Valm Neira, la Città Sotterranea dei Drow e dei Vampiri https://www.valmneira.com:80/forum/ |
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Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark https://www.valmneira.com:80/forum/viewtopic.php?f=120&t=14551 |
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Autore: | Hoijemondijs [ ven set 11, 2009 17:56 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark |
Qualche considerazione ispirata dal mio buonsenso di "terrestre". In tutte le società dominate dal matriarcato in effetti esiste una sorta di parità tra gli uomini e le donne. Una parità non ufficiale ma concreta. I vertici della società, costituiti dalla classe sacerdotale sono saldamente in mano alle donne, ma è naturale che esistono molti ruoli dove i maschietti possono eccellere. E mi sembra che per i "poveri schiavi" menzoberranyr tali compiti "onorevoli" siano parecchi (carriera militare, magia, belle arti, cucina, commercio... )e infinitamente migliori di quelli riservati a una donna in una società patriarcale (concretamente tre: tacere, piacere e stare a casa). Gli stessi uomini del popolino di Menzoberran non mi sembrano certo destinati a un destino peggiore di quello della plebe in una società dove comanda il sesso forte. Il giudizio "i drow sono schiavi" può aver senso se a pronunciarlo è qualcuno che proviene dalla superficie. Di certo non sono liberi però, o almeno non lo sono nel senso di arbitrio totale che viene attribuito alla parola libertà. Nessun elfo, che serva la Luce oppure l'Ombra può chiamarsi libero in tale accezione, visto che ogni momento della sua vita è adempimento della volontà degli Dei. Certo è che, chi serve l'Oscurità deve seguire le vie che conducono alle sapienze del Sangue, della Rigenerazione (detta volgarmente distruzione) e dell'Eccellenza (sopraffazione per i profani). Nessun mezzo deve spaventare chi vuole ottenere il successo, manifestazione della divina benevolenza, e l'insuccesso, l'umiliazione devono essere accolta come segno del compiersi di un inevitabile destino. Può la ribellione avere luogo in un simile contesto? E se avesse successo sarebbe un reale stravolgimento? La Dea è stata sconfitta per ristabilire in altra forma il suo potere... il suo potere nelle città dell'Underdark potrebbe venir meno ma poi si ristabilirebbe in altre forme. Per quanto riguarda la ribellione individuale si pensi poi che figure come quella di Drizzt vengono guardate con ammirazione persino dai drow "ortodossi". Ciò non avviene forse perché in esse si manifesta la potenza divina, capace di costruire destini grandiosi? |
Autore: | Halbryn [ ven set 11, 2009 22:23 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark |
Hoijemondijs ha scritto: Qualche considerazione ispirata dal mio buonsenso di "terrestre". In tutte le società dominate dal matriarcato in effetti esiste una sorta di parità tra gli uomini e le donne. Una parità non ufficiale ma concreta. I vertici della società, costituiti dalla classe sacerdotale sono saldamente in mano alle donne, ma è naturale che esistono molti ruoli dove i maschietti possono eccellere. E mi sembra che per i "poveri schiavi" menzoberranyr tali compiti "onorevoli" siano parecchi (carriera militare, magia, belle arti, cucina, commercio... )e infinitamente migliori di quelli riservati a una donna in una società patriarcale (concretamente tre: tacere, piacere e stare a casa). Per alcuni versi è vero... Sorpattutto quest'ultimo punto. Forse in definitiva è vero che le femmine drow, essendo più pragmatiche, lasciano lo spazio ai maschi di coltivare le virtù che più gli sono congeniali al fine di utilizzarli come armi, consiglieri, strumenti di diletto, animali da cortile, carne da macello. E' come l'osso che lascia sopravvivere un pò di cartilagine là dove può essere più utile. Sfruttando questa forma di libertà i maschi trovano tutto il loro spazio per eccellere e primeggiare, talvolta anche sulle stesse femmine anche se quando questo avviene viene quasi sempre tenuto (mal)celato. La comlessità dei meccanismi che si vengono a creare dà l'idea della complessità del pensiero e della cultura che può venire prodotta da un popolo tanto ingenioso, tanto spietato ed affascinante. Il tutto è ovviamente condito con un'accenno all'eternità, tendenza di retaggio elfico. La ribellione in questo senso non deve esistere anche solo facendo riferimento al lato superbo dell'indole drow: un maschio che primeggia a Menzoberranzan non può certo essere paragonato ad uno che primeggia ad Eryndlyn o a Sschindylryn... Una spirale, dunque, di continuo perfezionamento in una città spietata dove la Dea non concederà mai (o quasi?) il favore ad un maschio se non per riflesso di una sua Sacerdotessa meritevole... Agghiacciante e superbo. |
