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 Oggetto del messaggio: Dissertazione di A. Calmet
MessaggioInviato: ven nov 30, 2007 11:52 
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Signore di Necropolis
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in effetti, il vero titolo è

"Dissertazione sopra le apparizioni, de' Spiriti e sopra i Vampiri o i Redivivi d'Ungheria, di Moravia, etc." di Agostino Calmet, Abate di Senones

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In via del tutto eccezionale, per i preziosi ospiti di Necropolis, il Signore di Necropoli tira fuori un antico volume tratto dalla sua reale biblioteca privata che costituisce il cuore del suo sapere occulto e della sua formazione

Don Agostino Calmet raduna in un approfondito studio (datato 1746) le credenze sui vampiri e altri fenomeni paranormali che si diffusero in Europa nella prima metà del XVIII secolo. Un'interessantissimo viaggio a ritroso nel tempo attraverso le riflessioni di un intellettuale dell'epoca. Il libro ripropone la copia esatta del volume originale conservato presso la Biblioteca Nazionale di San Marco a Venezia.

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Antoine Calmet, conosciuto poi come Don Agostino , fu un intelligente ed istruito erudita francese ed ideologo dell'Inquisizione del XVIII secolo, conosciuto col nome di Dom Calmet, fu padre benedettino della congregazione di Saint-Maur.
Primo studioso dei fenomeni vampiriici, scrisse uno dei trattati piu' importanti e storici su di essi

Spero troverete lo spunto di interesse, ma non abbiate ad abituar bene le vostre giovani ed avide menti: il Signore di Necropolis non concede a tutti l'ingresso nelle stanze più buie del Palazzo del Sapere


:wink: saluti

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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: ven nov 30, 2007 11:57 
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Alcuni abstract ritrovati online, per i più interessati

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"Grandi scrittori, poeti, letterati hanno cantato, nelle loro opere, della vita, dell' amore, della morte; hanno scritto di spiriti, di angeli e delle forze del male, in riguardo alle ultime, una figura enigmatica, che ha spiccato e spicca anche nei grandi film d'autore, stiamo parlando del corpo senz'anima che cammina sulla terra, dell'angelo del male, del succhiasangue ....... del vampiro. Molti si chiedono se furono e se esistono ancor oggi, ma ahimè il quesito rimane avvolto nel suo mistero. Anche anime di chiesa si sono interrogate su queste figure, possiamo ricordare l'Abate Agostino Calmet, che tenendo fede alla propria condizione religiosa e, quindi, su una forte base di scetticismo, ha scritto un vero e proprio trattato sui fatti, accaduti nel suo tempo di fenomeni di Vampirismo; il testo da Egli composto ha per titolo: "Dissertazione sopra le apparizioni de' Spiriti e sopra i Vampiri o i Redivivi d'Ungheria, di Moravia". "Nequam hominis cadaver post mortem Damone agente discurrere!"

"... Sono uomini morti da gran tempo, ora più ed ora meno, i quali escono dalle lor sepolture, e vengono a travagliare i viventi, loro succhiano il sangue, loro appariscono, fan fracasso alle porte, e per le case, e in fine loro cagionano tal volta la morte ... a costoro danno il nome di Vampiri o di Oupiri..."

Uomini che, accertata la morte, a distanza di giorni, mesi o di anni, mantengono intatto il loro corpo nei sepolcri, il sangue fluido, esseri che ritornano alla vita come se non l'avessero mai lasciata; ma la resurrezione, come abbiamo appreso dalle Sacre Scritture (Vecchio Testamento), non era un'opera riservata esclusivamente al potere divino di Dio? . Allora chi sono? sono esseri posseduti da angeli o dal demonio stesso?

"... Se non sono risuscitati da per se, sono essi usciti dà loro sepolcri, per virtù di Dio? Qual prova si può vacare che Iddio n'abbia avuto parte? Qual' è l'oggetto di queste resurrezioni? Forse manifestare l'opera di Dio in questi vampiri? Ma qual gloria ne riceve la Divinità?..."

I primi risurgenti trattati furono chiamati, dopo la loro morte, da persone vive, per chiedere loro aiuto: come l'abate Ericle che resuscitò un uomo per testimoniare in favore di un religioso, accusato di averlo assassinato; oppure essi, talvolta, ritornano per amore: Filinnio, una giovane di Trallo, in Asia, dopo morta continuò ad incontrare ed a giacere con il suo amante, finchè una sera, scoperta dalla sua balia, si trovò al cospetto dei suoi genitori:

"... o padre, o madre, perchè invidiare la mia felicità, e impedirmi di stare ancora tre giorni ... senza far male ad alcuno? Io non son qui venuta senza la permissione degli Dei, cioè del Demonio, non potendosi attribuire si fatta cosa nè a Dio, nè a uno Spirito Buono, la vostra curiosità vi costerà cara, e in quell'istante ella cadde morta, e distesa fredda sul letto..."

