Improvvisamente vi ritrovate in uno scenario desertico, con ai vostri lati due altissime pareti. Un veloce sguardo vi permette di verificare la presenza del cielo (ma non eravate sottoterra?) e la lunghezza di questo canyon (che pare essere infinita... magari non è vero). Ovviamente tutto questo passa in secondo piano davanti alla vista dell'altro Fighter, davanti a voi, che sta preparando le sue armi contro di voi... E' ora di muoversi!!





Distanza: 12 metri
Iniziativa vinta da: Sjachvrack

Sjachvrak era rimasto seccato dal comportamento del drago nello scontro precedente. La mossa del rettile era stata astuta, ma gli aveva impedito di concludere uno scontro che per la verità, complice un avversario insoddisfacente, era risultato alquanto noioso.
Si augurava che questo nuovo scontro potesse distrarlo un po' da pensieri ben più torbidi.

Sicuramente non parlava draconico, quindi si rivolse a lui nella lingua comune

Coraggio, oggi è un grande evento per te, vieni e guarda, contempla quanto Vuoto c'è dopo la morte...

Dopo alcuni gesti, il nemico aveva davanti a sé uno squarcio di Nulla, e il lungo tocco della mano della morte ad invitarlo nelle sue contrade.

Il coboldo, con una rapida serie di gesti e verbi arcani, evocò una sfera di Vuoto totale ed assoluto. Essa era immota a circa tre metri da lui e lo copriva totalmente alla vista dell'Erede.
Distratto dal grande pericolo rappresentato dalla sfera, Hazarael sgranò gli occhi quando un dolore acuto gli trapassò la spina dorsale...

... e con immenso orrore potè sentire che, qualcosa, si era fatto spazio nella sua carne. All'altezza della quinta vertebra un duro bozzo si indovinava sottopelle.




TURNO AD HAZARAEL

Dannazione! Come ha fatto quell'ammasso di squame putrescenti a...

Era stupito Hazarael. Non avrebbe mai pensato di essere superato in velocità da un vecchio. Coboldo per giunta. Quello che sentiva dentro il corpo e il buco nero apparso davanti a lui lo misero in guarda sulla pericolosità di quell'apparentemente innocuo vegliardo. Sentì Ghaun'Uel pompare adrenalina al suo cuore e decise di agire, evitando per quanto possibile lo "squarcio di nulla".

Attraverso anni di addestramento Hazarael si era forgiato per qulunque situazione. Aprì un varco d'ombra e in men che non si dica si trovava al fianco del coboldo che lo guardava del tutto indifferente al suo Falchion.

Un potente fendente calò...

...con insapettata inefficacia.

L'arma carica di tecnica aveva vibrato miancciosa e il colpo eseguito con maestria... ma l'arma attraversò la base del collo di Sjachvrack come fosse aria e un ghigno si aprì sul volto dell'Eretico.

La Sfera pulsava.




TURNO A SJACHVRACK

Sjachvrak osservò compiaciuto il fallimento del suo avversario, che come ogni guerriero faceva affidamento sulla sua arma per vincere le battaglie. Talvolta però la certezza del duro metallo poteva venir meno, e se un'arma aveva un solo modo di trionfare, la magia offriva ai suoi utilizzatori molti modi per raggiungere lo scopo.
Il Profeta, profondo conoscitore dei segreti più turpi celati nell'Arte, volle offrire a Phemt un assaggio dei mille dolori dell'esistenza.

Sjackvrack aveva deciso ed ad Hazarael non rimaneva che provare a resistere.
Dapprima la cisti infame che il coboldo gli aveva innestato prese ad agitarsi, espandersi e scavare nella carne del prescelto...

...sttraziando le carni del combattente.

Fu poi il turno della grande sfera nera. L'umano la vide aggirare il suo padrone e puntare dritto verso di lui...

...e assorbirlo, risucchiare la materia di cui era composto bandendola nel Nulla.

L'Erede aveva perso tantissime forze, ma non aveva ceduto.
L'ultimo tiro mancino del coboldo mirava alla sua tempra, tentando di soffocarla nella malattia, rendendolo partecipe delle sue sofferenze...

... ma l'incredibile sforzo compiuto dall'organismo dell'umano lo preservò da quella minaccia.




TURNO AD HAZARAEL

Lurido vecchio dalle scaglie putrefatte, che diamine mi hai fatto?! Ti insegno io a infilare oggetti estranei nelle carni altrui!!

Il coboldo era riuscito a far perdere la calma del guerriero, che dovette abbassarsi a chiedere a Ghaun'Uel un aiuto contro la magia dell'avversario. La ferita provocata nell'orgoglio di Phemt faceva più male del Vuoto creato dalla sfera nera, con stizza Hazarael scaricò una serie di rapidi fendenti sull'avversario.

Hazarael scaricò tutta la sua rabbia sull'avversario... o almeno su colui che fino a quel momento aveva ritenuto il suo avversario.


Incredulo, l'Erede si era accorto tardi dell'inganno malefico. Era stato ingannato dalle... apparenze.

La Sfera intanto incombeva sulla sua carne...

...stavolta pronta a riceverla. Un immane sforzo delle sue fibre lo sottrasse all'abbraccio fatale.


TURNO A SJACHVRACK

Non ci siamo, guerriero. Ti lasci ingannare dai tuoi occhi, ma essi sono ciechi, e non vedono oltre il velo dell'esistenza effimera.
Forse dovresti inginocchiarti, e dare un'occhiata così oltre il confine tra vita e morte.

Le parole del Profeta provenivano dalle spalle di Phemt, nella direzione da cui era venuto, ma del coboldo non c'era traccia visibile. Come combattere qualcosa che, facendo affidamento sui proprio sensi, che non esisteva?
Quando nell'aria risuonarono di nuovo gli echi della magia, l'entità sotto la pelle di Heonidas prese di nuovo a contrarsi con forza.

Hazarael sentì l'aria bruciare e corrodere le sue... gambe.

La pelle si desquamò, divenendo gialla e cadde a pezzi, la carne imputridì e si rattrappì, le ossa cedettero internamente ai bachi di un'età avanzatissima.

Fu un attimo di ribrezzo immane per l'Erede, ma la fine per lui ancora non era giunta.


La cisti impiantata sotto l'Atlante si contorse e... scoppiò, espandendosi verso il cervello e il cuore.
L'ultimo ricordo dell'Erede, prima della polvere del campo, fu Dolore.


SJACHVRACK VINCE LO SCONTRO
Round fatality

L'incantesimo del coboldo non aveva ancora terminato di agire. Poco dopo, i resti sanguinolenti di Phemt vennero scossi da convulsioni frenetiche, e si animarono. Un ammasso di interiora, carni e legamenti vivo si staccò dal resto del corpo, trascinandosi con lentezza in direzione dell'incantatore.
Il Profeta guardò con disgusto quella nuova forma di esistenza, come se coscientemente la vita, piuttosto che scomparire, avesse preferito mutarsi nell'abominio della non morte.
Si ripromise di non utilizzare più quell'incantesimo, e così pensando comandò alla sfera nera di posarsi su quell'essere disgustoso.
Di esso non rimase nulla. O meglio... il Nulla.