Valm Neira, la Città Sotterranea dei Drow e dei Vampiri https://www.valmneira.com:80/forum/ |
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INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo https://www.valmneira.com:80/forum/viewtopic.php?f=120&t=15000 |
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Autore: | Dmitrij [ ven apr 09, 2010 21:16 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
Sono proprio curioso di sapere quali gentilezze ci riservano le matrone Ma esattamente, il motivo per cui i drow non possono progredire oltre un tot in altre classi? |
Autore: | Sheyraen [ sab apr 10, 2010 04:58 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
Questa è una delle domande più interessanti e profonde che ci si può porre e può dare adito a tanti voli pindarici, quanti sono gli esseri umani che giocano a d&d. Dal momento che non ho una fonte ufficiale cui rifarmi, che spieghi il perché di questa scelta, se vuoi posso darti la mia personalissima interpretazione, e in quanto tale ti prego di considerarla come una riflessione che è frutto del gusto personale. A questa premessa aggiungo che quanto segue NON è da considerare vero e giusto necessariamente, o non confutabile perché "Lo ha detto la Matrona di Valm" Ogni gruppo di gioco sceglie il proprio stile (ed è questo in fondo il bello di D&D) Per come la vedo io, esiste una logica in questa scelta. Prendiamo il campo della Conoscenza. Magia, quindi mistero, quindi spazi da esplorare pressoché illimitati. Per loro natura, attraverso lo studio, le esperienze, la sperimentazione, non esiste un limite per espandersi. Allora non dovrebbe esistere anche per i maghi di altre razze, si potrebbe obiettare con cognizione di causa. Vero. E non vero allo stesso tempo. Mi vengono in mente almeno due limiti: uno è quello della moralità e l'altro e quello della mortalità. Per gli umani vale più la seconda ipotesi: la vita degli umani è più breve, il ché implica meno tempo per spingersi oltre e crescere in esperienza. Ci si può spingere oltre attraverso le discipline necromantiche (un lich può raggiungere livelli superiori) ma non è cosa comune (e soprattutto, diventare "Lich" non era così semplice); Per gli elfi è la moralità il limite più ferreo: per scelta, le discipline oscure, la comunione con creature dell'abisso, la magia necromantica, è rigettata con disgusto e orrore dalla "razza eletta". Per i drow, questi due limiti non esistono. Diverso è il campo della conoscenza militare. Raggiunto un livello di maestria, ci si può migliorare solo attraverso strumenti di natura magica (un'armatura incantata, spade e armi dal potere superiore) ma l'abilità di combattimento, legata alle qualità fisiche (forza, destrezza e costituzione) ha i suoi limiti che dovrebbero anzi diventare più incombenti con il passare degli anni e l'invecchiamento. Più tecnica, ma meno forza nei muscoli, seguendo i limiti del fisico. E questo vale per tutte le razze indistintamente. E' vero, drow ed elfi vivono più a lungo e dunque seguendo questa logica, anche la loro abilità in combattimento dovrebbe raggiungere livelli più elevati rispetto a quella degli umani. Di contro però, elfi e drow hanno un fisico più longilineo, delicato (più destrezza che possanza) e questo pone un certo equilibrio. A questo possiamo aggiungere che la bravura, la tecnica di combattimento ha di fatto dei limiti legati alla fisica vera e propria: non si può essere più veloci del massimo ottenibile da un corpo, tanto per dirne una, e la maestria nell'uso delle armi ha un limite massimo che è individuabile in modo intuitivo. Non si può diventare più bravi della "massima bravura" che in d&d era individuabile nel "Maestro D'Arme". Naturalmente io ci vedo una coerenza che era più caratteristica delle vecchie edizioni di d&d, laddove il concetto di "fantasy" non era spinto all'estremo. Una volta mezzi demoni, mezzi draghi, erano creature leggendarie e rare, un "confine" che doveva far spalancare la bocca di sorpresa, e l'avvistamento di un drago instillava nel giocatore un misto tra meraviglia e rispetto, paura e ansia, emozione "estrema". Con l'evolversi delle edizioni, si è puntato sul "power": i mostri che si incontrano sono Celestiali, Mezze divinità, Mezzi demoni, Mezzi draghi... spesso lo sono addirittura i personaggi e tutto si è spostato a un livello più estremo del fantasy. Gli umani semplici, il guerrierotto di paese che si va a comprare la prima spada dopo aver assolto alla missione assegnatagli dal signorotto locale, è diventato per lo più un png, impossibile da giocare in un party fatto da tiefling, mezzi-demoni e drow di superficie. A livelli così elevati, probabilmente anche i limiti imposti dall'intuito (quelli menzionati sopra) non sono più applicabili. Se devi affrontare "mostri grossi" ci vogliono "personaggi grossi" e questo toglie (ripeto, secondo mio gusto) molta parte del realismo che ci emozionava davvero, che ci faceva sentire "mortali" e vulnerabili e ci regalava quindi quella scossa di adrenalina tipica di qualcosa a noi vicino e comprensibile. Secondo la nostra esperienza reale infatti, ci è più facile immedesimarci in personaggi che hanno limiti fisici delimitati, piuttosto che in semi-divinità che prendono vita in un fantasy talmente "fantasy" da essere molto lontano dalla nostra realtà. Ecco. Mi sono spinta un pochino più in là nell'analisi, ma la tua domanda di fatto sviluppa questo genere di riflessioni, per lo meno in me Poi ognuno è libero di interpretare la cosa accordandosi al proprio gusto, sia chiaro. |
