In mezzo alla mischia!
Siete in mezzo ad un'immensa piana erbosa che si stende in mezzo a due colline, una a nord e l'altra a sud. Vi guardate negli occhi con odio, astio o semplicemente ansia. Una leggera brezza vi carezza la pelle mentre il sole sta scomparendo dietro l'orizzonte, colorando di rosso profondo il paesaggio.
Notate un esercito composto da orchi, mezz'orchi e troll si sta preparando nella collina a Nord; sorpresi vi girate verso sud e vedete che anche là si sta allineando un altro esercito, composto stavolta da umani, nani ed elfi. Ancora sconvolti da questa sorpresa, guardate in viso il vostro arbitro e scorgete un sorriso... lui lo sapeva!!!!
Mentre vi chiedete “Non ci vorrà davvero far combattere in mezzo alla battaglia?”, sentite corni da guerra ed un categorico “VIA!!!"

Distanza iniziale: 12m

Iniziativa vinta da: Axell

Axell appena resosi conto di poter agire disse:

" Non intendo sottovalutarti, e spero che tu faccia altrettanto "

Detto ciò qualcosa nell' aria era cambiato...

Axell era decisamente pronto allo scontro. I suoi occhi bruciavano di fuoco intenso, come stelle luminose, per effetto del suo potere e della determinata volontà che lo animava.
Eppure aveva scelto di attendere le mosse dell'avversario, e di non attaccarlo.
Di certo lo psionico era dotato di grande fiducia in se stesso. Sarebbe bastata?

TURNO A JEROME
(distanza invariata)

Jerome ascoltò muto le parole del suo avversario.

In breve un'onda abiuratrice di un intenso blu elettrico travolse il suo avversario e una vasta area intorno al Tessitore...

...il quale, teso, non arrestò il torrente di energia che lo incitava a colpire, sempre più a fondo e con maggior precisione...

L'onda spense il fuoco negli occhi di Axell come il mare che si riversa su una candela.
Tutta la protezione di cui lo psionico si era circondato venne spazzata via, disciolta inerte nell'aria, e una piccola parte del suo equipaggiamento cessò di alimentare il suo potere.

Ma il peggio doveva ancora venire.
Proprio quando Axell si accingeva a contrattaccare l'avversario, il Tessitore con una mossa fulminea svanì dalla visuale dello psionico.
Immediatamente lo psionico sentì un immane peso gravare sulla sua mente, le forze spirituali venirgli meno. Solo con un estremo sforzo di volontà riuscì ad allontanare quella minaccia, pur lasciandolo profondamente turbato.


Nel frattempo, un grande fragore risuonò nell'ampia piana. I due eserciti si erano messi in marcia! Da un lato, umani e nani marciavano compatti e a passo cadenzato, un muro di asce, spade e martelli pronto a travolgere ogni cosa sul suo cammino. Dall'altro, i ranghi di Orchi e Goblin si erano già frantumati in una disordinata quanto devastante marea in avvicinamento. Come se ciò non bastasse, dalle retrovie del mostruoso schieramento vennero lanciate in cielo sfere di fuoco, le cui code si protendevano nel cielo simili a comete portatrici di distruzione. Le macchine d'assedio dei Goblin si erano messe al lavoro: troppo presto per poter impensierire lo schieramento nemico, ancora lontano, ma Jerome e Axell si ritrovarono presto al centro di una spaventosa pioggia infuocata. Quando le sfere colpivano violentemente il suolo, spargevano tutt'intorno vampe e scintille, incenerendo l'erba. Un ulteriore pericolo a cui i due contendenti dovevano prestare attenzione.

TURNO AD AXELL
(distanza sconociuta)

Axell si ritrovò solo in mezzo alla battaglia, guardo i due schieramenti avvicinarsi, e capì che doveva pensare ad agire.

Dunque evocò il suo alleato e gli disse:

"stammi accanto e distruggi chiunque tenti di scalfire la mia barriera"

e dopo di chè si creò una barriera della forma di una semisfera, li avrebbe potuto riflettere in pace alle mosse da intraprendere in seguito, in attesa che Jerome si facessè vivo.

