mer lug 21, 2010 16:53
gio lug 22, 2010 16:30
gio lug 22, 2010 20:09
dom lug 25, 2010 05:40
dom lug 25, 2010 15:14
dom lug 25, 2010 16:39
dom lug 25, 2010 19:50
lun lug 26, 2010 03:09
mar lug 27, 2010 12:48
mar lug 27, 2010 15:47
lun ago 23, 2010 15:51
Sheyraen ha scritto:Mia cara, io non credo tu abbia bisogno di queste strategie per distinguerti
gio lug 14, 2011 14:24
Sargtlin_Velkyn ha scritto:Sheyraen ha scritto:Mia cara, io non credo tu abbia bisogno di queste strategie per distinguerti
Pure dalla foto.. ghghg
ok dovevo dirla uhauha
gio lug 14, 2011 14:26
Dmitrij ha scritto:Decisamente articolata
Credo che molto dipenda da chi intraprende questo viaggio.
Se ci fai caso, qualunque descrizione puoi ottenere del Sottosuolo, si trovi essa su un manuale di gioco di ruolo oppure nella trama di un libro, è deformata dalla "prospettiva umana". Le eccezioni si contano sulle dita di una mano.
Quando leggiamo dell'Underdark come di un luogo alieno ed estraniante, abitato da creature esotiche e mortali, stiamo percorrendo una narrazione stesa con la mano e l'occhio di un uomo.
Se rimaniamo perciò all'interno di questo filone, il viaggio che avrai davanti sarà una discesa verso l'ignoto e, molto probabilmente, il non ritorno. L'uomo si trova immerso sempre più in un mondo che non è il suo, e credo sia questa la sensazione dominante, a cui difficilmente si abitua e che anzi si amplifica man mano che si procede, quasi a trasformarsi in una scena dove è il surreale a farla da padrone. Questo quantomeno in rapporto all'ambiente, unito al fatto che il semplice camminare nel sottosuolo non è affatto scontato, tutt'altro, è più facile trovare un baratro o un dirupo rispetto ad uno spiazzo pianeggiante, è più probabile dover continuamente faticare, per chilometri, su rocce taglienti, perdere l'orientamento e camminare per un tempo indefinito fino a trovarsi in un vicolo cieco, soffrire la sete e la fame per giorni e morire per la pozza "d'acqua" sbagliata.
In sintesi, un luogo dove il concetto di sopravvivenza è portato l''estremo.
Ultimo e forse più importante elemento, il buio. Fermo restando che normalmente non è il contadino a discendere nel Sottosuolo, quanto piuttosto l'avventuriero, plausibilmente con capacità degne di nota, il perdurare del buio assoluto per un tempo indefinito è a mio modo di vedere il più sottovalutato e contemporaneamente devastante tra i protagonisti dell'alienazione legata al viaggio nel sottosuolo.
Il buio, per coloro che ad esso non sono abituati, muta radicalmente i concetti di tempo e spazio in cui normalmente l'umano si colloca, ne sfuma e ne cancella il fluire e i limiti. La perdita dei consueti punti di riferimento, come l'alternarsi del giorno e della notte, è di per sé tanto più pesante quanto più si prolunga nel tempo.
Tenendo conto che qualunque viaggiatore si sarà premunito per poter vedere almeno in una certa misura nell'oscurità, in ogni caso non sarà mai più di qualche decina di metri, ben diverso da quanto l'uomo è abituato in superficie: oltre c'è solo l'ignoto.
Il discorso va concluso con l'incontro con le creature del sottosuolo, ma questo è forse l'aspetto più facile e scontato da interpretare e considerare.
Molto più della traduzione italiana, è il termine inglese Under-Dark a condensare in sè tutto il blatericcio di cui sopra.
Tutto ciò per quanto riguarda il viaggio di una creatura di superficie. Dovendo invece considerare il viaggio nel Sottosuolo dal punto di vista di un suo abitante, i termini cambieranno notevolmente e credo che lascerò ad altri l'onore e l'onere di evidenziarli.
PS: dimenticavo... nel caso di qualunque non-drow, dubito fortemente che possa giungere fino ad onorare le Zampe della Dea. Al limite potrà per qualche breve istante contemplare smarrito il riflesso di Lei nei suoi Figli e nelle loro Opere, per poi cessare di vivere.
gio lug 14, 2011 15:30
gio lug 14, 2011 19:26
Sheyraen ha scritto:Shi'nill, ti si ritrova dopo tanto tempo, cara viandante in cerca di conoscenza!
Ebbene, mi unisco al plauso per il bellissimo post di Dmitrij che ha da sempre un "sesto senso drow" e un piglio sulla loro psicologia che io ammiro.
Domandi come potrebbe essere il punto di vista di un drow in un viaggio nel sottosuolo... e la risposta è già tra le righe di Dmitrij.
Prendi tutti quei fattori e trasformali in qualcosa che a un drow è familiare, invece che alieno.
La sensazione di spazi stretti, la costante presenza della roccia sulla testa, il terreno sempre sconnesso dove le dimensioni si moltiplicano e ovunque può esserci "una via"... tutto questo per un drow deve essere familiare.
Quando si parla della conoscenza che i drow possiedono della roccia, non ci si riferisce alle pure nozioni mineralogiche, di composizione e specie. Così come un essere umano ha la percezione di "alto e basso", anche quando ha gli occhi chiusi, per un drow la percezione di spazi aperti oltre un muro di pietra, di fonti sotterranee, di cunicoli stretti o ampi è altrettanto naturale, fisica.
Uno degli aspetti su cui poco ci si sofferma è per esempio la sensibilità sui polpastrelli, descritta sui primi manuali di base (non so su quegli attuali... me ne tengo a distanza).
Correnti d'aria, vibrazioni che rivelano lo scorrere di corsi d'acqua, calore, durezza... tutte le percezioni fisiche insomma vanno tenute da conto.
Prendi il punto di vista descritto da Dmitrij e rovescialo in pratica.
Per un drow un paesaggio ampio e piatto, con una volta molto alta è cosa rara (a meno ché non sia cresciuto all'interno di una città molto vasta come Menzoberranzan, edificata in una grotta dalle dimensioni straordinarie).
Si sente più a suo agio in luoghi carichi di nascondigli, posto che ovviamente prima di prendere possesso di uno di questi ci si accerta d'istinto che non sia già la "tana" reclamata da altri.
I drow sono predatori, come altre creature del sottosuolo e vivono secondo quella legge. Il più forte e spietato sopravvive. Ognuno è consapevole delle proprie capacità, della propria vulnerabilità rispetto a predatori più grossi, della propria forza rispetto a quelli più piccoli.
Chiedi se avrà modo di raggiungere la Dea?
Sta a te deciderlo.
Per me e il mio modo di concepirli, no.
Gli dèi sono dèi e come tali a mio modo di vedere deve essere praticamente impossibile raggiungerli, salvo casi assolutamente straordinari, giusto per non sminuirne l'importanza (insomma... sono dèi!).
In casi assolutamente straordinari si può viaggiare nella loro dimensione. Ti consiglio in proposito la lettura della saga "La Guerra della Regina Ragno", dove un viaggio per raggiungere l'abisso è descritto con abbondanza di dettagli che sazierebbero la tua sete.
Il resto... beh sta a te scriverlo.
Le basi adesso le hai. Chiederci di dettagliarle significa far descrivere a noi il viaggio che a quanto pare stai pensando di intraprendere tu e non ti voglio privare del piacere