Autore: | Dmitrij [ sab apr 10, 2010 16:30 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
Uhm... comprendo il discorso, ma ho delle riserve. Il concetto di Limite Fisico vs Non-Limite Magico che mi pare di aver capito sia alla base della scelta di limitare la progressione in alcune classi è del tutto artificiale, arbitraria, e opinabile. Il "mortale", intendendo con questo termine qualunque razza caduca, porta in sé dei limiti sia fisici che mentali; e sono di due tipi: intrinseci alla "mortalità", derivanti dall'invecchiamento. Nel primo caso, sono quei cosiddetti limiti di realismo (concetto ampiamente discutibile in ambito fantasy) per cui oltre tot la potenza muscolare, l'agilità e la prestanza fisica di un elfo piuttosto che di un umano non possono andare. Ma analogamente possiamo ipotizzare limiti mentali invalicabili! Il classico concetto dell'"umanamente incomprensibile", che spesso ad esempio delinea le caratteristiche della divinità, potrebbe benissimo essere posto come punto di arrivo anche per un mago, punto oltre cui non può spingersi semplicemente perché è impossibile per la sua mente comprendere concetti superiori, e quindi sviluppare nuova conoscenza, così com'è impossibile per le sue braccia sollevare pesi oltre un certo tot. Quel che in poche parole intendo, è che stabilire dei limiti alle possibilità fisiche è scelta arbitraria tanto quanto quella di non porre dei limiti alla conoscenza in generale, magica in particolare. Fermo restando che discutiamo di conoscenza non come di patrimonio collettivo, ma individuale (l'avanzamento di livello). Nel secondo caso, a ben vedere l'invecchiamento porta con sé non solo un decadimento del corpo, sicuramente più evidente, ma anche della mente. Si apprende meglio quando si è giovani, più lentamente con l'avanzare degli anni. Per non parlare di quelle degenerazioni legate alla senilità. Ma la degenerazione fisica è già data dall'incedere dell'età, e dal suo influsso sulle caratteristiche fisiche: in 3° edizione (non so con esattezza nella 2°) Forza,Destrezza,Costituzione peggiorano sempre più man mano che ci si avvicina al termine della vita, in modo identico per ogni razza. Questo non vuol dire che il guerriero non impara nuove tecniche (migliora le capacità di classe), ma che il suo fisico risponde meno alle nuove capacità/potenzialità scoperte: questa intersezione tra continuo apprendimento e decadimento fisico mi sembra più sensata del semplice non-apprendimento dettato dal limite di livello. Vero è che l'arco vitale di un drow, data la sua ampiezza, avvantaggia rispetto ad un umano. (Si potrebbero aprire altri discorsi, ma evitiamo). L'idea di "massima bravura" però non mi convince proprio, dal momento che in ogni forma d'arte (dal combattimento alla magia) l'ambizione al superamento del maestro è un punto fondamentale dell'apprendimento, e del personale miglioramento. Perdonami se salto in toto l'argomento "grossi personaggi per grossi mostri", ma per quanto interessante credo esuli un po' dalla questione che ho posto ^_^ |
Autore: | Sheyraen [ sab apr 10, 2010 17:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
Chiaro il tuo punto di vista. D'altro canto, a mia personale percezione, il campo conoscitivo per le discipline mentali lo vedo molto più ampio di quello per le discipline fisiche: laddove il numero di discipline di combattimento può essere ben individuato, le combinazioni di conoscenza magica hanno un potenziale più ampio. E già questo porta quel limite "dell'umana conoscenza" di cui parlavi più in là... spostandolo rispetto al limite fisico (è più difficile che un mago raggiunga il "massimo livello raggiungibile", ossia questo punto di arrivo, rispetto a un guerriero) Quanto al deterioramento del corpo e della mente, o all'invecchiamento in generale, corpo e mente a mio modo di vedere non si deteriorano con lo stesso ritmo e alla stessa velocità. I tempi sono differenti. Anche in questo caso, vedo molto più rapido il primo del secondo (Ahh... la bellezza che sfiorisce, mentre l'intelligenza perdura e si arricchisce di saggezza ) I primi "acciacchi" colpiscono prima che la mente vacilli nella gran parte dei casi... beh, se ci commisuriamo con la realtà naturalmente e se diamo al nostro "fantasy personale" dei connotati più vicini al realismo, chiaro. Poi tutto è possibile e tutto è opinabile, come ho detto subito. Personalmente la logica qui la recepisco nel modo in cui ti ho espresso, ma appunto, ripeto, ognuno ha la facoltà di misurarsi con le cose che tra l'altro non sono scritte, in modo del tutto personale. Mai detto che i regolamenti di d&d (di qualsiasi edizione parliamo) siano perfetti e possano abbracciare tutte le considerazioni di ordine filosofico o filantropico che dir si voglia. Si può dare un'interpretazione a qualcosa di non espresso seguendo le più diverse inclinazioni. Per esempio, io trovo che donare limiti di "realismo" in ambito fantasy arricchisca il gioco e il modo di sentire del giocatore, che può così avere parametri più vicini a lui e di conseguenza emozionarsi in modo più spontaneo. Tu trovi che parlare di limiti realistici in ambito fantasy sia discutibile. Non approfondisco per non andare fuori tema, ma appunto ribadisco che ogni opinione qui può essere valida perché si rifà al proprio gusto e in quanto tale, non può certo essere oggetto di discussioni quali "giusto o sbagliato" |
