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 Oggetto del messaggio: Darkstone
MessaggioInviato: mer mar 11, 2009 21:00 
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Iscritto il: gio ott 11, 2007 11:40
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Il piccolo insediamento sorse relativamente poco tempo fa, vi saranno vissute a dire il vero non più di due generazioni naniche, prima che esso venisse abbandonato definitivamente dieci inverni addietro.
Le storia del paesino è fortemente legata alla casualità poiché è difficile credere in un progetto divino (ed io vi assicuro non c’entro), a patto certo di concedere altrimenti che Olidamara, o un qualsiasi altro dio con altrettanto senso dell’umorismo, non abbia voluto spruzzare un po’ d’ironia nella vita di quel piccolo manipolo di pionieri.
Giunti in quel desolato deserto con una carovana mercantile che si era persa, un piccolo gruppo di nani delle montagne stremati di una marcia forzata alla ricerca di qualcosa con cui dissetarsi scoprì una piccola caverna che sul dorsale di una lieve collina si apriva in innumerevoli cunicoli immersi nella totale oscurità.
I nani accettarono con immensa gioia la scoperta, non solo la caverna gli forniva un posto fresco per riposare, ma senz’altro se volevano trovare dell’acqua in quel deserto l’avrebbero dovuta cercare sottoterra.
Non tutte erano buone notizie però, la caverna puzzava enormemente, un odore acre e pungente che sembrava provenire dai più profondi abissi e ogni sorta di creatura poteva viverne all’interno; i nani non avevano molte alternative e mentre i più stremati si riposavano, un gruppo di esploratori si addentrò nella grotta per cercare dell’acqua.

La Fortuna è molto diversa dal Fuoco ma altrettanto affascinante, chi ama come me il più sacro degli elementi sa che esso può essere usato, ammaestrato, e temuto, col Fuoco possiamo forgiare dagli utensili più elementari agli artefatti più magnifici, può essere usato a fin di bene a per scopi malvagi. Bene, la Fortuna per come la vedo io condivide queste caratteristiche. Con un po’ di “sorte” si possono compiere i più grandi prodigi, la sorte può cambiare l’esito di una guerra, la sorte può fare del bene e del male. La grande differenza però fra questi domini è evidente. La fortuna può essere amministrata da pochi eletti come fu il caso di Jerome, ma non sarà mai controllata.

La fortuna sorrise a quei nani.
Addentrandosi nella grotta i pochi esploratori trovarono la tanto agognata acqua, a pochi metri di distanza da dove si trovavano i nani scoprirono un piccolo ruscello che filtrava dalle pareti e s’inoltrava nelle profondità di quel dungeon.
I nani sopravvissero e i nani trovarono tesori.
Dopo essersi ristorati e riposati si decisero ad esplorare quella grotta e seguendo il ruscello si addentrarono nelle viscere della terra dove trovarono l’incredibile; un imponente giacimento di un pressoché sconosciuto minerale, poco sfruttato dalle creature dei reami, ma che avrebbe avuto un grande potenziale se utilizzato saggiamente.
“Polvere nera” lo chiamavano i mercanti provenienti da oriente, i nani non erano avvezzi ad utilizzarlo ma ne capirono subito l’importanza, dato che nei giusti mercati, un grammo di questo minerale poteva essere scambiato con dieci d’oro.
Il tempo passò, e così quelle poche famiglie costruirono un piccolo villaggio nei pressi di quegli insediamenti. Ampiamente inconsueto per una razza abituata a vivere nella sicurezza delle più alte montagne quello fu un esempio più unico che raro ma i nani non poterono mai costruire dentro le caverne della loro miniera poiché l’intenso odore proprio del minerale, e di cui l’intero complesso ne era impregnato la rendeva impossibile da abitare.
Il villaggio presto prosperò grazie alla risaputa caparbietà ed esperienza mercantile della razza pur non crescendo certo di dimensioni, ma i mercanti che attraversavano il deserto vi si rifugiavano volentieri durante le loro traversate, per riposo e per lucrosi affari.
Erano pochi in realtà i nani, anzi, gli umanoidi che avrebbero voluto vivere in questo posto, ma la avarizia porta a cose incredibili e spesso la malvagità si annida nelle ricchezze.

