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MessaggioInviato: dom ott 03, 2004 14:01 
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Silenzio...Doug, Erik e Brandon in stato di torpore erano rimasti soli, Chico, il ragazzino era sempre più spaventato e aveva cominciato a piagnucolare lentamente e poi sempre più insistentemente, quel pianto entrava nella testa di Doug, non sopportava sentir piangere gli faceva montare una tale rabbia, una tale furia incontenibile, la bestia dentro di lui cominciava ad emergere e a prendere possesso della sua mente del suo corpo e tutto avvenne in un attimo. Doug si lanciò sul ragazzino e seguendo la sua bramosia di sangue lo afferrò, i suoi canini affondarono nella tenera pelle del piccolo umano, Erik era eccitato dalla scena, Doug stava facendo a brandelli il povero corpo straziato, poi piano piano si calmò.
Il tutto durò forse dieci, quindici minuti il tempo necessario per essere circondati da un gruppo di sconosciuti che approfittando della disattenzione di Doug e Erik li aggredirono, il sibilo di una lama roteò nell'aria staccando di netto la testa ai due che si polverizzarono al suolo.
Quello che sembrava il capo ordinò a due grossi figuri di recuperare il corpo di Brandon e portarlo via, poi si lanciò all'inseguimento del Nosferatu insieme agli altri.


Ultima modifica di DADA il dom dic 05, 2004 22:01, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: dom ott 03, 2004 15:22 
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Reginald correva veloce per i tunnel della vecchia rete fognaria.

Sabbat, Camarilla, attentati, fottuti Necrofili e bambinetti lamentosi: un casino totale, un guazzabuglio caotico...bhè, nulla di nuovo sotto il Sole!
E poi principi, duchi, visconti... fottutissimi Toreador, maledetti Ventrue..che si consumasserro tra i loro alambicchi i superbi Maghi!
Se si trovava a collaborare con la Camarilla era solamente a causa di Juan...

Già, Juan l'unico figlio di puttana con un briciolo di onore che non si fosse fottuto il cervello in questa città assurda, in questa insensata battaglia di razze, fratelli e mondi.
E pensare che per un soffio non gli aveva staccato la testolina, al caro sceriffo qualche mese or sono, impegnato a combattere per altri una battaglia che, a ben vederela oggi, non aveva alcun senso!

"Bah" si disse svoltando cunicoli e scavalcando agilmente immondizia e ferraglia "stai veramente invecchiando schifoso scarafaggio!".

Ad un tratto si irrigidi di colpo; l'aria era improvvisamente, stranamente cambiata. Si guardo nervosamente intorno, quindi riprese la corsa: aveva dannatamente fretta, non poteva tardare.
Furono i coccodrilli, almeno 5 creature mostruose e gigantesche, a sbarrargli ogni possibilità di di fuga.

"Li prendono quando sono piccoli e poi, una volta cresciuti, se ne sbarazzano: tzk! Dannate leggende metropolitane!"

Una risata sommessa riechegiò tra i cunicoli della vecchia sezione 47 A, una voce roca, strascicata, come carne che viene strappata da catene puntute.

"Credevi davvero che sarebbe stato così facile? Credevi davvero che la nostra organizzazione preveda un modulo di dimissioni, ma soprattutto, mio sciocco, mio miglior discepolo, credevi davvero di poter far questo a ME e sperare di non affrontarne prima o poi le conseguenze?".

La voce arrivava da ogni luogo e da nessuno, un sussurro di morte appollaiato sulla sua spalla, ma al contempo un flebile suono portato dall'aria marcia e viziata di ogni foro di convergenza, di ogni grata, di ogni presa d'aria.

Fottuto!
Letteralmente Fottuto!

Aveva pensato ogni giorno , ogni caxxo di giorno a questo momento, credeva di poter essere pronto, sperava di poterlo evitare, ma non così e soprattutto non ora, così alla sprovvista, preso con la mente in tutt'altro.