Altri episodi, narra l'autore, accaduti in alcuni cantoni ungheresi, sono stati esaminati sia da Ufficiali Imperiali che da Governatori. In relazione a quanto sopra, Calmet parla del villaggio di Kisilova, dove un uomo, morto all'età di 72 anni, dopo tre giorni, dalla sua sepoltura, apparì a suo figlio chiedendogli del cibo. In seguito l'accaduto si ripetè, ed alcuni giorni dopo il figlio fu trovato morto, e con lui anche alcune persone del paese morirono in circostanze ignote. Gli ufficiali vollero verificare personalmente i fatti, attribuendo la causa di tali decessi all'opera di un vampiro, e decidendo, quindi, di disseppellire il corpo del vecchio.

"Lo trovarono cogli occhi aperti, con un colorito vermiglio, col respiro naturale, ma immobile come un morto, donde conchiusero ch'egli era un solenne vampiro. Il carnefice gli ficcò un palo nel cuore e abbruciò il cadavere, nè corpi del filiuolo e degli altri non si trovò segno alcuno di vampirismo..."

In un altro paese chiamato in latino Oppida Heidorum, detto comunemente Teiffe, si verificò un'altra storia: Arnaldo Polo, raccontò varie volte ai suoi compaesani che in passato era stato molestato da un vampiro, e disse di essere riuscito a guarire mangiando la terra del demone, ma questo metodo, evidentemente, non fu sufficiente, perchè dopo la sua dipartita divenne egli stesso un vampiro, regalando la morte ad alcune persone del paese. Le autorità decisero di disseppellire il corpo, e come logico trovarono tutti i segni convenzionali del Vampiro, ed agirono come di consuetudine. Calmet nel suo trattato cerca in tutti i modi di non schierarsi nè da una parte nè dall'altra, a parer mio, per due fattori; il primo perchè, naturalmente, non vuole offendere i canoni religiosi a cui ha prestato giuramento; il secondo perchè in fondo anche Lui attribuisce questi fenomeni inspiegabili ad una creatura che è lontana da Dio. Egli sostiene che quelle persone che hanno ricevuto, a detta loro, la visita di un Vampiro sono morte più per suggestionee e paura che a causa del vero e proprio atto vampirico.

"L'esperienza c'insegna darsi certi terreni atti a conservare i corpi nella sua natural morbidezza, di che sono state tante volte spiegate le cause ... quanto al crescere dell'unghie, de' capegli, della barba, ella è cosa comune in molti cadaveri ... il sangue fluido colante dai canali del corpo ha un'apparenza di maggiore difficoltà; ma se ne possono addurre ragioni fisiche. Potrebbe avvenir facilmente, che venendo il calore del Sole a riscaldar le parti nitrofe, e fulfuree, che abbondan nei terreni atti a conservare i corpi, queste parti incorporate nei cadaveri sotterrati di fresco si fermentino, onde vengano a sciogliere il sangue coagulato, lo rendano liquido, e atto a colare a poco a poco dai canali ...".

Calmet come i più grandi studiosi, ha cercato fonti di informazione prima di procedere alla stesura del suo libro. Uomini illustri hanno inviato epistole ricche di episodi su atti di vampirismo, in una di queste, si racconta di un caporale militante nel quartiere di Bannato di Tennesvvar, tra i Valachi, il quale con un metodo particolare e fin lì sconosciuto, riuscì a scovare Vampiri nel loro giaciglio

" ... si trova un giovane, che si possa credere ancora vergine: si fa montare a bidosso su un cavallo intiero, che non siasi mai accoppiato, e di pelo tutto nero, si fa passeggiare nel cimitero, e si fa passare sopra tutte le sepolture, quella su cui l' animale resiste di passare, con tutto che replicatamente sforzato, si giudica contenere un Vampiro, si apre, e vi si trova un cadavere tanto carnuto, e bello, come fosse un uomo in tranquillo dolcissimo sonno, si rompe con una zappa il collo al cadavere, e n'esce in copia il sangue vivo, e vermiglio si giudicherebbe che fosse l'uomo dè più sani, e dè più vivi, che si scannano. Si ricopre di nuovo la sepoltura, sicuri che la malattia cessa, e che tutti quelli che n'erano infetti, ricuperano a poco a poco le forze, come persone estenuate da una lunga malattia ...".