Fu così che una cupola bianca lattiginosa comparve attorno ad Axell, nascondendolo alla vista. Era di dimensioni enormi, e occupava uno spazio di ben 12 metri di ampiezza, raggiungendo i 6 metri di altezza.
E, fatto ancora più inquietante, una creatura composta della stessa materia del muro era comparsa accanto ad esso, alta quanto la cupola e decisamente minacciosa.

TURNO A JEROME
(distanza sconosciuta)

Un errore. Gli era costato la vittoria dell'incontro.

Ma nonostante la delusione, non era ancora il momento di pensare, ma di riflettere.

Cosciente dell'equilibrio delle forze in campo e dei rischi che correva, scelse per la via impervia.

Il Tessitore cominciò il suo assalto alle difese dell'avversario, l'energia magica prese a fluire; quando questo accadde la creatura di Axell si mosse in avanti verso Jerome, ma non si salvò: come i muri eretti dallo psionico crollarono, svanì all'istante.
Ancora una volta i tentativi di difendersi di Axell erano stati vanificati: questa tecnica si rivelava utile affinché il tessitore fosse impegnato a smantellare le sue difese piuttosto che attaccarlo, ma d'altra parte anche lui non trovava il tempo di contrattaccare.

Nel frattempo, alle spalle di Axell, i generali dell'esercito mostruoso urlarono feroci ordini: un battaglione di orchi prese a correre dritto verso il centro del campo di battaglia. Accecati da una furia guerriera, questi orchi brandivano in aria possenti asce, spadoni e mazze a due mani, lanciandosi alla cieca verso il cuore del nemico... i Berserker si erano lanciati alla carica!
Nel frattempo, dalle ali dello schieramento opposto, si aprirono a ventaglio due linee di cavalleria umana, che accelerarono immediatamente il passo e presero a convergere anch'esse verso il cuore del campo, puntando a schiacciare da due lati i berserker prima di dar loro la possibilità di raggiungere e lanciarsi sulle salde linee dei nani al centro del fronte dell'esercito.
In mezzo a tutto ciò, stavano lottando Axell e Jerome: quella si sarebbe presto rivelata una posizione decisamente scomoda.
La pioggia di fuoco delle armi d'assedio non cessava, e sia Axell sia Jerome rimasero coinvolti nell'esplosione di proiettili precipitati a brevissima distanza.


TURNO AD AXELL
(distanza sconosciuta)

Axell capì che doveva fare qualcosa, ma cosa?

Ora che i due eserciti si stavano avviicinando e con l' avversario il cui unico scopo sembrava essere nullificare le sue mosse, Axell voleva solo un posto dove poteva rimanere in pace e dove potesse anche riordinare le idee.

Quindi vista la situazione l' unica sua speranza era quella di confondere Jerome.
Si guardò in torno e poi dopo un paio di secondi scomparve, e al suo posto comparvero cinque cupole identiche a quella di prima, ma piuttosto lontane l' una dall' altra.

L'apparizione delle cinque cupole lattiginose, distanti l'una dall'altra molti metri (25 circa - ndM) non parve avere molto influsso sulla battaglia circostante.
Avrebbero invece avuto l'effetto spiazzante che Axell si augurava nei confronti di Jerome?


TURNO A JEROME IL TESSITORE
(distanza sconosciuta)

Jerome non rise, anche se lo desiderava tanto. Non perchè trovasse ridicolo qualcosa o esilarante la situazione, anzi.
No, voleva ridere perchè così gli diceva la testa, perchè era da tempo che non aveva la possibilità di lasciare le proprie arti a briglia sciolta, di fondere misticamente fantasia, acume e... fortuna.

Di li ad un millesimo di secondo gli arti superiori di Jerome non ebbero un istante di tregua, intessendo con una velocità senza pari una miriade di incantesimi... una trama sottile, difficilmente distinguibile, sussurrata.

Il suo avversario non poteva immaginare il disegno complesso nella mente del Tessitore e questo era un punto fondamentale a suo favore.


