Valm Neira, la Città Sotterranea dei Drow e dei Vampiri
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La figura del "patrono"
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Autore:  Loryblackwolf [ mar giu 08, 2010 16:16 ]
Oggetto del messaggio:  La figura del "patrono"

Avrei una piccola curiosità.

E' giusto definire "Patrono" il maschio scelto come compagno prediletto della Matrona in una socetà tipica di Lolth? Il dubbio mi è sorto parlottando con un mio amico, che mi ha fatto notare che questa definizione si addice meglio ad una socetà dedicata al culto di Vhaeraun, dove sono i maschi a comandare. Nei gdr che frequento, tuttavia, è radicata l'abitudine a definire il primo maschio del casato come Illharn, patrono appunto, cosa che mi lascia alquanto perplessa. Qual'è la verità? (domanda alquanto blasfema, considerata la presenza di tanti Drow in questo forum. :look: :D )

Autore:  Sheyraen [ mar giu 08, 2010 19:28 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Shhh.... non farti notare :ahah:
Sì, in una società devota a Lloth, definire Illharn (Patrono) il maschio prediletto dalla Matrona è corretto.
Tra l'altro nei libri di Drizzt il termine è ampiamente usato.
Che poi il suddetto non sopravviva troppo a lungo è un altro paio di maniche :drow:
Vuoi perché le Matrone di Lloth sono tipicamente caotiche, quindi capricciose come la Dea, vuoi perché "Tenere troppo a lungo un singolo maschio in una posizione privilegiata" sa tropp di "affetto" e la Dea non lo vedrebbe di buon occhio, vuoi che proprio questo "giocattolo preferito" è il primo candidato all'altare (la Dea apprezza quando in suo nome sacrifichi ciò che ti sta più caro. Significa che il sacrificio ha un certo valore), è anche una posizione che i maschi non sono troppo entusiasti di occupare. A meno ché siano davvero in gamba e sappiano destreggiarsi bene all'interno dei giochi di potere della società di Lloth.
Un magistrale Maestro d'Arme, un Mago molto talentuoso, o un maschio che sa "farsi desiderare" senza stare troppo tempo vicino alla Matrona (anche a costo di pagare pegno della sua ira di quando in quando), può magari sopravvivere a lungo... cosa che comunque in una simile società non è comunque una garanzia.
Anche qui, un argomento simile può stimolare grandi momenti di interpretazione in ruolo e notevolissimi giochi di potere e intrigo, sempre sull'orlo dell'abisso :drow:

Autore:  Nalgûn 'Itth [ mar giu 08, 2010 21:54 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Sheyraen ha scritto:
Shhh.... non farti notare :ahah:
Sì, in una società devota a Lloth, definire Illharn (Patrono) il maschio prediletto dalla Matrona è corretto.
Tra l'altro nei libri di Drizzt il termine è ampiamente usato.
Che poi il suddetto non sopravviva troppo a lungo è un altro paio di maniche :drow:
Vuoi perché le Matrone di Lloth sono tipicamente caotiche, quindi capricciose come la Dea, vuoi perché "Tenere troppo a lungo un singolo maschio in una posizione privilegiata" sa tropp di "affetto" e la Dea non lo vedrebbe di buon occhio, vuoi che proprio questo "giocattolo preferito" è il primo candidato all'altare (la Dea apprezza quando in suo nome sacrifichi ciò che ti sta più caro. Significa che il sacrificio ha un certo valore), è anche una posizione che i maschi non sono troppo entusiasti di occupare. A meno ché siano davvero in gamba e sappiano destreggiarsi bene all'interno dei giochi di potere della società di Lloth.
Un magistrale Maestro d'Arme, un Mago molto talentuoso, o un maschio che sa "farsi desiderare" senza stare troppo tempo vicino alla Matrona (anche a costo di pagare pegno della sua ira di quando in quando), può magari sopravvivere a lungo... cosa che comunque in una simile società non è comunque una garanzia.
Anche qui, un argomento simile può stimolare grandi momenti di interpretazione in ruolo e notevolissimi giochi di potere e intrigo, sempre sull'orlo dell'abisso :drow:


Interessante spiegazione Ilharess...In effetti il ruolo di patrono è sempre un po' "X" direi che in questa maniera si è fatta chiarezza....