Nell'antichità sono presenti episodi che hanno una rassomiglianza con ciò che si racconta sui Vampiri, ma che in realtà essi non sono. Si racconta di Lamie, Stregoni, Streghe (dall'ebreo Lilith), che succhiano il sangue dei viventi fino a farli morire, si parla delle Maliarde, che facevano incantesimi e malefici sui bambini privandoli della vita. Troviamo questi termini anche nelle Sacre Scritture dove:

"... Isaja descrivendo lo stato, cui doveva esser ridotta Babilonia dopo la sua rovina, dice ch'ella diverrà la Stanza dè Satiri, delle Lamie, e delle Streghe ...".

Gli antichi pagani Greci e Romani attribuivano alla magia ed al Demonio il potere di far morire gli uomini; secondo Orazio e Virgilio, i maghi, che evocano le ombre per far avverare le cose, dispongono di statue di cera:

An quæ mover ceras imagines Ut ipfe nofti curiofus, e polo Deripere Lunam.

Un esempio è la storia del Re di Scozia il quale si ammalò, e piano piano venne privato delle sue forze, da un male che neanche i medici riuscirono a porvi rimedio. Si sparse nel paese l'opinione che fosse opera di un maleficio, e quando furono inviate le truppe a Forres, piccola città della Scozia Settentrionale, dove si credeva risiedere la casa delle Streghe; sorpresero una di esse mentre

"... bagnava la figura di cera del Re Duffo messa in un vaso di legno dinanzi un gran fuoco, e sopra vi recitava certe parole magiche, assicurando, che il Re perderebbe le forze a misura, che la figura andasse liquefacendosi, e finalmente morrebbe, quando fosse intieramente disfatta l'immagine... furono immantinemente arrestate quelle Streghe, e abbruciate. Il Re cominciò star meglio, e in pochi giorni ricuperò totalmente la sanità ...".

Riscontriamo, quindi, in vari Paesi, Nazioni ed Ere storiche il personaggio del Vampiro

"... ma ve n'è un'altra spezie non meno mirabile, e sono gli scomunicati, ch'escono di Chiesa, e dalle loro sepolture col proprio corpo, e non vi rientrano se non dopo terminato il Sacrifizio ...".

In relazione a quanto sopra, sono qui a raccontarvi di due religiose che vennero scomunicate da S. Benedetto; dopo la loro morte, furono viste uscire dalla Chiesa. Il fatto fu raccontato a S. Benedetto ,il quale inviò un'obblazione, ovvero un pane, perchè venisse offerto alle religiose come segno di riconciliazione, ed esse dopo quest'atto non uscirono più dalle loro tombe. Opinione comune, in quel tempo, era che i corpi degli scomunicati rimanessero intatti nelle sepolture, e restando in tema l'autore ci narra di S. Liberzio Arcivescovo di Brema, il quale scomunicò alcuni uomini, tra questi, uno, sepolto in Norvegia, che dopo 70 anni fu trovato con il corpo integro, e solo dopo l'assoluzione si ridusse in cenere. Siamo ora giunti all'ultima parte del libro, non meno importante della prima, infatti l'argomento tratta di persone sepolte ancora vive, di defunti che ritornano con nozioni dell'aldilà, temi attualissimi ancor'oggi. In riguardo ai nostri Vampiri, essi ritornano dalla morte, ma non danno notizie ai familiari

"... anzi al contrario li trattano da nemici, li tormentano, loro tolgon la vita, succhiano il sangue, e li rendono infermi a morte ... se son persone, che abbian ancora da espiare qualche colpa nel Purgatorio, ed abbian bisogno delle orazioni dè vivi, perchè non ispiegare il proprio stato, e non implorare l'altrui soccorso? Se poi sono riprovati e dannati, a che vengono sulla Terra? Puossi mai credere, che Iddio permetta loro di venire in tal guisa senza ragione, senza necessità a dar molestia alle loro famiglie, e distruggerle? Se costoro, che ritornano al mondo, realmente son morti, in qualunque stato sieno nell'altro mondo, rappresentano un assai cattivo personaggio, e peggio ancor lo sostengono ...".

In ultima analisi deduciamo che i Vampiri sono Forze governate dal Maligno che li conduce e li fa operare; in conclusione vorrei chiudere con una citazione di Calmet :

" Io non vedo in tutto questo se non tenebre e difficoltà, le quali lascio da risolvere a chi ha più abilità, e più coraggio di me ...".

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