Il cerchio si stringeva intorno ad Axell... presto sarebbe saltato fuori.
Tutta da vedere, invece, era la prossima mossa dello psionico... il cui solo pensiero era sufficiente ad inquietare Jerome.

Il tessitore riuscì a preparare alcune sue strategie, ma le mosse di Axell sembravano averlo messo in seria difficoltà.
Dopo essersi posizionato in modo a lui congeniale, scagliò, quasi con noia, una palla di fuoco contro una delle semisfere create dallo psionico.
Nonostante l'esplosione, gli effetti furono praticamente nulli.

La battaglia però proseguiva.
Anzi, entrava nel vivo.
I due schieramenti erano ormai quasi entrati in contatto, la terra tremava sotto gli zoccoli dei cavalli al galoppo, mentre la corsa sfrenata di orchi e hobgoblin trasformava uno degli eserciti in una valanga travolgente di lame e fauci.
L'artiglieria goblin aveva cessato di bombardare il campo, ma erano gli arcieri elfici ora a farla da padrone: nel cielo si sollevavano nubi di frecce in grado di oscurare il sole.

Anche Jerome e Axell furono coinvolti nella grandinata, ma se quest'ultimo si trovava ben protetto, lo stesso non era per il tessitore, che si ritrovò con 3 frecce che gli spuntavano da una gamba, da un braccio e dal ventre.


TURNO AD AXELL

Il turno passa, un po' tristemente, a Jerome senza che Axell abbia compiuto azione alcuna.

RAINING BLOOD

Il tuono, violento, assordante, parve riempire il mondo e cogliere tutti di sorpresa.
La terra sussultò, scossa da spasmi di sofferenza. Il cielo si fece ancor più rosso di quanto il tramonto poteva tingerlo, denso e innaturale, e riempiendosi di nubi enfie.
Si alzò il vento, forte, caldo, intriso d'umidità, i vessilli degli eserciti schioccavano furibondi, come volessero strapparsi dalle aste e fuggire.
Sotto gli zoccoli e gli stivali, il suolo si fece molle e viscido.

Un altro tuono e i due eserciti rallentarono, sollevando gli occhi al cielo. I cavalli nitrivano, scalciavano, molti cavalieri furono disarcionati mentre il dubbio, e la paura, percorrevano le truppe come un'epidemia.
Una nebbia bassa e spessa prese a scorrere veloce sotto la spinta del vento, mentre dal terreno prese a stillare sangue, che si raccoglieva man mano in piccoli rigagnoli sui pendii e in pozzanghere purpuree sul fondo valle.
Le prime grida di dolore si sollevarono dagli schieramenti, e furono molte le fila che si ruppero in una fuga impazzita.
Soltanto le truppe più disciplinate mantennero l'ordine, incitate da comandanti privi di paura, mentre altre parevano quasi eccitate dal sangue.
Quando le gocce presero a cadere, e inondare il campo di battaglia, la guerra riprese nel caos e nel dolore.

Jerome conobbe di nuovo, dopo tanto tempo, il dolore e il sapore del sangue.
Axell percepì come se il corpo si stesse sciogliendo.

La rete d'informazioni era stata tracciata, tutte le precauzioni prese. Jerome l'impaziente non poteva obbiettivamente attendere oltre.

Invisibile agli occhi degli eserciti morenti per l'apparizione della demoniaca pioggia che aveva sconvolto il Tessitore, quest'ultimo concluse che non c'era altro modo per scovare il suo avversario se non uno molto grezzo e davvero poco arcano.

Ma, appunto, non aveva Tempo da perdere, né poteva sperare di salvarsi dalla maledetta pioggia che l'uccideva... pian piano, Jerome ricordò com'era ferirsi da mortale. Sensazione curiosa, provata da un morto... un morto con molta fretta.


Un incantesimo prese forma tra le dita del non-morto e un raggio ruppe la superfice della sfera a lui più vicina. Nulla.
Quasi immediatamente, il Tessitore apparve agli occhi di tutti e... corse.