. Persino la sua pelle pareva ben più resistente della tenera carne di un uomo.

Anche Tharmekhul era sinceramente sbigottito dalle capacità difensive del prescelto di Ilmater, e più lo scontro procedeva, più il nano si convinceva che il dio di Aeron doveva averlo davvero toccato con la sua santa mano.

TURNO AD AERON

Aeron rifletteva sulla rabbia che stava trascinando il guerriero e su quanto essa stava facendo scaricare i la frustrazione che le su parole avevano prodotto. Forse il messaggio non aveva fatto poi così breccia, ma aveva dato la sua parola di fare sul serio, quindi ogni concetto doveva per forza passare attraverso i suoi pugni. Forse il guerriero avrebbe compreso meglio in quel linguaggio.
Il santo fece un respiro e nel tempo di un attacco scatenò la sua raffica di colpi.

Il primo pugno di Aeron schioccò rumorosamente contro il setto nasale di Heonidas, che pur non sanguinando rimase quasi stordito dalla potenza del colpo, e solo appellandosi a tutta la sua resistenza riuscì a non perdere i sensi.

Scudo e armatura lo protessero a sufficienza dai successivi colpi da permettergli di poter replicare ad un'avversario che si stava dimostrando l'unico in grado di poter superare le difese, seppur con grande fatica.

TURNO A HEONIDAS

Il pugno al naso dopo le rapide schivate fu un duro colpo non solo per l'organo olfattivo del guerriero, ma anche, anzi, soprattutto, per il suo orgoglio. Non era ancora riuscito a colpire mentre l'avversario lo stava pian piano abbattendo. Ma ecco che un'idea si fece spazio tra la collera che gli ottenebrava la mente.

Metarsios!

Due piccole ali spuntarono dai calzari di Heonidas e presero a sbattere furiosamente, sostenendo il maestro d'arme mentre si spostava alla sua sinistra, sospeso in aria sopra al magma incandescente.

Il guerriero incominciò a spostarsi sospeso in aria, galleggiando sopra le pozze di lava incandescente sulla sinistra della stretta passerella su cui finora i due contendenti si erano affrontati.
Aeron provò ad approfittare di questo movimento con un pugno alla coscia, ma senza successo.

Ora però Heonidas era oltre la sua portata, e per raggiungerlo avrebbe dovuto quantomeno volare, o inventarsi qualcosa di alternativo.

TURNO AD AERON
(distanza 9m)

Ilmater lo aveva graziato con capacità straordinarie, stava pensando il monaco osservando la mossa avversaria, ma al momento non lo aveva dotato di ali.
Aeron si guardò intorno , in cerca di una soluzione a quella situazione per lui svantaggiosa, poi si diresse verso un cunico basso e vi si addentrò. Li il guerriero non avrebbe potuto raggiungerlo volando. Al monaco bastava solo prepararsi al contrattacco.

I due contendenti avevano preso tempo per studiarsi e preparare le proprie mosse. La difficoltà dello scontro era notevole era entrambe, e richiedeva scelte le cui conseguenze potevano essere pesantissime.
Tharmekhul si mordicchiava nervoso le unghie, partecipe della tensione dei due combattenti.

Dalla sua nuova posizione, Aeron attendeva il nuovo attacco di Heonidas.

TURNO A HEONIDAS
[Distanza 18m, Aeron sotto copertura parziale della roccia]

Heonidas tornò sulla passerella con in volto un sorriso rassegnato:

Perdonami. Pensavo che il nano avrebbe apprezzato un combattimento volante...

Assunse la posizione da combattimento:

Sono pronto!