Dopo aver lasciato Lady Shrean, mi dirigo verso la tavolata dove c'è il vino e mi verso un bicchiere di quello splendido vino rosso un pò frizzantino...

....e tra me e me dico:

"non riesco a capire come mai non abbia accettato il mio regalo.. Che si sia offesa in qualche modo...
...Mah... ..tastausu custu"....

Muzedon rivolge la sua attenzione a Nosferacchia, gli rivolge un leggero cenno del capo.
<Che la Notte Vi sia amica, Messere. Vogliate scusarmi...>
Muzedon segue Lord Frenz fino alla tavolata, avendo visto il siparietto con Shraen. Prende un bicchiere di vino rosso, e sussurra a Lord Frenz:
<Suvvia, non incupitevi. Avrete modo di conoscere Lady Shraen abbastanza bene da capire almeno un decimo dei suoi comportamenti... del resto, chi può affermare di poter comprendere veramente le donne?>
Muzedon sorride e si porta il bicchiere alla bocca, annusando dapprima il profumo del rosso nettare, e inumidendosi un poco le labbra poi.
<Eccelso...>

<Come la sua presenza riempie di letizia me, Rose, e l'arrivare tardi è un'arte sottile, bisogna esser maestri, come voi, nel non averne troppo, ne troppo poco>

Sorridendo e facendo scintillare con grazia i piccoli pendenti di diamanti degli orecchini, la dama attende il baciamano e stringe impercettibilmente le dita del gentiluomo.

Guardando il nuovo arrivato poi lascia andare la mano di rose

<perdonatemi> la porge delicatamente al nuovo venuto

<Sono addirittura commossa dalla vostra devozione, tralasciare i vostri importantissimi studi per presenziare al mio ballo deve richiedervi un grandissimo sacrificio, sappiate che lo apprezzo per il grande valore che ha.>

Un sommesso brusio si diffonde nella grande sala degli specchi.

Gli occhi occulti degli ospiti rimpallano l'uno sull'altro, alla curiosa ricerca della cagione di tali bisbigli che attraversano la sala tutta.

Poi, d'un tratto, l'intuizione.

Quasi sentendosi osservati, gli occhi convergono verso l'alto, in un'unica direzione.

In cima all'affusolato scalone di marmo nero si staglia una figura di tenebra ammantata. ù
Eleganti ed esotiche le sue vesti, inquietante la maschera indossata: di tratti affilati, di misterioso ghigno.

Un giullare sì, eppure non già celia o ironia suscita tale cristallizzata espressione, se non un certo sottile disagio, un fastidio che si accresce quando i suoi occhi penetranti si appuntano sulla sala, studiandola, assaporandola quasi, inebriandosi delle emozioni dei presenti, scrutando quasi sin nei profondi anfratti dell'animo, alla ricerca dei segreti da esso gelosamente custoditi, provocando un guizzo fugace lungo la schiena.

Un istante di silenzio, un inchino accennato.
Scende le nere scale senza fretta, volgendo cenni di assenzo agli avventori che incronciano il suo sguardo per omaggiare il loro premuroso anfitrione, il custode dei Neri Cancelli di Necropolis, il guardiano della citta silente addormentata,

Mastermind il Vampiro.

Ai piedi della scala la sua prescelta, la figlia di cui esser fieri, la prima tra i suoi assassini, progenie diletta: Shraen.

Un gesto di dovuto omaggio; alcune parole sussurrate, segreti destinati alle sue sole orecchie, quindi le porge la mano: sarà lei, padrona di casa, ad accompagnarlo attraverso le ore che condurranno all'Alba che tutto offusca.

E' netto il sorriso che si intuisce pur sotto la maschera quando si volta verso gli invitati: gli occhi, custodi di fin troppi segreti, parlano più che a sufficienza per lui

< La Vostra presenza, gentili Ospiti, fratelli adorati e insuperabili alleati, è fonte di piacere per Necropolis tutta ed allieta sommamente me, modesto araldo di esseri antichi!
Gioite delle gioie proibite della città perduta e lasciate per questa notte ogni peso all'esterno dei cancelli.
Penseranno i Vampiri a rendere magica ed indimenticabile questa vostra permanenza nella nostra Oscura Dimora.

Che la festa abbia dunque inizio >

L'attenzione della stessa padrona di casa vien catalizzata dalla figura del sire, amato e riverito.

Atteso e anelato giunge al suo fianco, lei china il capo e finalmente il sorriso le illumina anche gli occhi e irradia felicità.

Sì adesso la festa può cominciare davvero.

L'attenzione del Signore della Città Viva, ancora incentrata sul bicchiere di vino, viene catalizzata dalla figura che si appresta a scendere l'ampia scalinata. Il Signore della Città Morta era dunque arrivato.
Un potente alleato e un fiero avversario, a seconda dei casi. Muzedon non aveva dubbi: avevano sovente combattuto fianco a fianco, e vinto molte battaglie. L'uno aveva più volte sorretto l'altro e coperto il fianco, quando Valm Neira era un piccolo avamposto nel Buio Profondo.
Ma spesso si erano affrontati, scontrati, combattuti. E l'avevano fatto sempre con il sorriso sulle labbra, con una divertita determinazione che non aveva mai consentito a nessuno dei due di sopraffare l'altro.