Autore:  Muzedon [ mar giu 08, 2010 22:11 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Se non sbaglio Zaknafein era considerato a tutti gli effetti il patrono di casa Do'Urden (in quanto compagno(*) della Matrona) e quindi puoi prendere lui come esempio di ispirazione.
Era il Maesto d'Armi, ma anche il prediletto di Malice, con tutti i privilegi e le difficoltà che questa posizione comportava. E direi che Menzoberranzan può essere considerata una città monoteistica devota a Lloth (gli altri culti sono repressi con la violenza e nel sangue), quindi questo risponde alla tua domanda.

(*) Il concetto di Matrimonio cosi come noi lo intendiamo per i drow non esiste. Le femmine nobili scelgono il loro compagno maschile (protettore di casata o patrono) fin quando serve alla Matrona e la soddisfa o fin quando la Matrona non decide di trovarsene un altro; per quanto riguarda i drow non nobili invece il matrimonio e` una cosa effimera, che solitamente dura pochi mesi o anni.

Autore:  Ravenard [ mar giu 08, 2010 22:28 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

il patrono è il maschio più IN del casato, solitamente il più vecchio perché più esperto degli altri in quello che deve fare,ma non è detto che uno più giovane non ne possa prendere il posto se ha talento

Autore:  Sheyraen [ mer giu 09, 2010 02:30 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Intanto Nalgûn 'Itth permettimi di offrirti il mio benvenuto.
Sono una latitante cronica nel topic dei "benvenuto" (cosa cui dovrò porre rimedio, lo confesso :goccia: ) ed è una cosa di mi scuso. È però un piacere incrociare gente che appunto non si ferma sulla soglia, ma si tuffa a capofitto nella vita di Valm e si dimostra così interessata alla cultura drow :Sorrisone:

Fatta questa doverosa parentesi, torno in argomento :)
Il gattaccio dice bene: Zaknafein, patrono di casa Daermon N'a'shezbaernon (conosciuta come Casata Do'Urden), è l'esempio più lampante.
Maestro d'Arme invidiatissimo in Menzoberranzan (quando riprenderò a scrivere i dettagli della città lo scopriremo insieme) era una pedina molto preziosa per Malice. Ogni Casata rivale avrebbe voluto avere tra le sue fila un simile talento nel campo militare, un vero gioiello prezioso per Casa Do'Urden.
Ora, non vorrei fare spoiler perché sebbene la saga di Drizzt sia tanto conosciuta e una pietra miliare per chi ama i drow, non tutti l'hanno letta e alcuni vi si avvicinano solo ora.
Per cui, se non l'avete letta, non aprite lo spoiler che metto di seguito per non rovinarvi il piacere di conoscere la storia direttamente dalla penna di Salvatore.

Spoiler: Visualizza


Per quanto comunque un maschio possa risplendere per talento e valore, una Matrona devota a Lloth non si legherà MAI a lui soltanto. Non concederà mai a un maschio il privilegio di sapere che è "unico" o "superiore ad altri" ma lo terrà sempre sospeso su un filo, sempre all'erta, sempre nel dubbio di poter essere rimpiazzato in qualsiasi momento.
Solo così potrà ottenere il massimo da lui, perché lo spingerà in questo modo a eccellere pur di mantenere la posizione, seppur precaria, duramente guadagnata.
Mai una certezza, mai troppa soddisfazione per non nutrire troppo l'orgoglio. Gli equilibri in una società drow si ridisegnano istante dopo istante secondo le inconsistenti e capricciose leggi del caos e a ogni drow è dato il compito di interpretarle, o imparare a interpretarle, per sopravvivere.
E' il concetto di "eccellenza di razza" che si intreccia alle mille e più sfaccettature della complicata psicologia drow.