Fu assalito dai cocodrilli, pietrosi bestioni dai denti implacabili che iniziarono a dilaniare le sue carni putride eseguendo la loro danza acrobatica di morte.
Reginald si difendeva come una furia, una vera belva tra belve: non sentiva il dolore delle carni, no: un dolore peggiorne gli trafiggeva l'animo, la rabbia di sapere lì il suo antico maestro, il suo maledettissimo schiavista, ridere di lui, in un angolo, alla vista della sua difficoltà.

"Sei sempre stato troppo tenero di cuore Reginald, l'ho sempre detto! Potevi essere perfetto, potevi avere tutto... e non sarai nulla invece. Quale spreco di talenti, quale scempio di potenzialità e di tempo sei stato. Pensare di tradire e scamparla non è stato che la tua ultima prova di superficialità, di debolezza!"

"Fottiti vecchia merda putrefatta!"

Reginald fece appello a tutte le sue forze, i muscoli si gonfiarono, il sangue pompava frenetico nelle vecchie arterie. Fu una battaglia cruenta, terribile a vedersi, ma alla fine rimase in piedi, le carcasse degli animali maestosi e corrotti senza vita ad offrire banchetto a topi e parassiti. Rise Reginald, rise e si drizzò su se stesso in tutta la sua imponenza, ignorando il dolore, tentando di curare le ferite più serie ed arrestare le copiose emorragie.

"Fatti avanti Maestro, me ne sbatto del vostro giudizio su di me e questa pagliacciata del vecchio saggio che vi state sforzando di recitare mi fa vomitare! Siete un fottuto tritacarne dal cervello ristretto: fatevi avanti e lasciatemi rispettosamente spaccare il vostro saggissimo c$$lo! Non ho paura di te".

Per un istante lo vide, lo vide Reginald in un anfratto buio, i suoi occhi malvagi e freddi, la maschera putrida di morte e corruzione che era diventato il suo volto. Notò una smorfia che forse voleva essere scherno, forse dolore senza tempo, o forse chissà... dispiacere.
Le acque stagnanti iniziarono a sferazrgli il volto, imprigionando Reginald in una sorta di perversa gabbia acquatica: era troppo veloce, troppo fottutamente rapido, a stento riusciva a vederlo...
Ad un tratto la perfetta quiete, l'aria immobile: cos'era successo?
Fu sufficiente un secondo per capirlo, la sua inconfondibile presenza, la sensazione che da sempre l'aveva attanagliato in presenza del maestro ed il suo odore inconfondibile, così nitido dietro le sue spalle.

Era finita: sorrise Reginald pensando, chissà perche diavolo, ad una splendida e gentile signora che in una calda e piacevolmente apatica giornata di Agosto gli medicava il ginocchio sbuciato di fronte alla vecchia casa di campagna...

Sghignazzò, una risata disillusa, quasi ironica: alla fine, in un modo o in un altro il fottuto Juan gli era davvero costato la vita!!

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Ultima modifica di MasterMind il gio ott 04, 2007 01:28, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: lun ott 11, 2004 12:40 
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NOto che si è ben presto perso interesse per la cosa eh?   :?

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MessaggioInviato: lun ott 11, 2004 15:37 
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Veroo! :crying:
Dai..avanzate please...io non mi intendo troppo di clan e robe varie! Quindi in questo punto non oso continuare!



Eli*

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"Io sono un assassino professionista. Questo è il mio vero io. Far assaporare alle vittime la paura della morte che si approssima, guardandomi bene dal far perdere loro conoscenza per il dolore...a chi mi chiede la MORTE, io dono PAURA e DISPERAZIONE..."


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MessaggioInviato: lun ott 11, 2004 16:01 
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Artemius, Artemius è tornato, nella mente di Charlotte passavano veloci immagini del passato, scene che aveva respinto in un angolo, chiuse in un luogo buio, stipate in un forziere gettato nelle profondità del mare della sua anima, i sigilli che bloccavano quei sentimenti così umani sembravano fremere per scardinarsi ed esplodere, le emozioni cercavano la strada per riemergere e turbare la sua impassibile glaciale calma.
Lo sguardo cupo di Artemius su di lei, il tocco delicato delle sue mani, così belle, lunghe ed eleganti che avevano tenuto il suo cuore stretto in una morsa di crudeltà e desiderio.
"Signora De Guivery! Don Vincenzo l'attende nel suo studio privato al primo piano!" La voce la scosse dai ricordi "Mi segua, prego."