Autore: | Sheyraen [ sab set 12, 2009 05:38 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark |
Halbryn ha scritto: Le ribellione come la intendevo era riferita alla passione per la controversia che in un maschio drow è latente e sempre presente insime ad una falsa condiscendenza, impostata sullla visione della realizzazione dei propri fini personali. Non diversa da quella delle femmine. Le controversie sono insite nei drow, a prescindere dal loro sesso. Maschi e femmine lottano sempre, costantemente, non semplicemente per sopravvivere, ma per primeggiare, essere i migliori perché solo gli individui più forti sono degni del nome di drow. Solo gli individui migliori possono dare un seguito dignitoso alla razza, volta sempre verso il meglio. Il resto conta poco. La confusione che si fa molto spesso tra orgoglio personale e pragmatismo in questo ambito è molto vasta purtroppo. Non vedo "la passione per la controversia" in un maschio drow come cosa "latente". Non sono vittime del testosterone, né sentono il bisogno di primeggiare solo per la realizzazione dei propri scopi personali. E' una cosa che proprio va molto più in là. Primeggiare per un drow significa essere ciò che ci si aspetta da uno della sua razza, sopravvivere e vivere dignitosamente. E' proprio uno stile di vita, un bisogno primario, quasi una legge di natura, quella di "essere i migliori" perché se solo uno è migliore di te, sei morto. Sembra una sfumatura, ma è importante. Non è una questione di orgoglio, non c'è il puerile appagamento della falsa condiscendenza. Anch'essa non è altro che uno stumento quando c'è, ma il più delle volte un maschio drow eccelle nel proprio ruolo perché il potere che lui "serve" possa garantirgli di essere al di sopra degli altri a sua volta. Il famoso rapporto simbiontico che ho menzionato. Mi piace moltissimo l'analisi fatta da Hoijemondijs e mi permetto di aggiungere che nessuna creatura può dirsi veramente "libera". Se non consideriamo gli schiavi veri e propri (quelli di guerra per esempio) allora se i maschi sono al servizio delle Casate nobiliari e del clero, le femmine sono al servizio dei dettami della dèa, di quel sistema di regole crudeli e spietate che prevedono nulla di meno che la morte per chi fallisce. Devono essere sempre all'altezza delle aspettative, sempre il bersaglio di chi a sua volta ha come preciso dovere il compito di prevalere, di primeggiare, di tramare per essere "la migliore". Lloth incoraggia questa sorta di gara, perché è attraverso questa che la razza punterà sempre a migliorarsi. E se vogliamo essere ancora più profondi, allora prendiamo in considerazione il fatto che una femmina drow nobile di nascita non può fare altro che scegliere la strada clericale. Scegliere di diventare una guerriera è un'offesa aperta nei confronti della Dèa, perché significherebbe cercare potere e affermazione al di fuori della fede, senza "l'aiuto" e la benevolenza della dèa. Inconcepibile. Da questo punto di vista, mi sa che le serve che hanno meno spazio di tutti sono proprio coloro che sono al potere. Parlare di schiavitù in ambito drow porta troppe contraddizioni. Tutti sono "schiavi" della cultura in cui nascono e vengono svezzati, tutti si muovono entro un sistema di regole e leggi ben precise. Esattamente come lo siamo noi, anche se il nostro sistema di regole, di affermazione e ascesa non passa attraverso la violenza e la spietatezza dei drow. E' solo una questione di cultura e organizzazione sociale. Fare paragoni con altro sarebbe come cercare di parlare inglese pensando la frase in italiano. |