Anche il possibile "rimpiazzo più giovane" di cui parla Ravenard, si trova a partecipare a questa danza. Nel momento in cui un maschio minaccia un altro maschio, sono mille e più i fattori che entrano in gioco: magari al maschio più anziano sta più che bene l'essere rimpiazzato in un determinato momento, in modo da non essere troppo sotto i riflettori perché magari è invischiato in qualche piano non propriamente lecito (è la via dei drow in fondo)
Oppure l'intromissione di un altro maschio può indurre a vendette trasversali. Di certo un drow smaliziato, che è salito tanto in alto da essere oggetto dell'interesse di una Matrona, non è avversario facile o comodo.
Nonostante nessuno dei drow disdegni una buona dose di lussuria, sono davvero pochi quelli abbastanza audaci (o incoscienti) da volersi avvicinare tanto addirittura a una Matrona.
Serve una buona dose di autoconsapevolezza e sicurezza, perché una Matrona drow, se è diventata tale, di fatto fa paura. Ha potere, è imprevedibile e capricciosa, è rispettata e temuta da una schiera di servitori, spie, schiavi che non sempre può essere misurata. Ed è soprattutto devota a una Dea che è Maestra incontrastata di intrigo e caos.
Insomma, detta in modo facile, ci vogliono davvero tanti attributi per rischiare così tanto :wink:

Buona fortuna a chi intraprenderà (sempre contro la propria volontà, è chiaro!) la strada di Patrono in una casata devota a Lloth :drow:

Autore:  Loryblackwolf [ mer giu 09, 2010 14:22 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Uh... anch'io latito nella sezione del Benvenuto ai nuovi utenti, chiedo venia. :D

E ringrazio di cuore tutti quelli che hanno risposto alla mia domanda, siete stati chiarissimi! :d

Autore:  Sargtlin_Velkyn [ sab ago 21, 2010 10:32 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Non prendere la parola in se per sè.. alla lettera dà idea di qualcosa di importante, cioè magari lo è per quel lasso di tempo, in cui, la femmina volubile è interessata.

Ma il patrono è una facciata.. anche i suoi stessi figli sono più importanti di lui, è come per far vedere che in qualche modo i maschi servono, è un contentino, ma alla fine sono come degli oggetti, una volta inutili o rotti vengono buttati.

Autore:  Dmitrij [ lun ago 23, 2010 11:41 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

In rapporto alle femmine dominanti, è vero.
Ma in rapporto al resto della popolazione, il Patrono è senza dubbio un'autorità, per quanto precaria.

Le comunità drow non sono solo volitive sacerdotesse, potenti maghi e indomiti guerrieri. Ci sono anche gli artigiani, i commercianti, e quelli che spalano la popò :sisi: :P

Autore:  Sargtlin_Velkyn [ lun ago 23, 2010 16:17 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Sai che onore prendersela con uno spala popò.. :D

Il patrono non è scemo.. gli può dare per un'attimo esaltazione quella di prendersela con uno di loro, ma poi subentra la sua frustrazione di sempre, ritorna a casa col rischio di essere pestato a sangue se ad una prima sacerdotessa gli gira così.. che allegria..

Io nel romanzo della trilogia degli elfi non mi ricordo proprio del patrono di casa che parlava.. i figli potevano permetterselo di farlo, erano sangue della matrona, sempre con le dovute maniere ghghg ma il patrono proprio se dicesse una delle cose delle figlie o figli sarebbe stato impalato seduta stante.

Autore:  Sheyraen [ mar ago 24, 2010 02:46 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Non sono d'accordo.
Una Matrona che sia degna di tale nome, non sceglie il Patrono solo in base alla rotondità del suo fondoschiena.
E' quello con cui decide di mettere al mondo parte della prole (non sarà l'unico certo, non sarà eterno, ma per un certo periodo assume un ruolo importante) e viene solitamente scelto tra i maschi più talentuosi in qualsiasi arte, che sia quella di guerriero o mago, o altro.
Di certo gioca un suo ruolo anche l'attrazione, che però è volubile e sottomessa al pragmatismo tipicamente drow.
Nella trilogia degli elfi scuri, l'unico patrono che ricordo è Zaknafein Do'Urden.
E non era di certo trattato con poco rispetto, visto che era il più grande e imbattuto, nonché invidiato Maestro d'Arme di Menzoberranzan.
Il fatto che nei romanzi non fosse sviluppata la parte in cui lui diceva la sua (e parliamone: ha praticamente scelto lui la strada per Drizzt... ruolo che spetta strettamente alla Matrona!) è dovuto a due cose:
1) Lui stesso si teneva il più possibile lontano dalla vita politica della Casata (saggio maschio!) preferendo passare le sue giornate in addestramento dei guerrieri di Casa Do'Urden.
2) Non tutto viene dettagliato nei romanzi. C'era già tanta carne al fuoco di cui parlare, la prima volta in pratica che si affrontava lo sviluppo di una razza che a tutti gli effetti all'epoca appariva nel Manuale dei Mostri, e sebbene con il senno del poi Zaknafein è risultato un personaggio estremamente carismatico, meritevole di approfondimento, al momento in cui furono scritti i romanzi era di fatto un personaggio secondario.
Attenzione però: secondario nel romanzo, non nella Casata.