Darkstone (così venne chiamato questo paesino) si munì di un municipio ed una taverna e con l’arrivo della taverna arrivarono anche Dumerlog e Stormnak. Questi 2 giovani nani erano molto intraprendenti e astuti, non amarono mai gli sforzi fisici delle miniere o del lavoro nella forgia e concentrarono le loro vite a trovare un lavoro che fruttasse “il più possibile ma senza sudore”.
All’inizio questa coppia si accontentava dei profitti del proprio locale, non era certo una taverna per poveracci poiché i mercanti che vi restavano erano per lo più facoltosi e i guadagni non mancavano. Non poterono mai però raggiungere le ricchezze dei loro concittadini minatori, i profitti della polvere nera che non sembrava mai esaurirsi erano enormi, e l’invidia crebbe.

La storia di Darkstone mi fu tramandata da nostro signore Moradin in una delle nostre innumerevoli chiacchiere; non capisco perché mai questo racconto mi abbia colpito così tanto ma credo che in fondo sia perché a segnare la sua disgrazia sia stato nientemeno che Roknar, divinità malvagia del caos e del male fra i nani.
Quando l’oddio e l’invidia si annidò compattamente nei cuori di Dumerlog e Stormnak complottarono per uccidere i loro simili ed impossessarsi delle loro ricchezze. Nelle ombre compirono i loro crimini, ogni cittadino fu ucciso nel sonno, e i loro tesori furono riuniti approntandosi per attraversare il deserto con una sconfinata ricchezza.
Fu allora che la sorte si tinse d’ironia e l’invidia decretò la loro morte. Come tante storie tragiche, questa ha un finale agrodolce. Gli animi degli assassini erano pervasi di profonde bugie, poiché Roknar è solito agire meticolosamente e senza scrupoli; entrambi diffidavano l’uno dell’altro e complottarono per inconsapevolmente uccidersi avvicenda.
Un brindisi, una storia che sa di già sentita ma tragicamente vera, si concessero un’ultima bevuta nella propria locanda prima di partire, e si avvelenarono segreta e reciprocamente.

Non ho mai giudicato l’agire di questi nani non perché non ne abbia un’opinione ma perché eccede dalle mie competenze e i miei domini, e perché i concetti di bene e male non mi sono insiti (anche se devo ammettere che la compagnia di Moradin nostro signore, mi condiziona).
La storia di Darkstone m’incuriosì e mi affascinò; credo sia per questo che quando si svolse il Fight Club scelsi il villaggio come scenario per gli scontri.
Il primo scontro si compì in seno al torneò però con mia grande sorpresa scrisse l’ultimo paragrafo di questa travagliata storia.
Nello scontro fra Sarin d’Rosh e Aeron seguace d’Illmater quest’ultimo fecce conoscenza delle anime martoriate di Dumerlog e Stormnak.
I loro spiriti non abbandonarono mai la locanda che fu una volta loro, condonati ad un’eterna lotta, per anni, ogni notte, si uccidevano avvicenda.
Aeron, un essere dotato d’infinita bontà chiese il loro aiuto nello scontro che stava affrontando, non conoscendo certo le malefatte di questi esseri. I nani però erano in fondo d’animo gentile, e non più sotto l’influenza del malvagio dio Roknar cercarono d’aiutare il servo della luce.
La fine dello scontro fu poi ininfluente per Aeron che pregò per queste anime sconosciute pur non avendo ottenuto la vittoria. Probabilmente però egli conobbe una soddisfazione maggiore, poiché grazie all’intercessione presso il suo dio, le anime di Dumerlog e Stormnak furono libere.

Tharmekhul, custode della forgia.
Anno dell’invasione

_________________
:balla:

“Per sfuggire ad un nano furibondo occorrono gambe leste. E ricorda: dovrai sempre essere più svelto dell’ascia che ti scaglierà dietro.
Se gli sfuggi, modifica il tuo aspetto: egli possiede una memoria incredibile. Può così accadere che, dopo venti cicli solari, un boccale ti si fracassi all’improvviso sulla testa e la risata rabbiosa del nano ti risuoni sulle orecchie”


"Una volta la morte andò da un nano e voleva prenderlo con sé, ma il nano piantò bene gli stivali sulla pietra su cui stava, abbassò la fronte con fare testardo e disse di no. La morte passò oltre"

Le cinque stirpi, La guerra dei nani, Markus Heitz


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