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MessaggioInviato: mer dic 01, 2004 20:48 
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MasterMind ha scritto:
NOto che si è ben presto perso interesse per la cosa eh?   :?



L'ho notato anch'io! :roll:

tzé... senti chi parla...


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MessaggioInviato: gio dic 02, 2004 10:26 
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non l'interesse, io sono ancora sotto shock per il mio piccino così sadicamente ucciso dal master (tanto per cambiare ZNORT!).

appena riavrò il MIO pc sarò di nuovo tra voi.

promesso

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MessaggioInviato: ven dic 03, 2004 16:59 
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Località: Ovunque sia buio...dato che attendo, attendo, attendo...
Evvai^_^


A questo punto io non so che narrare...non mi intendo molto di clan^_^''
Pero' vediamo..se ci sara0 qualche svolta scrivo di sicuro...d'altronde, l'ho lanciata io  :roll:



Eli*

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MessaggioInviato: gio mar 17, 2005 20:14 
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:roll:

qualche balda new entry che interrompa duopoli dei soliti sospetti?

Suvvia non serve essere esperti, ma solo leggersi un po' la storia passata e provare a dare un nuovo là :twisted:

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MessaggioInviato: gio apr 07, 2005 15:14 
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Inserito una sorta di sunto riepilogativo che potrebbe essere utile ad una ripartenza.

Riuscissimo a terminare l'esperimento, si potrebbe iniziare forti dell'esperienza qualcosa di più omogeneo e coerente.

Apro l'idea anche ad eventuali nuovi frequentatori desiderosi di cimentarsi

Omaggi :twisted:

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MessaggioInviato: sab apr 30, 2005 23:42 
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Allora...dove eravamo rimasti...Charlotte si accinge ad entrare nello studio di Don Vincenzo...

Il cameriere in livrea si fermò ad aspettare Charlotte quando si accorse del suo bastone bianco <Prego Madame> disse porgendole il braccio , lei si appoggiò senza rispondere lasciandosi guidare verso la stanza privata di Don Vincenzo.
Fu condotta attraverso sale e saloni sfarzosi, ricostruiti rigorosamente secondo i canoni neoclassici della vecchia Italia.
Sorrise Charlotte notando tale ostentata opulenza: <Una meschina visita guidata per mostrare all'ospite la sua ricchezza: tres disobligeant!>
Il cameriere si fermò davanti ad una porta scura di rovere, bussò, dall'altra parte arrivò la voce forte di Don Vincenzo <Entra, entra!> la fece accomodare su una savonarola antica davanti ad una scrivania imponente, lo studiolo non era molto grande rivestito completamente di legno scuro, niente sfarzo, quali porte segrete nascondevano quella boisserie?
L'odore di Toscano riempiva l'aria e voluttuose nuvole di fumo bluastro avvolgevano la persona di Don Vincenzo <Prego Madamoiselle> fece l'anfitrione con accento fortemente marcato < abbiate la compiacenza di sedervi e di attendere alcuni istanti: a breve vi sarà spiegato il perchè di tale colloquio>
Se Charlotte non avesse saputo benissimo che Don "Vinnie" Vincenzo, altri non era che uno dei Giovanni più pericolosi in circolazione dai tempi delle Guerre Commerciali dell’88, la faccetta sorniona e incartapecorita del vecchio, il suo capello impomatato con cura, nonché il baffetto sottile e curatissimo, avrebbero fatto pensare piuttosto ad un simpatico nonno dei tempi andati.



Questo breve pezzo è stato scritto da me e MM in altri tempi, lo tenevo "in caldo" in attesa di completarlo insieme, lo posto cmq per continuare la storia e ricominciare a narrare, l'idea era bella e mi spiaceva morisse così.


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MessaggioInviato: gio dic 08, 2005 00:50 
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Ho riesumato questa storia di vampiri in una notte di temporale, spero così che i nuovi arrivati, incuriositi, possano rivolgere i loro oscuri sguardi verso questa narrazione a metà tra letteratura e gioco e che l'oscuro Signore della Necropoli ritrovi la voglia di proseguire e concludere il racconto.