Autore: | Halbryn [ lun set 21, 2009 14:19 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark |
Sheyraen ha scritto: La confusione che si fa molto spesso tra orgoglio personale e pragmatismo in questo ambito è molto vasta purtroppo. Non vedo "la passione per la controversia" in un maschio drow come cosa "latente". Non sono vittime del testosterone, né sentono il bisogno di primeggiare solo per la realizzazione dei propri scopi personali. E' una cosa che proprio va molto più in là. Primeggiare per un drow significa essere ciò che ci si aspetta da uno della sua razza, sopravvivere e vivere dignitosamente. E' proprio uno stile di vita, un bisogno primario, quasi una legge di natura, quella di "essere i migliori" perché se solo uno è migliore di te, sei morto. Sembra una sfumatura, ma è importante. Lo credo. Trovo che sia molto drow il compiere un'azione spinto da un'archetipo proprio della razza d'appartenenza, l'essere migliore, dall'orgoglio personale e dalla perseveranza che ci conduce ad eccellere nel compiere un atto avente uno scopo.... La "passione per la controversia" forse è un risultato estetico che questo popolo ha comunicato unicamente a me ma il risultato è che, a prescindere dalle impressioni, nel senso latino del termine, che comunque possono suscitare, i drow rimangono un popolo "afflitto" da contraddizioni e permeato di una tendenza asintotica alla perfezione. E' proprio questa "afflizione" che io trovo irresistibile. La volontà di un maschio di "primeggiare" è dettata da una complessità di sfumature, a parte la logica necessità, più acuita nei drow, di rimanere in vita, che mentre li si interpreta si trova fatica a discernerne le componenti per riuscire al meglio nell'interpretazione. |
Autore: | Sheyraen [ mar set 22, 2009 00:26 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark |
Halbryn ha scritto: Trovo che sia molto drow il compiere un'azione spinto da un'archetipo proprio della razza d'appartenenza, l'essere migliore, dall'orgoglio personale e dalla perseveranza che ci conduce ad eccellere nel compiere un atto avente uno scopo.... Pardon, non ho compreso cosa intendessi dire. Stai dicendo che trovi molto in stile "drow" essere in possesso di un tale orgoglio personale e una tale perseveranza da condurli a eccellere per uno scopo? Se è così, io lo trovo molto poco drow e molto tipicamente umano. Lo scopo del drow è eccellere di per sé e non già per orgoglio personale. Questo perché quell'orgoglio viene spesso frustrato, anzi... più che spesso! Viene scovato, sollecitato, incoraggiato fin dall'infanzia solo per "snidare" il punto debole da colpire. Un drow che reagisce (o agisce) per orgoglio personale, si rende vulnerabile proprio perché espone le proprie passioni. Esporre le proprio passioni in mezzo ai drow, significa mostrare agli altri ciò in cui si crede, e dunque mostrare loro dove colpire. Esiste un'altra forma di orgoglio invece per i drow, una sfumatura difficile da comprendere e che non espone come stendardo le proprie passioni, ma al contrario punta sull'invulnerabilità di chi sa essere abbastanza freddo, distaccato, invulnerabile anche alla più cocente delle umiliazioni da riuscire a ingannare tutti coloro che lo circondano. E' un mondo alieno per noi ed è facile confondere. |
Autore: | Halbryn [ mar set 22, 2009 11:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Introduzione a Menzoberranzan e all'Underdark |
No perdonami, forse mi esprimo in maniera errata. Non sto parlando di ciò che un drow manifesta perchè, giustamente come hai detto tu un drow non è mai ciò che manifesta di essere. Sto parlando di ciò che intimamente muove un drow a compiere le azioni. Una mistura di mozioni di cui fa parte, ancora più giustamente ed io l'avevo scordata, la frustrazione che ognuna di quelle creature è costretto a provare fin dalla tenera età. E' la complessità di tutti questi moti interni che rende un drow difficile e singolare nell'interpretazione. Spero di essermi espresso più limpidamente. Ti ringranzio per aiutarmi a capire aspetti che magari finora mi erano oscuri (e per la pazienza). |
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