Autore:  Ravenard [ mar ago 24, 2010 10:31 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

mi domando Dyrr se sia stato un patrono prima di diventare il boss del quarto casato

Autore:  Sheyraen [ mar ago 24, 2010 12:55 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Questo non lo so in effetti.
Potrebbe benissimo essere, ma non ho letto nulla a riguardo.

Autore:  Sargtlin_Velkyn [ mar ago 24, 2010 17:05 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Sheyraen ha scritto:
Non sono d'accordo.
Una Matrona che sia degna di tale nome, non sceglie il Patrono solo in base alla rotondità del suo fondoschiena.
E' quello con cui decide di mettere al mondo parte della prole (non sarà l'unico certo, non sarà eterno, ma per un certo periodo assume un ruolo importante) e viene solitamente scelto tra i maschi più talentuosi in qualsiasi arte, che sia quella di guerriero o mago, o altro.
Di certo gioca un suo ruolo anche l'attrazione, che però è volubile e sottomessa al pragmatismo tipicamente drow.
Nella trilogia degli elfi scuri, l'unico patrono che ricordo è Zaknafein Do'Urden.
E non era di certo trattato con poco rispetto, visto che era il più grande e imbattuto, nonché invidiato Maestro d'Arme di Menzoberranzan.
Il fatto che nei romanzi non fosse sviluppata la parte in cui lui diceva la sua (e parliamone: ha praticamente scelto lui la strada per Drizzt... ruolo che spetta strettamente alla Matrona!) è dovuto a due cose:
1) Lui stesso si teneva il più possibile lontano dalla vita politica della Casata (saggio maschio!) preferendo passare le sue giornate in addestramento dei guerrieri di Casa Do'Urden.
2) Non tutto viene dettagliato nei romanzi. C'era già tanta carne al fuoco di cui parlare, la prima volta in pratica che si affrontava lo sviluppo di una razza che a tutti gli effetti all'epoca appariva nel Manuale dei Mostri, e sebbene con il senno del poi Zaknafein è risultato un personaggio estremamente carismatico, meritevole di approfondimento, al momento in cui furono scritti i romanzi era di fatto un personaggio secondario.
Attenzione però: secondario nel romanzo, non nella Casata.


Mi spiace ma il patrono nella Trilogia non era più Zacknafein.. lui era il maestro d'armi del casato, fu patrono..

Nell'epoca della trilogia era un'altro il patrono di casa Do'urden, che mi sfugge il nome.. oltretutto essendo lui patrono, e quindi teoricamente il padre dei figli a venire.. si sa invece che Drizzt era figlio di Zack.. quindi per il patrono doppia pugnalata :P

E ti dirò di più, fu "declassato" da patrono, proprio per il suo essere conformista, tutti nel casato sapevano come la pensava del suo e del loro mondo, ma essendo uno dei guerrieri più forti della città era utile alla causa, vedi come quando lo mandano da solo ad affrontare la matrona e le sacerdotesse Hun'ett ;)

se non era quello che era, aveva già fatto una finaccia molto prima :P

Autore:  Sargtlin_Velkyn [ mar ago 24, 2010 17:27 ]
Oggetto del messaggio:  Re: La figura del "patrono"

Ravenard ha scritto:
mi domando Dyrr se sia stato un patrono prima di diventare il boss del quarto casato


Per quanto riguarda Dyrr lui era (visto che è schiattato) fratello della "Matrona" (tra virgolette, perchè il regnante era lui) del casato.. e figlio della precedente, quindi teoricamente non può essere stato patrono.

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