Rispetto.

Eccolo. Quello che era il suo più accerrimo rivale, era anche uno dei pochi che Muzedon avrebbe definito Amico.

Che strano posto è Valm Neira.

<Il mio orecchino di rubini! Dove è finito? Deve essermi caduto! Forse sotto questo tavolo!>
Mentre la Sala è percorsa da un brusio e poi silenzio, Dada cerca l'orecchino perduto...sotto il tavolo...
< La Vostra presenza, gentili Ospiti, fratelli adorati e insuperabili alleati, è fonte di piacere per Necropolis tutta ed allieta sommamente me...>
Quella voce...è arrivato...

Avvicinandosi a Dada con apre davanti a lei il suo pugno:
"Lady, cercava forse questo?" *mostra l'orecchino di rubini sorridendo*
"Era vicino ai miei piedi come lei è ora vicino al mio cuore, milady"
Sentendo il brusio si gira e vede la figura del signore della Valm Neira Morta, accennando a distanza un inchino per mostrare il suo rispetto ad un essere di cotanta maestria, capace di infondere terrore o gaudio a seconda di come egli voglia.
Era davvero un utile compagno per i demoni.

"Mio signore avete completamente ragione ...chi capisce le donne?"

dopo avere fatto un sorso

"Veramente ottimo vino"

Sorpreso dall'entrata del signore dei morti, faccio un piccolo inchino come segno di saluto verso il non-morto...

dalla grande porta di villa shraen entra una figura ammantata con una maschera argentata in faccia da cui si scrutano a malapena gli occhi, rimanendo sempre in penombra si dirige verso la sala, si ferma e si guarda in torno come se stesse cercando qualcuno

Quando MasterMind fu a pochi passi da lui, Nosferacchia si inchinò fino a toccare il ginocchio destro a terra

"Messere, mio Signore. Sono lieto di vederla qui questa sera"

attendendo una parola Nosferacchia rimane inginocchiato con lo sguardo fisso al marmo del pavimento

Quando la festa ebbe inizio, nello stupore generale, venne recapitata una busta a miss Shraen da uno dei suoi servi.

Chi era mai quel misterioso corrispondente che veniva ad importunare la sua festa?

La busta conteneva un foglio di carta con la seguente intestazione scritta a mano: Prigione della Santé, Parigi.

La lettera

Gentile Signora di Villa Shraen,
sapevo che avreste rifiutato d’indossare la preziosa gemma che vi è stata offerta incastonata in un volgare anello da Lord Frenz, ma quella gemma, un tempo parte della collana di Maria Antonietta, regina di Francia, è decisamente di mio gusto.
I Vostri rubini e tutta la collezione di gioielli sono anch’essi di mio gusto.
Per questa volta mi contenterò di questi oggetti, che credo di poter rivendere facilmente.
Vi prego quindi di farli convenientemente imballare e di spedirli al mio nome.
In caso contrario, verrò io stesso a rubarli nella notte.
E, com’è giusto non mi contenterò soltanto degli oggetti menzionati!

Vogliate scusare il piccolo disturbo che Vi cagiono e accettare l’espressione dei miei sentimenti di rispettosa considerazione.

John Sebastian Bach

P.S. Vogliate tranquillizzare il Vostro Mastermind, poiché non sono interessato al quadro di Philippe de Champagne. Sebbene l’abbiate pagato tremila franchi all’asta del Palazzo delle Vendite, è solo una copia. L’originale fù infatti bruciato durante il Direttorio di Barras, in una notte di orgia.
Non tengo neppure alla catenina Luigi XV, la cui autenticità mi par dubbia.

Ah! Dimenticavo: ho una complice nella sala, il che rende tutto più divertente!

<Grazie Messere> rivolgendosi all'uomo vestito di verde, e sollevandosi dalla scomoda posizione prende l'orecchino <Che mi paragoniate a un prezioso monile mi diverte alquanto ma immensamente trovo esilarante che il secondo termine della similitudine sia il vostro cuore che devo intendere uguale ai vostri piedi!> Ridendo allegramente Dada si volta e si allontana, mentre Mastermind sta continuando il suo discorso di benvenuto.

con lo sguardo intravede lady shraen e ci si avvicina, si inchina dinnanzi a lei
si rialza voltandosi verso Mastermind

Sorridendo Ryld aspetta che Dada si sia allontanata abbastanza per aggiungere fra sé e sé: "Volevo intendere, cara lady, che tutto e tutti, prima o poi, finiscono ai miei piedi o nel mio cuore, ammesso ne abbia uno, si intende."
Guardandosi attorno Ryld cerca volti /maschere conosciute per poter parlare come suo solito di affari. Mai, neanche ad una festa, ci si poteva scordare il ruolo di un demone a Valm Neira, fin troppo marginale per i gusti del Succube..