I concorrenti ancora in gara ritornarono alle loro stanze.
Tharmekhul aveva detto che presto sarebbero stati chiamati, ma non aveva specificato quando.
Così, per alcuni il sonno arrivò veloce e ristoratore. Altri invece....

Prima di dormire bisognava sbrigare alcune cose importanti; controllare la tensione delle corde degli archi e l'affilatura delle lame del pugnale e delle frecce.
Fece questo con la stessa cura maniacale che ci metteva ogni notte.
Poi si mise a sedere per terra a gambe incrociate e cercò di sgomberare la mente da qualsiasi emozione...Inspirava ed espirava ritmicamente al fine di entrare nello stato di concentrazione necessario ad estraniarsi dalla comoda e calda stanza di Tharmekhul e focalizzarsi sulle lande desolate della sua terra di origine.
Come ogni notte, vi riuscì. Gli incantesimi divini necessari per lo scontro con Aeron erano stati richiamati con successo.
Sarebbe stata durissima lo sapeva, ciononostante la vittoria era alla sua portata, o meglio a tiro...

Il sasso è stato gettato. Avrò delle risposte a tempo debito, spero che Tharmekhul non abbassi la guardia...

Il Tessitore, in piedi al centro della sua stanza accoglieva mentalmente il suo signore, comunicandogli l'esito del coloquio con il dio nano.

Al termine del breve e scarno riassunto, egli si stese al centro della stanza, fissando il soffitto con occhi vuoti e arcane effigi di una pallida luce violacea si disegnarono pigramente nell'aria sopra di lui, mentre organizzava la mente per le prossime ore.

Aeron aveva ascoltato tutto dalla sua stanza, la notizia delle semifinali, il fatto che lui fosse passato.
Sorrise per il bizzarro destino che lo aveva condotto verso il cacciatore, per il discorso che aveva avuto con lui poco fa e per chi fosse il suo prossimo avversario. Sarebbe stato uno scontro particolare.
Non sapeva quanto mancasse all'inizio però doveva prepararsi per dare il meglio. Nemo non sarebbe stato clemente, ne era certo. Lo scontro si sarebbe svolto in un'atmosfera di rispetto ma non avrebbe ricevuto grazie.
I pensieri che si stavano rincorrendo nella testa del monaco lo avevano distratto quindi riprese a meditare cadendo in uno stato di concentrazione talmente profondo da cancellare ogni sensazione che lo circondava. Per un attimo ebbe l'impressione di sfiorare la coscienza di Ilmater, di sentirne la presenza. Che fosse un buon segno?

Sarin era rimasto sommamente sorpreso del passaggio alle fasi finali. Tanto che gironzolava per le sale fischiettando "Sono contro l'omino di latta, sono contro l'omino di latta, indovina che fine farà... ... Adoro la matematica... E' così falsa, così ingannevole... Certo, basta solo darle una spinta con un po' di sana casualità." I suoi avversari erano i migliori che si fossero presentati al torneo; con alcuni si era già scontrato, ne conosceva le debolezze, aveva mostrato ad entrambi la stessa mossa, ed entrambi l'avevano neutralizzata. Ma ora sapeva come avevano fatto e questo li rendeva più vulnerabili: le informazioni erano la sua arma vincente, più degli incantesimi, più dei mille rebus che tanto ammirava. Con altri non si era battuto, ma li aveva tenuti d'occhio lo stesso e di circa due terzi di loro si sarebbe occupato qualcun altro.

Saltellando freneticamente percorse tutto il salone, borbottando a denti stretti parole confuse:
“Per tutti i diavoli, per tutti i demoni, per tutte le aberrazioni, per tutti quei mamelucchi che per sentirsi a posto con la coscienza hanno abolito qualsivoglia buco da sturo! Magie e portenti avvolgono il palazzone dei super eroi, ma dico io.. e nun c’e penza nessuno a Càà!? Non so, mi accontenterei anche di un misero scanno con tavola trapuntata in pelle d’agnello, c’ho le natiche porose io, ma niente a che vedere con li Cessi dell’Altissimo, alabastro finissimo e avorii intarsiati con tutti li santi a vegliare sul sciacquone perchè non si rompa..”
“Sul cartellino del Nuovo Corpo c’era scritto: Immune un po’ a tutto, non mangia, non dorme, non respira.., Ma càà eccome!”
La pancia dolente, mugugnante, crampante disegnò sul viso del santone una smorfia di dolore intenso, e così tutto quel im peto si concluse in modo tanto rapido quanto violento: Espressione d’uso comune, forse tra le più alte del genere umano, manifestazione incontrollata dello spirito, eruppe in un boato che si spense lasciando dietro di sé una
densa nuvola luminosa, dello stesso colore della sua aura, che si spanse lentamente nelle stanze del palazzo..