Studio privato di Don Vincenzo, clan Giovanni potente esponente della malavita organizzata di Chicago a colloquio con Charlotte de Guivery, Prisco del Pack Sabbatico della città, clan Lasombra.
Il Principe di Chicago è stato rapito dal Sabbat mentre una squadra della Camarilla capeggiata dallo Sceriffo è finita in un'imboscata tesa dal Sabbat per creare un diversivo ed effettuare il rapimento. Nella villa di Don Vincenzo la stessa notte gli esponenti più in vista della città ventosa, comprese le oscure creature della notte, Sabbat e Camarilla sono insolitamente sotto lo stesso tetto e nessuno sta cercando di dare la morte ultima all'altro, neppure un accenno di diablerie. Nella villa c'è una festa, tutti o quasi indossano una maschera veneziana ricevuta all'ingresso. La presenza di Charlotte ad un evento mondano è cosa rara, ma lei ha ricevuto degli ordini ed ora attende seduta di fronte a Don Vincenzo...


Un sorriso si materializzò improvvisamente sul volto di Don Vincenzo che abbandonati i formalismi si rivolse cordialmente a Charlotte <Charlotte! Benvenuta! Dovresti venire più spesso alle mie feste, sai che sono sicure, qui nessuno tocca nessuno, nessuno tocca niente.> Don Vincenzo era capace di accoglierti in un modo caloroso tipicamente italiano ma era anche capace di ben altro e Charlotte lo sapeva da tempo ormai, gli restituì il sorriso, pochi riuscivano a metterla in soggezione, Don Vincenzo ci riusciva a meraviglia. <Sono felice, bambina, che i tuoi capi abbiano mandato te, non mi hai mai deluso, anche se qualche volta zio Vinnie avrebbe dovuto sculacciarti, ma è acqua passata, questa notte hai fatto un buon lavoro, siamo soddisfatti.> non sopportava quando la chiamava bambina! Ma cosa avrebbe potuto fare? Saltargli al collo? Si sentiva impotente e sapere che quel lavoretto era stato "commissionato" dai Giovanni la disgustava ma non poteva far altro che ubbidire agli ordini, lei non poteva sapere, non conosceva quali erano le incessanti e intricate trame politiche che in alto stavano tessendo. <Ovviamente zio Vinnie non può raccontarti perché abbiamo voluto, diciamo, allontanare sua Altezza, sappiamo che non gli verrà torto un capello ehehe ci tiene tanto ai suoi capelli! Sappiamo che verrà tenuto in un luogo sicuro e poi avrete quello che vi spetta. Qui ci sono le istruzioni, il dove e come vogliamo che il prezioso "ospite" ci venga consegnato.> Una busta chiusa di carta pergamenata passò dalle mani di zio Vinnie a quelle di una Charlotte bambina capace di dire solo un patetico <Grazie!> lui fece una risata da babbo Natale crudele <Bambina, la prossima volta però non voglio che uno dei tuoi compagni di giochi venga a parcheggiare nel mio parco, non vorrei che le mie guardie del corpo, sai sono ragazzi impulsivi, non vorrei che s'innervosissero sentendo che qualcosa si agita nel bagagliaio.> Charlotte se avesse potuto sarebbe arrossita, detestava fare errori e l'idea di Aleandro, di portare il Principe in torpore chiuso nel bagagliaio della sua macchina, era stata un rischio inutile per il quale avrebbe potuto pagare lei le conseguenze, Aleandro avrebbe avuto la sua punizione.
<Brava bambina! Ora passiamo all'altro problema...>


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MessaggioInviato: mar gen 17, 2006 03:01 
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F.R. Okkey, ci provo, non garantisco nulla. Vediamo se ho capito bene la storia....