Autore: | Jarlaxle [ dom apr 11, 2010 00:54 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
... anch'io sono tra quelli che preferiscono donare al fantasy (in questo caso d&d) dei connotati "reali", delle fondamenta realistiche che facciano sentire il fantasy meno "lontano".... complimenti alla nostra matrona per il lavoro!! |
Autore: | Jarlaxle [ mar mag 04, 2010 12:09 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
cara matrona Sheyraen mi stai impartendo notevoli approfondimenti su alcuni argomenti che, non mi vergogno a dirlo, ignoravo bellamente! ...grazie e ancora complimenti! |
Autore: | Sheyraen [ mar mag 04, 2010 17:38 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
In pratica io ho due o tre lettori forse, ma per le otto zampe della Dea, valgono per dieci! Grazie Jarlaxle, è sempre molto incoraggiante il tuo tifo e sapere che dico qualcosa che non sai già, è anche più stimolante |
Autore: | Jarlaxle [ lun ott 11, 2010 11:33 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
bravissima, complimenti! ... Cita: Direi che in questo paragrafo ci sono molte risposte che spesso abbiamo trattato nei vari topic qui su Valm Neira. Tutto può essere approfondito (come nella miglior tradizione di Advanced), tutto personalizzato purché si rispetti sempre l'idea generale e si dia un certo peso alla coerenza d'immagine tracciata da questo scenario. sottoscrivo in pieno! Cita: purché si rispetti sempre l'idea generale e si dia un certo peso alla coerenza d'immagine tracciata da questo scenario purtroppo, a mio gusto, è in questo che le ultime versioni di d&d (Forgotten Realms) hanno toppato andando a perdere quello che era il "gusto esotico e misterioso" di questa razza. ancora complimenti |
Autore: | Muzedon [ lun ott 11, 2010 14:22 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
Merita di finire nella Home Page tra le ultime notizie! Ci pensi tu? |
Autore: | Sheyraen [ lun ott 11, 2010 15:31 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: INTRODUZIONE: I drow del Buio Profondo |
LOL! Gatto opportunista! Ho sempre grosse difficoltà con l'inserimento delle immagini, ma ci provo e ti ringrazio per l'approvazione E Jarlaxle, il nostro pensiero noto è in armonia. Forse perché ho interpretato lungamente un drow al tempo di Advanced.... forse perché era il tempo in cui se compariva un Orrore Uncinato il nostro respiro si spezzava a metà nel petto, la stanza sembrava diventare più buia e brividi gelidi ci correvano realmente lungo la schiena. Era il tempo in cui la vera sfida consisteva nell'essere sempre più bravi a capire una psicologia complessa come quella dei drow. Il tempo in cui ci si immedesimava, immaginando cosa doveva essere stato crescere sotto il giogo e la minaccia della frusta, con gli occhi sul pavimento, lo stomaco che fa male in presenza della Matrona, pregando che non ti chieda mai di parlare perché farlo significava avere la possibilità di dire la cosa sbagliata. Immaginavamo poi come un essere costretto a tanta umiltà all'interno dei confini della Casata, dovesse a tutti i costi poi trovare forza e arroganza, giustamente bilanciati, per non essere sottomesso dagli altri letali esseri della sua stessa razza, costantemente in competizione. Una sorta di rivalsa, l'altra faccia della medaglia per non impazzire. Rabbia a lungo covata, voglia di riscossa, voglia di mettersi alla prova e dimostrare di essere "meglio". E prudenza allo stesso tempo perché mostrarsi subito pericolosi e scaltri significava divenire bersagli da eliminare quanto prima. La vera sfida era interpretare un drow vero, partendo da uno stereotipo e rendendolo speciale attraverso le sue avventure, esperienze e personalità. Diversamente ora la sfida è prendere una classe insolita, un background fuori dal comune, e forzarlo nelle maglie della razza drow, divenuta sempre più uniforme alle altre (ho giocato molto ad Advanced per non notare in modo lampante questa differenza) E forse ora che è uscita la 4 e che i figli della 3,5 si sono sentiti traditi, un po' possono capire cosa intendo Concludo dicendo che ti ringrazio Jarlaxle, ma come sempre io non ho alcun merito se non forse quello di voler tradurre paragrafo dopo paragrafo, un manuale che non si trova più in giro, in modo che noi possiamo averlo senza violare i copyright, strettamente detenuti dalla Wizards. |
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