“Ora sono pronto!” Con gli occhi accesi dal desiderio di sculacciare i peccatori, aspettava l’inizio degli scontri..

Axell era disorientato, stava vivendo un momento frustrante. Per quanto ci stesse provando non riusciva ad avere abbastanza incisività.
Le sue difese erano quasi perfette, ma il suo attacco aveva delle carenze, purtroppo non aveva ancora finito il percorso che lo avrebbe portato ad avere il miglior attacco e la miglior difesa. Egli era come una statua incompleta ma comunque molto bella.

Appena il dio nano ebbe finito di parlare lo psionico si avviò verso la sua stanza; daltronde nel salone non vi era nessuna persona a lui amica con cui parlare. Axell era riuscito ad attirare solo antipatie con il suo comportamento arrogante.

Arrivato in camera si adagiò sul letto per riposare in attesa del prossimo scontro.

Una volta riprese le forze si alzò e decise di dirigersi verso il salone per constatare chi vi fosse, quando all' improvviso cominciò lo scontro.

SHIV si incamminò verso la sua stanza con passo leggero. Come in tutti i lavori, la stanchezza post-azione minacciava di prenderlo sempre di più, e preferiva non crollare in mezzo al corridoio.
D'altronde, non gli capitava tutti i giorni di fare un lavoro con qualcuno, o di lasciare un eventuale bersaglio che camminasse ancora... o strisciasse, in questo caso. Ma c'era troppo in ballo, per fermarsi a... giocare... con la borsetta.
D'altro canto, tutto il torneo era troppo serio per lui. A parte Sarin, non c'era nessuno disposto a fare qualche battuta.
Tharmekul, Jan Dalbar, Aeron, Nemo, Tank, Jerome.... tutti concentrati sulla loro idea, nessuno disposto a concedere che, anche se la loro idea fosse giusta, non era l'unica idea o verità presente. Mah.....
Arrivando davanti alla porta, stava per aprirla quando essa si aprì da sola, o meglio: venne aperta da una persona all'interno. Olidammara.
<<Ollie che entra nella stanza di qualcuno senza permesso e si fa vedere. Brutto segno.>>
Olidammara lo fece entrare con un cenno del capo, senza parlare.
<<Ollie che non accoglie qualcuno con una battuta. Bruttissimo segno.>>
Dopodichè chiuse la porta e si sedette su unsa sedia. Dopodiche lo guardò e gli disse:
- Siediti, Sander.
<<Ollie che mi chiama per nome. Pessimo segno.>>
Olidammara lo guardò ancora un attimo, poi esordì con un: - Dobbiamo parlare, io e te.
<<Cattivo presagio. Mi sa che non butta mica bene.... nonononononononononono..... Sono troppo vecchio per questa vita...... sisisisisisisisisisisisi....>>

Tutti coloro che si trovavano nel palazzo vennero contattati da Tharmekhul, che parlò alle loro menti convocandoli per un incontro nel salone.

Nemo passò prima per la stanza di Tank e lo esortò a smuoversi.
Non aspettò neppure la risposta e con passo rapido raggiunse il salone.

Aveva un compito da assolvere e Jerome dimenticava troppo in fretta.
Magicamente rinvigorito, s'affrettò.

Tank era sempre pronto, lì, annoiato dalla stenuante attesa.... aspettava solo che l'arbitro desse il via, confidando in un combattimento con condizioni favorevli, in modo da arrivare in finale. Al passaggio di Nemo si alzò e si mosse verso la stanza dell'arbitro....

Aeron aveva ripreso a meditare quando era tornato dallo scontro, ma l'invito del dio-nano lo scosse dal torpore della concentrazione. Con passo calmo e senza fretta apparente si alzò e si diresse nel punto d'incontro.

SHIV uscì dalla stanza decisamente abbattuto, mentre una voce da dentro gli diceva:
- E ricordati: non accetterò niente altro che.....
Il ratto si chiuse la porta sulla voce dell'altro occupante e si incamminò verso il salone mormorando a bassa voce, in apparenza talmente arrabbiato da scordarsi di essere in compagnia.
- Ma chi si crede di essere? Ma perchè mi ha mandato qua? Ma che c'entro io? Ma io glie l'ho anche detto che sono troppo vecchio per questa vita.... sisisisisisisisisisi....

Axell tornato dallo scontro con aria particolarmente allegra per aver vinto forse lo scontro più difficile fino ad allora combattuto, l'unico in cui aveva dovuto ricorrere al rifugio non ebbe nemmeno il tempo di riposare che si sentì richiamato verso il salone dove si diresse.