Alan e Juan, dopo essersi rimessi in sesto grazie a dei "volontari" trovati per caso lungo il cammino, si diressero verso la villa di Don Vincenzo. Le luci e le note di una sinfonia di Beethoven vibravano nella notte, con movimenti sensuali e pentrantii, fin nel profondo dell'anima.
<hai un piano?> disse Alan a bassavoce.
<questo posto sembra una fottuta fortezza, sarà difficile entrare...certo non possiamo suonare al campanello e chiedere di entrare> rispose Juan ironico.
Dal loro nascondiglio, i cassonetti dell'immondizia poco distanti dalla villa, osservavano l'incessante via vai di auto che passavano i maestosi cancelli. Le guardie, alcuni vampiri altri semplici schiavi, controllavano ogni veicolo che entrava o usciva: era impossibile per loro passare da li.
Mentre si arrovellava il cervello pensando al modo per entrare inosservati, Juan vide arrivare un furgoncino che recava l'insegna "Bella Napoli, servizio Catering" sul fianco.
<ecco il nostro biglietto di ingresso> disse ad Alan indicando il furgoncino.
Rapidamente, i due si avvicinarono al furgoncino, ora in coda dietro alcune auto per entrare nella villa. Sgattaiolarono all'interno e si nascosero tra le vivande a bordo del mezzo, con l'ignaro autista che proseguiva la sua marcia verso i cancelli
<caxxo, se questa funziona, la racconto agli amici> disse Alan sorridendo.

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"E' una scacchiera di giorni e notti divine,
dove il destino usa gli uomini come pedine:
quì si muove, lì da scacco, laggiù uccide,
e uno per uno, di nascosto, li deride..."
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MessaggioInviato: mer feb 01, 2006 22:37 
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Località: Dominio di Roma
ok ok continuo io, sperando che qualcun'altro raccolga:


Il furgoncino arriva all'ingresso. Gli addetti alla security parlano col conducente, controllano il foglio di via ma poi, ligi al loro dovere, chiedono di poter esaminare il furgone. Alan impreca sottovoce quando viene spalancata la porta del vano, ma le paure terminano quando, richiamato da una piccola discussione con un automobilista li vicino, la guardia chiude e si allontana, facendo entrare il furgone.

Il furgone attraversa lo spiazzo e si parcheggia nel retro, vicino le cucine.
Si odono i soliti rumori delle cucine: qualcuno urla al camionista di scaricare e lui risponde in tono scortese, poi scende e apre il portellone per scaricare quando Juan gli salta al collo e lo uccide strangolandolo con le sue possenti mani.

<potevi almeno farlo scaricare....> disse Alan, ma lo Sceriffo lo fulminò con un osguardo. Posò il cadavere tra le merci e chiuse il furgoncino.
<e ora?> esclamò Alan guardandosi intorno
<ora si fa sul serio> rispose il baldo Sceriffo

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MessaggioInviato: mer lug 05, 2006 03:09 
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Studio privato di Don Vincenzo

Don Vincenzo assunse quell'aria seria da professore che sta per rimproverare lo studente svogliato. <Charlotte, Chicago è una città fortunata per noi, abbiamo potuto fare i nostri affari con profitto, siamo mercanti e quello che ci interessa è poter fare il nostro business in pace, ora però qualcosa sta accadendo, qualcuno vuole rovinare i nostri "onesti" commerci e non solo, qualcuno vuole impossessarsi di questa città e alterare i delicati equilibri che si sono creati, con gran svantaggio per noi, per voi e per gli altri. Serpenti di corruzione ci assediano e spargono veleno, riferisci ai tuoi superiori bambina e sapremo eliminarli per tornare noi a fare il nostro business e voi i vostri giochi. Ora va pure bambina, che la notte possa esserti alleata.> Charlotte sorridendo e facendo un lieve gesto col capo, si alzò, rifletteva sulle parole di Don Vincenzo, che peso dare alle sue affermazioni, ripercorreva i territori della propria mente alla ricerca delle strade che la conducessero verso le informazioni in suo possesso, si accorse che Don Vincenzo era rimasto lì a fissarla...<Che la notte vi assista Don Vincenzo, vi faremo avere notizie, il vostro prezioso Principe vi verrà consegnato, per quanto riguarda le serpi verificheremo le informazioni e faremo in modo che non si mettano sul nostro cammino se non vogliono essere schiacciate. Arrivederci Don Vincenzo è stato, diciamo...un piacere, bella festa.> Detto questo rapidamente senza ascoltare altro Charlotte imboccò la porta e si tolse dallo sguardo infastidente del Giovanni.


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